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Autore: Coccolotti_spray    29/08/2012    1 recensioni
C’era un tempo in cui la gente, quando camminava per la strada, invece di guardarsi continuamente attorno, come succede oggi, aveva l’abitudine di guardare il cielo, poiché esso era un luogo insidioso...
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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I don’t believe in fairy tales



Buongiorno!!

Mi assento un paio di giorni da EFP e trovo tutto rinnovato.... D: 
Sono andata in crisi! *momento di depressione* 
Mi ero abituata alle vecchie impostazioni e ora puf! Mi ritrovo il mondo semplificato xD

Coooomunque...premetto che questa storia inizialmente in teoria doveva essere una NaLu,
ma in pratica è diventata una semplice FF in cui ci sono Natsu e Lucy çwç
Bah...spero vi piaccia ugualmente! 

BUONA LETTURA! 

 


C’era un tempo in cui la gente, quando camminava per la strada, invece di guardarsi continuamente attorno, come succede oggi, aveva l’abitudine di guardare il cielo, poiché esso era un luogo insidioso.
Una stella nasce, vive e muore, esattamente come succede a una vita umana, ma da quando Kamui, potente mago, aveva saputo che dalla polvere di quei corpi celesti, si poteva ricavare un siero che allungava la vita, cercava di abbatterli prima che la lancetta avesse completato un giro, facendoli schiantare al suolo con estrema violenza; essi non si danneggiavano, ma avrebbero potuto cancellare una vita umana con estrema facilità.
 
Incaricati dalla Luna stessa, le stelle erano protette da maghi stellari, tramutati in spiriti guardiani, la cui unica priorità era vigilare su di esse.
 
Un giorno un piccolo corpo celeste, colpito dalla magia di uno dei seguaci di Kamui, precipitò sulla terra, colpendo un drago adulto, che non fu in grado di evitarla.
Uno dei guardiani allora la raggiunse velocemente e, prima che potessero impossessarsene, grazie alla sua chiave dorata le indicò la via del cielo, facendola tornare a casa, al luogo a cui apparteneva; dopodiché guardò l’animale ferito con grandi occhi marroni colmi di compassione, cercò si avvicinarsi, ma la creatura sospirò, spaventandola e facendola indietreggiare, lei si aggrappò alla sua chiave, in cerca di sicurezza, che prese la forma di una spada e la strinse con entrambe le mani tremanti, anche se non voleva usarla.
«Vuoi pulirmi i denti con quella? » lei la strinse con maggiore stabilità, ma non c’era decisione nei suoi occhi.
«Vorrei solo aiutarti…» sussurrò lo spirito e con un ceruleo batter d’ali si avvicinò all’animale ancora un po’ incerta «…non meriti la morte…e loro ti uccideranno se ti troveranno…quindi lascia che ti aiuti…» l’animale rise amaramente.
«Non posso muovermi…» lo spirito gli carezzò il muso.
«Ti leviterò fino a quella grotta laggiù con la mia magia…dopodiché con le erbe che crescono in quel fiumiciattolo, ti curerò… dall’alto ho visto tanti uomini utilizzarle e hanno sempre funzionato…» il drago le sorrise e chiuse gli occhi, come per accettare la proposta della ragazza, ma prima che potesse riuscire a fare la sua magia furono attaccati da due seguaci di Kamui.
«Al posto di una stella troviamo un drago e una guardiana… Kamui ne sarà contento! » esclamò uno dei due.
«Di lei  farà la sua sposa, mentre di quella creatura ne farà il suo docile destriero…» ribatté l’altro.
«Io non credo! » esclamò lo spirito estraendo la spada, ma questa volta senza esitazione, battendosi per quell’animale appena incontrato.

Perché rischia la sua vita per me? Mi ha appena incontrato… il suo cuore è così grande che supera la mia comprensione…
 
«Attento! » esclamò lei disperatamente rivolta al drago, correndo nella sua direzione, ma lo scagnozzo con le frecce la colpì a una delle due ali, impedendole di raggiungerlo.
«No! » esclamò mentre l’altro stava per ferire nuovamente l’animale che, con un sorriso beffardo, sputò fuoco, facendolo arretrare.
La ragazza allora alzò il capo e prontamente lo raggiunse, fece la sua magia e in un secondo scomparvero, lasciandosi alle spalle un muro di fiamme.
 
