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Autore: elyxyz    04/07/2003    6 recensioni
Nel giorno di San Valentino, durante una cena inusuale, Sakuragi parla a Rukawa di amori non corrisposti… Ma il confine che divide un concetto astratto ed una confessione personale non è mai ben definito… e il tutto acquista un sapore d’incerto e tristezza.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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14 febbraio- Anti San Valentino

14 febbraio - Anti San Valentino

 

 

by elyxyz

 

 

 

 

Ai cuori solitari, agli amori non corrisposti, a chi non può sentirsi dire “Ti amo”.

 

 

 

Nel giorno di San Valentino, durante una cena inusuale, Sakuragi parla a Rukawa di amori non corrisposti… Ma il confine che divide un concetto astratto ed una confessione personale non è mai ben definito… e il tutto acquista un sapore d’incerto e tristezza.

 

Attenzione: Autoconclusiva, genere yaoi, SS/PG triste.

 

 

 

 

POV di Hana.

 

 

Mi chiedo perché sono qui.

Mentre l’agitazione mi attanaglia la bocca dello stomaco in una stretta morsa.

Per un attimo mi concedo di guardarmi con occhi esterni.

La vetrata parla da sé. Sono patetico. Lo ammetto.

Un elefante imbranato con le guance arrossate d'imbarazzo, con il vestito buono, impaziente e agitato.

Sono il primo ad arrivare. Pazzesco.

Se stasera ci fosse Miyagi, urlerebbe: "Al miracolo!".

Ma Ryota e Ayako hanno altri progetti, per stasera.

Sono una coppia, loro.

Una coppia normale.

E una volta in più, mi chiedo quanto patetico io possa essere.

Sono riuscito calpestare la mia dignità, per stare con lui. Elemosinando attimi e occasioni.

I ragazzi hanno organizzato una serata 'Anti San Valentino'.

La verità è che qualsiasi pretesto è buono, per stare tra noi e fare 'casino'.

Così i single del team hanno avuto la geniale idea di una cena al ristorante cinese e poi, per i più temerari, una sana sbronza per scordare di non avere un trofeo da mostrare agli altri il 14 febbraio.

Mister 50 rifiuti non poteva mancare a questa serata da veri 'machi'.

Ne va del mio onore di Tensai.

Devo far vedere loro che sono superiore a tutte le loro acide cattiverie...

Ecco perché sono venuto!

Bugia.

La verità è che stasera c'è anche lui. Rukawa ci degnerà della sua presenza, dopo aver ignorato una montagna di inviti, alta quanto il Fujiyama...

Ed è per lui che sono qui.

Per il mio amore a senso unico.

Da quando non è più il freddo e scostante volpino.

Da quando, oltre ad essere borioso e sostenuto in campo, ha imparato ad uscire con noi, a divertirsi... Perché non si diventa 'squadra' solo sul parquet, ma in tanti piccoli momenti e occasioni condivise.

E, piano piano, la mia ammirazione è diventata attrazione, fino a che, con mille difficoltà, ho realizzato l’impossibile: sono innamorato di Kaede Rukawa.

Perfetto!

Con la proverbiale 'fortuna amorosa' del sottoscritto, sperare di venire ricambiato dalla super matricola di Kanagawa, è come essere convinti che domani mi spunteranno due nasi... mi correggo... se venisse a sapere del mio interessamento, probabilmente mi troverei davvero due nasi...

Così ho tentato invano di rinnegare questo sentimento, per tanto tempo...

perché ho la certezza che lui non mi ami.

La mia parte razionale lo sa da sempre, è quella sentimentale che è tremendamente testarda e masochista.

E così mi ritrovo, stasera, a festeggiare il mio Anti San Valentino con l'uomo che amo e che non mi ricambierà.

Un ultimo fugace sguardo alla vetrata d'ingresso: i pantaloni neri e la camicia bianca, sotto il cappotto scuro, fanno il loro effetto.

Sorrido mentalmente.

I miei capelli non passano inosservati, ma danno un tocco 'originale' al tutto.

Guardo l'orologio.

Gli altri dovrebbero essere già qui da un pezzo.

Del ritardo della Kitsune e di Mitsui non mi preoccupo... ci sarebbe pericolo se fossero puntuali!

