Buonasera!
Ammetto di essere stata assente da EFP per un casino di tempo, e non so
proprio come giustificarmi. Non ho recensito, non ho pubblicato... non
ho neanche letto quasi!
Vabbeh, bando alle ciance e parliamo di cose serie: questa fanfiction
è basata su "Miyama-Uguisu
Tei Jiken", in italiano "L'incidente alla dimora
Miyama-Uguisu", una one shot di Kazue Kato contenuta nella raccolta Time Killers che
potete leggere qui (se non
l'avete letto fatelo per favore, sono solo 45 pagine! Ed è
una storia autoconclusiva!).
La fanfiction è ambientata letteralmente in mezzo alla
storia, come si nota dalle poche frasi che dicono i personaggi (tutte
tratte dalla pagina 12), e tratta principalmente il punto di vista di
Monaka, che è spaventata dalla situazione che si
è venuta a creare e incuriosita dal ragazzo misterioso che
le ricorda tanto qualcuno.
E' scritta in seconda persona onniscente e alcune ripetizioni (due
metafore che vengono usate due volte, ad esempio, o la ripetizione del
nome della ragazza) sono scelte stilistiche.
Detto questo, buona lettura!
PS: sono 666 parole.
Il 666 è il numero di Satana. E... avete
notato che nel link la storia viene presentata come "capitolo 0" di Ao No
Exorcist?
Red as blood, dark as Night.
Piccola
Monaka… è tutto assurdo per te, vero?
Ti sembra impossibile che nella casa dove sei cresciuta vi sia un
demone, eppure non riesci a non fidarti delle parole del ragazzo
misterioso che ha appena finito di recitare benedizioni a te ignote e
ti ha ordinato di metterti a letto e dormire, promettendo di vegliare
sul tuo sonno affinché nessuna creatura malvagia lo disturbi.
Ora lui è seduto a terra accanto al tuo futon, rannicchiato
con la testa appoggiata sulla custodia rossa che si porta dietro e che
probabilmente contiene una katana infoderata.
“Il fatto che mi guardi è abbastanza
ovvio, ha il compito di sorvegliarmi”, pensi.
Eppure in quello sguardo tu vedi altro, sembra quasi affettuoso.
Impossibile, come potrebbe essersi affezionato a una
sconosciuta senza neanche parlarci?
Lo osservi attentamente, e quando incroci i suoi occhi quasi per
sbaglio improvvisamente senti una stretta al cuore. Hai già
visto quegli occhi, ne sei sicura, ma non ricordi proprio dove e quando.
Se solo tu ricordassi, Monaka, avresti già compreso
tutto.
Continui a guardarlo, cercando di memorizzare ogni singolo particolare
di quello strano tipo. Ti piace, è inutile negarlo.
È un ragazzo davvero carino, ma non è questo che
ti ha davvero colpita.
I suoi occhi rossi
come il sangue hanno
qualcosa di demoniaco,
ma trasmettono sicurezza.
Indossa un cappotto scuro
come la notte, però per qualche strano e
incomprensibile motivo tu riesci ad associare il suo volto solo alla
luce.
«Cosa c’è?»
Si è accorto che lo fissavi? O semplicemente era preoccupato
del fatto che tu non riuscissi a dormire nonostante l’olio
medicinale che ti aveva somministrato come calmante?
«Niente…»
Mentire non è il tuo forte, Monaka.
C’è qualcosa e se n’è accorto
pure lui probabilmente, visto che non sembra certo stupido.
È un Esorcista di Prima Classe dell’Ordine della
Croce Blu, non
può essere
stupido.
Improvvisamente però ti viene in mente la tua infanzia,
quando ancora i tuoi genitori erano vivi e tu eri una bambina felice.
Facevi composizioni floreali per gioco e non perché
costretta da uno zio che forse non hai mai amato, che quel sorriso che
ora sembra che non sia mai stato sulle tue sottili labbra
all’epoca lo regalavi a chiunque.
E ti ricordi anche che avevi un gattino, che nonostante fosse un
cucciolo debole e indifeso aveva negli occhi una determinazione che
metteva i brividi.
Quegli occhi rossi
come il sangue che
tu adoravi ammirare.
Ricordi che l’avevi trovato in giardino, che ti aveva
aggredito perché spaventato ma tu non cedesti e alla fine
riuscisti a conquistare il suo affetto e la sua amicizia.
Aveva un pelo liscio e scuro
come la notte, per questa sua caratteristica decidesti di
chiamarlo Yoru.
Ti ci eri affezionata un sacco, era diventato l’amico con cui
condividere gioie e dolori.
Più volte avevi desiderato che fosse un ragazzino umano con
cui poter parlare, da cui poter essere abbracciata.
Probabilmente, se solo fosse stato umano te ne saresti innamorata.
Non te ne accorgi neanche di star guardando proprio
l’ Esorcista mentre formuli questo pensiero.
«Solo che, quando ti guardo, mi viene nostalgia di qualcosa;
anche se non ne conosco il motivo… strano, no?»
Lui ti osserva con aria triste, come se avesse compreso
all’istante tutti i tuoi pensieri.
Improvvisamente vorresti sapere tutto di lui: il suo nome, dove viveva,
con chi stava, perché ha scelto di mettersi al servizio
della Croce Blu.
Senti, nel tuo cuore, che in qualche modo quel bell’Esorcista
è collegato al tuo Yoru, che dieci anni fa ti ha abbandonata
senza alcuna spiegazione logica.
Se solo tu sapessi, piccola Monaka, ciò che accadde
dieci anni fa, capiresti perché l’ha fatto.
Questa volta, è il ragazzo a fissarti in maniera
insistente. “Forse è curioso di sapere cosa sto
pensando in questo momento”, pensi.
O forse sta cercando di imprimerti nella propria memoria,
ma tu questo non puoi saperlo, non ti è concesso. Tu sei un
libro aperto, lui invece è imperscrutabile.
«Ehm… s-se non ti dispiace… per favore,
mi racconteresti una storia?»