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Autore: maxiex5453    29/08/2012    2 recensioni
Haruka e Michiru si sono finalmente sposate, Hotaru riuscirà a coronare il suo sogno d'amore complicatissimo con Chibiusa? Viste le premesse i colpi di scena non credo mancheranno a coronare questa nuova fanfiction, Chibiusa e la sua gelosia, l'assenza? momentanea di Setsuna, i problemi di ogni giorno e quelli da guerriere. Una girandola di eventi che coinvolgerà ogni singolo personaggio, dall'inizio fino alla conclusione.
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Chibiusa, Haruka/Heles, Hotaru/Ottavia, Michiru/Milena, Un po' tutti | Coppie: Haruka/Michiru
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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Dopo un lunghissimo (e non so fin a che punto) meritato riposo, mi ritrovo di fronte a questa pagina bianca, nuovamente pronta ad immergermi in nuove e sconvolgenti scritture, o forse nelle solite… bubbolate! Dunque avendo donato alla mia precedente fan fiction un finale semi-aperto, mi pongo qui a semi-chiuderlo, si spera! Un grandissimo CIAO alle mie più accanite lettrici e anche ai lettori se ce ne sono, spero che questo proseguimento plachi i vostri animi inquieti! Buona lettura!
 
IL MIO GIARDINO, DI FRONTE CASA TUA
 
Quella mattina i suoi occhi dalle sfumature violacee, vagavano senza meta per il soffitto verde della sua stanza, non le era mai piaciuto quel colore; i suoi genitori adottivi glielo avevano quasi imposto quand’era ancora una bambina, dicendole che quel colore l’avrebbe aiutata a rilassarsi e concentrarsi. La maggior parte delle volte tali parole erano pura realtà, studiava e leggeva per ore immersa in quel colore, sola con i suoi pensieri e si sentiva felice; ora si sentiva svuotata, era come se quelle pareti, dal verde avessero raggiunto la sfumatura del grigio; come la nebbia che affollava e offuscava i suoi pensieri.
Haruka: Hotaru, posso entrare?
Hotaru: Quando mai ti è stato negato il permesso di entrare in questa stanza… padre? Tanto entreresti comunque con la tua solita grazia.
Rimase qualche istante sulla porta, in silenzio, a contemplare la figura immobile della ragazza.
Haruka: Come stai?
Hotaru: Come ogni giorno degli ultimi quattro mesi, come se un tir mi avesse investita, mi avesse dilaniato ogni singolo osso che ho in corpo e io fossi distesa su un letto e ogni mia singola ferita non si rimarginasse mai, è sufficientemente apocalittico per farti capire che non voglio ne te ne nessun altro qui?
La bionda si avvicinò in silenzio, non dando particolare peso alle parole appena ascoltate; quante volte le aveva già sentite in quei mesi? Decine, forse anche centinaia, ormai non vi faceva più caso, anzi era arrivata a condividere pienamente almeno una parte del dolore della figlia; però mai si sarebbe voluta sentire genitore in un momento del genere.
Erano passati ormai quattro mesi dall’ultima volta che aveva visto Chibiusa, il distacco non era stato dei più simpatici, poiché la giovane dai capelli rosa, aveva scoperto che la ragazza che credeva essere “sua” in realtà intratteneva ancora rapporti con Akira, sebbene con quest’ultimo vi fosse rimasta solo una bella amicizia. Non la prese bene, per nulla.

Chibiusa: Hei ciao Michiru! Hotaru è in camera sua?
La giovane donna sbiancò per un istante, sapendo della dirompente gelosia di Chibiusa nei confronti della figlia adottiva, stentò a darle una risposta vagamente affermativa.
Haruka: Michi, che succede?
Michiru: Chibiusa… è appena salita.
Haruka: Occazzo! Perché non hai cercato di fermarla?
Michiru: Senti Haruka, già è abbastanza un dramma che nostra figlia abbia deciso di distruggere il mondo stando con una persona proveniente dal futuro! Non è necessario che ti ci metta anche tu a farmi diventare isterica!
Haruka: Scusa… avevo dimenticato che tu fossi in preciclo… Ehm ehm… Comunque non è detto che la loro relazione scateni la fine del mondo… ma il fatto che Chibiusa sia salita, quando c’è anche Akira e in camera solo con Hotaru, scatenerà la terza guerra mondiale, il che non è molto meno grave della distruzione del mondo.
