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Autore: Atlantislux    11/03/2007    5 recensioni
Un'alternativa storia di San Valentino, dedicata alla bella Sir Integra e al suo cucciolo vampirico.
Genere: Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia è nata come un regalo di San Valentino per le mie amiche di LiveJournal. Buon divertimento... fino alla fine ;-)


Bloody Sleeping Beauty



Il rumore dei cristalli infranti ancora rimbomba nella sua testa, e il dolore acuto alla mano può significare solo che la caduta non è stata completamente priva di conseguenze.
Ma, dopotutto, può ritenersi fortunata.
“Qual era quello? Il quinto piano?” biascica.
Integra apre gli occhi e si alza la mano dolorante sopra la faccia. Non è così male dopotutto, solo un lungo taglio lungo il dorso.
Gocce di sangue le cadono sul viso, e lei istintivamente se le lecca via, assaporandone il sapore metallico.
La bocca le si torce in una smorfia.
“Ma come fanno a dire che è dolce?”
Nel tentativo di rimettersi in piedi si solleva lentamente su un gomito, cominciando ad avvertire un dolore sordo alla tempia sinistra. E non ha bisogno di guardarsi allo specchio per sapere che quello che le sta colando lungo il lato del viso è sangue.
‘Probabile trauma cranico, e mi serviranno dei punti di sutura’ diagnostica. ‘Devo proprio vedere un dottore.’
Combattendo con le vertigini ci mette qualche secondo a sollevarsi in ginocchio in mezzo ai detriti.
Poi, torcendo le labbra in una smorfia irritata, si risolve finalmente a guardare il corpo sdraiato accanto a lei.
L’uomo dai capelli neri è esanime, e Integra è ragionevolmente certa che se non avesse ammortizzato lui l’impatto la caduta l’avrebbe uccisa. Ed è anche sicura che la collisione con il tetto del furgone deve avergli spezzato il collo e un buon numero di altre ossa.
La giovane si toglie i capelli dalla faccia con la mano sana.
“Saltare giù da un palazzo con me in braccio. No, credo che tu non abbia mai fatto niente di così stupido da quando ti sei deciso a lavorare per noi. Non che tu abbia mai avuto molta scelta.”
Un pallido sorriso le spunta sulle labbra.
“Se penso che sono già passati cinque anni.”

Un lustro prima Integra Hellsing si era trovata a decidere se dare la vita o la morte ad un vampiro, esattamente come suo padre prima di lei.
Lui era ferito, ma ancora mortalmente pericoloso come ogni bestia messa all'angolo: una pantera incatenata, impaurita ma che ancora cercava di combattere. La creatura non era niente altro che un assassino, ma avrebbe potuto diventare una potente arma nelle mani dell'Hellsing.
Lei lo sapeva bene. Esattamente come suo padre prima di lei.
Quindi, nonostante il parere contrario di Walter e del resto dei Royal Protestant Knights, secondo i quali il vampiro era una lama a doppio taglio che lei non avrebbe mai potuto controllare, Integra aveva ingoiato una considerevole quantità di rabbia in nome del dovere, e aveva offerto al vampiro un'alternativa: essere decapitato e ridotto in cenere o passare dalla loro parte.
La creatura non aveva avuto altra scelta che sottomettersi a lei.

“Alla fine l’ho vinta io la scommessa. Come al solito. Contro tutti voi” Integra mormora, ricordando come era stato difficile domarlo, e le notti insonni, trascorse a combattere contro le minacce del vampiro, i suoi cupi silenzi e le sue sprezzanti risate.
Il capo dell’Hellsing getta al corpo uno sguardo obliquo, mentre il suo sorriso si trasforma in un ghigno sinistro.
“Ho scommesso con il Fato, lo so, anche se ero sicura che la tua risolutezza ad odiare gli umani non fosse nulla comparata alla mia di proteggerli contro quelli della tua specie.”
Si allunga sopra il vampiro, e le sue lunghe ciocche cadono come serpenti dorati sul petto di lui, in drammatico contrasto con il vestito nero dell’uomo.
“E che esperimento di successo sei stato” esala senza nascondere il tono soddisfatto.
Poi alza gli occhi al palazzo.
“Però devi fare più attenzione, oggi avresti potuto uccidermi. Ti sei dimenticato quanto gli umani possono essere fragili, non che te ne sia importato molto anche prima.”
Improvvisamente un dubbio la coglie mentre la sua attenzione ritorna sul vampiro. Le sembra strano che non si sia ancora ripreso.
“Non era così alto, non è vero? E poi ti ho visto guarire da ferite peggiori.”

Ferite.
Non una colonna vertebrale probabilmente spezzata in due o tre punti.

