Broken chemistry ~
Perché non avevo
niente da fare.
« You trust him? »
« Yeah. A lot more than I trust you. »
Per
qualche istante Emma Swan continua a guardarlo negli
occhi, ed è un peso immane da sostenere, perché nelle sue ultime parole
vibra troppo di Bae
e troppo di Belle e troppo di una
creatura dalla pelle indurita e il sorriso aguzzo il cui nome ha incusso
terrore a molti, ma a nessuno quanto al signor
Gold. Non trova nulla con cui rispondere, si limita a concederle un sorriso
amaro – che le dà ragione; come potrebbe non darle ragione?
– e allora Emma Swan si allontana e
l’elettricità che è crepitata nell’aria per tutto il
tempo in cui sono stati vicini, semplicemente, si spegne. L’uomo che qui
e oggi si fa chiamare signor Gold si ritrova solo con se stesso, in una stanza
piena di sorrisi estranei, e non è affatto piacevole e per un attimo si
ritrova a rimpiangere di non averla toccata
– se solo lei sapesse, se solo lei capisse. Ma il momento è
passato, il signor Gold è di nuovo Rumpelstiltskin, e a Rumpelstiltskin non resta che voltare piano le spalle e
lasciare la Salvatrice alla gioia che solo una famiglia può creare
intorno a un’anima disperata.
Emma
espira lentamente, sorridendo a Mary Margaret che si stringe forte Henry al
petto, e poi la sua attenzione va a August che sta parlottando col suo fare
affascinante con Ruby e allora per
qualche istante non può fare a meno di rivedere con l’occhio della
mente il sorriso triste che Gold le ha appena rivolto. Rabbrividisce e
s’illude che sia colpa di uno spiffero. Soltanto ora, ora che se lo
è lasciato indietro, ora che non è più costretta nella
trappola del suo sguardo fermo e pieno di segreti, si rende conto di essere
tornata a respirare; la verità è che ogni confronto con
quell’uomo la fa restare come sospesa, senza fiato, e per un attimo si ritrova a rimpiangere di non averlo
toccato – se solo potesse
smascherarlo, se solo potesse capirlo. Ma anche questa volta si è presa
troppo tempo, ha preferito lasciarselo sfuggire, fargli male e non restare
lì a guardare. Si chiede se faccia bene. Ma quando osa lanciare
un’occhiata sopra la propria spalla vede quelle di Gold superare la porta
dell’appartamento, nel passo stanco di un’anima disperata.
Ed ora che avrei mille
cose da fare,
Io sento i miei sogni
svanire,
Ma non so più
pensare a nient’altro che a te.
A
mezzanotte si ritrovano alla cascina abbandonata dove lei l’ha arrestato
una notte in cui le maschere sono state sul punto di disfarsi
irrimediabilmente.
Sa che è lei prima ancora di vederla. Ha
spento il motore a una distanza considerevole e si è avvicinata a piedi,
affondando gli stivali in uno strato di fango che ha smorzato ogni rumore, ma a
Rumpestiltskin – al signor Gold – non
servono voci né suoni per riconoscerla. Ogni volta che Emma Swan si muove per entrare nel suo spazio vitale, la sua
aura innesca una reazione chimica, l’ossigeno mescolato al suo profumo
brucia come il fuoco e respirarlo crea assuefazione. Sorride lievemente, le
mani serrate insieme sul pomo del bastone, gli occhi fissi sulla cascina, e per
una volta non osa parlare per primo – lei
non si fida di lui.
Ma Emma non parla. Gli viene vicinissima, il suo
respiro è un tuono nella notte muta, ma non parla. E Gold non può
fare altro che mostrare di aver riconosciuto la sua presenza, e si volta; vede
la pozza di luce chiara che è il suo viso spiccare nitida nel buio
circostante e vede i suoi occhi grandi, spalancati, ma non sente il bisogno di
sapere se è sorpresa di averlo trovato qui durante la sua sorveglianza
notturna o se piuttosto non riesce a spiegarsi di essere tornata nel posto in
cui le maschere sono state sul punto di cadere – e poi trovarvi anche
lui. Non vuole sentire, non vuole domandare; la vicinanza di Emma Swan rende l’aria così viva, finalmente, viva, che gli spettri del ragazzo
precipitato nel gorgo e della donna scomparsa nella sua mantella e della
creatura che li ha guardati andare via sentendo
morire il proprio sorriso aguzzo diventano lontani, lontanissimi...
Ma lei non
si fida di lui.
Si ritrova con la mano tesa verso il suo viso,
le dita che quasi le sfiorano i capelli. Emma non si muove, continua a
guardarlo come se non aspettasse altro, nient’altro che il suo tocco pur
di capirlo, di capirsi, di sapere. Ma non è il momento giusto per toccarla, né lo sarà mai.
Gold sorride come le ha sorriso in casa della
signorina Blanchard e si ritrae. Come è giusto
che sia.
«Le auguro una buona notte,
sceriffo.»
Per l’ennesima volta, Emma Swan resta a guardarlo allontanarsi.
Il giorno mi pento
d’averti incontrata, la notte ti vengo a cercare.
Spazio dell’autrice
Nuova Golden Swan
promptatami da mia mogliaH
Ray08 come segue: ‘Chemistry. If you have
chemistry, you only need one other thing. Timing.’
Non sono sicura di aver rispettato il prompt nel modo
migliore, dearie, ma spero tanto che il risultato non
ti deluda – e sì, nel caso tu te lo stia domandando, mi sono
vagamente ispirata alla tua shot ambientata nella
1x19 perché la adoro da morire, duh ♥
Ho
integrato al prompt la lyric
della stupenda Mi sono innamorato
di te, di Luigi Tenco, perché semplicemente quel verso finale urla
Gold/Emma da ogni sillaba. In un modo o nell’altro dovevo infilarcelo u__ù E ho omesso tutta la faccenda
dell’innamorarsi volutamente,
perché il mio Gold e la mia Emma sono i primi a non saper definire bene
cos’è quella cosa che li avvicina. Lungi da me il finire del tutto
anticanon.
E,
ehm, ecco tutto. So che avrei potuto fare di meglio ma spero non sia proprio
uno scempio, dai.
Aya ~