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Autore: GretaTK    27/08/2012    1 recensioni
Amare può rendere deboli e fragili. Amare può distruggere.
Eppure, molte persone, sono disposte a tutto pur di avere l'altro anche solo fisicamente, qualsiasi siano le conseguenze.
Proprio come Eloise.
Lei voleva davvero scappare dalla gabbia nella quale si era inconsapevolmente rinchiusa, eppure, nonostante tutto, la forza per farlo non la trovava mai.
Era soggiogata da un amore, il Grande Amore della sua vita.
Grande, sì, ma sbagliato.
Errato per lei, per la sua felicità, per il suo futuro.
E prima di giudicarla, provate a farvi un'esame di coscienza: se voi foste nella sua stessa situazione, cosa fareste?
Sareste disposti a sacrificare la vostra stessa libertà per la persona che amate?
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“ Said you’re gonna be here in a minute,
Sitting in the mirror getting pretty,
Gotta look my best if we’re gonna break up “

 
Una telefonata.
Era basta una stupida telefonata, e tutto mi si era rivoltato contro, come al solito.
Credevo che mi avesse dimenticata. Credevo io l’avessi dimenticato.
Tutte cazzate.
La verità è che di lui non potevo proprio farne a meno.
Era la mia droga.
Ero sempre stata pronta anche a soffrire le pene dell’inferno per lui, ma quella sera tutto era diverso.
Io ero diversa, i miei desideri erano diversi.
Era arrivato il momento di dire basta, di riprendere in mano le redini della mia vita e farlo sparire dalla mia esistenza.
Era arrivato il momento di smettere di auto-lesionarmi per una persona del genere, che non si meritava niente.
Non da me, perlomeno.
Il fatto è che ero stanca da morire.
Il mio corpo era stanco, così come il mio cuore.
E nonostante quelle consapevolezze mi vorticassero nella mente come un uragano, io mi ritrovavo di fronte a quello stramaledettissimo specchio del comò, a farmi bella… per lui.
Quante volte mi ero rispecchiata in esso prima del suo arrivo?
Ogni volta i miei occhi scrutavano attenti il mio riflesso in ogni minimo particolare, senza tralasciare nulla.
Dovevo essere perfetta per lui, come lui lo era per me.
Quanti errori, quante vane speranze, quanti sogni senza futuro.
Eppure ero ancora lì, a cercare di rendermi più bella possibile.
Stupida.
 

I can hear you knocking at the front door
and I know exactly what you came for “

 
Improvvisamente il campanello suonò, lasciando che il suo trillo squillante riempisse tutta la casa, rimbombando sulle pareti in modo fastidioso, strano… sbagliato, come il giovane uomo che aspettava fuori dal mio appartamento.
Mi avviai a passo lento verso l’entrata, pronta ad aprire la porta e farlo entrare in casa mia come ero solita fare.
Il mio cuore batteva furioso nel petto, scatenando nel mio corpo una serie di reazioni a catena, come il sudore freddo che inumidiva le mie mani, il leggero tremore dei miei arti esili ed affusolati, o il respiro difficoltoso.
Avevo stomaco e gola serrati da una mano invisibile.
La sua mano.
Le mie dita afferrarono la maniglia della porta. Non potevo lasciar perdere proprio in quell’istante.
Devo farcela.
Tentai di prendere un respiro profondo, con scarsi risultati.
Quando spalancai l’uscio trovai senza la minima difficoltà due occhi nocciola scrutare nei miei con bramosia e desiderio.
Le sue labbra morbide e carnose erano appena socchiuse, mettendo a dura prova il mio già scarseggiante auto-controllo.
Erano così invitanti, così belle, così sexy con quel maledetto piercing nero che brillava alla minima luce.
Così dannatamente familiari e confortanti, ma allo stesso tempo aspre e pungenti.
Era un contrasto che mi aveva sempre stordita.
Ormai le conoscevo quelle labbra, le assaporavo già da tanto tempo ed avevo imparato a conoscerle, ma a quel retrogusto amaro che mi riempiva la bocca, non ero mai riuscita a farci l’abitudine.
Erano cattive, come lui, ruvide come la sua anima.
 
- Da come mi hai risposto al telefono non mi sembra di essere il benvenuto qui, o sbaglio?
 
La sua voce calda e profonda mi accarezzò delicata i timpani, annebbiandomi completamente il cervello e scaldando il mio cuore ormai congelato.
 
