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Autore: Milla Chan    27/08/2012    5 recensioni
Le foglie scricchiolavano fragili sotto i suoi passi lievi, mentre accompagnava le braccia e le larghe maniche della veste con movimenti ampi, fluidi e naturali, in mezzo alla folla che cantava e girava in cerchio, creando un’atmosfera surreale che lo faceva sentire completo e in pace.
Davano l’addio all’estate.
Genere: Fantasy, Fluff, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Danimarca, Norvegia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sentì l’aria fresca soffiargli in volto ed accarezzò piano la corteccia ruvida dell’albero, alzando gli occhi tristi sulle fronde ingallite.
Era frustrante.
Seguì con lo sguardo una foglia che svolazzava nell’aria e quasi sobbalzò quando finalmente toccò il suolo.
Il bambino corse a raccoglierla con gli occhi lucidi e si alzò sulle punte, sperando di arrivare ai rami per ridar loro la foglia orfana, temendo fosse troppo tardi.
Una risata roca e profonda che sembrava provenire da ogni parte del bosco lo fece voltare indietro, lo sguardo fisso tra gli alberi.
-Sei ancora tu, signor Troll...?-
Bisbigliò piano, muovendo qualche passo incerto con la fogliolina secca stretta al petto.
-Norge, non essere triste, non stanno morendo.-
Non sapeva da dove fosse sbucato, ma ora il troll gli carezzava delicatamente la testolina bionda.
-Ma le foglie seccano. E cadono.- mormorò con la sua voce sottile, aprendo il palmo e mostrandogli la foglia tremante, che volò via in balia della brezza frizzante sotto gli occhi feriti e profondi del bambino.
-Gli alberi vanno in letargo perché sta arrivando l’inverno. Succede tutti gli anni, ma in primavera sbocciano foglie nuove.-
Norvegia gli rivolse tutta la sua attenzione e lo ascoltava rapito. Sentiva il sole freddo sulla pelle e un fischio lontano, leggero e melodioso gli arrivò alle orecchie.
-...Cos’è?-
Lo guardava con occhi curiosi, ma talmente seri da far pensare alla creatura che un’espressione del genere non si addicesse affatto ai lineamenti dolci di quel bambino speciale.
Il troll gli sorrise, mostrandogli le grandi zanne e mantenendo il silenzio, riempito a poco a poco da quei suoni armonici.
 

 
Norvegia ondeggiava come le foglie, tra gli alberi che si stavano spogliando in fretta, seguendo la musica, i suoni dei flauti di legno intagliati, fugaci e intensi, mescolati a quelli morbidi e continui come richiami di uccelli o animali fantastici.
Imitava le creature attorno a sé, alcune enormi, altre piccolissime, muovendo i piedi, girando su se stesso o attorno ai tronchi, chiudendo gli occhi di tanto in tanto ed immaginandosi di star salendo al cielo, tanto era leggero.
Le foglie scricchiolavano fragili sotto i suoi passi lievi, mentre accompagnava le braccia e le larghe maniche della veste con movimenti ampi, fluidi e naturali, in mezzo alla folla che cantava e girava in cerchio, creando un’atmosfera surreale che lo faceva sentire completo e in pace.
Davano l’addio all’estate.
 

 
Dietro ad un albero, il bambino con gli occhi blu e i capelli scombinati lo guardava in segreto, scrutando ogni movenza dell’abito, chiedendosi con insistenza perché mai stesse ballando da solo, cosa l’avesse spinto a ballare con tanto trasporto, nel mezzo del bosco, in modo tanto meraviglioso ed affascinante da fargli pensare che non fosse nato per altro.

 


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Ecco qui la dolcezza che tanto ho cercato nella mia testolina bacata!
Stamattina sono andata al parco, mi sono seduta su una panchina e l’ho scritta di getto.
Spero sia piaciuta anche a voi.
Ho sempre voluto scrivere qualcosa sul piccolo Norvegia che si relaziona con il mondo fantastico.
Fatemi sapere che ve ne pare!
Un bacio.

   
 
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