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Autore: daisyNAKJM    27/08/2012    1 recensioni
Credo che qualcuno di voi abbia presente il terzo episodio di True Love "Holly". Questa è una rivisitazione di quell'episodio, con qualche piccola modifica e fatto intrepretare da Quinn e Santana. Ovviamente tutto questo non è uscito dalla mia sola piccola mente, ho avuto un'importante collaboratrice.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Quinn Fabray, Santana Lopez | Coppie: Quinn/Santana
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Se Quinn Fabray avesse dovuto descrivere la sua vita in una sola parola l’avrebbe definita come vuota.

Sentiva che mancava qualcosa.

Era un’insegnante in uno degli istituti superiori privati migliori del Regno Unito, e insegnava Lettere. Era una donna molto intelligente, qualificata nel suo lavoro e con una passione per l’arte che l’aveva accompagnata sin da quando era una bimba. Non che ora fosse così vecchia, per avere 28 anni non li portava certo male e il suo aspetto non raccontava il contrario. Aveva tutte le curve al giusto posto, capelli biondi lunghi appena fino alle spalle sempre sbarazzini e un paio di occhi verdi che facevano mancare il respiro.

Amava il suo lavoro, nonostante alcuni suoi alunni. I soliti ragazzini viziati che credevano di poter trattare come volevano le persone solo per il fatto di possedere più denaro. Ormai non dava nemmeno più importanza, li riprendeva quando esageravano, ricevendo come risposta le solite battutine, proseguendo poi la sua lezione.

Sicuramente le ragazze almeno all’interno della sua classe erano più rispettose, nonostante a volte anche loro perdessero il controllo. Ma tra loro c’era sempre una ragazza  in particolare che seguiva le lezioni e prendeva appunti diligentemente, e i suoi voti erano decisamente tra i più alti della classe.
Per quanto riguardava la sua vita sentimentale, se così la si poteva definire, era un vero e proprio schifo. Era finita in una relazione, nel ruolo peggiore che potesse immaginare. Era l’amate di un uomo che aveva incontrato in una biblioteca un giorno.
Si erano conosciuti, erano usciti a prendere un caffè e poi avevano cominciato a frequentarsi, tutto sembrava andare bene, fino a quando lui non confessò di essere sposato.

Si era sentita morire dentro, si sentiva sporca ad essere la causa di un divorzio, ma lui l’aveva convinta che avrebbe lasciato la moglie, che sarebbe stato disposto a rinunciare a tutto per lei, e lei gli aveva creduto.

Aveva parlato con sua madre, che si preoccupava per la sua unica figlia, che ultimamente vedeva più triste del solito. Le aveva detto che doveva prendere una decisione, e doveva farlo al più presto, per il bene di tutti.  Nel frattempo però, Quinn continuava a frequentare Jack, anche se, incontro dopo incontro sbiadiva il sentimento e tutto si trasformava in gesti meccanici e freddi. Era stanca di quella situazione. Ne voleva uscire, ma ogni volta che ci provava, lui le dava quel minimo di attenzioni che le facevano credere di essere amata, e ricadeva in quell’oblio.

Fortunatamente aveva ricevuto una buona notizia nell’ambito lavorativo. Aveva avuto la possibilità di prendere il posto dell’insegnate d’arte, assente per delle motivazioni che lei ignorava, riuscendo così a dedicarsi a qualcosa che amava e trasmettere la sua passione a qualche suo alunno, o almeno sperava.

Stava girando per la classe durante una delle sue lezioni a vedere se qualche studente avesse avuto bisogno di un aiuto, soffermandosi a guardare il disegno che una sua alunna stava colorando. Era la stessa diligente ragazza che aveva nella sua classe d’inglese. Mentre era persa nei suoi pensieri, la ragazza si girò, attirando quindi la sua attenzione.

“Mi scusi professoressa, potrebbe darmi una mano?”

“Certamente, dimmi come posso aiutarti”

Quinn prese posto vicino a lei, spostando alcuni fogli e preparandosi a condividere le sue conoscenze.

“Ecco vede il tema che ho deciso di utilizzare per il mio disegno è il mare, e mi sono ispirata a questa foto che hanno fatto i miei genitori quando erano in viaggio di nozze.”

Quinn prese tra le mani in disegno, stando attenta a non rovinarlo, osservandolo meglio e confrontandolo alla foto che la ragazza teneva tra le mani.

“Bè devo dire Lopez…Lopez giusto?”

La ragazza mora annuì

“Può chiamarmi Santana se vuole”

Quinn le sorrise.

