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Autore: S_Lion597    29/08/2012    6 recensioni
-Oh, grazie al cielo.- disse, abbandonando la testa contro i cuscini del divano e accarezzando delicatamente i capelli dello scrittore, che intanto aveva appoggiato il capo all’altezza del suo ombelico. -Così contenta di vedermi, detective?- le chiese Rick con un sopracciglio alzato e un ghigno da manuale stampato in faccia.
-No!!- gli rispose arrossendo lievemente -Così felice che il mostriciattolo, qui si sia calmato! Non ce la facevo più!- gli sorrise ancora, indicandosi il pancione per poi riprendere ad accarezzarlo.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Altro personaggio, Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Alexander

 

Sbuffò per l’ennesima volta in pochi minuti, accarezzandosi il pancione di otto mesi, nascosto dal pigiama enorme che ancora indossava.
 

Tutti, da quando avevano scoperto che aspettava un bambino, erano completamente andati fuori di testa, sempre super attenti e apprensivi, al limite dell’iperprotettivo. Così le poche volte in cui riusciva ancora a sgattaiolare al lavoro, nonostante l’ordine della Gates di restare a casa a riposare, facevano in modo, dopo una bella strigliata, di farla rimanere inchiodata alla scrivania.
Inutile dire che quando un mese prima, aveva beccato Castle, Lanie, Esposito e Ryan a fissarla con espressioni tenere e un’aria sognante al limite dell’inquietante, si era messa ad urlare chiedendo che diavolo fosse preso a tutti.
E come se esentarla dal suo lavoro di detective non bastasse, Castle faceva anche in modo che le sue labbra non entrassero mai in contatto con la sua droga preferita: il caffè. Aveva fatto sparire tutte le scorte presenti in casa, e ordinato che al distretto non potesse neanche più avvicinarsi alla macchinetta. E poiché fuori da questi due luoghi aveva sempre almeno una persona intorno, poteva tranquillamente definirsi in crisi d’astinenza.
 

Sospirò pesantemente quando il bambino mollò l’ennesimo calcio della mattinata.

-Tutto bene, Kate?- Alexis, che aveva appena sceso le scale, pronta per uscire, si inginocchiò un attimo ai piedi del divano per schioccarle un bacio sulla guancia. Beckett sorrise leggermente, pur mantenendo l’espressione stanca che la caratterizzava negli ultimi giorni.

-Continua a scalciare, non sta fermo un attimo! Senti!- Esclamò, chiudendo gli occhi e accompagnando una mano della ragazza al suo ventre per lasciare che l’accarezzasse dolcemente. “Sta fermo solo quando c’è Rick in giro” pensò la detective non potendo far a meno di confrontare i dolci tocchi dei due Castle.

-Vuoi che ti chiami papà?- le chiese preoccupata la ragazza, qualche istante dopo, quasi a leggerle nel pensiero.

-No, grazie Al, va bene così. E poi tuo padre doveva andare da Gina per sistemare le ultime cose per il libro. È meglio lasciarlo fare.- aprì gli occhi sorridendole, comunque grata per la proposta.

-Oh sai che non gli interessa- ribatté, allegra la rossa. -Si fionderebbe qui in due secondi, una volta sentite le parole ‘Kate’ e ‘bambino’.-

-Ah lo so, il problema è che porterebbe con lui, anche tutti gli infermieri e le ambulanze di New York! E solo perché il signorino qui dentro si diverte a fare taekwondo.- ridacchiarono entrambe, immaginando la scena che sapevano non essere poi molto lontana dalla realtà.

Proprio in quel momento sentirono il rumore della porta che si apriva -Kate, Kate, Kaaaatee!!-… e il padrone di casa che faceva il suo ingresso.
Beckett scambiò un’occhiata divertita con Alexis, sussurrando: -uhm parli del diavolo…-, e strappando un’altra risatina alla ragazza.
Richard Castle fece capolino in soggiorno con un espressione da bambino curioso in volto, per lanciarsi poi verso la sua musa, appena la ebbe avvistata. Diede quindi un bacio fugace alle labbra della sua donna, uno sulla guancia della figlia, e uno ancora sul ventre della detective che si lasciò andare ad un sospiro di sollievo.

-Oh, grazie al cielo.- disse, abbandonando la testa contro i cuscini del divano e accarezzando delicatamente i capelli dello scrittore, che intanto aveva appoggiato il capo all’altezza del suo ombelico. -Così contenta di vedermi, detective?- le chiese Rick con un sopracciglio alzato e un ghigno da manuale stampato in faccia.

