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Autore: Son Ken    28/08/2012    0 recensioni
[Miyama-Uguisu Tei Jiken]
[Miyama-Uguisu Tei Jiken -- Yoru/Monaka]
I suoi occhi rossi come il sangue hanno qualcosa di demoniaco, ma trasmettono sicurezza.
Indossa un cappotto
scuro come la notte, però per qualche strano e incomprensibile motivo tu riesci ad associare il suo volto solo alla luce.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera!
Ammetto di essere stata assente da EFP per un casino di tempo, e non so proprio come giustificarmi. Non ho recensito, non ho pubblicato... non ho neanche letto quasi!
Vabbeh, bando alle ciance e parliamo di cose serie: questa fanfiction è basata su "Miyama-Uguisu Tei Jiken", in italiano "L'incidente alla dimora Miyama-Uguisu", una one shot di Kazue Kato contenuta nella raccolta Time Killers che potete leggere qui (se non l'avete letto fatelo per favore, sono solo 45 pagine! Ed è una storia autoconclusiva!).
La fanfiction è ambientata letteralmente in mezzo alla storia, come si nota dalle poche frasi che dicono i personaggi (tutte tratte dalla pagina 12), e tratta principalmente il punto di vista di Monaka, che è spaventata dalla situazione che si è venuta a creare e incuriosita dal ragazzo misterioso che le ricorda tanto qualcuno.
E' scritta in seconda persona onniscente e alcune ripetizioni (due metafore che vengono usate due volte, ad esempio, o la ripetizione del nome della ragazza) sono scelte stilistiche.
Detto questo, buona lettura!

PS: sono 666 parole. Il 666 è il numero di Satana. E... avete notato che nel link la storia viene presentata come "capitolo 0" di Ao No Exorcist?

Miyama-UguisuTei Jiken © Kazue Kato.

Red as blood, dark as Night.

Piccola Monaka… è tutto assurdo per te, vero?
Ti sembra impossibile che nella casa dove sei cresciuta vi sia un demone, eppure non riesci a non fidarti delle parole del ragazzo misterioso che ha appena finito di recitare benedizioni a te ignote e ti ha ordinato di metterti a letto e dormire, promettendo di vegliare sul tuo sonno affinché nessuna creatura malvagia lo disturbi.
Ora lui è seduto a terra accanto al tuo futon, rannicchiato con la testa appoggiata sulla custodia rossa che si porta dietro e che probabilmente contiene una katana infoderata.
“Il fatto che mi guardi è abbastanza ovvio, ha il compito di sorvegliarmi”, pensi. Eppure in quello sguardo tu vedi altro, sembra quasi affettuoso.
Impossibile, come potrebbe essersi affezionato a una sconosciuta senza neanche parlarci?
Lo osservi attentamente, e quando incroci i suoi occhi quasi per sbaglio improvvisamente senti una stretta al cuore. Hai già visto quegli occhi, ne sei sicura, ma non ricordi proprio dove e quando.
Se solo tu ricordassi, Monaka, avresti già compreso tutto.
Continui a guardarlo, cercando di memorizzare ogni singolo particolare di quello strano tipo. Ti piace, è inutile negarlo. 
È un ragazzo davvero carino, ma non è questo che ti ha davvero colpita.
I suoi occhi rossi come il sangue hanno qualcosa di demoniaco, ma trasmettono sicurezza.
Indossa un cappotto scuro come la notte, però per qualche strano e incomprensibile motivo tu riesci ad associare il suo volto solo alla luce.
«Cosa c’è?»
Si è accorto che lo fissavi? O semplicemente era preoccupato del fatto che tu non riuscissi a dormire nonostante l’olio medicinale che ti aveva somministrato come calmante?
«Niente…»
Mentire non è il tuo forte, Monaka. 
C’è qualcosa e se n’è accorto pure lui probabilmente, visto che non sembra certo stupido. 
È un Esorcista di Prima Classe dell’Ordine della Croce Blu, non può essere stupido.
Improvvisamente però ti viene in mente la tua infanzia, quando ancora i tuoi genitori erano vivi e tu eri una bambina felice.
Facevi composizioni floreali per gioco e non perché costretta da uno zio che forse non hai mai amato, che quel sorriso che ora sembra che non sia mai stato sulle tue sottili labbra all’epoca lo regalavi a chiunque.
E ti ricordi anche che avevi un gattino, che nonostante fosse un cucciolo debole e indifeso aveva negli occhi una determinazione che metteva i brividi.
Quegli occhi rossi come il sangue che tu adoravi ammirare.
Ricordi che l’avevi trovato in giardino, che ti aveva aggredito perché spaventato ma tu non cedesti e alla fine riuscisti a conquistare il suo affetto e la sua amicizia.
Aveva un pelo liscio e scuro come la notte, per questa sua caratteristica decidesti di chiamarlo Yoru.
Ti ci eri affezionata un sacco, era diventato l’amico con cui condividere gioie e dolori.
Più volte avevi desiderato che fosse un ragazzino umano con cui poter parlare, da cui poter essere abbracciata.
Probabilmente, se solo fosse stato umano te ne saresti innamorata.
Non te ne accorgi neanche di star guardando proprio l’ Esorcista mentre formuli questo pensiero.
«Solo che, quando ti guardo, mi viene nostalgia di qualcosa; anche se non ne conosco il motivo… strano, no?»
Lui ti osserva con aria triste, come se avesse compreso all’istante tutti i tuoi pensieri.
Improvvisamente vorresti sapere tutto di lui: il suo nome, dove viveva, con chi stava, perché ha scelto di mettersi al servizio della Croce Blu.
Senti, nel tuo cuore, che in qualche modo quel bell’Esorcista è collegato al tuo Yoru, che dieci anni fa ti ha abbandonata senza alcuna spiegazione logica.
Se solo tu sapessi, piccola Monaka, ciò che accadde dieci anni fa, capiresti perché l’ha fatto.
Questa volta, è il ragazzo a fissarti in maniera insistente. “Forse è curioso di sapere cosa sto pensando in questo momento”, pensi.
O forse sta cercando di imprimerti nella propria memoria, ma tu questo non puoi saperlo, non ti è concesso. Tu sei un libro aperto, lui invece è imperscrutabile.
«Ehm… s-se non ti dispiace… per favore, mi racconteresti una storia?»

   
 
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