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Autore: FedeSplash95    27/08/2012    2 recensioni
Penso che chi leggerà questa storia abbia già una vaga idea dell'originale. Quello che farò io però è altro. Non sarà la storia di Katniss, ma quella di Peeta in un certo senso. Il motivo è semplice: dato che adoro il suo personaggio volevo approfondirlo , inventandomelo. A modo mio. Spero vi piacerà .
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Mi sveglio di soprassalto da uno dei miei incubi peggiori che abbia mai fatto. Io che corro tra i boschi vicino alla mia casa inseguito da ibridi ,metà orso e metà uomo.

Subito mi vesto e scendo in cucina per la colazione ma non trovo nessuno,ovviamente. I miei genitori sono in panetteria, i miei fratelli a scuola e a lavorare. Così mi arrangio e scaldo un po' di latte e prendo del pane che è avanzato dall'ultima sfornata di ieri.

Sarebbe una colazione perfetta, una giornata perfetta, dato che c'è un sole splendente, ma purtroppo non lo è. Oggi è il giorno della mietitura dei Giochi, ossia vengono scelti i due tributi di ogni distretto,un maschio e una femmina, che verranno trasferiti a Capitol City,la capitale dell'intera Panem, per gli Hunger Games. Ogni anno è sempre la stessa storia, dato che il distretto 12,il mio, ha vinto solamente due edizioni dei Giochi su 73 . Ma questo è il modo con cui Capitol City ci ricorda ogni anno che è lei la capitale ed è lei a governare. Che nessuno può permettersi di ribellarsi, non un'altra volta come successe in passato.

Devo essere in piazza alle due, ma prima voglio concedermi una piccola passeggiata, dato che come ogni anno potrebbe essere l'ultima che faccio tra le strade del mio distretto. Come esco di casa, capisco che i giornalisti ed Effie Trinket, l'inviata accompagnatrice di Capitol City per il distretto 12, devono essere già arrivati poiché l'area brulica totalmente di Pacificatori, le guardie. Passando per la piazza, sulla quale si affaccia il Palazzo di Giustizia, vedo che stanno montando il palco per l'estrazione dei due giovani tributi di quest'anno. Spero come sempre che non venga estratto il mio nome, ma queste sono cose che un panettiere non può più sperare. La parola “speranza” ,infatti, nel distretto 12 è una parola vana, priva di significato oramai. Contiamo veramente poco per la capitale, o per l'intera Panem addirittura.

Mi dirigo verso il Prato, per osservare meglio ciò che rimane dei boschi verdi e delle montagne da cui soffia una leggera aria fresca. Dopo una mezz'ora decido che è meglio se torno a casa, pensando che mia madre possa essere già tornata per preparare il pranzo. Sulla via del ritorno scruto tra i visi della gente quella sensazione ormai comune in tutti noi di “arresa”, quell'espressione di tristezza sul viso di ogni abitante del distretto.

Come previsto, al mio rientro mia madre è già in cucina che prepara il pranzo.

A tavola siamo tutti silenziosi,sapendo le ore di ansia e preoccupazione che ci attendono, ma mia madre ad un certo punto cerca di sollevare la situazione con un < non è la fine del mondo > .

Non sarà la fine del mondo, ma di certo due famiglie questa sera chiuderanno i battenti e si barricheranno in casa angosciati, pieni di tristezza e dolore per le prossime settimane, sapendo cosa attende i loro figli a Capitol City. La ignoro comunque, ormai fa così da anni. Forse si è solamente arresa alla capitale e finge di non accettare gli Hunger Games annuali. Ma so che nel suo profondo lei soffre per questa situazione.

Vado in camera mia a prepararmi dato che tra poco devo essere in piazza per la mietitura . Dopo essermi vestito il più elegante possibile, scendo in cucina dove trovo entrambi i miei genitori che discutono su un tipo di pane che potrebbero mettere in commercio. A quanto pare una stupida pagnotta è più importante di me perchè non si accorgono della mia presenza fino a quando non dico “Ehm, io allora vado”.

Si, e , beh,Peeta, possa la buona sorte essere a tuo favore anche quest'anno,tesoro”,dice mia madre e mi abbraccia. Un po' ridicola in effetti,secondo me, dato che “possa la buona sorte essere sempre a vostro favore “ è uno dei detti principali degli Hunger Games.

Figliolo, ci vediamo stasera a cena”, dice mio padre. Pensa che io possa scampare i Giochi anche quest'anno e lo voglio anch'io. Loro pure saranno presenti alla “cerimonia” ma solo dalle due in poi. Nella mezz'ora prima tutti i ragazzi e le ragazze tra i 12 e i 18 anni devono registrarsi , ossia ci pungono con un ago e inseriscono il nostro nome nei possibili nuovi tributi per Capitol City. La partecipazione è obbligatoria a meno che non ti trovi in punto di morte. La sera poi le guardie faranno il giro di verifica e ,se hai detto il falso, finisci in galera. Per Capitol City la mietitura è anche un buon modo per controllare la popolazione. Dopo essermi registrato mi dirigo nella zona dei ragazzi. Di fronte a me il palco con due bocce di vetro con dentro i nomi di ognuno di noi. Dietro di me si sono già radunati parecchi genitori, che si tengono per mano e sperano di cenare coi loro figli questa sera. Tutti intorno ci sono i cameraman, pronti a riprendere ogni singolo istante di questa settantaquattresima mietitura. Infatti ogni singola mietitura di ogni distretto verrà trasmessa sulla TV di stato.