-No!!- gli rispose arrossendo lievemente -Così felice che il mostriciattolo, qui si sia calmato! Non ce la facevo più!- gli sorrise ancora, indicandosi il pancione per poi riprendere ad accarezzarlo.
Alexis ridacchiò ancora, rialzandosi e lasciando un bacio sulla guancia di tutti e due: -Io vado a pranzo fuori, è tornata Paige, e finché siamo a casa entrambe vogliamo approfittare.-

-Uhmm ok Al, ci vediamo per cena?-

-Certo, papà- la ragazza li salutò nuovamente con la mano mentre lasciava la stanza.
Solo quando sentì la porta richiudersi, dopo essersi sistemato meglio a gambe incrociate sul tappeto, Rick tornò a prestare attenzione alla sua donna, che lo guardava serena.

-Non aveva un libro da pubblicare, signor Castle?- gli chiese alzando un sopracciglio, -pensavo che non sarebbe tornato prima di stasera…-
La voce di lei sembrava esprimere solo pura curiosità, ma Rick, abituato a leggere la sua musa, poté scorgere anche la felicità per il suo arrivo anticipato. Sorrise. Amava quell’intesa che avevano creato fra di loro. Quel capirsi totalmente solo grazie ad un tono di voce o ad un'espressione particolare.

-Sì, detective, e sono felice di comunicarle che il nuovo libro di Nikki Heat sarà presente in tutte le librerie esattamente un giorno dopo la nascita del piccolo Alex- rispose lui incatenando i loro sguardi.

Kate lo guardò confusa: -Rick non sappiamo neanche la data precisa, cioè ne abbiamo una, ma non è sicura, lo sai- lui non si faceva mai scappare certi dettagli, soprattutto quando si parlava del loro piccolo Alexander.

-Lo so. È per questo che mi sono organizzato con Gina perché si tengano sempre pronti! Fra due settimane sarà già tutto a posto e da allora aspetteranno solo un mio cenno.- Caste la guardava, incredibilmente dolce e serio allo stesso tempo.
Era orgoglioso di essere riuscito ad avere quell’accordo con la casa editrice. Quel libro era speciale. Colto da un’ispirazione improvvisa, aveva iniziato a scriverlo il giorno stesso in cui aveva scoperto che la sua Kate aspettava un bambino, ed era stato concluso a tempo record tra nausee, stress, effusioni, crisi ormonali e preparazioni per il nuovo arrivo. Era stato un libro particolare fin dalla prima parola e per questo lo sarebbe stata anche la sua pubblicazione.
E Kate, pur consapevole di tutto questo, rimase senza parole per quello che il suo Rick alla fine era riuscito a fare. Senza dire niente, gli regalò uno di quei sorrisi che lo facevano impazzire e con una mano dietro la sua nuca, lo portò vicino a sé a far incontrare le loro labbra in un bacio dolce che gli mostrò tutta la sua gratitudine. Lo sentì appoggiare una mano al pancione e accarezzarglielo dolcemente.

-Allora, il piccolo Castle rompe?- le chiese appena si staccarono.

-Uhm, un po’ meno adesso. Si tranquillizza quando ci sei tu in giro- Kate sorrise sulle labbra ancora vicine di lui, riattilandolo a sé. Gli fece scorrere lentamente la lingua sulla bocca ed un gemito sfuggì dalla gola di entrambi quando gli morse forte il labbro inferiore. Si allontanò da lui poco dopo, riluttante e frustrata.

-Mi manchi- gli disse con uno dei suoi bronci migliori.

-Lo so, ma ormai manca poco, ancora poche settimane e potremo tornare alle nostre vecchie, bellissime, eccitanti abitudini.- Castle ridacchiò, sfiorandole un guancia con la punta delle dita, quando la donna avvampò leggermente. -Arrossisci ancora detective?- Malizioso. Beckett avrebbe voluto trucidarlo. Nonostante il suo desiderio fosse largamente ricambiato dallo scrittore, questo non poteva fare a meno di stuzzicarla. In effetti si divertiva da morire.

Sorprendendolo se lo tirò di nuovo contro, facendo incontrare le loro labbra in un bacio che ben presto, quando la lingua di Beckett andò a bussare alla bocca del compagno, si approfondì in una dimostrazione di amore più vecchia del mondo. Quando pochi minuti dopo si staccarono, alla ricerca di ossigeno, rimasero ancora incredibilmente vicini, con le fronti appoggiate l’una all’altra.

Un sorriso si allargò spontaneamente sul volto di entrambi.

 

   
 
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