Countdown.




-Fallo per me, Matt.-




-Il fumo uccide.-
Bisciaca quelle parole a mezza voce, con un sorriso storto e l'ombra d'occhi socchiusi dietro le lenti ambrate. La punta masticata da una fiammella sputa un rivolo acre e torbido, che gli sfiora l'avambraccio in un graffio debole. La sigaretta pende dall'angolo della sua bocca, stancamente.
Osserva il suo riflesso con sguardo serafico, con aria di sufficienza. Il suo sorriso è sempre più sbagliato, offuscato da spire impalpabili.
Nessuno odia il fumo più dei fumatori. Ma l'unico dolore peggiore di quello distaccato ed amaro di fumare è quello soffocante e stentato di smettere.
Non è amore, il suo opposto. Dipendenza.
Non può farne a meno. Ci casca, svelto, consenziente. Semplice.
Vuole quella sofferenza malata e pulsante, vuole sbagliare palesemente e intestardirsi a non imparare.
Vuole vedere il suo sguardo -quello sguardo- sfiorarlo con indecifrabile scherno e malevola malizia.
Non ha mai chiesto vittorie, a quella partita senza pietà nè regole. Non ne ha bisogno, quando può sentire le unghie di Mello lacerargli la schiena.
Obbedisce con l'incauta spavalderia degli stolti. Ma la verità è che nulla di ciò che potrebbe perdere vale ciò che mira ad ottenere.
Perciò non solleva quelle lenti, sicuro della ruggine che si sgretola in occhi troppo deboli per illudersi, già fissi verso una fine prevedibile.
Si limita ad osservarsi, canzonandosi, con la flemma di chi sa fermare il tempo. Il suo sorriso è ormai una ferita.
E il sangue è dolce, quando scorre per lui. E' buono. Adrenalina nelle vene.
Gli occhi di Matt vedono solo per assorbire ogni piega del ghigno di Mello. Quando ha iniziato ad essere così?
Quella pelle umida di buio, quello sguardo acuminato di cristallo, quei capelli di miele e veleno.
Fra le tenebre, il baluginare metallico della catena che porta al collo. A solleticargli il petto, la punta aguzza del suo rosario.
La sua bellezza d'oro ed inchiostro, dipinta di luce e carpita dal buio, è intollerabile.
Un cane che non sa rinunciare al suo collare, un pedone che si pone dinnanzi al suo Re.
-Lo farai, vero Matt?-
-Mmh.-
-Per me. Lo farai per me?-
Inesorabile.
Sorride ancora, Matt. Un desiderio così insano, consumato poi con tanta grottesca rudezza, da apparire inudibile.
Morirà. Per uno sguardo e un ghigno e un po' d'approvazione. Non per amore.
Non è amore, il suo opposto. Dipendenza.
Non può farne a meno. Ci casca, svelto, consenziente. Semplice.
La sigaretta si spegne, in un soffio di cenere nerastra e un guizzo incandescente. La lascia scivolare dalle labbra, distrattamente.
Si chiede, piegando appena la testa di lato con malcelata ironia, in che inferno finirà.
E realizza che, ovunque andrà, il suo demone sarà un'ombra inafferrabile nei suoi sogni peggiori.




-Fallo per me, Matt.-

-... quando?-



































Note dell'Autrice: Volevo scrivere qualcosa su Matt da tempo, in effetti. Ma ci ho messo parecchio a scegliere come trattarlo.
A mio parere, non credo che Mello provasse qualcosa di serio nei suoi confronti. Credo che nella vita del nostro biondo ci fosse un unico premio, un unico traguardo, un'unica ambizione: il resto era mera scenografia. Almeno, ripeto, questa è la mia opinione.
Senza dubbio, l'arrendevolezza inconsueta di un ragazzo che appare molto poco arrendevole non può che destare bisbigli, no?
Grazie di avere letto e, come sempre, le vostre recensioni mi fanno molto piacere. ^-^
Lucy