Tonk. Tonk.
La bellissima spada goffrata si abbatteva sull’albero innocente.
Tonk. Tonk.
Robb sentiva il suo cuore battere ritmicamente. Ma ciò gli procurava ancora più dolore. Lo faceva ricordare.
Tonk. Tonk.
Che un altro cuore, più grande e buono, non batteva più. Il cuore di suo padre. Quello stesso padre che lo prendeva in braccio da bambino e lo guardava orgoglioso quando si allenava con Jon. Quell’uomo che lo consigliava e spronava a rialzarsi sempre.
Tonk.Tonk.
Con urlo animalesco, Robb lanciò con tutte le sue forze la spada spuntata come se questo potesse far andare via il dolore. Si accasciò lentamente a terra. Faceva freddo. Come il suo corpo. Quel corpo forte e caldo che aveva sempre protetto la sua famiglia. Che si era sempre messo in mezzo. Padre. Papà. Non osava dirlo come se potesse rendere tutto reale.
Tonk.Tonk.
Avrebbe voluto che il suo cuore smettesse di battere, per lasciare il posto alla pace.
Tonk.Tonk. Tuff. Sentiva i passi di sua madre andare verso di lui ma rimase in mobile, scosso dai singhiozzi. Alzò lievemente la testa ma fu abbastanza per vedere l’espressione distorta dal dolore di sua madre. Poi sentii qualcosa di diverso dal dolore.
Tonk.Tonk. Come se del fuoco gli arrostisse le vene, ordinandogli di agire. Di vendicare. Rabbia. Furore. Odio. Mi rialzerò, papà. Te lo prometto. Si pentiranno di essere nati. Li ucciderò tutti. Per te. Per la mamma. Per i miei fratelli. Si rialzò tremando di dolore e di rabbia e abbracciò la madre. Ma sentiva un peso sul cuore, lì, vicino al suo giuramento. Sapeva che suo padre gli avrebbe detto di farlo per se stesso o di non farlo affatto.