Infatti dalla stanza al piano superiore si levarono urla e improperi legati al povero ragazzo.
Chibiusa: Che diamine ci fa quest’idiota in camera con te?!?!?!
Hotaru: Calmati! Non te lo ricordi? È Akira, siamo rimasti amici, te lo avevo detto!
Chibiusa: L’essere rimasti amici non credevo implicasse la sua presenza nella tua stanza da soli!!! Finalmente ho capito perché hai deciso di farti spostare la camera al piano di sopra! Così quando Setsuna non c’è tu puoi fare i tuoi comodi alle mie spalle!
Hotaru: Ma stai scherzando vero? Mi sono fatta trasferire qui momentaneamente, per dare più privacy a quelle due infoiate che sicuramente staranno origliando questa assurda litigata! Visto che si sono appena sposate mi sembrava giusto!
Chibiusa: E ti sembra anche giusto che io venga qui a trovarti, per festeggiare il nostro terzo mese insieme e che ti trovi in camera sola con questo perticone sbarbato?!?!?
Akira: Io, ero solo passato per…
Chibiusa: TACI! Nessuno ti ha interrogato!!!
Hotaru: Hei Chibiusa vedi di calmarti! Non stavamo facendo niente di male!!!
Chibiusa: Si certo, me lo dirai anche quando vi beccherò a letto insieme?!?!?
Hotaru: Questo non succederà perché tra me e lui c’è solo una bella amicizia! In oltre tu non ti devi permettere di rivolgerti a lui così! Non se lo merita!
Chibiusa: A quindi è così? Lui è più importante di me non è vero?!??! Bene grazie per avermelo fatto capire in modo così dolce Hotaru!
Horatu: No, Chibiusa aspetta, quella che non ha capito nulla sei tu! In oltre ti ostini a non capire, tra me e Akira non c’è nulla e tu stai facendo un gran casino per niente!
Chibiusa: Basta! Ho già sentito fin troppe cavolate uscire dalla tua bocca! Me ne torno nel futuro e li resterò!
Hotaru: Aspetta! Chibi…
Così dicendo come una furia scese le scale, quasi scavalcò Haruka che le si parava davanti e uscì, da quel momento nessuno, a parte Usagi, ebbe più sue notizie. Per giorni Hotaru cercò di mettersi in contatto con la sua amata,ma senza alcun risultato, man mano che il tempo scorreva, le sue speranze venivano meno, sino a chiudersi nel silenzio e nel dolore.

Haruka: Ti ho portato qualcosa da mangiare, non puoi andare avanti così… Tesoro da quanto tempo sei rinchiusa in questa stanza?
Hotaru: Rimarrò qui fino a che il dolore non passerà.
Haruka: Non passerà certo stando rinchiusa qui a guardare la sua foto.
Hotaru: Che ne vuoi sapere tu? Cosa vuoi saperne tu di quello che mi passa per la testa?!?
Haruka: Oh, io so esattamente quello che ti passa per la testa, non so se Chibiusa sia il grande amore della tua vita, ma so esattamente cosa si prova, quando si crede di aver perso tutto. Voglio vederti giù tra un’ora, noi usciamo, sei libera di decidere di non venire con noi, ma ti voglio vedere fuori da questa stanza e da questo appartamento.
Setsuna era partita tre mesi prima per delle ricerche in amazzonia, neppure lei era stata in grado, o forse non aveva voluto spiegare, con esattezza, che cosa realmente andasse a fare in quelle terre sperdute e lontane dalla loro terra, comunque lasciò piena libertà ad Hotaru di usufruire del suo appartamento, sino al suo ritorno, inutile dire che nulla era stato utilizzato a parte la camera a lei adibita.
Hotaru: Scenderò quando Sets tornerà dalla culonia o ovunque si sia andata a infilare per ritrovare se stessa.
Haruka: Sets…
Alla bionda mancava la sua eterna confidente, anche se le cose con la sua consorte andavano a gonfie vele, avrebbe voluto comunque qualche suo consiglio per lenire il dolore della figlia.
Haruka: … Non tornerà prima dei prossimi due mesi, tu tra un’ora esatta invece scenderai, questo è un ordine, perciò da buona guerriera tu lo eseguirai. Non costringermi a venirti a prendere.
