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Autore: tomlinsonvoice    28/08/2012    0 recensioni
Erano inseparabili. Parlavano su facebook, si sentivano al telefono, messaggiavano. Non riuscivano a stare staccati per tanto tempo, almeno non riuscivano se non sentendo una mancanza terribile l’uno dell’altra. E tutto questo, non essendosi mai visti.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Sophie chiuse in fretta il computer, sentendo dei passi in corridoio, fuori dalla sua stanza.
Era rimasta sveglia un’altra volta fino a tardi. Guardò l’orologio: le tre e quaranta. Cercando di fare meno rumore possibile, si alzò dalla scrivania e si infilò nel letto.
Abbracciò il cuscino chiudendo gli occhi, e sorrise.
Dopotutto, valeva la pena stare sveglia fino a quell’ora, anche se doveva andare a scuola, solo per… lui.
 

Si, lui. Il ragazzo di cui si era innamorato ma che.. non aveva mai visto. L’aveva conosciuto grazie a un’amica in comune, ma potevano sentirsi solo su internet, perché abitavano in due città diverse.
Sophie aveva 14 anni, ed era di Londra. Si era trasferita là da Parigi da piccolissima, mentre lui, Alex, era di Liverpool.
Erano inseparabili. Parlavano su facebook, si sentivano al telefono, messaggiavano. Non riuscivano a stare staccati per tanto tempo, almeno non riuscivano se non sentendo una mancanza terribile l’uno dell’altra.
A un certo punto, dopo qualche mese di amicizia, Sophie aveva iniziato a sentire qualcosa di più. Non voleva ammetterlo, ma si era innamorata di lui. E ogni volta che lui le diceva qualcosa di carino, che sentiva le sue risate al telefono… lei desiderava solo scappare, prendere un treno e correre da lui, ad abbracciarlo, a baciarlo, a urlargli quanto lo amava. Ma per ora, doveva accontentarsi di sentirlo così, mentre lui le raccontava delle sue mille ragazze.
 
Qualche giorno dopo, Sophie era a scuola, durante la lezione di matematica, risolvendo qualche stupido problema che non capiva sul test di fine mese. Il giorno prima, come al solito, aveva passato la giornata a parlare con Alex, e non aveva studiato. Ma non riusciva neanche a pentirsene. Suonò la campanella che segnava la fine del test, e Sophie si alzò scocciata, scarabocchiando qualche risposta a caso, prima di consegnare il compito, quasi in bianco, alla professoressa.
 
-Dobbiamo parlarti Sophie.-
-Mamma, è importante? Sto parlando con un amico.- protestò Sophie, senza neanche staccare gli occhi dalla chat di facebook con Alex.
-Chiudi quel pc, subito.- le ordinò suo padre, e dopo aver scritto un veloce “sono nei guai, ci sentiamo.” ad Alex, chiuse il pc, che subito il padre le tolse da davanti.
-Allora, che succede?-
-La tua professoressa di matematica ci ha convocati oggi pomeriggio a scuola. È la quinta insufficienza di seguito che prendi, e non vai bene neanche nelle altre materie. Se non recuperi in fretta, ti bocceranno. E non hai scelta. Da oggi, basta amici e basta internet, per i prossimi due mesi tutto quello che dovrai fare sarà studiare.- disse in fretta la madre, poi prese il telefono di Sophie, che sconvolta non riuscì a fare nulla, mentre i genitori uscivano dalla sua stanza.
Chiuse la porta a chiave, facendola sbattere, poi si buttò sul letto piangendo. Non avrebbe potuto far altro che studiare per due mesi, ma soprattutto non avrebbe potuto sentire Alex per due lunghissimi mesi.

 
(18 giugno.)
Finalmente, quel giorno sarebbero usciti i quadri. Avrebbe saputo se era passata o no, se quei due mesi di studio, (studio matto e disperatissimo, come la prendeva in giro la sua migliore amica, Destiny) erano serviti a qualcosa.
Quella notte non era quasi riuscita a dormire, pensando ai risultati dei test, pensando se sarebbe passata, pensando a quanto le mancasse Alex.
 