 
La caverna che raggiunsero era buia, così la creatura ferita accese un piccolo fuoco, che fece brillare gli aurei capelli di quel piccolo guardiano.
«Ti ringrazio…se non avessi gridato, mi avrebbe ferito di nuovo…» lei gli sorrise e andò verso l’uscita della caverna.
«Vado a prendere le erbe di cui ti ho parlato, tornerò presto…» il drago annuì e le gridò:
«Qual è il tuo nome, strana creatura? »
«Lucy! » esclamò lei «E il tuo? »
«Igneel» lei lo raggiunse e nuovamente con un gesto affettuoso gli sfiorò il muso.
«Piacere di conoscerti Igneel…» dopodiché lo lasciò solo.
 
Il piccolo fiume non distava molto, ma di erbe non erano rimaste molte, così Lucy fu costretta ad allungare la strada del ritorno per cercarne delle altre, ma, mentre volava col vento accanto a sé, vide fra gli alberi una piccola orchidea, che la chiamò con il più seducente dei canti.
Si avvicinò e l’ammirò come un quadro magnifico e desiderò mostrarla anche al drago ferito, così da alleviare il suo dolore anche con quel piccolo regalo, ma quando lo sfiorò una rete le cadde addosso e delle mani l’afferrarono per immobilizzarla.
«Natsu-nii! Corri!!! Corri!!! L’ho trovata! Ora inizierai a crederci! » un ragazzino la stava immobilizzando con una forza che pareva non appartenergli; ben presto fu raggiunto da un giovane avvolto in un mantello scuro e con inconsueti capelli rosa, che s’innalzavano disordinati verso il cielo «Una fata! Una fata! » Lucy lo guardò quasi offesa.
«Non sono una fata! » ma lui l’ignorò.
«Non posso crederci! » esclamò il ragazzo dai capelli rosa avvicinandosi al viso di Lucy «Hai le ali…devi essere una fata per forza! » la ragazza rise.
«Chi ti dice che non sia una farfalla allora? » lui la guardò accigliato.
«Natsu-nii è una fata! Non farti confondere! »
«Mh…non sono molto convinto Romeo! » Lucy scosse il capo e spazientita colpì il bambino che la stava stringendo.
«Non sono una fata! » ripeté mentre Natsu l’afferrò per un polso, impedendole di fuggire.
«Allora cosa sei? » i loro occhi si intrecciarono, immergendosi l’uno nell’altra, tanto che avrebbero potuto udire gli echi dei loro cuori.
«Sono uno Spirito Guardiano…il mio compito è di proteggere le stelle…lasciatemi andare…devo correre da un amico per poi tornare ad adempiere i miei doveri…» Romeo afferrò un lembo del mantello del giovane dai capelli rosa.
«La terremo con noi, non è così? » Natsu annuì senza distogliere lo sguardo dalla ragazza, che cercò di liberarsi disperatamente.
«Vi prego…» supplicò quando le legarono saldamente delle catene ai polsi.
«Non possiamo…quando tutti ti vedranno, torneranno a credere nella magia…di cui si narra nelle fiabe…» Lucy abbassò il capo.
«Per credere nella magia non è necessario vedere una strana creatura…se non la si sente nel proprio cuore tutto è inutile…» Romeo scosse il capo e si allontanò, mentre Natsu la stava guardando ancora incuriosito.
«Andiamo a dormire Natsu-nii…legala qua vicino affinché non scappi…domani mattina ci rimetteremo in marcia…» il ragazzo annuì, dopodiché seguì quel bambino.
 
Lucy non appena si furono addormentati, cercò di liberarsi di quelle catene, ma, non potendo raggiungere la sua chiave, non ci riuscì e, con i suoi movimenti bruschi, svegliò Natsu, che si avvicinò.
Lucy lo vide accostarsi a lei con fin troppo decisione, tanto che fu anche travolta dalla paura, temendo che le potesse fare del male, ma lui semplicemente la liberò.
«Ti prego, allontanati prima che si svegli! » le chiese Natsu, quasi come se la stesse supplicando «Non voglio deluderlo…mi dispiace averti costretto ad indossare delle catene…» Lucy lo guardò confusa, ancora sorpresa da quel gesto inaspettato.
 
Non vuole deludere i sogni di un bambino…
 
«Ti ringrazio…» dopodiché si guardò intorno per riprendere le sue erbe, ma quando Romeo l’aveva catturata le erano scivolate dalle mani, confondendosi fra le foglie dei cespugli «Non è possibile! » esclamò ispezionandosi ansiosamente intorno.
«Cosa ti succede? » sussurrò per non farsi sentire dal suo compagno.
«Avevo preso delle erbe per curare le ferite di un amico…» Natsu sorrise.
«Ma se sono delle erbe che cerchi basta che vai nella piccola radura più avanti» la fatina ricambiò il sorriso e si incamminò nel luogo indicato dal ragazzo.
 