Ma da Akagi e Kogure, mi sembra strano...

Proprio mentre termino di formulare il mio ragionamento, il cellulare squilla.

Iniziano le prime note di 'Hero' di Iglesias... mentre premo il tasto, penso tra me che forse dopo sia meglio che lo metta silenzioso... potrebbero prendermi in giro a vita, se i ragazzi la sentissero.

Distrattamente, rispondo.

È Kogure.

Si scusa, ma non può venire. Sua madre si è appena sentita poco bene e non se la sente di lasciarla sola a casa.

Lo tranquillizzo e lo saluto; pregandolo di chiamarci, in caso di bisogno.

Ma da quando sono così premuroso e gentile?

La mia vita da teppista mi sembra un ricordo pallido e sfocato.

Perso nelle nebbie del tempo.

Ma, in fondo, è passato solo quasi un anno.

Il punto è che il basket è diventato la mia vita. Il basket e la Kitsune.

In che ordine, non lo so più nemmeno io.

Sono imprescindibili, credo.

Li amo in modo diverso, ma con la stessa intensità.

E se non posso avere l'irraggiungibile volpino, tutto il mio essere è canalizzato nella pallacanestro.

Sono il Tensai.

Tutti devono capirlo. Persino il mio rivale n°1, l'uomo che amo.

 

Ecco profilarsi una sagoma conosciuta.

In lontananza, vedo arrivare Mitsui.

Da qualche tempo, ho il dubbio che anche lui sia attratto dalla 'mia' volpe.

E questo mi spaventa.

So che Mitsui è più bravo di me a basket. So a memoria tutte le sue prodezze da MVP. E so che Rukawa lo ritiene quasi un suo pari. Ha stima e considerazione di lui, come giocatore.

È un mio amico ed un rivale.

Ma stasera spero che non ci colpiremo con frecciatine avvelenate sulle mie incapacità in campo e sui suoi trascorsi infelici da teppista.

Entrambi non ne andiamo fieri. Ma è passato.

Ecco. È arrivato e mi saluta.

Lo punzecchio strafottente sul suo ritardo, e lui mi dice che, mentre stava andando a prendere Akagi, ha saputo che Haruko è scivolata e suo fratello l'ha portata in ospedale per accertamenti, anche se, probabilmente, non era niente di grave.

Poi, butta là una battuta sul fatto che la babbuina deve essere scivolata su una buccia di banana...

Dieci mesi fa, gli avrei rotto il naso, per un'offesa simile alla mia Harukina... oggi sto ridendo con lui sino alle lacrime, immaginando il gorilla e la babbuina...

 

Poi, qualcosa attira la mia attenzione e divento serio.

Per un attimo, smetto di respirare.

Sei bellissimo, amore mio.

Peccato che non possa dar voce ai miei pensieri.

Silenzioso come una folata di vento e sinuoso come un gatto, ti sei avvicinato alle nostre spalle e ci hai sorpresi.

Anche Mitsui è rimasto senza parole, nell’ammirarti.

Siamo realisti. Persino un sacco di iuta diventerebbe elegante su di te.

E il cardigan nero a coste larghe sopra la camicia bianca fa risaltare la tua pelle di porcellana.

I pantaloni color panna rendono troppa giustizia alle tue gambe scolpite dai tanti allenamenti... e la giacca di pelle ti dà un tocco selvatico che non guasta... e io, io ti sto mangiando con gli occhi.

Per fortuna che la tua proverbiale intuitività in campo lavora part-time nella vita mondana, altrimenti avresti già letto il cartello appeso sulla mia fronte che dice "ho fame di te".

Devo riscuotermi... sto arrossendo.

Lui mi guarda preoccupato: "Do'aho, che hai?"

Cosa posso dirgli?! ' Ti sto mangiando con gli occhi?!'

"Ho freddo, Kitsune! È un'ora che aspetto i vostri comodi!"

Lui fa notare che mancano gli altri senpai.

Io e Mitsui lo aggiorniamo sugli inconvenienti dell'ultimo minuto.

Ci guardiamo in faccia per decidere se mandare a monte la nostra serata in compagnia.

Questo dubbio, prima, non mi aveva neanche sfiorato. E non voglio perdermi una serata con la mia Volpe!

