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Autore: LRam    29/08/2012    2 recensioni
Era da un po' che volevo scrivere una JimmyXCionnino però non trovavo l'idea giusta... Un giorno sentendo Coming Clean dei Green Day mi è venuto il lampo di genio...
Come sarebbe andata tra di loro se fosse iniziato tutto da una scazzottata a 11 anni??
*Attenzione, non per diabetici, è sempre una JimmyXJohnny*
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Johnny Christ, The Rev
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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E’ passato un bel po’ ma ricordo quel dolore come se fosse ieri. Quei fottutissimi cazzotti in faccia, in pancia… I calci sugli stinchi e la sua risata. Come se fosse ieri. Davvero, ho un ricordo così vivido di quel giorno, perché è stata la prima volta che ci siamo “parlati”.
“Coglione! Nano di merda! Ecco cosa sei! Un coglione nano di merda!”
Questa è stata la prima cosa che mi ha detto in tutta la vita, eppure eravamo così piccoli, appena 11 anni.
Ricordo come fosse ieri anche quando ci siamo rincontrati, dopo sei anni. Eravamo così cambiati, a fatica l’ho riconosciuto. I suoi occhi, all’inizio ho riconosciuto quelli, ma non poteva essere vero. Poi la sua risata. Era così inconfondibile anche dopo tutto questo tempo, anche dopo che gli ormoni avevano fatto il loro lavoro. Non poteva essere che lui. Ricordo perfettamente il suo ingresso in classe. L’ora di letteratura, non poteva scegliere momento migliore, mentre ero intento a guardare proprio in direzione della porta dalla quale non vedevo l’ora di passare per uscire. I capelli sparati in aria, la barbetta ispida sotto il mento, circa 40 cm in più di quelli che ricordavo. Maglietta degli Slayer, sguardo cattivo, quegli occhi erano così… Sì, cattivi, ma dal primo momento, anche mentre sei anni prima li vedevo sprizzare d’odio e rabbia, anche allora mi avevano colpito (molto di più dei suoi pugni). Credevo che dopo tutto quel tempo non mi avrebbero più fatto quell’effetto e invece ero là, in preda alle palpitazioni, e mi ritrovai catapultato sull’asfalto davanti alla nostra vecchia scuola, con lui sopra di me che infieriva sulla mia faccia. Nemmeno ci siamo mai chiariti sul perché mi avesse picchiato, quella è stata la prima e l’ultima volta che ci ho parlato, almeno fino a quel giorno.
Quel giorno. Scuola era iniziata da poche settimane. La prof. interruppe la lezione vedendolo entrare e lo presentò alla classe, manco fossimo alle elementari.
“Ragazzi, questo è James, James Owen Sullivan, sarà in classe con voi da oggi” disse con un sorriso trentadue denti. Non poteva di certo immaginare di che razza di mostro si trattasse. No, più che altro ero io che non avevo avuto modo di capire chi fosse veramente quel James Owen Sullivan.
Zacky, il mio compagno di banco, migliore amico ormai da anni, mi guardò accigliato.
“Ehi JC che hai?”
“Quello, quel ragazzo…” Non riuscivo a parlare.
“Oh! Sì! Jimbo! E’ un ragazzo così simpatico, è amico di Matt… Vedrai, ti piacerà!”
Nemmeno lui sapeva. Forse nemmeno “Jimbo” si ricordava di me.
Ora di matematica.
Eccolo di nuovo lì. I suoi occhi piantati nei miei, eravamo nella stessa classe anche nell’ora di matematica. Non potevo resistere, avrei cambiato tutti i corsi. Ne ero sicuro… Ma suvvia, non lo avrei mai fatto, in fondo ne ero consapevole anche allora.
Si avvicinò a me e si accomodò nel posto al mio fianco senza nemmeno chiedere, con un sorriso a trentadue denti.
“Ehi Johnny giusto? Noi ci conosciamo già? Hai una faccia familiare” Chiese con un’espressione innocente. Potevo ancora salvarmi…
“No, non credo… Credo proprio di no” cercai di sorridergli di rimando e di essere il più convincente possibile. Dai, non si sarebbe mai ricordato di me… Che poi chissà perché da piccolo mi odiava così tanto.
Era una domanda che mi affliggeva, adesso che ce l’avevo lì vicino, avrei voluto chiederglielo. Forse se l’avessi fatto sarebbe andato tutto in modo diverso… Ma in fondo sono contento così, non poteva andare meglio.  Iniziammo a parlare e in fondo era simpatico, ascoltavamo a stessa musica e mi faceva ridere… Mi bastava mantenere quel segreto e avrei potuto ricominciare con lui. Mi sentii un po’ sollevato.
