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Autore: _StayStrong    28/08/2012    3 recensioni
Emma e Tom sono sempre stati amici; fino alla fine del quarto capitolo della saga di Harry Potter; Emma e Tom sono sempre stati molto legati, almeno di finché lei non ha compiuto i sedici anni; Emma e Tom si sono amati, non è durato.
Durerà questa volta?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Watson, Tom Felton
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Emma non era assolutamente una gran chiacchierona, la maggior parte delle volte preferiva starsene in disparte a leggere un buon libro mentre tutto il mondo andava avanti per la propria strada; Emma non era neppure una di quelle persone che amava partecipare troppo,preferiva osservare e uscire con gli stessi amici di sempre e soprattutto con la sua migliore amica che riusciva a seguirla ovunque, quasi come faceva la sua agente, la stessa da dodici anni ormai. Sentì il rumore di freni e alzò la testa curiosa dall’ultimo libro che aveva colto la sua attenzione, leggeva ormai da così tanto tempo che fu costretta a strofinarsi gli occhi.

Era una macchina che conosceva bene che si era fermata davanti alla panchina del parco in cui si era rintanata sperando di passare inosservata. Dalla macchina scene una ragazza bionda con le gambe lunghe e vestita con una tuta da ginnastica.

Sophie.

Non si preoccupò di alzarsi, si sarebbe seduta lei; l’aveva sentita appena quella mattina ed erano rimaste d’accordo che si sarebbero viste solo nella sera dato che era la penultima sera di Emma a Londra prima di andare a New York, nella casa che aveva appena comprato per fare delle interviste e per firmare il contratto de La Bella e La Bestia prima che potessero incominciare a girare da lì ad un mese. Suo compagno d’avventura, ancora una volta Logan, con il quale aveva già girato Perks e Noah.

La bionda si lasciò cadere sulla panchina, moriva dalla voglia di dirle qualcosa, Emma poteva leggerglielo nell’espressione da cagnolino impazzito che aveva stampato il volta.

“Ho una notizia bomba” esordì la ragazza incominciando a gesticolare come un’ossessa, Emma alzò il naso dal libro, era incredibile quanto potesse assomigliare ad Hermione in certi momenti, averla interpretata per dieci anni l’aveva fatta entrare dentro di lei molto più del dovuto, forse era un bene.

“BOOM” disse imitando la bomba che scoppia, Sophie si mise a ridere ed Emma chiuse il libro con un tonfo per poi metterlo nella borsa.

“Allora la sai già?” chiese incominciando a battere le mani e saltellando sul fondoschiena mentre teneva ancora le gambe incrociate, ancora non capiva il perché di un umore così scoppiettante, doveva essere successo qualcosa di veramente grosso per farla scatenare in quel modo mentre lei, dal canto suo, si era svegliata di cattivo umore.

“No, sono qui da un po’, mi sono data alla lettura quindi se non c’entra con ciò che sto leggendo, no, non lo so, mi dispiace” dissi “Dovrai dirmelo tu” aggiunse, se era possibile la sua migliore amica sembrò ancora più contenta di  quella notizia.

“Tom ha lasciato Jade” annunciò Sophie con un sorriso sulle labbra che la diceva lunga, Emma la guardò ad occhi spalancati cercando qualcosa di sensato da dire, tuttavia non trovava nulla.
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“Potter?” chiese un Tom un po’ allegrotto appena sentì che la chiamata era stata accettata dal malcapitato amico dall’altra parte del mondo.

“Tom, ancora con questo gioco?” chiese Dan, Tom era uno dei suoi più cari amici grazie ai dieci anni passati insieme grazie ad Harry Potter, così come era rimasto legato ad Emma ed a Rupert, con i quali aveva un rapporto particolare e fraterno; non si sentivano tutti i giorni, o tutte le settimane, ma sapevano che c’erano sempre l’uno per l’altra, non importavano i chilometri che ci fossero stati tra loro.

“Scusa Dan, non sono riuscito a trattenermi” rispose l’amico con un singhiozzo, si trovava a Los Angeles, nel suo appartamento in centro, con una bottiglia di birra in mano e un giornale di gossip sotto gli occhi.

“Spero tu sappia che è l’una di notte” disse Dan sbadigliando ed alzandosi per uscire dalla stanza da letto, non voleva svegliare la sua fidanzata, sarebbe stato inutile e si sarebbe innervosita per niente “Ti do il tempo di guardare l’ora e di scusarti” aggiunse ancora chiudendosi la porta alle spalle e scendendo le scale per raggiungere il salotto; la casa di Dan non era poi così grande se comparata a quello di Rupert che aveva investito la cinque anni di stipendi in una villa enorme con un parco che poteva fare invidia a quello più famoso e grande di Londra.

“Ti devo parlare” disse il biondo alzandosi e incominciando a camminare su e già per la lunghezza della cucina, sempre più velocemente, avrebbe potuto creare facilmente un solco. Lei gli avrebbe detto di stare tranquillo, lei l’avrebbe fatto calmare solo con un sorriso ed una battuta stupida, come faceva sempre.

Come era solita fare sempre; non riusciva a ricordarsi l’ultima volta che avevano passato del tempo da soli, uno con la testa appoggiata sulla spalla dell’altro, ad ascoltare i loro respiri.