Hotaru: Smettila di fare la dura, non ti si addice.
Si era rivolta alla guerriera di Urano utilizzando il femminile, cosa mai accaduta prima e lascio allibite entrambe, più la bionda che dovette fare i conti anche con un pezzettino del suo orgoglio ferito.
Haruka: Non sto facendo la dura, sto facendo quel che ho sempre fatto, il PADRE, solo che non ho mai dovuto essere così con te, perché tu non sei mai stata così ostile con me, ciò che ti ho detto non è l’ennesimo tentativo di risvegliarti dal tuo torpore, è REALMENTE un ordine.
Guardava con sguardo cupo la giovane ragazza, non ammetteva ne repliche ne rifiuti. La bionda lasciò la stanza, senza ricevere alcuna risposta.
Da tutt’altra parte, in una delle vie centrali di Tokio un’altra coppia fresca di matrimonio aveva decisamente meno problemi e più felicità da vendere.
Usagi: Mamo!!! Finalmente sei arrivato!!! Cosa stavi facendo?
Mamoru: Quello che faccio tutti i giorni da quando ci siamo sposati! Cerco una casa, e credo proprio di averla trovata finalmente!
Usagi: Davvero??? Dove? Ormai è più di un mese che la cerchiamo!
Mamoru: Vedrai! Ti piacerà, vieni ci andiamo subito!
Usagi: Evviva!!! Non vedo l’ora di vederla! Spero che non sia come l’ultima topaia che mi hai portato a vedere tre giorni fa, puzzava di pipì di cane, probabilmente la moquette ne era anche impregnata!
Mamoru: Beh però fuori era bella.
Usagi: Bella? Cadevano calcinacci ovunque! Ci sarebbero voluti non so quanti soldi per le ristrutturazioni, se poi tu pensi di essere così ricco da poterne sostenere le spese…
Mamoru: E va bene, ho sbagliato, puoi aprire la gogna ora così andiamo a vedere quest’altra opzione?
Usagi: Solo per questa volta, spera di non aver sbagliato di nuovo!
Mamoru: Pregherò ogni divinità esistente, per farmi concedere la grazia di una casa normale ed anche il tuo perdono mia fanciulla adorata.
La ragazza si scioglieva ogni volta che ne aveva l’opportunità, perdendosi negli occhi blu del marito, ai suoi occhi era troppo, troppo intelligente, troppo bello, troppo atletico, mentre lei rimaneva sempre la troppo impacciata odango, ma era anche una principessa e lo aveva sposato (o come si divertivano a dire le sue amiche guerriere “incatenato”, per prenderla bonariamente in giro).
Si diressero a passo spedito verso la periferia della città.
Usagi: Sai a cosa pensavo?
Mamoru: No, dimmi.
Usagi: Dopo il casino che è successo con Hotaru, Chibiusa si fa sentire sempre meno, sono un po’ preoccupata per lei.
Mamoru: Beh puoi sempre invitarla a vedere la nostra nuova casa, così avrai una scusa per parlarle, se non anche per vederla.
Usagi: Il mio Mamo! Sei sempre un genio!
Disse dandogli un fugace bacio, per poi affrettare il passo, non sapendo neanche bene dove dovesse andare, ma l’impazienza di vedere la loro possibile nuova casa la stava già dilaniando.
Era passata esattamente un’ora, Hotaru era già sulle scale, ma stava bene attenta a non lasciar svanire il suo orgoglio, odiava prendere ordini, da chiunque glieli impartisse, ma non aveva la forza di ingaggiare una nuova lotta con il padre adottivo, così si era preparata a scendere, col molta calma e soprattutto in ritardo. La guerriera di Urano si mise a fissare l’orologio.
Haruka: Ancora non è scesa… pensavo di essere stata chiara!
Michiru: Dai Haru, dalle tregua!
Haruka: Sono quattro mesi che va avanti così, sono preoccupata! Se fosse successo a noi tu per quanto tempo saresti rimasta nelle sue condizioni?