I suoi studi sulla biologia dei vampiri non le vengono in soccorso, e le sfugge il perché dovrebbe rigenerarsi più in fretta un arto troncato di una frattura.
Infastidita scuote leggermente il corpo, ma senza risultato.
Si guarda in giro.
'Le mie truppe umane e vampiriche si stanno sicuramente occupando egregiamente dei ghoul rimasti, ma non è comunque sicuro stare così allo scoperto.'
“Svegliati Bella Addormentata” sibila al non-morto. “Non ti posso certo lasciare qui.”
Soffocando una serie di inutili insulti gli appoggia una mano sul collo. Sotto le dita la pelle dell’uomo è piacevolmente calda, ma lei non sente nessun battito.
Nonostante Integra sappia quello che sono, non c’è nulla che esteriormente li distingua da un normale essere umano; la cosa, per quanto ripugnante, non cessa di affascinarla. Sapere di essere la padrona di esseri così assurdi, a volte, è un pensiero estremamente delizioso.
Ma adesso deve smetterla di filosofeggiare e darsi una mossa. Per cui lo scrolla con un po’ più forza. Senza nessun risultato.
'La situazione sta diventando esasperante.'
Si morde le labbra per trattenere un ulteriore ed inutile improperio e si mette a cavalcioni sopra il vampiro, afferrandogli i lembi aperti della giacca.
“Giuro che se fai finta avrò personalmente cura di staccarti la testa dal collo.”
Non ottiene alcuna risposta, e una spirale di rabbia ed inquietudine le chiude la bocca dello stomaco.
‘Perché sono così certa che si risveglierà? Dopotutto che ne so io di fisiologia vampirica?’
Certo, ha studiato, ma le sembra di scoprire cose nuove su di loro ogni giorno.
‘Lezione numero centodieci. L’impatto con una superficie dura, se la caduta avviene da un palazzo sufficientemente alto, può uccidere un vampiro.’
Scuote la testa all’assurdità del pensiero, quasi sentendo la voce di suo padre che le rammenta quanto esattamente i non-morti siano più resistenti degli esseri umani.
“Ma, padre, per forza tutti i vampiri devono essere uguali?” sussurra tra sé e sé, assalita dall’incertezza.
Frustrata stringe involontariamente i pugni e il brusco movimento le procura una fitta dolorosa.
Si scruta la mano destra, da cui ha ripreso a scorrere il sangue.
L’idea che le balena nella mente è repellente, e probabilmente inutile, ma non può permettersi il lusso di scartarla. Oltretutto, non è la prima volta che fa una cosa del genere e, adesso come allora, prova una curiosa reticenza ad avvicinare la sua mano sanguinante alle labbra del vampiro.
Gocce scarlatte macchiano la pelle dell'uomo, se fosse possibile lei preferirebbe non toccarlo, ma le sembra che il sangue sia troppo denso.
‘Coagula in fretta. Forse non è più buono’ si sorprende a pensare.
“Bene. È la giornata dei pensieri ridicoli” esclama ad alta voce, consapevole che la sua strategia sta miseramente fallendo.
“Questa me la paghi” sibila di nuovo, freddamente irritata, mentre con il più leggero dei movimenti gli accarezza con un dito le labbra.
Si ritrae di scatto, fissando quella ignominiosa striscia amaranto finita nell’ultimo punto sulla Terra dove avrebbe voluto vederla.
Improvvisamente, un sorriso amaro sboccia sulla bocca della giovane.
“Incredibile quanto le cose siano cambiate in cinque anni, non è vero?”
A quei tempi il pensiero di trovarsi in quella stessa situazione l’avrebbe fatta inorridire, adesso le sembra solo fastidioso.
“Mi ha sempre causato un’infinità di problemi, comincio a pensare che Water avesse ragione” dichiara sicura mentre ripete l’operazione, questa volta infilando la punta di un dito tra le labbra semiaperte di lui.
“E magari è solo tutta una finta per mordermi. Quasi vorrei che aprissi gli occhi e mi dicessi che è così. Non che la cosa mi sorprenderebbe, so quanto desideri il mio sangue.”
Come se dotata di volontà propria, la mano le corre al lato del volto del vampiro. Gli accarezza la pelle morbida, tesa sugli zigomi.
Integra non è mai riuscita a sapere da tempo lui si sia risvegliato come vampiro, ma certo non dimostra più di ventiquattro, venticinque anni, ora e per sempre.
‘Chissà se anche io arriverò a rimpiangere questa possibilità?’
Le dita di Integra gli sfiorano di nuovo le labbra.
“Eternamente giovane… e stupido.”
Di scatto gli rifila uno schiaffo, con tutta la sua forza. Una cosa che ha desiderato fare da molto tempo.
“Rialzati idiota! Non ho tempo per stare qui a meditare sul tuo corpo morto” urla con tutta la sua forza. E scuote la testa, strofinandosi gli occhi con il dorso della mano, per poi guardare il vampiro quasi sconsolata. Oramai le sembra evidente come lui non stia affatto fingendo.
“Maledizione” impreca la ragazza a labbra socchiuse.
Lo odia in quel momento, e vorrebbe prenderlo e scrollarlo come una bambola. Non si capacita che sia potuta finire in un modo così banale e definitivo. Che lui l’abbia abbandonata dopo tutte le liti, i terribili insulti, le provocazioni e soprattutto le occhiate scambiate tra loro. Prima rabbiose, poi algide ed infine curiose.