- Perspicace,
risposi sarcastica, ma con un tono sprezzante ben comprensibile.
- Non ti conviene fare la dura con me. Ti conosco meglio di quanto tu possa immaginare. So che non riusciresti ad odiarmi neanche se uccidessi tua madre davanti ai tuoi occhi.
 
Il suo sorrisetto beffardo mi fece innervosire maggiormente, anche se una parte di me era persa in quel gesto così strafottente ed intrigante.
Era bello, anzi, ma che dico, perfetto, l’avevo sempre pensato.
Qualsiasi espressione avesse, qualunque stato d’animo prevalesse sulla sua mente, Tom era sempre il Dio Sole ai miei occhi.
 

Trying to say goodbye but it’s hot and heavy “

 
Oh, lo era davvero, credetemi.
Se in quell’attimo mi avesse strappato il cuore dal petto a mani nude avrei sofferto molto meno, dico davvero.
 
- Sono stufa dei tuoi giochetti, Tom. Non voglio vederti mai più.
 
Il silenzio che ne seguì mi raggelò il sangue nelle vene.
Le sue iridi, solitamente bollenti e dall’aspetto quasi liquido, si scurirono, ghiacciandosi, mentre un lampo di rabbia gli attraversò le pupille nere e profonde.
In quel momento ebbi paura di lui come mai mi era capitato prima d’allora.
Pensai di ricevere uno schiaffo in pieno viso, o che mi attirasse a sé strattonandomi per i capelli o, nel migliore dei casi, che mi avesse urlato contro talmente tanto da farsi scoppiare le vene del collo.
Ma nulla di tutto questo accadde, e mi spaventai ancora di più.
Che diavolo aveva in mente?
 

You touch me and it’s breaking me down “

 
Lo vidi avvicinarsi furtivo al mio viso, rompendo la distanza che c’era fra i nostri corpi.
Le sue labbra erano a pochi millimetri dalle mie, e quando il suo fiato al sapor di menta misto a tabacco mi inumidì le labbra, mi sentii fremere da una scossa elettrica.
La sua mano destra si intrufolò agilmente sotto la mia camicetta leggera, dove potei sentire i suoi polpastrelli ruvidi accarezzarmi possessivi il fianco.
L’altra, invece, l’appoggiò sulla mia guancia destra, sfiorandomi lentamente le labbra.
Mi sta facendo impazzire.
E lo sapeva.
Lo capii dalla sua espressione soddisfatta e dallo sguardo malizioso.
Ero sua, e non potevo fare nulla per tentare di far notare il contrario.
Lui lo sapeva.
Non feci nemmeno in tempo a rendermi conto di quel che stava accadendo, che la sua bocca si appoggiò alla mia, premendo con forza, come a voler marcare il territorio e farmi capire che non avevo scampo.
Gli appartengo.
Sentii la sua lingua tracciare delle linee immaginarie sul mio labbro inferiore, come a chiedermi il permesso di intrufolarsi e finire ciò che aveva cominciato.
Io provai a resistere ma, dopo qualche secondo, cedetti: ogni cellula del mio corpo mi suggeriva di lasciarmi andare, di farmi possedere ancora una volta, come era sempre stato.
Ogni parte di me mi diceva di lasciar perdere quella stupida farsa e continuare a farmi abbindolare come al solito.
Ed io, sconfitta, l’ascoltai.
 

I’m telling you, let’s just give it up and get down “

 
- Vuoi entrare?
 
Un ghigno vincente prese vita sul suo volto, illuminandogli le iridi di una luce quasi maligna.
Senza farselo ripetere due volte si diresse direttamente in camera mia, lasciando la porta dischiusa.
Era un invito a raggiungerlo, quello, ed io ne ero perfettamente cosciente.
Rimasi un attimo interdetta ad osservare la flebile luce della mia abatjour che si rifletteva sul pavimento del corridoio, e poi mossi qualche passo nella sua direzione.
Mi sentivo sconfitta, raggirata. Ero diventata una marionetta che lui manovrava a suo più totale piacimento.
Quando l’avevo accanto ogni mia sicurezza si sgretolava come fango secco fra le dita.
Ero totalmente vinta dal suo fascino e dalla sua bellezza.
Ma soprattutto, devo ammetterlo, ero follemente innamorata di lui, nonostante mi facesse stare tanto male, nonostante mi usasse solo per piacere personale e non mi considerasse più di una sua qualsiasi altra groupie.
Ero solo un giocattolo erotico usa e getta. Niente di più, niente di meno.
Per tanto tempo mi era stato bene così, ma in quel momento una voce nella mia testa continuava a ripetermi di ribellarmi alla sua tirannia, perché proprio di questo si trattava, tirannia.
Sul mio corpo, sulla mia mente.
Sul mio cuore.
Ero decisa a liberarmi di quell’ossessione, ma prima volevo un ultimo assaggio, che mi avrebbe permesso di ricordare il suo sapore per sempre.
 