Michiru: A mio parere? Per tutta la vita Haruka Tenoh. Quando perdi l’amore della tua vita, puoi fingere di vivere, ma la tua è solo sopravvivenza, puoi fingere di essere felice, ma la tua sarebbe solo una maschera, pensaci bene, abbiamo avuto anche noi un momento del genere, tu come stavi? Poniti domande e mettiti nei suoi panni. Se Chibiusa non fosse l’amore della sua vita, ma solo un grande amore allora piano piano si riprenderà, ma con i suoi modi e con i suoi tempi.
Haruka: Si forse hai ragione, però da quell’episodio ha allontanato anche Akira, permette solo a noi di avvicinarci e non abbiamo una vera conversazione da non so quanto!
Michiru: In questo ha preso tutto da te! Ma stai tranquilla, in un modo o nell’altro tornerà quella di un tempo.
Haruka: Spero che tu abbia ragione, cosa faccio, vado a prenderla di peso?
Michiru: Non ci pensare nemmeno! Limitati a chiamarla! Se non scende, salirò io.
Haruka: Pensi che le parole possano fare di più che la brutale forza fisica?
Michiru: Nel suo caso si…  Ma se la tua forza fisica la volessi usare contro di me per prendermi in ogni angolo della casa, non mi tirerei certo indietro, soprattutto senza parlare.
Haruka: Anche perché avresti la bocca troppo impegnata.
Michiru: Oh, come sei diventata loquace su quest’argomento!
Haruka: Ho un’ottima insegnante!
Si avvicinò alla moglie abbracciandola e stringendola da dietro, mentre le mordeva il collo.
Michiru: Fermati, o rischiamo di rendere il trauma di nostra figlia ancor peggiore!
Haruka: Lo dici a me perché hai solo paura di essere tu quella che non riesce a fermarsi… In oltre Hotaru è abbastanza cresciuta per non scandalizzarsi più direi! Quindi non cercare di usare scuse assurde!
Intanto altri quindici minuti erano passati.
Haruka: HOTARUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU!!!!
La ragazza si alzò e attese alcuni istanti, scese con svogliatezza la scala, ritrovandosi di fronte al divano nel salotto, non rivolse neppure uno sguardo alle due che la stavano osservando con malcelata preoccupazione, si gettò sul divano a faccia in giù, in modo che non si potessero vedere le lacrime che prepotenti facevano capolino dai suoi occhi scuri.
Michiru: Deduco, che tu non abbia alcuna intenzione di venire con noi, dai Haruka andiamo, siamo già in ritardo. Mi raccomando Hotaru, se qualcuno suona, fai il favore di aprire, non come l’altra volta che il fattorino ha lasciato davanti alla porta il frigorifero nuovo sotto al sole…
Hotaru: Ok.
Haruka rimanendo in silenzio le si avvicinò, passandole una mano tra i capelli corvini, cercando in quel contatto di trasmetterle tutto il suo amore “paterno”, non vedendo alcuna reazione si rialzò e uscì dalla casa insieme alla moglie.
Alcuni minuti dopo Usagi e Mamoru erano finalmente giunti in prossimità di un quartiere conosciuto, ma nessuno dei due ci fece caso, il lato che indicò Mamoru era pieno di villette a schiera di nuova fattura, abbastanza grandi e su due piani, ideali per una famiglia mediamente numerosa, con giardino sul retro. Il ragazzo indicò la quarta di quelle villette, era la prima ad esser stata messa in vendita, in quanto appena ultimata, la li attendeva una giovane ragazza, in verità non sembrava per nulla un agente immobiliare, visto che era pressoché vestita da muratore.
Mamoru: Signorina Yarami?
Yarami: Si, eccomi! Vi stavo aspettando, scusate l’abbigliamento trasandato, stavo dando una mano con le altre case, prego accomodatevi!
Li fece accomodare all’interno della casa, dentro sembrava ancor più grande che all’esterno, c’era un grande spazio per un salone, una cucina modesta ma abitabile, un bagno e una camera da letto al piano di sotto, già Usagi quel piano lo aveva mentalmente arredato così. Il giro turistico proseguì al piano superiore, dove di era spazio per altre quattro stanze.
Yarami: Allora? Che ne pensate?
Usagi: Mamo! È Stupenda!
Mamoru: Ho capito, la prendiamo, faccia pure preparare i documenti.
Yarami: Benissimo, vado subito a prendere i primi che sono già pronti, vi lascio qui a darvi un’altra occhiata in giro!