Così butto lì un: "Dai! Intanto entriamo a mangiare, poi, magari, si torna a casa presto!... Io non ho niente in frigo..."

Mitsui mi dà man forte.

Evidentemente non sono l'unico a voler trascorrere una serata vicino al volpino.

Per stasera mi impongo di sorvolare su quanto possa essere patetica questa situazione: i due pretendenti e l'ignara preda.

Non credo che Mitsui tenterà strani approcci con lui. Non stasera, davanti a me.

Forse anche lui ha capito qualcosa su di me, e ci rispettiamo.

Se dobbiamo combattere, lo faremo senza imbrogli o colpi bassi.

 

Entriamo nel rinomato locale e una simpatica cameriera viene ad accoglierci.

La salutiamo con un buon inchino e lei deve essere rimasta impressionata da tre stangoni ricurvi... poi, arrossendo lievemente, ci accompagna ad un tavolo un po' appartato.

Mentre cammino, non posso fare a meno di notare le coppiette sedute ai tavoli e i loro sguardi complici e una sottile invidia mi stringe il cuore.

Io non sarò mai come loro.

Arriviamo al nostro tavolo, ed è, per fortuna, ben appartato. Così potremo fare un bel po' di festa... che Anti San Valentino da single sarebbe, altrimenti?!

 

 

Due ore dopo...

 

 

L'ottimo saké di questo locale è proverbiale in tutta Kanagawa; e io concordo in pieno.

Rukawa e Mitsui mi guardano un po' preoccupati...

"Eccheccavolo! Non è la prima volta che mi vedete un po' brillo, ragazzi! Il Tensai ha tutto sotto controllo! "

La Kitsune in silenzio mi disapprova con lo sguardo, ma Mitsui non è poi messo tanto meglio di me...

Ma che ci posso fare?! Voglio dimenticare almeno per stasera questo casino che ho in testa e tutti i miei problemi...

...ma ho tutto sotto controllo, sicuro!

Il genio non cede per qualche bicchierino di liquore..."Kitsune, da quando hai due teste?" Mi guardi sgranando gli occhi ed io annego in quell'oceano profondo e grande come il mio amore per te.

Per un secondo, vi ho letto preoccupazione. Ma no, mi sono sbagliato.

Il volpino non può interessarsi a me. Se avessi la testa arancione a strisce nere e rimbalzassi, forse sì...

Beh, la testa arancione ce l'ho. Vale lo stesso??

Mitsui borbotta qualcosa al mio indirizzo e Ru annuisce.

Poi vedo la sua mano spostarsi sinuosa verso di me. Per un secondo, resto ipnotizzato dalle sue movenze eleganti. Ha delle mani stupende. Anche se abbiamo fatto a pugni centinaia di volte, anche se ha i calli di milioni di allenamenti, ha delle mani splendide.

Venderei l'anima per una sua carezza.

"Basta, Do'aho. Per stasera, termini qui. Mi sembri sbronzo a sufficienza. Altrimenti, domani, sarai d’intralcio negli allenamenti."

Già. "Ma a te, interessa sempre e solo il basket, Rukawa?! Cavolo, divertiti per una volta!"

Lo catturo con le parole e blocco la sua mano che sta sottraendo il mio bicchiere.

Mi guarda come se avessi detto un'eresia.

In pratica, l'ho detta.

Ai suoi occhi, perlomeno.

Penso sia convinto del fatto che io sia completamente ubriaco.

La verità è che, avere la sua mano tra le mie, mi sta bruciando.

Non è l'alcol, in questo momento, ad ottenebrare le mie capacità di giudizio, ma la sua vicinanza.

Il suo profumo al muschio bianco, nelle mie narici, mi sta travolgendo come fiume in piena ed io sono senza salvagente.

Mitsui ci guarda a metà strada tra il curioso, il preoccupato e il geloso.

Poi Ru fa una cosa che mi sorprende.

Mi dice, serissimo, che nella sua vita c'è solo il basket, perché non ha ancora trovato una persona tanto importante, per lui, da scalzarlo al secondo posto.

Sorrido ebete per tre secondi.

Non posso mettermi a piangere adesso.

Dov'è la mia scorta di battute da pagliaccio, allegro e casinista?!

La sbronza è un ricordo avvenuto in un'altra vita.