“Lo avevo immaginato dato che mi hai chiamato” disse Dan chiedendosi come mai Tom – il serio e assennato Tom – fosse brillo alle sette di sera americane; l’unica volta che l’aveva visto ubriaco era stato dopo una furiosa litigata che aveva avuto con una persona, non gli aveva mai detto chi tuttavia aveva i suoi dubbi, erano poche le persone che potevano ridurlo così con una litigata.

“Sono un po’ brillo, stavo per fare tutt’altro numero” ammise Tom prendendosi la testa tra le mani e tornando a sedersi, gli girava troppo la testa per potersi permettersi di stare in piedi.

“Ecco, meno male che hai fatto il mio allora” disse Dan lasciandosi cadere sul suo divano e guardando il soffitto mentre aspettava che l’altro parlasse ancora; sapeva a che numero si stesse riferendo, ma aveva promesso a se stesso, anni fa, che non gli avrebbe mai fatto capire che lui sapeva ciò che era successo anni prima.

Nessuno doveva saperlo.

“Hai fatto un giro per siti internet oggi?” chiese allora Tom mentre sollevava lo schermo del suo notebook e premendo un tasto a caso per riattivarlo, non appena la luce si accese dovette chiudere un attimo gli occhi. Doveva smettere di bere birra così presto, non la reggeva per niente.

“E quando mai” rispose Dan accompagnando la risposta con una risata “Che dicono, che ci siamo fidanzati tradendo e lasciando le nostre rispettive fidanzate storiche?” chiese; in dieci anni ne avevano inventate di cotte e di crude su di loro, molti giornalisti si facevano prendere in contro piede dalle Fan Fiction o dai fotomontaggi che li vedevano insieme come coppia e creavano delle storie assurde.

Erano tutti e due etero ed avevano una le proprie fidanzate ed ex che potevano confermarlo senza alcun problema.

“Ci sei quasi” rispose Tom dall’altra parte mentre googlava il suo nome sulla barra di ricerca, tutti i risultati della prima pagina mettevano in bella vista la notizia.

“Hai tradito Jade?” chiese; Tom rise, sapeva che sarebbe arrivato a quella conclusione data la risposta che aveva dato.

“Sai benissimo che non lo farei mai” disse; non l’avrebbe mai potuta tradire, avrebbe tradito anche se stesso, aveva rinunciato a così tante cose, a così tante persone per amore di Jade. Tradirla, voltarle le spalle, avrebbe voluto dire ammettere di aver sbagliato e non poteva assolutamente farlo, in più amava veramente Jade.

“L’hai lasciata?” chiese Dan mettendosi improvvisamente a sedere alla risposta di Tom, come se qualcuna gli avesse dato la scossa, dopo tutto quel tempo passato a lottare contro di lei, dopo tutte la lacrime che le aveva visto versare quando la ignorava agli eventi pubblici o quando la costringevano a partecipare a qualche iniziativa insieme, ora lui piantava Jade.

Se lo avesse avuto lì lo avrebbe ucciso.

“Bingo” rispose Tom appoggiando la testa sul palmo della mano destra “Ci sei ancora?” chiese dopo una manciata di minuti dove nessuno stava parlando. Dan era il suo migliore amico, poteva parlare con lui di qualunque cosa, poteva chiamarlo a qualunque ora, poteva farsi vedere piangere: non gli avrebbe mai negato un consiglio amico.

“Si, solo che hai fatto così tanti casini per portare avanti il rapporto che mi sembra strano che tu l’abbia lasciata” ammise Dan grattandosi stancamente la testa; era preoccupato per come lei avrebbe preso la notizia, era cresciuta, si era rifatta una vita, era nel pieno della sua carriera, lei – insieme a Tom – era quella tra di loro che riceveva più proposte lavorative. Solo quell’anno avrebbe girato tre film, uno già in post produzione, e ne sarebbero usciti due.

“I giornali dicono che l’ho lasciata, si” rispose Tom, aveva sentito un po’ di risentimento nella voce di Dan; sei anni prima – all’inizio della sua storia con Jade – avevano fatto un tacito accordo e il suo migliore amico in quel momento faceva fatica a mantenerlo; non poteva vederlo ma sapeva che si stava mordendo la lingua fino a farla sanguinare per non parlare.

Lui non era l’amico a cui teneva di più, c’era sempre lei  prima di lui, perché era quella più fragile, era quella che doveva essere protetta dal mostro cattivo quando lei aveva degli artigli che potevano squartare la carne viva.

“Ah, quindi non è vero?” chiese Dan, ci sperava; sperava più di tutto che lei non avesse letto qualche gossip su internet, non era quel tipo di persona ma poteva sempre venirlo a sapere da qualcuno. Non sapeva come avrebbe potuto prenderla, se lo chiedeva in continuazione.

Dopotutto quello che era successo tra di loro avevano ricucito un rapporto, ma le cuciture erano larghe e piene di buchi, a volte ci si poteva far passare una mano nel mezzo.

“No, non proprio” rispose Tom; era inevitabile per lui non pensare a lei e non solo perché sapeva che ci stava pensando anche l’amico, perché era sempre stata nei suoi pensieri per tutto il tempo, per tutti quegli anni.

Era come una droga.

“Tom, ribadisco, è l’una di notte e tu sei troppo petulante” disse, era così difficile per lui arrivare al punto senza girarci troppo introno?

“Mi ha lasciato lei e a me va bene così”
 

  
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