Usagi: Non posso crederci!!! Finalmente una casa nostra!
Con fare alquanto bambinesco Usagi si butta tra le braccia del marito, dopo di che esplorano con calma parlando di cosa ci sarebbe stato di li a poco.
Usagi: Ecco guarda! Questa potrebbe essere la stanza dei bambini!
Mamoru: Scusa, quanti figli vorresti avere? Un plotone?
Usagi: Ma no scemo! Qui ci sarebbe anche spazio se volesse venirci a trovare ancora Chibiusa…
Mamoru: Ti manca molto vero?
Usagi: Eh si, pensare a tutte le avventure passate insieme, bei ricordi, e se manca così tanto a me, non oso immaginare come possa stare Hotaru.
Mamoru: Sono certo che sapremo tutti riprenderci, e sono sicuro che lei tornerà come sempre, come una furia a sconvolgerci le vite con nuovi ed esilaranti colpi di scena!
Usagi: Vero! Quando ci ha detto che stava con Hotaru per poco non mi ha preso un coccolone!
Mamoru: Questo perché tu non sei di ampie vedute…
Usagi: O forse perché non sto su youporn come te tutte le sere…………………………..
Il giovane arrossì visibilmente, così cercò di cambiare argomento.
Mamoru: Sai, non credo che avrò bisogno di vedere certi siti, non che io li frequenti, da quando verremo ad abitare qui!
Usagi: Non risponderò alle tue provocazioni in questa casa, prima che sia arredata a dovere! Guarda che bel giardino! L’ho notato solo ora!
Mamoru: Davvero molto bello, c’è anche il barbecue!
Yarami: Scusate! Non vorrei interrompervi, ma le carte sono pronte!
I due scesero al piano inferiore, mentre Haruka e Michiru erano in centro, bighellonando in realtà senza una meta precisa.
Haruka: Che ti va di fare ora?
Michiru: Smettere di pensare? Come fai tu magari? Mi spieghi come si fa?
Haruka: Dolente di dover declinare, è una capacità innata di ogni uomo, essendo tu donna non ne sarai mai capace! Comunque non credere che anche io non stia pensando al fatto che tra pochi giorni sarà il compleanno di nostra figlia.
Michiru: Anche al fatto che la nostra gran consigliera Sets non è qui per aiutarci?
Haruka: Per forza non è qui! A causa nostra le è venuto un esaurimento nervoso tale da portarla a fuggire in amazzonia! Al di là di ciò, siamo sposate, noi due insieme, senza intermediari le troveremo un regalo adatto, va bene?
Michiru: Un elettroshock no?
Haruka: Ma come ti viene in mente???
Michiru: Lo utilizzano su pazienti con varie patologie mentali, spesso fa dimenticare svariate porzioni della vita del paziente che vi è sottoposto.
Haruka: Non so come ti vengano certe idee, è una pratica brutale ed estrema, in oltre con il culo che abbiamo si dimenticherebbe di tutto tranne che di Chibiusa!
Michiru: Di la verità, che un pensierino cel’hai fatto all’inizio…
Haruka: Forse… Per te però! Sperando che ti faccia dimenticare il tuo lato cinico!
Le due presero poi a fissarsi con aria di falsa sfida.
Michiru: Così mi faresti sottoporre a un elettroshock? Bello da sentirsi dire!
Haruka: Ho solo detto che ci ho pensato per un istante… tu quante volte hai pensato di spaccarmi in testa uno dei miei caschi? Sii sincera!
Michiru: Alcune… Ma tu non sei una leggiadra fanciulla dall’aria innocente.
Haruka: A volte le appartenze ingannano, mia dolce sposa.
Michiru: Andiamo a casa, non mi va che Hotaru passi troppo tempo da sola.
Si avviarono verso casa, mentre Mamoru e Usagi stavano lasciando la loro futura villetta.
Usagi: Ehi Mamo! Guarda!
Mamoru: NON POSSO CREDERCI…
Entrambi si diressero verso la casa direttamente di fronte alla loro, con aria quasi sbigottita e per certi versi anche un po’ divertita, come poteva il destino giocare così con le loro vite?