Intravedo Effie Trinket, l'accompagnatrice del distretto 12, che avanza sul palco . Non ho mai capito quella donna,ovviamente. Dico ovviamente perchè lei viene direttamente da Capitol City ed io non capisco Capitol City in proprio. Come al solito ha quella sua strana capigliatura viola e cotonata da svitata. Penso anche che abbia gli zigomi e la bocca completamente rifatti con la chirurgia plastica perchè somigliano più che altro a quelli di una giraffa. E poi penso che dovrebbe essere un po' più sincera con se stessa, date quelle tonnellate di trucco che abbondano sul suo viso, se così si può chiamare. Non sono mai stato a Capitol City, e spero di non andarci mai, ma ho la netta sensazione che le persone là siano tutte come Effie. Per di più anche superficiali riguardo ogni cosa.

Sul palco ci sono tre sedie. Una è occupata da Effie, una dal sindaco Undersee, un uomo alto che comincia a perdere i capelli. Entrambi mormorano tra loro e fissano la terza sedia vuota. Quella che teoricamente dovrebbe essere occupata dall'unico mentore del distretto 12, Haymitch Abernathy. I mentori sono i vincitori di edizioni passate dei Giochi e sono coloro che aiutano i loro tributi a restare vivi negli Hunger Games.

Ad un certo punto dal retro esce un barcollante idiota di Haymitch, che suppongo sia ubriaco fradicio. Strano. Ma lo è talmente tanto, che va a sbattere contro il palco e cade per terra. Grida e urli di stupore e panico si diffondono tra noi ragazzi. Beh almeno quest'anno la mietitura ha una svolta comica,penso. Due Pacificatori scortano l'uomo dentro il Palazzo di Giustizia. A quanto pare si proseguirà senza di lui.

Come l'orologio cittadino batte le due il sindaco sale sulla pedana e comincia a leggere. E' la stessa storia ogni anno. Racconta di Panem, una nazione risorta dalle ceneri un tempo chiamato Nord America. Elenca i disastri, le siccità, gli uragani, gli incendi, la lotta brutale per le poche risorse rimaste. Il risultato fu Panem, una splendente Capitol City attorniata da tredici distretti, che portò pace e prosperità ai suoi cittadini. Poi vennero i Giorni Bui, la rivolta dei distretti contro la capitale. Dodici furono sconfitti, il tredicesimo completamente distrutto. Il Trattato del Tradimento ci diede nuove leggi, per assicurare la pace e per ricordarci ogni anno che i Giorni Bui non dovranno più ripetersi, e ci diede cosi gli Hunger Games, uno reality show televisivo che chiama a raccolta ogni anno due giovani “tributi”,un maschio e una femmina, da ogni distretto, per un totale di 24 ragazzi. Questi verranno scortati a Capitol City e poi “gettati” in un'arena all'aperto che può contenere di tutto,da un torrido deserto a una landa ghiacciata. Per varie settimane i concorrenti devono combattere sino alla morte in scontri e duelli cruenti. Uno solo può essere il vincitore alla fine dei Giochi. L'ultimo che rimane in vita, il vincitore, sarà ricoperto di gloria e di ricchezze per se e per il suo distretto.

Tutto ciò per ricordare ad ogni cittadino di Panem tutte le morti che si verificarono ai tempi della ribellione. Insomma, una sorta di “ricordiamo le vittime di allora con altre vittime”.

Indipendentemente dalle parole che usano, il messaggio è più che chiaro. “Guardate come prendiamo i vostri figli e li sacrifichiamo senza che voi possiate fare niente. Se alzate un dito vi distruggeremo dal primo all'ultimo. Proprio come abbiamo fatto col distretto tredici.”

Siamo come delle pedine. Veniamo usati per il divertimento di Capitol City e nemmeno possiamo contrastarli.

Il peggio è che Capitol City vede gli Hunger Games come una festa, un evento sportivo, dato che ricoprirà di ricchezze, compensi e gloria il vincitore rimasto in vita. In un certo senso, è come se gli abitanti della capitale aspettino tutto un anno gli Hunger Games, ansiosi di scommettere sui nuovi tributi, su chi durerà più a lungo nell'arena e su chi invece non ha alcuna possibilità. Questo è ciò che fanno a Capitol City, si divertono con questo reality e con cibo in abbondanza, mentre noi nei distretti fatichiamo a sfamarci e spesso la gente ogni mese muore di fame. Ed ogni anno siamo obbligati a guardare gli Hunger Games in TV, in casa o sul maxi-schermo allestito in piazza dai Pacificatori.