“Bè, Santana hai del talento. È molto ben eseguito, e anche i colori sono accostati nel modo esatto, non credo poi che tu abbia molto bisogno del mio aiuto!”

Quinn le rivolse un altro sorriso, guardando Santana torturarsi le mani.

“C’è qualcos’altro che posso fare per te?”

“A dire il vero si…volevo scusarmi…scusarmi per il comportamento dei miei compagni. Solo, non ci dia peso, lei è veramente una brava insegnante, una delle migliori.”

Quinn si aprì in un timido sorriso, guardando quella ragazza dai capelli scuri come la pece riuscendo a vedere la sincerità in quegli occhi grandi.

“Non ti preoccupare Santana, sono scherzi da ragazzi immagino, non sono un problema per me. Ma ti ringrazio, anche se non dovresti farti carico delle loro colpe, tu sei una delle alunne più diligenti che io abbia mai avuto”

Un po’ imbarazzata, Santana sorrise all’insegnante. Era veramente bella. Presa dal coraggio che non sapeva di avere, fece una proposta alla donna.

“Senta, so che in città c’è una mostra d’arte. L-le andrebbe di venire con me a vederla?”

Fece una breve pausa, prima di concludere, giustificandosi.

“Sa, per il compito che abbiamo da svolgere”

Quinn rimase immobile per un momento, sentendosi onorata per la richiesta, titubando però sulla risposta da darle. Decise quindi di mantenersi sul vago.

“Posso pensarci per un paio di giorni?”

“Certamente! E grazie.”

L’insegnante le sorrise ancora, alzandosi per andare dagli altri studenti. Arrivata poi alla sua cattedra si prese qualche istante per scrutare quella ragazza. Era quello per caso un appuntamento? Non poteva essere. Andiamo, erano insegnante e alunna, sarebbe stato decisamente poco etico da parte sua, per non dire imbarazzante.

Quanto tornò a casa, dopo l’ennesimo incontro con Jack, decise di prendersi un pomeriggio per parlare con una sua cara amica, spiegandole a grandi linee la situazione. L’amica le disse che tecnicamente sarebbe stata come un’uscita didattica, quindi non aveva preoccuparsi di nulla. Decise allora di darsi una possibilità. Cosa mai poteva succedere? Dovevano visitare un museo, salutarsi per poi rivedersi a scuola come insegnate e studente, non c’era niente di male.
Tornò quindi a casa dopo quella giornata trascorsa con l’amica, convincendosi delle sue parole.

Santana Lopez era una ragazza di 18 anni che frequentava uno dei migliori istituti superiori del Regno Unito, era molto determinata, e sapeva quello che voleva, e tra le ragazze della sua età non era considerata come una popolare, anzi. Era il tipo di ragazza che preferiva la compagnia di un buon libro invece che passare il tempo a spettegolare. Adorava studiare e imparare cose nuove. Certo, anche lei aveva amici, tra cui una sua compagna di classe. Erano solitamente sempre sedute insieme, ma da qualche tempo durante le lezioni di inglese si era particolarmente interessata all’insegnante, Quinn Fabray.

La Signorina Fabray era una bella donna, decisamente molto bella secondo Santana, e non capiva come potesse essere sempre avvolta da quest’aura così malinconica, ma era decisa a scoprirne il motivo.

I giorni successivi per lei trascorsero con un po’ d’ansia, attendendo una risposta al suo invito.

Durante uno scambio d’aula tra le varie lezioni, le due si incrociarono in un corridoio, e approfittando del fatto che fosse sgombro, Quinn comunicò a Santana che avrebbe accettato il suo invito, accordandosi sui dettagli.

Erano ormai 20 minuti che Quinn era seduta ad aspettare Santana, non sapeva cosa fosse successo, ma decise di aspettare un altro po’, infondo era emozionata all’idea di questa “visita didattica”. All’orizzonte scorse la figura di una giovane ragazza, che affannata stava correndo, agitando le mani nella sua direzione. Si alzò socchiudendo gli occhi e mettendo a fuoco la figura di Santana. Ancor prima di arrivare, la ragazza cominciò a parlare:

“Oddio mi scusi professoressa!! Ho avuto un contrattempo a casa con i miei genitori, mi perdoni per il ritardo, davvero.”

Arrivò quindi a pochi passi dalla donna, riprendendo fiato.

“Tranquilla, non preoccuparti”

“Mi scusi ancora”

“Tranquilla, dico davvero! Riprendi fiato che poi ci incamminiamo. Ah…e ti prego, chiamami Quinn, qui non siamo a scuola”

Santana si sistemò i capelli, rivolgendo un sorriso a Quinn, facendole segno che era pronta per andare.