All’interno della casa di fronte la guerriera di Saturno non aveva abbandonato da alcune ore la sua posizione sul divano, si era appisolata un paio di volte, ma senza mai riuscire a godersi un sonno ristoratore; qualcuno bussò alla porta, svogliatamente la ragazza si diresse verso la porta d’entrata, per aprirla e ritrovarsi con una cascata di capelli biondi che le inondavano il viso.
Usagi: Ciao Hotaru!!! Non sai che notizia! Io e Mamo-chan abbiamo trovato una villetta in vendita proprio di fronte casa vostra! Abbiamo appena firmato le carte per l’acquisto!
La giovane la guardò confusa, non sembrava capire cosa le volesse comunicare la ragazza di fronte a lei.
Usagi: Non capisci? Daremo una grande festa di inaugurazione! Inviteremo anche Chibiusa, così potrete rivedervi! Questa è la vostra occasione per poter parlare!
A Hotaru si illuminarono gli occhi, non le sembrava vero, aspettava questo momento da quattro lunghi mesi, era dubbiosa ma felice al contempo.
Hotaru: Se decidesse di non venire?
Usagi: Lei verrà, ne sono sicura, sono certa che dietro al suo infinito orgoglio non attendeva altro che questo momento! Preparati!
Hotaru: Allora, non sto sognando, è tutto vero!!!
Mamoru: Se tutto procede secondo i piani, presto ci avrai come vicini fissi!
Rincasarono anche le altre due guerriere, e si stupirono non poco di trovare Hotaru sorridente, con la porta di casa lasciata spalancata e in compagnia di Mamoru e Usagi.
Haruka: Ehi! Che succede qui?
Hotaru: Ben tornate mami e papi!!!
Saltò al collo di entrambe stringendole sino quasi a soffocarle, le due intanto si guardavano incredule, convinte quasi del fatto che la figlia avesse del tutto perso il lume della ragione.
Usagi: Sapete, abbiamo appena firmato il contratto per l’acquisto di una delle villette che ci sono qui di fronte, più precisamente quella direttamente di fronte a casa vostra!
Michiru: Oh bene! Congratulazioni! Finalmente avete trovato la casa che fa per voi!
Haruka: Ottimo, così saranno due le famiglie assurde, pure messe di fronte, quando inizia la guerra con la carta igienica?
Michiru: Smettila… Quindi quando verrete ad abitare nella vostra nuova casa?
Usagi: Beh ci vorrà qualche settimana, sai c’è da fare ancora altri documenti, arredamento, però spero davvero presto!
Nel frattempo, Hotaru era entrata in un magico mondo dei sogni, che le sembrava il più bello che avesse mai visto, dopo mesi e mesi di sola sofferenza le si prospettava di li a breve una nuova opportunità e non se la sarebbe lasciata sfuggire tanto facilmente. La cosa non passò inosservata sotto gli occhi della madre adottiva, che per il momento lascio correre, essendo in presenza di ospiti.
Michiru: Vi va di bere qualcosa?
Mamoru: Solo un po’ d’acqua grazie.
Haruka: Ci penso io.
Michiru intanto tirò da parte la figlia adottiva, per un chiarimento.
Hotaru: Che succede?
Michiru: Tesoro, so che sei felice, per la possibilità di rivedere Chibiusa ma, non farti dei gran castelli in aria, in mente, perché potrebbe andare tutto diversamente da come te lo aspetti e io, non posso più sopportare di vederti così!
Una scintilla di determinazione attraversò gli occhi della giovane.
Hotaru: Mamma, non ho alcuna aspettativa che mi frulla in testa, se non questa, io riavrò Chibiusa, non mi interessa cosa dovrò fare, quante porte dovrò abbattere, quante teste dovrò spaccare, io riavrò la mia donna.
La guerriera di Nettuno sorrise.
Michiru: Quand’è così, non posso fare a meno che augurarti buona fortuna figlia mia.
Hotaru: Grazie!
Disse con un sorriso sicuro che le solcava le labbra, ne era certa, avrebbe ottenuto ciò che desiderava, per lei e per il bene comune.
 
 
Nove pagine per un restart clamoroso che nemmeno io sinceramente mi sarei aspettata! Cercherò di mantenere una scadenza quindicinale (se non anche settimanale a volte). Ringrazio all’inverosimile i lettori che mi seguono commentando, dandomi pareri, stando in silenzio, eccetera! So che alcuni attendevano con ansia questo momento, ora gustatevelo!
   
 
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