Si incontrarono davanti a scuola, Sophie e Destiny, e tenendosi per mano entrarono. Sophie prese un respiro profondo, chiudendo gli occhi, poi stringendo la mano dell’amica, li riaprii e cercò il suo nome.
“F…G…H..I..L..M…McExceptive.” Si fermò sul suo nome, e prendendo un altro respiro, guardò la colonna a lato.
“Promossa, 8.” Guardò Destiny, che era passata con nove, e entrambe si lasciarono sfuggire un urlo, più felici che mai. Si abbracciarono, poi dopo un saluto veloce, Sophie corse a casa dai suoi genitori.
 

(26 giugno)
Erano giorni che Sophie piangeva quasi ininterrottamente, senza quasi uscire dalla sua stanza. Era venuta a trovarla Destiny, ma nulla era cambiato. Quando finalmente era riuscita a scrivere ad Alex, e ad ammettere che lo amava, lui le disse che la odiava. Sophie non capiva perché, e Destiny non le diceva nulla, stava lì e la consolava.
-Destiny, sicura di star bene?-
-Si, ovvio, perché?- chiese stranita, alzando un sopracciglio. –Non sono io che piango da giorni.-
-Si ma… di solito mi consoli sempre, hai sempre qualcosa da dire, invece stavolta…- furono interrotte dal cellulare di Destiny, un messaggio.
La ragazza lo lesse in fretta, poi guardò Sophie facendo un gran sorriso.  
-Basta piangere. Usciamo, dai!- incitò l’amica, prendendola per un braccio e trascinandola in bagno. Contagiata dall’entusiasmo dell’amica, Sophie si lavò la faccia e fece il primo sorriso da giorni.
 
Dopo essersi vestita con i suoi shorts e maglietta migliore, sistemata i capelli e truccata leggermente, Sophie finalmente uscì di casa, insieme a Destiny. Anche se c’erano state milioni di volte, l’amica la portò al Big Ben. Si appoggiarono alla ringhiera, guardando il fiume che scorreva tranquillo.
-Sophie, un attimo, mi chiama mamma ma qui non prende, torno subito!- disse Destiny in fretta con un sorriso, poi corse via dopo che Sophie annuì.
Tornò a guardare il fiume, quando sentì un ragazzo abbracciarla da dietro.
Si girò di scatto, spaventata, e si trovò di fronte quegli occhi che da tanto sognava di vedere, quel sorriso che aveva tanto sperato di provocare, quel viso così bello.
Alex.
-Oh mio dio, Alex, sei proprio tu?- urlò sorridendo, saltandogli in braccio e stringendolo forte, baciandolo sulla guancia.
-Si piccola. Soph, sono io, ma così mi soffocherai.- rise e la fece scendere, senza lasciarle le mani.
Sophie non ci poteva credere, il suo sogno, era lì davanti a lei.
-Ti ho detto che ti odiavo perché non ti eri fatta sentire, pensavo ce l’avessi con me ma non rispondevi, poi mi hai detto che mi amavi e non sapevo che fare… Scusami.- disse lui tutto d’un fiato. Lei lo guardò, senza smettere di sorridergli.
-Non fa nulla! Insomma, tu sei qui, sei qui davvero!- disse eccitata. Avrebbe potuto mettersi a saltellare davanti a tutti.
Lui le si avvicinò piano, il viso a pochi centimetri dal suo.
-Si, sono qui. Per dirti che ti amo, e che non so come, ma staremo insieme.- Sophie sorrise ancora, e senza più trattenersi lo baciò, sentendosi più felice che mai.


HELLOOOO.
Mmh, non so mai cosa scrivere alla fine di una ff.
Quuuindi, cazzata di stanotte.
Ogni riferimento a fatti, cose e persone è puramente (non) casuale.
Adios bitches, recensite su. :3
  
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