So come on, won’t you give me something to remember? “

 
Mi misi in piedi di fronte a lui, che se ne stava seduto sul letto.
Gli presi il volto fra le mani e avvicinai le mie labbra alle sue, baciandolo con passione furente, quasi rabbiosa.
 

Baby shut your mouth and turn me inside out
Even though we couldn’t last forever, baby “

 
- Ehi, che ti prende adesso? Mica non volevi più…
- Shhh,
lo azzittii, facendo incrociare nuovamente le nostre lingue, intente in una lotta che pareva senza fine.
 

You know what I want right now “

 
Sentii le sue mani afferrarmi ingorde i fianchi appena pronunciati, cominciando a baciarmi sul collo.
Io mi misi a cavalcioni sopra di lui, tirando la testa indietro come per fargli spazio e permettergli di mordermi in ogni punto a lui raggiungibile.
Il mio respiro si fece più corto e pesante, in contemporanea col suo.
Finalmente il primo strato di vestiti sparì, scoprendo così il nostro petto, ora l’uno contro l’altro.
Lo spinsi sul materasso, facendolo sdraiare, per poi abbassarmi a stuzzicargli il collo, prima di scendere sempre più verso il basso, fino ad arrivare all’elastico dei suoi boxer, sempre un po’ fuori da quei jeans troppo grandi per un fisico esile come il suo.
Improvvisamente ribaltò la situazione, trovandomi così sotto di lui.
Il suo corpo mi intrappolava dov’ero, e quella sensazione non mi dispiacque affatto.
Cominciò a slacciarmi i jeans, togliendomeli subito dopo.
Mi baciò i seni ormai turgidi, facendomi così incurvare la schiena dal piacere ed emettere un gemito strozzato.
 

Hit me one more time, it’s so amazing,
How you shook my world and flipped it upside down “

 
Percepii che stava sorridendo soddisfatto sulla pelle del mio basso ventre, proprio sull’osso sporgente del mio fianco.
La sua mano si intrufolò nel mio intimo di pizzo nero, stuzzicando il mio piacere massimo.
Infilai le unghie nella sua carne, mentre con un bacio soffocava l’ennesimo gemito di piacere che premeva per uscire dalla mia gola ormai secca.
Ben presto anche io cominciai a toccarlo, rendendo così ancora più piccolo lo spazio disponibile nei suoi boxer grigi.
Anche quegli ultimi indumenti finirono sul pavimento mischiati a tutti gli altri, e finalmente le nostre intimità si trovarono a contatto l’una con l’altra.
Poi mi penetrò, un gesto che fece fremere entrambi.
 

“ You’re the only one who ever drove me crazy,
’cause you know me inside out “

 
- Non te ne pentirai, piccola. Questa notte sarà indimenticabile.
 
Dopo quella frase, sussurrata con voce roca nel mio orecchio, arrivò la prima spinta, forte e dura.
Poi una seconda, una terza, e via dicendo.
Aumentava e diminuiva la velocità per farmi impazzire, per farmi sentire a un passo dall’apice e rallentare per non permettermi di raggiungerlo del tutto.
Sapeva quanto adoravo quando faceva così, mi conosceva meglio di quanto io conoscessi me stessa.
Sapeva ogni cosa di me. Mi conosceva dentro e fuori.
 

I know that we probably shouldn’t do this “

 
L’ennesima spinta, veloce e forte, e raggiungemmo insieme l’orgasmo.
Un piacere agognato, voluto, cercato.
Un piacere contemporaneo, come il battito del nostro cuore impazzito e del nostro fiato mozzato.
Un piacere che suonava quasi sbagliato.
Mi baciò con trasporto un’ultima volta prima di uscire da me e distendersi stravolto al mio fianco.
Mi attirò rudemente a sé, stringendomi possessivamente fra le sue braccia.
 
- Buonanotte, Eloise.
 