Conficco i miei occhi nei suoi.

La mia bocca inizia a muoversi da sola e le parole escono fuori troppo veloci: "Sai, Rukawa, dicono che nella vita, ci sia solo un'anima gemella, per ogni persona.

Una sola.

Che sia capace di completarci davvero.

Ma è una fortuna rara, riuscire ad incontrarla.

E forse non esiste neanche, per noi.

Un giorno,  mi hanno detto che non c'è la 'persona giusta'.

E tu l'aspetti per una vita.

Poi, un giorno come tanti altri, incontri qualcuno 'meno giusto', ma che ti vuole bene; con cui vale la pena di provare, di tentare di costruire 'qualcosa'.

Un qualcosa che poi ti ritroverai a chiamare 'amore'.*"

Distolgo lo sguardo da lui e mi volto ad osservare i tavoli nella sala. Poi riprendo: "Osservale. Alcune di queste coppie rimarranno unite per sempre, altre non dureranno neanche fino alla settimana prossima.

Separarsi, per alcune, sarà una sofferenza; per altre, una liberazione.

Ma sai qual é la cosa che più dolorosa che può accadere nel giorno di San Valentino?

Non è venire lasciati dalla persona che si ama.

No, credimi.

E' guardarla negli occhi e dirle "Ti amo" sapendo che non risponderà "Anch'io".

Sto pregando perché tu non ti accorga di avere ancora la tua mano tra le mie, che stanno tremando.

Ma sei troppo assorto nelle parole che ho appena proferito.

Sembri smarrito.

Poi, soffi un: "Do'aho, cosa volevi dire?"

Un moto di esasperazione sta per farmi urlare, ma riprendo, con una voce che non sento mia: "Si può dire in tutte lingue, Kitsune:

Ai shiteru

I love you

Je t'aime

Ich liebe Dich

Te amo

Wo ai ni....

Ma il suo significato non cambia.

Fa più male sentirsi rifiutati, che perdere una persona che si è amata.

Perché i ricordi restano, consolano.

Di un "no" resta solo l'amarezza e il dolore".

Mi concedo di stringerti un attimo le mani e poi, lentamente, le ritraggo.

Prendo il mio bicchiere, che hai lasciato lì. Lo scolo in un'unica sorsata.

Brucia. Ma non quanto le braci di un fuoco all'altezza del cuore.

Ti ho appena detto 'addio', Kitsune. Te ne rendi conto?

"È ora che me ne vada." Mi sollevo, mi incammino e, senza voltarmi, alzo una mano sopra la spalla in segno di saluto.

Probabilmente crederanno che sia ubriaco o che abbia fatto una sparata delle mie.

Che pensino ciò che vogliono.

Se Rukawa non ha capito, non sa cosa ha perso.

Possono continuare a fissare la mia sedia vuota all'infinito.

Non troveranno risposte.

Lì c'è solo il fantasma del vecchio Hanamichi morto qualche istante fa, con tutte le soluzioni che cercavano.

Da domani, aspetterò qualcuno con cui varrà la pena tentare di costruire qualcosa...

Stanotte, ho solo ferite da disinfettare.

 

 

 

 

                                                                                                                                                   OWARI  

 

                                                                    

 

 

Disclaimers: Tutti i personaggi appartengono ai detentori dei diritti.

 

*Dal 25 settembre, data in cui mi è stata detta, questa frase mi vortica in testa ogni giorno.

Spero sempre di riuscire a farla mia, prima o poi.

Perché ha un significato immenso.

 

E chiedo perdono a chi si deprimerà leggendo la mia storia.

Perché so fin troppo bene che sono sufficienti 362 giorni all’anno per soffrire di solitudine.

Ma, mentre in quei giorni, chi è solo arranca in qualche modo…

A Natale, o al proprio compleanno, o a San Valentino, la solitudine aumenta il suo peso in modo esponenziale…

Ok, la smetto.

Di solito non ci do tanto peso, ma quest’anno non andrò a festeggiare l’Anti San Valentino tra single in company, perché sono a casa ammalata…

Concedetemi di autocompatirmi un po’ ...o date colpa di tutti questi deliri alla febbre.

 

Se vi va di contattarmi, sono qui: elyxyz@alice.it

Ciao.

 

 

   
 
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