Quanto tempo è passato dall'ultima volta?
Lo scrosciare della pioggia, oggi, come in molti altri giorni, sta riempendo l'aria, dando un tono più triste a questo freddo inverno.
E' finalmente arrivo il periodo della Winter Cup e, con questa, li avevo rivisti, l'avevo rivisto.
Come avevo chiesto loro, oggi lui ha chiesto d'incontrarci, con la differenza che, questa volta, siamo solo noi due e nessun altro.
Solitamente non mi chiedeva mai d'incontrarci soli e se capitava era una cosa puramente casuale.
Dopo l'incidente dell'altra volta non ci siamo più visti.
Continuo a camminare lungo i corridoi esterni dell'edificio, lasciandomi sfiorare dalla pioggia. Ormai sto per arrivare, manca poco.
Apro la porta della stanza, trovandolo seduto nel banco al centro, rannicchiato su quest'ultimo.
Mi viene in mente ciò che era successo proprio quel giorno in cui ci siamo incontrati per puro caso, durante le vacanze estive.

“Atsushi.”

Sussurro, guardandolo con fare duro, come sempre. Lui solleva di poco la testa e mi guarda.

“Aka-chin, finalmente sei venuto. ”

Si stiracchia la schiena e sbadiglia, nel mentre io vado nel banco davanti al suo, sedendomi sopra, con lo sguardo diretto sempre verso di lui. Mi chiedo cosa voglia dirmi.
Da quella notte tra noi due niente è rimasto uguale come prima, almeno per me.

“Cosa volevi dirmi?”

Smette immediatamente di stiracchiarsi e rigetta le lunghe braccia in avanti, volgendo i suoi occhi proprio su queste, senza guardarmi per pochi secondi, senza incrociare lo sguardo con il mio. Perché? Perché si doveva comportare così?
Mi dà davvero sui nervi, non posso sopportarlo. Dopo tutto quello che è successo quella notte.
Ci eravamo incontrati per puro caso sulla spiaggia e, mentre parlavamo, mi aveva preso quasi con la forza, costringendomi a baciarlo. Mi chiedo davvero perché, nonostante tutto, quella notte io gli abbia tirato solamente un pugno. Ora mi viene voglia di fare ciò che non avevo fatto.
Però... Non ce la faccio. Perché? Che cosa mi è successo? Perché non riesco ad andargli vicino come un tempo, perché non riesco a fargli male?
E' tutta colpa di quel bacio, di quei baci. Se fosse stato un altro l'avrei rincorso in capo al mondo per dargli una lezione, ma perché con lui...

“ Aka-chin, ti amo. ”

Quella frase interrompe i miei pensieri come se un enorme masso fosse caduto e avesse bloccato lo scorrere di un fiumiciattolo. Sgrano gli occhi. Non mi aspettavo una cosa del genere.
Ora i suoi occhi erano puntati su di me insistentemente, cercando di guardarli. Ed io non posso fare a meno di osservare a mia volta quegli occhi violacei. Mi danno davvero un forte senso di tranquillità, tanto da farmi riuscire a sorridere. Sorrido perché ho capito, osservandolo in questi attimi: quella notte mi ha fatto innamorare di lui.
Mi avvicino e lui si fa spazio, aprendo le braccia. Ha capito che voglio abbracciarlo.

Allargo ancora un po' il mio sorriso e mi faccio spazio in mezzo a quelle lunghe braccia, appoggiandomi al suo petto.

“ Ti amo Aka-chin. ”

Me lo sussurra un'altra volta mentre chiude le braccia, stringendomi.
Non mi sarei mai aspettato che potesse accadere tutto questo. Però non mi dispiaceva affatto. Chiudo gli occhi lasciando che l'acqua potesse riempire il silenzio anche se, il freddo, in quel momento, non ci poteva toccare.

“Seijuurou.”

Sussurro piano, abbandonando per poco il mio tono autoritario.

“Mh?”

“Seijuurou. Chiamami così, questo è il mio nome.”

Lo sento sorridere per la mia affermazione, anche se non lo vedo.

“Ti amo Seijuurou. ”

“Ti amo anch'io, Atsushi.”

Ed ora niente poteva interferire tra di noi, in quei momenti.
La pioggia era diventata un rumore lontano.



 

Grazie a tutti per aver letto questa mia piccola storia!
Spero di non essere andata troppo OOC e di aver descritto tutto nel migliore dei modi! :)
Penso che pubblicherò anche una fanfiction in cui si parla del famoso "incidente sulla spiagga"!
E ora vi saluto, ringraziandovi un'altra volta! :)