Per arrivarci fu costretta a camminare, poiché la sua ala stava peggiorando, procedette lentamente, senza volerlo, con passi aggraziati come un felino, che non permisero ai seguaci di Kamui, che si trovavano nel luogo che Natsu le aveva indicato, di sentirla.

Voleva consegnarmi a loro?!!?” ma prima che potesse fare un ulteriore passo si sentì tirare dalla parte opposta, si voltò e vide Natsu.
 
«Scusami non rammentavo che laggiù c’erano loro…non volevo…» Lucy ridacchiò mentre il ragazzo stava ancora cercando di scusarsi, poiché sembrava così buffo e impacciato «…prima di venire mi sono ricordato di avere un po’ di
questa! » esclamò con un grande sorriso «…Prendi! Potrai curare la tua ala! » lei sembrò perplessa.
«Cos’è? » lui aprì la strana scatolina e sentì provenire un forte odore che la fece indietreggiare.
«L’ha fatto il padre di Romeo, cura una grande quantità di ferite…» Natsu cercò di applicargli quell’unguento, ma Lucy lo bloccò.
«No…non sprecarlo…io sto bene, ma ho un amico che ha ferite peggiori delle mie…» il ragazzo scosse il capo.
«C’è n’è molto…non preoccuparti, ne userò pochissimo, così sarai in grado di usare di nuovo…le tue…» Natsu le indicò le ali.
«Ali? » lui annuì ancora un po’ scosso da quella visione che superava la ragione e la sua comprensione.
«Perché vuoi vedere una fata? » domandò Lucy mentre lui si accingeva a curarle la sua ferita.
«Lo faccio per Romeo, perché lui crede fermamente nell’esistenza della magia…mentre io ho smesso di credere nelle fiabe…principesse…cavalieri…fate…maghi…draghi…nella vita reale tutto questo non esiste…sono solo stupidi racconti che ti chiudono dentro un’illusione…» lei gli si avvicinò con uno sguardo serio e gli coprì gli occhi con le mani, cogliendolo impreparato.
«I tuoi occhi sono ciechi…che li usi a fare se non credi neanche a ciò che respira e parla dinnanzi ai tuoi occhi?... » lei gli permise di vedere «…E’ difficile accettare qualcosa che non fa parte del tuo mondo…abituarsi a nuove regole…nuovi volti…ma nel buio puoi trovare diversi modi per scoprire una via d’uscita… diverse strade portano nello stesso luogo…come diverse creature vivono in uno stesso mondo… se non credi a me, seguimi!…Non per accontentare quel bambino… ma per non chiuderti in convinzioni sbagliate…perché lo desideri..
Le fiabe, è vero, sono spesso racconti inventati, ma per ideare talvolta si necessita di un fondo di verità…qualcosa da cui prendere ispirazione…ad esempio…ancora oggi esistono le principesse…forse mi sbaglio? » Natsu scosse il capo, non sapeva cosa dire, ascoltava attonito quelle parole che avevano un suono magico, erano in grado di affascinarlo, in grado di mostrargli qualcosa che probabilmente aveva cercato di ignorare: la realtà.
Le creature descritte nei libri erano reali, ne aveva una prova tangente di fronte a sé, eppure non riusciva a convincersi, si sarebbe svegliato, lo sapeva, un raggio di sole avrebbe cancellato quel sogno.
«Dove mi porterai, se dovessi seguirti?»
«A conoscere qualcuno più strano di me»
 
Natsu quasi automaticamente seguì la ragazza che, nuovamente capace di usare le ali, iniziò a muoversi leggiadramente nell’aria, come una farfalla cerulea, che, al mattino, sarebbe sembrata un frammento di cielo.
 
Lucy lo condusse alla bocca di una grotta scura, nella quale brillava una piccola luce.
«Il mio amico è là dentro…i tuoi occhi non sono ancora pronti…quindi raccogli tutto il coraggio che possiedi e seguimi, perché, te lo dico per esperienza, a prima vista non sembra avere un aspetto amichevole, mentre invece, sotto tutte quelle squame, nasconde un grande cuore…che però non riesce a portare in superficie con il suo aspetto…» la ragazza entrò nella caverna e Natsu entusiasta, ma allo stesso tempo un po’ intimorito, entrò a passi che cercavano di apparire sicuri, ma che, con un soffio di vento sarebbero vacillati.
 