 
 

***

 
 
 

Wake up in the morning feeling stupid
Said that we were done but you’re all up on me.
Tell me how we got in this position
Guess I gotta get you out my system “

 
Il mattino successivo, quando aprii gli occhi, mi trovai sorpresa nel vederlo ancora lì.
Solitamente il mio risveglio era solitario, e l’unica cosa che potesse assicurarmi che lui fosse davvero stato lì erano le lenzuola stropicciate nella sua parte di letto.
Bastava avvicinarsi al suo cuscino per assaporarne ancora il suo profumo meraviglioso.
Ma quella volta non andò così.
Tom era accanto a me, e dormiva beatamente, come nulla fosse.
Per un primo momento non potei fare a meno di guardarlo con tenerezza, ma successivamente mi riaffiorarono alla mente ricordi di un passato buio, freddo e disperato.
Mi aveva spezzato il cuore tante e tante volte, e non potevo permettere che accadesse nuovamente.
All’improvviso, tutto quell’amore incondizionato che provavo nei suoi confronti, si trasformò in odio e rabbia.
Mi sentivo sporca, come se durante tutti quei lunghi anni Tom non avesse mai fatto altro che rendermi impura e logora di un amore che non sarebbe mai potuto esistere.
 

Trying to let you go but it’s not that easy “

 
Tentai di scollarmelo di dosso, di allontanare le sue braccia dal mio corpo, la sua pelle dalla mia.
I miei movimenti bruschi lo svegliarono, lasciandolo interdetto per un momento.
Raccolsi velocemente il mio intimo, e lo indossai senza degnarlo di uno sguardo.
 
- Ehi bambolina, che succede?
 
Alzai il volto in direzione del suo, penetrandogli le pupille con le mie.
 
- Che succede? Succede che devi andartene, adesso. E non tornare mai più.
- Ci siamo già passati,
rispose ghignando, alzandosi dal letto ed avvicinandosi a me.
- Non credi che ora cominci a sembrare ridicola a forza di ripeterlo?
 
Mi attirò a sé in modo brusco, baciandomi rudemente, senza lasciarmi il tempo di ribattere.
Per un primo momento provai a resistergli, ma la carne è carne, e la mia determinazione si disperse come fumo nel vento.
 

You touch me and it’s breaking me down
I’m telling you let’s just give it up and get down “

 
Di nuovo, le sue mani su di me mi tolsero tutta la capacità di pensiero, rendendomi estremamente vulnerabile e vittima del suo volere.
Con me bastava un tocco, una semplice carezza o un bacio, ed ero completamente di sua proprietà.
Mi sembrava quasi di vederle quelle parole incise a fuoco nella mia pelle:
 

Proprietà di Tom Kaulitz ”.
 

Era quasi inutile continuare a combattere: con lui non avevo alcuna via di scampo.
Quando le sue labbra si staccarono dalle mie, i suoi occhi mi fissarono intensamente, incatenandomi dov’ero.
Il fiato mi si bloccò nel bel mezzo della gola, che dopo poco fuoriuscì sotto forma di un sussurro quasi disperato.
 
- Tornerai?
 
L’espressione beffarda che gli coprì il volto bastò come risposta e, con una debole spinta, mi fece ricadere sul letto, per poi sovrastarmi con tutto il suo corpo.
Quello era un sì che sapeva d’eternità.
Non avrebbe mai smesso di venirmi a trovare, come io non avrei mai smesso di amarlo e di stare male.
Ma io per lui, purtroppo, ero disposta a tutto.
E, nell’oscurità di quella camera che sapeva di noi, la sua voce calda e roca mi penetrò nelle orecchie, lasciandomi allibita per qualche secondo.
 
- Davvero credevi di potermi scappare?
 
No, pensai, anche se non trovai mai il coraggio di dirlo ad alta voce.
E fu in quell’attimo che riuscii a vedere il mio futuro, ed era la stessa cosa che i miei occhi stavano osservando in quel momento: la mia camera, io e lui.
Così per tutta la vita.






Note dell'Autrice.


Questa one-shot è stata scritta ad ottobre dell'anno scorso. L'ho riletta e sistemata prima di pubblicarla, anche se fino a pochi minuti fa ero molto indecisa se postarla oppure no.
Mi sono ispirata ad una canzone di Britney Spears intitolata " Inside out ", appunto come il titolo della one-shot.
Spero non ci siano problemi a capire il testo in inglese, se mai potete andare qui e trovare l'intera traduzione della canzone: http://www.rnbjunk.com/traduzione-testo-inside-out-britney-spears-870/ 
Beh, che altro dirvi? Spero solo che vi piaccia!
Fatemi sapere che ne pensate.
Bacione, GretaTK.

 
  
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