Ero ancora sdraiata sul letto. Erano le sette, e io dovevo alzarmi per andare a scuola. 

Ma non avevo intenzione di andarci. Perchè andarci? Per rovinarmi quello che dovrebbe essere 'il periodo più bello di tutta la mia vita'? La scuola era iniziata ormai da mesi, secondo anno del liceo linguistico, e io ero già sotto la mira di mezzo istituto. 'sei una troia' di qua, 'vai con tutti' di là. 

Non era vero, non era vero niente. Ma loro lo trovano divertente. Sì, ovvio, era divertente pure per me rinchiudermi in bagno a ricreazione e piangere perchè passando per il corridoio ne ho sentite di tutti i colori, mamma mia! Dovrebbero farci una giostra al luna park. Sai che spasso, ci andrei tutti i giorni! 

No, assolutamente no, non volevo passare un'altra settimana in quell'inferno. 

"Angie! Vuoi muoverti? La sveglia è suonata da mezz'ora e tu sei ancora sdraiata. Su, alzati, e preparati!" 

E come sempre, mia madre esagerava. Non era passata mezz'ora, ma solo 5 minuti, da quando avevo sentito quel suono orrendo fatto apposta per svegliare una persona. Ma si sa, le madri esagerano sempre. Così scesi lentamente dal letto, rispondendo a mia madre con un: "ehh ho capito ma', ho capito, sono sveglia! Sono io quella che deve andare a scuola, non tu, perchè ti preoccupi? Tu non devi rovinarti la vita." io, tragica come sempre. 

Sono Angie, una ragazza di 15 anni. Mi sono sempre chiesta perchè a 15 anni, gli adulti ti guardino tutti con quello sguardo tenero e dicono "15 anni? Ahh, ma sei una signorina! Ohh, i giovani, che bei tempi eh!" No, no e ancora no. Che cavolo hanno in testa gli adulti? Nel mio caso non sono assolutamente 'bei tempi.' Sarà che sono tragica, ma, cavolo, è uno schifo. 

Gli unici a darmi forza, erano loro. 

Veronica e Davide. 

Sì, erano, perchè mentre io pensavo che fossero i miei migliori amici dalle elementari, loro si divertivano a sparlarmi dietro, e a ridere a tutti gli insulti che mi prendevo dalla gente invece che prendere le mie difensive. Ero sola, sola da morire, e, sempre da sola, avrei affrontato un altro di quei giorni stressanti, dentro a quell'inferno di scuola. 

 

Ero finalmente arrivata, giusto in tempo. 

Erano ancora tutti fuori, la campanella sarebbe suonata cinque minuti dopo. Peccato che è proprio fuori dalla scuola che mi sarei presa tutti gli insulti del lunedì mattina. Insomma, un bellissimo inizio settimana come sempre, gliene sono proprio grata di questi 'buongiorno troia' fantastici. 

Ero stufa, stavo per iniziare a piangere, e non volevo che mi vedessero, perciò incominciai a correre, svoltai l'angolo, aprii la borsa, mi guardai intorno, non c'era nessuno. 

Avevo una lametta, forse non dovevo averla, ma ce l'avevo. 

La presi, la appoggiai sul polso. Mi tagliai, una,due,tre volte. E continuai. Gli insulti dei miei compagni mi risuonavano nella testa, non avevo nessuno, ero sola. 

'Sola.' E' questa la parola che mi ha persiguitato per i 20 minuti che ho passato a tagliarmi e a piangere,seduta per terra, con la schiena appoggiata al muretto. 

Non volevo tornare in classe, ma non volevo nemmeno andare a casa.. non per ora almeno. 

Così, abbassai la manica del maglione in modo da non far vedere i tagli, e mi diressi verso un bar li vicino. Ordinai un bicchiere di latte macchiato e una briosche e presi posto al tavolo. Notai un giornalino, e iniziai a leggerlo. 

"Demi Lovato, è finalmente tornata a farci emozionare. La giovane star americana, ha rireso il comando della situazione. Dopo essere uscita dalla clinica in cui ha curato i suoi problemi,quali bipolarismo, autolesionismo e bulimia è tornata più forte che mai a far sorridere i suoi fans che l'aspettavano ansiosamente. 

Ecco cosa ha detto alla nostra intervistatrice. 

 

Sono così contenta di essere tornata. E' stato un periodo difficile, ma grazie ai miei fans e al supporto della mia famiglia sono riuscita a superarlo in parte. Mi sentivo così sola, per me non ero mai abbastanza. Ricordo di aver letto un commento su internet che diceva,riferito a me 'che brutta questa ragazza,è grassa.' e pensavo che non essendo un mio fan dicesse la verità. Poi è partito il tour con i Jonas Brothers, e lì, ho scoperto di avere problemi emotivi. Mi tagliavo, ero bipolare, non dormivo e pensavo fosse normale, ma non lo era. Con il mio nuovo album, voglio trasmettere ai miei fans forza, voglio dir loro che bisogna essere forti e che loro non saranno mai soli, perchè quando avranno bisogno, ci sarò io, con la mia musica. [...]" 

 

Mi piaceva così tanto Demi! Non mi reputavo sua fan, la conoscevo come la 'Mitchie Torres' di Camp Rock, e non avrei mai pensato che il suo sorriso potesse nascondere tutti questi 'problemi.'

Mi rispecchiavo in quelle righe, mi rispecchiavo in quel 'mi sentivo così sola, per me non ero mai abbastanza.' Mi rispecchiavo in tutto quello. 

Volevo provare, volevo ascoltare le sue canzoni e sentirmi per una volta 'capita.' Non volevo più sentirmi sola, avevo bisogno di qualcuno, e forse, la sua musica, sarebbe stata mia amica. 

Volevo crederci. 

Tornai a casa in fretta, accesi il computer. 

'Skyscraper - Demi Lovato." PLAY. 

 

"You can take everything I have, you can break everything I am, like I'm made of glass, like I'm made of paper. Go on, and try to tear me down, I'll be rising from the grond like a skyscraper."

 

Stavo piangendo. Non mi ero mai resa conto di quanto sia bella la sua voce, di quanto i suoi testi mi rispecchino, di quanto tutto questo mi faccia stare meglio. 

Scaricai tutte le sue canzoni, comprai il suo nuovo cd, guardai molti suoi video su youtube. Volevo considerarmi anche io una lovatic, volevo pure io far parte di quella famiglia che ha aiutato Demi a rialzarsi da terra come un grattacielo. 

Ce l'ha fatta lei, ce la posso fare anche io. 




-hei, è la mia prima FF, ammetto che questo capitolo è un po' tragico, ma i prossimi saranno più 'allegri'. lasciatemi qualche recensione, accetto tutto, ciao ciao! (: Francesca.-