Passarono l’intera mattinata a girare tra le opere esposte, Quinn si lasciò trasportare dal suo amore per l’arte, facendo da guida a Santana, spiegandole tutto quello che sapeva. Si scambiarono sorrisi timidi, risate piene e Quinn sentì che per la prima volta, dopo molto tempo, si stava divertendo.

Terminata la visita, nessuna delle due aveva voglia di tornare a casa, e optarono per una passeggiata in riva al mare, nonostante non fosse decisamente la stagione esatta. Presero posto poi sulla sabbia, parlando e raccontandosi piccoli aneddoti personali l’una dell’altra, fino a quando Santana decise che era il caso di chiederle quello che da tempo voleva sapere.

“Ma quindi lei…voglio dire tu Quinn…sei sposata?”

Quinn non riuscì a trattenere una risata.

“No no, non sono spostata, diciamo che frequento un uomo…”

Santana annuì capendo che forse si stava avvicinando alla causa della sua malinconia, notando gli occhi verdi di Quinn spegnersi flebilmente dopo la domanda. Decise quindi di cambiare discorso, e riprenderlo in altra sede.

I giorni successivi trascorsero per entrambe in modo molto surreale. Santana non riusciva a togliersi dalla mente Quinn, era determinata a capire che cosa le avesse fatto quell’uomo per averla resa così. Era sicura che il motivo era lui, non potevano esserci altre spiegazioni e sarebbe andata infondo a questa storia a qualsiasi costo.

D’altro canto Quinn, dopo gli ultimi incontri con Jack, aveva ormai raggiunto il limite.

Non riusciva neanche a provare disdegno per lui. Uno dei loro pomeriggi passati insieme, mentre lui usciva di casa, si mise a guardare fuori dalla finestra, e senza che potesse fermarlo, il suo pensiero andò a Santana. Si era sentita veramente bene con lei. La giornata trascorsa insieme era stata una delle migliori durante gli ultimi mesi. Sicuramente doveva ammettere che Santana Lopez era veramente una bella ragazza. Quei suoi capelli mori, e quel suo corpo dai lineamenti sinuosi, e quelle labbra carnose ed infine quegli occhi così scuri e profondi ma così sinceri.

Doveva togliersela dalla testa, ma come poteva? Lei era la donna che viveva di sbagli, come quella relazione che intratteneva con Jack.

Non sapeva il perché, ma durante uno di quei pomeriggi passati da sola in casa, sentì la necessità di parlare con qualcuno. Sentì la necessità di parlare con Santana.

La chiamò, e attese il suo arrivo guardando fuori dalla finestra.

Santana non poteva credere di aver appena ricevuto quella telefonata. Si sentì onorata, ma allo stesso tempo emozionata e anche curiosa nello scoprire del perché di quella chiamata così improvvisa.

Quinn la vide arrivare attraverso il vetro della finestra, e lentamente si diresse verso la porta di casa.

Appena entrata in casa ed aver salutato l’insegnate, Santana si soffermò qualche minuto ad ammirare la casa.

Era piccola, ma così piena di tante cose, così piena di Quinn che le sembrò il miglior posto al mondo.

Presero poi posto in cucina, Quinn le porse una tazza di caffè, e fece lo stesso per lei, andandosi a sedere davanti a Santana.
Rimasero in silenzio per un po’, fino a quando Santana decise di spezzare quell’atmosfera.

“L’altro giorno mi parlavi di questo ragazzo che frequenti…”

Si fece forza pronunciando quelle parole, guardando Quinn negli occhi.

“Cosa vuoi sapere?”

La risposta fu secca e rapida, come a voler liquidare velocemente quella questione.

“Cos’è lui per te?”

Quinn si fece forza, cercando con tutta se stessa di mantenere un contegno. Piangere davanti ad una sua alunna non era tra gli obiettivi della giornata. Soprattutto per Jack.

“Diciamo che è un po’ complicato da spiegare…”

Santana le regalò un sorriso.

“Posso affrontare un discorso complicato”

A quel punto per Quinn fu veramente difficile riuscire a resistere alla lacrime, e cercò di dissimularle in un sorriso, non aspettandosi però le parole di Santana

“Puoi dirmi tutto quello che vuoi, non ci sono problemi”

“Lui…lui è sposato..”

A quel punto non riuscì più a resistere, si portò le mani al volto trattenendo a stento le lacrime,. Non poteva, non di nuovo.

