La leggenda diventa realtà
 
Questa è la mia prima fan fiction in assoluto. Un universo alternativo dove Goku non è mai stato mandato sulla terra ed ha la stessa età di Vegeta ovvero  anni. Bardak, grazie ad abili conquiste, ottenute con astuzia ed una notevole potenza, è entrato a far parte dell’élite. E’ inoltre in buonissimi rapporti coi regnanti, anche se strano possono essere definiti ottimi amici.  Vegeta ha un fratello maggiore, superbo e malvagio, tenta infatti di uccidere il padre per salire al trono (anche se nessuno lo sa) ma il re mira come avere suo successore il secondo genito che, seppur un bambino possiede ottime qualità (sia per potenza sia per astuzia) ma ha la brutta abitudine di cacciarsi nei guai. I personaggi sono un po’ OOC. Recensite, ditemi se andare avanti o no.


Capitolo 1: Una mattina… importante!
 
Come d’abitudine, al sorgere del primo sole, Kakaroth si alzò goffamente dal letto attraversando la propria camera ed inciampando qua e là, dato che, a causa del sonno, teneva gli occhi chiusi e la stanza era un vero e proprio percorso ad ostacoli.  Raggiunse quindi il bagno e, come portò l’acqua alla propria faccia, si svegliò completamente. Come aveva fatto a dimenticarsene? Quel giorno lui e suo padre dovevano andare in missione! La puntualità era obbligatoria. Senza contare che quella missione era “un esame” per valutare la forza del piccolo saiyan. Era usanza infatti che per entrare a far parte dell’esercito saiyan (cosa che succedeva solo dopo che i guerrieri compivano quattordici anni, i migliori, dodici. Ma prima servivano anni di preparazione ad una specie di scuola che avrebbe occupato metà della giornata dei giovani saiyan)i cuccioli dovevano sostenere una prova di collaudo della propria forza, in una certa data dopo il compimento di su sei anni. Per capire in che sezione della “scuola metterlo”. Così, accompagnati dal genitore che li aveva istruiti nei loro primi anni di vita (per i maschi il padre, per le femmine la madre) si recavano con un istruttore su un qualche satellite, dove potevano combattere e dar sfogo a tutta la loro potenza contro gli abitanti di quel malcapitato pianeta.   Indossò in fretta una battle suit nera, l’armatura e gli stivali che allacciò rotolando giù per le scale.  Arrivò quindi in cucina dove iniziò a mangiare una veloce colazione (giusto 4/5 kg di carne, altri cibi simili a formaggi, dei dolci tipici saiyan e molta acqua) che avrebbe fornito le energie necessarie al cucciolo per affrontare la giornata.  Stava per uscire dalla propria abitazione e raggiungere il padre ( che era molto più veloce di lui a prepararsi ed aveva già raggiunto la stazione di mantenimento delle navicelle) quando si accorse di non avere  il rilevatore. Recuperò quindi lo scooter dalla sua camera che aveva raggiunto ad una velocità troppo veloce da percepire da persone inesperte e si precipitò alla stazione.
 
“Ma dove diavolo si è cacciato quel moccioso? Glielo avrò ripetuto migliaia di volte che non deve arrivare tardi, gli esaminatori sono molto severi, al minimo errore ti mandano al recupero di combattimento delle terze classi!” pensò Bardak spazientito vicino ad un istruttore sempre più scocciato. Questo “recupero di combattimento” era una sorta di scuola preparativa per le terze classi più deboli ed impacciate che, tornate dai pianeti in cui erano state mandate da neonate dovevano entrare nei ranghi inferiori dell’esercito, ma con una giusta istruzione.
 
Sta sottospecie di uomo mutante che stava accanto a Bardak era ormai troppo spazientito. Stava infatti per dire qualcosa al genitore stressato, quando da lontano si vide una nuvola di fumo e, nel mezzo di essa un ragazzino coi capelli a palma. Si avvicinava sempre di più. Non sembrava intenzionato a fermarsi, anzi! Ora però doveva rallentare… basta, basta! Era troppo vicino!   - Kakaroth! NO!-  Tentò di urlare Bardak. Ma ormai era troppo tardi. Il ciclone… il piccolo ed innocente saiyan travolse il padre e rotolarono per un po’.

• Ma che hai nel cervello?- urlò spazientito  - Vuoi fare proprio la figura dell’incapace?- aggiunse sottovoce al figlioletto. Lui subito si scusò (ovviamente senza troppe smancerie, era un saiyan) con entrambi gli adulti e veloce si  sistemò nella navicella. Partirono alla volta di una satellite lì vicino dove il giovane guerriero avrebbe dovuto tenere la prova. Egli intanto, nella sua navicella, pregava la luna di combinare altri guai. Doveva assolutamente portare a termine con successo l’esame. Ne andava dell’onore di suo padre! Lo stesso onore che fu spezzato una volta, anni fa, da Radish che, purtroppo, fu classificato come misera terza classe. Bardak gli aveva sempre riposto fiducia e orgoglio, non VOLEVA e non POTEVA deluderlo! Avrebbe risollevato la sua reputazione che da quel disgraziato giorno di diversi anni fa si era piegata, ma mai spezzata perché, di ritorno dalla missione gli era stato comunicato che la moglie era incinta.

 
 
 
Ok, lo so che non è un gran che fin ora. Nel prossimo capitolo parlerò finalmente della famiglia reale. Oh bè, sempre se la storia interessa e ditemi se vi piace con una recensione. Questo poi è solo di passaggio, gli altri saranno più belli (a partire dal terzo) Ovviamente consigliatemi anche perché è la mia primissima storia!
Baci
Pawa