Ma adesso deve decidere ad andarsene da sola. Si sente strana, adirata ed insieme svuotata, ed è con inconcepibile lentezza che si prepara ad alzarsi in piedi.
In quel momento, però, sente qualcosa sfiorarle la gamba, un tocco delicato come una piuma. Un brivido la scuote, mentre sorride ferocemente e realizza che, dopotutto, gli anni spesi a domare il vampiro non andranno persi.
Integra lo osserva leccarsi le labbra e girare verso di lei gli occhi assonnati. È intontito, disorientato.
‘È inconcepibile quanto i film siano lontani dalla realtà. Qui quando i vampiri tornano alla vita non scattano in piedi e non strabuzzano gli occhi. Anzi, sembra si stia solo risvegliando da una lunga notte di sonno.’
La giovane non oppone resistenza quando il vampiro afferra debolmente la sua mano portandosela alle labbra.
Sobbalza solo quando sente la lingua dell’uomo appoggiarsi sulla ferita, ma si trattiene dall’emettere suono. Deve essere forte davanti a lui. Affascinata lo guarda leccare meticolosamente il taglio, poi il sangue che le è colato lungo le dita e il palmo.
“È pulito lì” Integra sussurra, notando come la bocca del vampiro sia illecitamente scese lungo il suo polso.
Lo fissa negli occhi. Sembra sorpreso anche lui da quello che sta succedendo.
Integra si irrigidisce, per poi ordinare a se stessa di calmarsi, combattuta tra l'urgenza di perdersi in quel tocco e la necessità di tenere a bada le sue paure. La sua decisione è presa nello spazio di un respiro, come naturale conclusione a tutto quello che negli anni è cresciuto tra loro.
“Non mordermi” si sente raccomandare, con una voce sorprendentemente calma. Anche se dentro si sente esplodere un uragano di conflittuali emozioni.
Il vampiro, dal canto suo, sbatte le palpebre, fissandola come se non la vedesse davvero.
Le lascia la mano e si solleva lentamente.
Integra chiude gli occhi, mimando una tranquillità che è solo apparente, ma decisa ad andare fino in fondo.
‘Mi potresti spezzare il collo una mano se solo tu volessi.’
L’abbraccio del vampiro è quasi protettivo. Le sue mani affondano nel capelli della giovane mentre le labbra affamate si posano sulla sua tempia ferita..
Anche stavolta lui ha cura di pulire ogni traccia di sangue, poi la sua lingua le sfiora il lobo dell'orecchio, scendendo lungo il collo.
É sicura che non ci sia sangue lì, ma lo lascia fare, affondandogli una mano nei capelli e passandogli l’altra attorno al collo.
Finalmente sente la bocca del vampiro posarsi sulla sua e prendergliela in un bacio prima esitante, e poi via via più profondo.
Integra lo stinge a sé, intenzionata a godersi il momento.
Sospettava che il vampiro fosse particolarmente dotato per certe attività ma, fino a quel momento, non aveva mai avuto l'occasione di provare di propria mano l'esperienza.
È solo quando sente le mani di lui scivolarle sotto la camicia che, di malavoglia, si strappa da quel contatto che la sta facendo impazzire.
Lo guarda negli occhi, che adesso sembrano febbricitanti. Non possono nascondere una considerevole dose di delusione, e lei è certa che i suoi mostrino esattamente lo stesso.
'Lo so, è difficile. Ma questo non è né il luogo né il momento.'
Smarrita, per un attimo lo vorrebbe quasi rassicurare. Ma immediatamente si ricorda di non essere una donna normale. Lei è un Cavaliere della Regina, dopotutto, e lui è il suo servo.
Per questo indurisce il suo sguardo e si rizza in piedi.
“Come fate a dire che è dolce?”Integra gli domanda, altezzosa, con la voce che ha quasi ritrovato la sua solita compostezza.
Come aveva previsto, il vampiro sogghigna, scuotendo noncurante la testa. “Perché lo è davvero, e il tuo particolarmente.” Il vampiro si lecca le labbra, indugiando a fissarla, come se la stesse spogliando. “Proprio così. Puro sangue di vergine.”
Malgrado tutto Integra non può fare a meno di arrossire, e distoglie lo sguardo mentre lui si rialza a sua volta.
“Andiamo adesso” ordina secca.
Il vampiro le lancia un'occhiata quasi ammirata, mentre un ghigno ironico si spande sul suo viso. “Se lo dici tu, mia Signora. Ma è un gran peccato. Perché sei veramente eccitante, troppo per fare la parte della vergine di ferro.”
Soffocando un urlo Integra si volta verso di lui. “E tu non hai ancora capito quando stare zitto invece di dire stupidaggini. E quando invece aspettare... Yan Valentine.”
Lo sguardo sorpreso nei curiosi occhi topazio del vampiro è più di quello che può sopportare in quel momento, e la fa scoppiare a ridere, divertita nonostante la battuta salace dell’uomo. Non è la prima che gli sente proferire, ed è più che certa che non sarà nemmeno l’ultima.
'I miei amati cuccioli vampiri’ riflette soddisfatta. ‘Siete tutti così prevedibili alla fine...'

  
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