Alla luce di un piccolo fuoco Natsu vide un enorme drago raggomitolato, teneva gli occhi chiusi e aveva l’aria di essere molto stanco; il ragazzo sentì il cuore travolto da un’improvvisa emozione, che chiamò: “meraviglia”.
 
E’ impossibile!” pensò spalancando la bocca, ma Lucy gli carezzò una spalla.
«Lui cammina sulla tua stessa terra e parla la tua stessa lingua…eppure tutti pensano che sia una leggenda…» in quel momento il drago si svegliò, probabilmente a causa della squillante voce della ragazza.
«Lui chi è? » domandò quasi ringhiando l’animale.
«L’ho incontrato mentre tornavo qui…mi ha dato un unguento per curarti…» Lucy si avvicinò affettuosamente all’animale e Natsu temette per la sua vita, sembrava così piccola, così indifesa, eppure era tenace e con quel suo sorriso placava la rabbia dell’animale infastidito dalla presenza del ragazzo.
«Natsu…lui è Igneel ed io sono Lucy…» annunciò la ragazza mentre apriva la scatola donatale da lui; il drago allora avvicinò il muso al petto del ragazzo, che non si mosse, sarebbe dovuto essere impaurito, ma non l’era…il suo cuore batteva forte, come se i suoi occhi avessero cominciato a vedere improvvisamente.
«Nel tuo cuore sento ardere fiammi vive…perché non le liberi, si sentono in prigione…soffrono…tieni nascosta una magia potente…» Natsu si toccò il petto.
«Fiamme? Io…io non so come farle uscire…» il drago ridacchiò
«Ti aiuterò io…se me lo permetterai… » ma il ragazzo sembrò dubbioso.
«Sono state strappate troppe vite con l’uso di quest’ambita magia…ti ringrazio, essere l’allievo di un drago mi farebbe molto piacere…ma non voglio che un’arma così pericolosa entri nella mia vita…» il drago annuì.
«Questa è la tua decisione…» Lucy non s’intromise, ma rimase in silenzio, poiché il ragazzo doveva essere libero di accogliere di sua spontanea volontà quel mondo che aveva sempre ignorato e rifiutato di accettare.
«Ecco…ho finito…come ti senti Igneel? » il drago fece un attimo di silenzio poi rispose:
«Il dolore sta svanendo…» Lucy annuì soddisfatta.
«E la ferita sta lentamente svanendo…»
«Grazie Natsu! » esclamò il drago con voce altisonante, che rimbombò nella grotta e il ragazzo si limitò a sorridere, grattandosi il capo.
«Ora è meglio che vada…Romeo potrebbe svegliarsi…sono contento di averti aiutato Igneel…arrivederci Lucy» la ragazza lo raggiunse.
«Ti accompagno»
 
Uscirono insieme dalla grotta e, camminando a fianco a fianco, si diressero verso il luogo in cui Natsu si era accampato insieme al suo compagno.
«Spero che ci rivedremo…vorrei che mi parlassi di te e che mi raccontassi del tuo compito…ciò che i tuoi occhi vedono ogni giorno, ciò che sfugge ai miei…» disse improvvisamente Natsu rompendo il silenzio, ma il guardiano stellare sospirò.
«Mi piacerebbe molto…» sorrise, ma nel suo sorriso Natsu vide morire la sua speranza: dopo quella sera non si sarebbero più  rivisti, poiché Lucy stava trasgredendo le regole, si era allontanata dal suo dovere, non stava proteggendo le sue stelle, perché aveva scelto di salvare quel drago.
 
Improvvisamente i pensieri della ragazza furono infranti dall’arrivo dei sostenitori di Kamui, che, riconoscendola, l’attaccarono.
«Vattene ! » gridò a Natsu, caduto a terra.
«Non voglio! Ti uccideranno! » lei estrasse la sua chiave d’oro che, nuovamente prese la forma di una spada e iniziò a combattere agilmente.
«Non preoccuparti…» la ragazza si guardò attentamente intorno, chiuse gli occhi e con mosse fluide e rapide riuscì a battere quei farabutti, che caddero al suolo.
Natsu corse nella direzione di Lucy e l’abbracciò, un piccolo gesto che racchiudeva un grande calore e che le infuse sicurezza. Il tempo si fermò…le stelle scomparvero.