Santana le prese immediatamente la mano tra le sue, ma Quinn si spostò, quasi scottata da quella presa, agitandosi sulla sedia. Si portò poi una mano al volto, asciugandosi le lacrime.

“Mi dispiace…”

Disse tra i singhiozzi, mentre Santana si alzava dalla sua sedia per raggiungerla.

“Non dire così, non riesco a vederti in questo modo”

Santana era in ginocchio al lato di Quinn, che girandosi si trovò con il viso a pochi centimetri da quello dell’altra. Continuava ad accarezzarle le mani, quando lentamente prese coraggio e le si avvicinò, annullando le distanze tra di loro, baciandola.

Le lacrime ora segnavano anche le guance di Santana, che separandosi dalle sue labbra, indugiò un attimo, prima di vedere Quinn portarsi una mano alle bocca, e decidendo di abbracciarla.

Voleva dirle tante cose, ma la bionda fu più veloce di lei.

“Non…non mi sono mai sentita così con nessun’altra persona vicino.”

Si abbracciarono ancora più strette, per poi separarsi. Santana si lasciò andare ad una piccola risata.

“E’ meraviglioso e fa paura, ma tu mi rendi veramente felice”

Le due si scambiarono dei sorrisi, incapaci di credere a quello che stava succedendo.

Quinn allungò poi una sua mano per prendere il braccio di Santana, e cominciò a passare i pollici distrattamente sul suo polso, accarezzandosi poi a vicenda, intrecciando le loro mani, scambiandosi piccoli gesti.

Quando Quinn ricadde con la testa sul cuscino, con Santana a sfiorarle delicatamente la pelle nuda, chiuse gli occhi e tentò di contare fino a dieci, cercando di pensare a cos’era appena successo nella sua vita.

Aveva fatto l’amore con una studentessa.

No, non con una studentessa. Aveva fatto l’amore con Santana.

Con la stessa ragazza che qualche giorno prima le aveva chiesto innocentemente di accompagnarla ad una mostra. La stessa ragazza che pendeva dalle sue labbra quando iniziava a raccontare della storia di questo o di quel quadro.

La stessa che disegnava con la punta della lingua il contorno della sua bocca.

Quinn strinse le mani tra le lenzuola, evitando di gemere apertamente, e beandosi della risata di Santana.

“Che c’è? Sei tesa?”

Agitò la testa, gli occhi ancora scuri e le pupille dilatate.

“Santana, dovremmo uscire da questo letto prima o poi..”

E quella rispose scuotendo la testa e baciandola, leggera.

“Perché? Io sto bene qui..”

Le sue mani trovarono la spalla scoperta di Quinn, facendole inarcare la schiena.

“San..”

“Carino come nomignolo”

Quinn scoppiò a ridere, mordendosi le labbra e voltandosi a guardarla. I capelli scompigliati, gli occhi scuri e un sorriso delizioso a incorniciarle il viso.

“Mi farai passare un sacco di guai, vero?”

Santana scrollò le spalle, nascondendo il volto nell’incavo del suo collo.

“Sono sicura che ne vali la pena” continuò la bionda.

E la risata gutturale di Santana fu l’unica risposta che ricevette.

***

Se Quinn Fabray avesse dovuto descrivere la sua vita dopo Santana Lopez, l’avrebbe definita “perfetta”.

E no, non perché fosse davvero perfetta.
Litigare con Santana si era rivelato fin troppo facile. Adorava stuzzicare Quinn e farle perdere la pazienza, solo per poi accoccolarsi su di lei, e farsi perdonare a suon di baci a fior di labbra.

Ma quando Quinn la sentiva vicino, al suo risveglio, non aveva paura di aprire gli occhi e affrontare il mondo.
E quando nella classe si erano insinuate le voci sulla loro presunta relazione, non aveva esitato a raccogliere le sue cose e uscire da quella stanza, a testa alta.

Ma quando fuori Santana l’aveva raggiunta, intrecciando le dita con le sue, Quinn aveva capito che non le importava di perdere il lavoro. Di essere giudicata. Di sentirsi le occhiate della gente addosso.

Aveva Santana.

Ed era tutto quello di cui aveva bisogno.



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well well well spero vi sia piaciuta questa coserrima, e la mia importante collaboratrice è Shellyng quindi se dovete insultarmi, fatelo anche con lei! 
grazie per aver letto, se avete letto lol :3

p.s. nel caso non abbiate visto il terzo episodio di True Love, vi consiglio di farlo! è per colpa della mia collaboratrice che mi ha fatto vedere il video che questo è nato!!

  
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