All’uscita raggiungemmo i miei amici, che ormai erano anche i suoi. Matt, Brian e Zacky, che ci aspettavano vicino al cancello.
Ci incamminammo ognuno verso casa sua, io e Zacky abitavamo vicini e Jimmy si incamminò con noi.
“Ehi Jimbo tu dove abiti di preciso?” gli chiese Vee mentre camminavamo.
“Bhè vicino a quel market laggiù” disse indicando il market imputato. Che era proprio quello dietro casa mia. Abbassai lo sguardo senza dire niente ma come a solito Zacky non seppe stare zitto
“Oh! JC abita là più o meno, bhè io vi saluto, ciao!” disse sorridendo e svoltando verso casa sua.
Mancavano pochi metri al market, alla mia meta, alla mia salvezza. A me però sembravano un migliaio di chilometri. Ok, non si ricordava di me, ma sentivo ancora quella sensazione allo stomaco, e avevo ancora caldo. Gli camminavo davanti, distaccato, cercando di mantenere la calma e di stare in silenzio, quando arrivammo al market mi voltai verso di lui per salutarlo e notai la sua espressione triste… Mi fece quasi pena, mi piangeva il cuore a vederlo così… Eppure non avrebbe dovuto. Ve l’ho detto, non capivo niente a quell’età, è proprio vero che a diciassette anni non si capisce nulla.
“Ehi, che hai?” gli chiesi avvicinandomi un po’.
Lui mi guardò fisso negli occhi, era dispiaciuto, forse non sapeva se rispondermi o no, ma alla fine parlò.
“Io ti sto antipatico? Cioè non voglio essere di troppo nel gruppo, se non vuoi non ti darò più fastidio…”
Fece per andarsene, ma non so che mi prese in quel momento e lo fermai.
“No Jimmy, davvero, anzi mi trovo bene con te… Anche gli altri già ti adorano” gli sorrisi, stavolta davvero, aveva mostrato il suo lato più insicuro, non mi faceva paura così.
“Davvero? ” gli si illuminarono gli occhi.
“Ti va di venire a fare matematica da me oggi, allora? Poi usciamo, devo comprare un CD”
Come facevo a dire di no? Sembrava un bambino, era quasi dolce… Mi sorpresi di pensare una cosa del genere in quel momento.
“Ok, voglio vedere anche io che c’è di nuovo al negozio… Poi sei più bravo di me in matematica, così mi aiuti! Passo per le cinque?”
“Ok, a dopo Christ!” mi sorrise e mi salutò con la mano mentre si allontanava.
Tornai a casa ancora scosso da quella giornata. Mancava più o meno un’ora e mezza… Dovevo parlare con Zacky di questa cosa. Lo chiamai e in dieci minuti eccolo bussare alla porta. Mi precipitai ad aprire ma mia madre mi aveva preceduto inondando il povero Vee di dolcezza, come se non lo fosse già abbastanza di suo, lo presi per il polso e lo trascinai di sopra in camera mia salvandolo dal diabete imminente.
Ci sedemmo sul mio letto e mentre strimpellavo qualcosa col mio basso gli raccontai tutto dall’ inizio.
Quando ebbi finito alzai lo sguardo e lo vidi a fissarmi intensamente prima di scoppiare a ridere.
“Ahahahahahah! Nano di merda! Ahahahahahah” Continuava a ridere tenendosi la pancia e rotolandosi nel letto.
“Zachary James Baker Vengeance Coglionechenonseialtro MI VUOI ASCOLTARE?!”
Niente, continuava a ridere, solo dopo dieci minuti di risate e di scleri riuscì a dirmi più o meno seriamente
“Eddai, se non si ricorda fai conto di non ricordarti nemmeno tu! Diventate grandi amici! E poi Christ… Non è che ti piace? Sei tutto emozionato quando c’è lui! Ahahahahahahahah!”
In quel momento non ci vidi più. Iniziai a mollargli delle pizze in faccia, forse davvero forti perché iniziò a sbraitare.
“Christ! Smettila cazzo! Ahi!!”
“Mi piace?! Mi piace?! Mi ha sfondato la faccia e tu mi chiedi se mi piace?!” però non risposi davvero. E quando mi fermai mi guardò vittorioso.
Uscimmo insieme e lui tornò verso casa sua mentre io mi diressi da Jimmy.
“Suvvia, forza e coraggio JC” pensai in quel momento.
  
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