Ogni giorno Lucy aveva a che fare con gli scagnozzi di Kamui, le sue mosse ormai si erano affinate alla perfezione, aveva studiato tecniche che inizialmente non sarebbe riuscito neanche a pensare.
Aveva migliorato la sua velocità, sfidando anche il vento, era divenuta un’esemplare Guardiano Stellare, che si potenzia con l’esperienza, rischiando la sua vita per salvare le stelle.
Purtroppo Lucy aveva trovato qualcosa di più prezioso di quei corpi celesti che rappresentavano tutto la sua vita, per i quali aveva abbandonato la sua umanità, aveva ricordato il piacere di avere un amico accanto. Le parole….i sorrisi…il calore…
 
«Sono contento che tu stia bene! » esclamò Natsu lasciandola e lei si allontanò di alcuni passi.
«Questo è ciò che faccio tutti i giorni…» confidò con un filo d’amarezza nella voce, che rattristò il ragazzo.
«Non puoi lasciare quest’incarico a qualcun altro? » lei scosse il capo.
«Fino a che Kamui non sarà sconfitto noi non possiamo abbandonare il nostro compito, né passarlo ad altri…solo quando tutto sarà finito, potrò tornare a casa…» Natsu si rilluminò.
«Allora combatti con tutta la forza che possiedi…» lui le prese una mano «…io non so usare la magia…ma sono ugualmente con te…»
 
In quel momento desiderò essere umana, in quel momento si sentì umana, avvertì il potere magico abbandonare il suo corpo, mentre una spada la trafiggeva…si era distratta, persa in pensieri troppo lontani.
 
Vide Igneel, sentì il fuoco ardere accanto a lei, ma fu troppo tardi, sentì Natsu adagiarla al suolo, la sua voce le riempì la mente, chiedeva l’aiuto di quell’enorme creatura: “Devi salvarla!”, continuava a ripetere, così il drago sospirò.
Lucy avrebbe voluto essere salvata, ma i suoi occhi si chiusero troppo presto.
«Utilizzare questo potere sarà per me un grande sforzo…ma mi hai salvato la vita Lucy…ed io ricambio il favore…» il drago le soffiò sul viso, ma il corpo di Lucy non si mosse.
«Non posso riportare indietro i morti» sussurrò sconcertato vedendo quel piccolo corpo a terra, che improvvisamente si trasformò in polvere argentea, diretta verso il cielo.
 
«Cosa succede? » chiese Natsu allarmato «Lucy! » ma una voce parlò nella sua mente:
Non preoccuparti… sono una stella…le ho donato la mia, ho sigillato la sua ferita…per salvarla devi sconfiggere Kamui…solo allora il suo corpo tornerà fra voi…
 
 
«Dannazione! » esclamò Natsu colpendo una roccia sorpreso e arrabbiato allo stesso tempo «Igneel ti prego…insegnami ad usare la magia…una volta che l’avrò imparata inviterò gli altri ad utilizzarla…non dobbiamo temerla, fa parte del nostro mondo…combatteremo insieme ai guardiani stellari, li aiuteremo nel loro compito…io li aiuterò…per Lucy che ci guiderà con la sua luce…Voglio essere l’allievo di un drago! Voglio imparare ad avere quella forza che mi manca per aiutarla…! Sconfiggerò Kamui…» il drago scosse il capo mentre il ragazzo iniziò a sentire le lacrime bagnargli il viso; non aveva conosciuto quella ragazza, tutto ciò che sapeva di lei era il suo nome e che sul suo viso splendeva un ceruleo sorriso, in grado di farsi invidiare dallo stesso cielo, ma nulla di più, eppure era come se gli avessero appena strappato una compagna e desiderava averla di nuovo al suo fianco.
 
Natsu alzò gli occhi al cielo e vide brillare Lucy, era là davanti ai suoi occhi, vicina e distante, era come se tutto lo splendore del cielo si fosse concentrato in quell’unico corpo celeste, affinché la sua voce rinchiusa in muto silenzio, potesse gridare: “Sono qui!”.
 
«Bene…se non mi aiuterai, apprenderò da solo» annunciò Natsu, ma il drago lo fermò.
«Aspetta! Ti aiuterò, ma tu non sarai mio allievo…ma da oggi tu sarai mio figlio…» Natsu annuì con decisione «…Tu sarai Natsu Dragneel» 
 
Non ho trovato un lieto fine, né un “per sempre felice e contenti” in questa storia… ma quando un racconto finisce si ha la possibilità di aprire un nuovo libro… nuove parole…che questa volta sarò in grado di capire…e, grazie all’aiuto di Igneel, imparerò a difenderle…
Lucy…” nuovamente gli occhi di Natsu raggiunsero il cielo“…non preoccuparti…le mie fiamme sostituiranno la tua spada… e presto tornerai a casa...te lo prometto!” 
  
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