Vivace e spumeggiante come sempre, Effie Trinket trotterella sino alla pedana e si produce nel suo numero consueto :

Felici Hunger Games! E..possa la buona sorte essere sempre a vostro favore.”

Capisco che è giunto il momento del sorteggio ed Effie continua la sua cantilena per poi esclamare come al solito :”Prima le signore!”, e subito attraversa il palco per avvicinarsi alla boccia di vetro con i nomi delle ragazze. La raggiunge, tuffa la mano in profondità ed estrae una strisciolina di carta. Il pubblico trattiene il fiato e a quel punto si potrebbe sentir cadere uno spillo. Effie torna alla pedana, liscia la strisciolina di carta e legge il nome con voce chiara. Il nome è Primrose Everdeen.

Quel nome, purtroppo mi suona familiare. Perlomeno il cognome. Primrose Everdeen è la sorella minore di 12 anni di Katniss Everdeen, una ragazza della mia età. Sedici anni, alta, occhi grigi, capelli castano scuro sempre raccolti in una treccia. Portamento da cacciatrice. La conosco, ma solo di vista e un giorno ebbi pure il piacere di aiutarla.

Era un pomeriggio d'inverno e diluviava . Ero con i miei genitori in panetteria quando sentii mia madre urlare contro qualcuno che frugava nella nostra immondizia. Quando mi capita di vederli, io li lascio fare. Insomma,hanno bisogno pure loro di vivere. Ma mia madre non la pensa affatto così. Urlava contro Katniss e la mandò via dai cassonetti. Sbirciai dalla finestra la scena. Lei tremolante sotto ad un lampione, affamata e stanca. Così di proposito feci cadere una pagnotta sul fuoco in modo che si bruciasse per un quarto ,cosicchè mia madre me l'avrebbe fatta portare al maiale che teniamo dietro alla forneria. Nel vedere il pane bruciato, ella cominciò a gridare pure con me, imprecò,mi picchiò e appunto mi spedì dal maiale a portare quella pagnotta. Sul davanzale della panetteria vidi la ragazza. Senza esitazioni spezzai il pezzo bruciato del pane e lo diedi al maiale, il resto lo lanciai nella direzione di Katniss. Non so bene perchè lo feci. Forse perchè osservavo la ragazza a scuola;se ne stava sempre per i fatti suoi, e questo la rendeva ,in un certo senso, intrigante. Così non esitai a compiere quell'azione che spero mia madre non scoprirà mai. Mi fissava incredula, credo che si stesse chiedendo come mai le avevo appena lanciato del pane. In realtà, appunto, me lo chiedevo anche io. Non le avevo mai parlato, ma solo il fatto di vederla ogni giorno a scuola, nella mensa e nel cortile mi ha spinto a lanciarle del cibo.

Ed ora la piccola Primrose viene mandata al macello. Ella è là, paralizzata dalla paura, sbiancata in viso, che comincia a farsi strada tra la folla, quando improvvisamente la sorella maggiore si fa avanti e grida :” Prim! Prim! “ . Sono urla di una ragazza già provata per la morte del padre e che si è fatta carico per ben quattro della famiglia, sfamandone ogni bocca andando a caccia illegalmente per i boschi del distretto.

No! No! Mi offro volontaria! Mi offro volontaria come tributo”, urla Katniss, tirando indietro la piccola Prim piangente. I volontari nel distretto 12 non si sono mai visti, ma le regole spiegano chiaramente che chiunque può farsi avanti volontario per prendere il posto della persona estratta.

Susseguono urla di disperazione.

Noo ti prego”, urla Prim , ma Katniss la spinge indietro assicurandola che andrà tutto bene, ma ci pensa qualcun altro a portare via la piccola da quell'inferno. L'amico fidato e compagno di caccia di Katniss, Gale.

Oh beh sembra che per la prima volta il distretto dodici ha finalmente un volontario”, dice Effie al microfono. - “Sali pure, cara.”

Katniss sale sul palco, ancora titubante e forse non consapevole della mossa appena compiuta.

Come ti chiami?” , chiede Effie.

Katniss Everdeen”, risponde la ragazza.

Scommetto la parrucca che quella era tua sorella!”, esclama scherzosamente Effie mentre Katniss si limita ad annuire.

Beh facciamo tutti un applauso al nostro primo volontario!” ed Effie inizia a battere le mani.

Ma nessuno la asseconda. Nel distretto non oseremmo mai compiere un'azione tanto ingrata. Ci limitiamo ad approvare le situazioni con un segno di gratitudine. Infatti ognuno di noi nel pubblico porta le tre dita centrali della mano sinistra alla bocca e poi le rivolge verso l'alto.

Bene, ed ora scopriamo il tributo maschio!”, irrompe Effie.

Così si dirige all'altra boccia di vetro ed estrae un altro foglietto di carta. Ritorna a fianco di Katniss e pronuncia il nome del tributo uomo.

E' Peeta Mellark.

  
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