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Autore: MrBadCath    30/08/2012    3 recensioni
Dalle autrici di best seller (lol) het come 'The days of our lives' e slash come 'Il marinaretto in congedo e il ninfomane pronto a farselo', con la collaborazione della Regina dei matrimoni a Las Vegas... direttamente sui vostri schermi la fan-fiction a sei mani che renderà questo venerdì 17 agosto ancora peggiore di come ve l'eravate immaginato. Muahahahahahah!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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2. I get around (A night at the Opera)

- 18 novembre 1977 -
Detroit


Detroit era già una città abbastanza incasinata degli Stati Uniti. Immaginate quando ci arrivarono i Queen.
«Mami, farò tardi. Non mi aspettate sveglia. Ehm, mi chiedevo se domani non posso portare a pranzo una bella cosa con me!» Courtney sorrise soddisfatta, aspettando sull’arco della porta una risposta. Era pronta per uscire e aveva aspettato l’ultimo secondo per dare la buona notizia, visto che se la faceva sotto dalla paura, anche se la cosa non rientrava proprio nelle abitudini di una ragazza fine e composta come lei.
«Il dolce?» domandò il padre con aria da burlone.
«Pensavo il ragazzo che ha chiesto la mia mano, ma possiamo portare anche il dolce!» sghignazzò lei.
«Oh, tesoro! Lo sapevo che la tua visita doveva nascondere qualche bella sorpresa!» strillò la mamma entusiasta. La ragazza non le diede il tempo di continuare, sentì il motore dell’auto rombare per la strada e si precipitò fuori dall’abitazione, salutando tutti e sparendo in un batter d’occhio.
«Ah, niente domande, vedrete tutto domani!»
Non appena arrivata di fronte alla vettura si risentì di vedere al volante Roger Taylor, ma decise che non valeva la pena sprecare quel bellissimo momento perché aveva visto prima il suo odiato del suo amato. Sapeva che doveva, in un modo o nell’altro, abituarsi alla presenza di Roger (e della sua fidanzata con i capelli viola) perché avrebbero dovuto continuamente convivere nei backstage dei tour, fino a che i Queen sarebbero andati avanti - e Courtney aveva la sensazione che sarebbero andati avanti ancora per molto.
Balzò sul sedile posteriore e strinse con tutta la forza che aveva in corpo la testa ricciola del suo fidanzato, stampandogli un bacio sulle labbra. Non si vedevano da ben tre giorni. La macchina ripartì quasi subito e con lei i quattro passeggeri.
«Dai, non tenerci sulle spine, che hanno detto?» domandò Julia felice. Una cosa, forse l’unica, che Courtney apprezzava di lei, era la sua capacità di essere entusiasta di ogni piccola cosa. Roger in tutta risposta pigiò nervosamente sull’acceleratore. La notizia, da top secret, si era diffusa a macchia d’olio.
«Beh, domani a pranzo sei ufficialmente invitato dalla mia famiglia!» esultò la moretta, stringendo a sé Brian e lui fece lo stesso, felice e allo stesso tempo nervoso al solo pensiero. La sua timidezza alle volte sapeva essere uno scoglio insormontabile, ma si consolava pensando a quella del suo collega bassista.
«Ripensaci Brian, non ti sposare. Non puoi mai sapere, magari ti tradisce con il primo ballerino...» ridacchiò invece il batterista. Nello specchietto retrovisore si stava combattendo una battaglia di sguardi tra lui e Courtney: nessuno dei due sembrava intenzionato a rinunciare ad avere il chitarrista, per un verso o per un altro.
«Ma non dire idiozie...» si intromise Julia, che ci teneva particolarmente a tornare fino al palco con lo stesso numero di arti con cui era partita e che voleva quindi evitare che la ballerina sul sedile posteriore si scagliasse sul suo fidanzato al volante (anche perché la macchina era ovviamente noleggiata e sarebbe stato meglio riportarla indietro tutta intera).
«Hai ragione!» continuò Taylor «Di solito i ballerini sono...» il biondo decise di ignorare gli avvertimenti di pericolo che la fidanzata gli lanciava con gli occhi e andò avanti per la sua strada «gay!»
«Sei proprio un cretino. E lo dico nel totale rispetto del vincolo di amicizia che ti lega al mo futuro marito.»

Julia non aveva proprio niente da fare mentre il suo fidanzato e i suoi amici intrattenevano il pubblico. Era passata solo un'ora da quando Roger si era seduto sullo sgabello di finta pelle nera e lei già si annoiava.
Fortunatamente c'era uno specchio nel camerino, (sì, mentre tutte le altre erano ad ammirare i propri amati, lei stava stravaccata su un divanetto), si alzò e poté guardarsi da vicino.
Meccanicamente Julia controllò se alla base della folta chioma viola ci fosse solo un millimetro di ricrescita; non ve n'era traccia. La sera avrebbe controllato anche quella di Roger; era inaccettabile che una coppia perennemente esposta alle ferree e scoccianti critiche della stampa, che perseguitava i Queen da sempre, si presentasse in giro con la ricrescita. Per non parlare dei critici musicali! Quella sotto categoria di artisti falliti cercava in tutti modi di dissolvere il successo creatosi attorno alla figura dei quattro ragazzi inglesi; Julia, per quanto potesse essere una giovane tranquilla e relativamente mite, non sopportava il modo in cui quei bastardi criticavano il suo panterone, come diceva lei.
Roger era molto incazzato a riguardo, soprattutto dispiaciuto, però.
Non che lo desse a vedere ai ragazzi, anzi, non accennava neanche a dubitare del futuro successo dei Queen, ma appena si chiudeva la porta di casa alle spalle era pieno di interrogativi; certo, niente che il pensiero di una folla adorante o una notte d'amore non sarebbero riuscite a spazzare via.
Julia chiuse gli occhi, visualizzò, nel buio che le si chiuse attorno, un'immagine.
Si alzò di colpo e sentì l'improvviso bisogno di imprimerla su tela, prima che la preziosa idea svanisse; era fondamentale per il suo lavoro, cogliere ogni opera quando era ancora fresca, per renderla spontanea.
«Oh sì!» esclamò, prendendo una penna che qualcuno aveva buttato per terra per caso. Sfortunatamente le mancava la tela, o per lo meno un foglio su cui scrivere qualcosa, l'unico blocco di fogli nel raggio di due chilometri era quello di Courtney, dove la ballerina appuntava ogni suo spettacolo o impegno personale importante.
‘Non si arrabbierà se prendo un foglio, no?’, pensò la pittrice, scegliendo un foglio a caso fra gli altri.
La sfera della bic provvedeva a distribuire l'inchiostro in modo equo a ogni tratto; dopo qualche minuto di lavoro, Julia staccò gli occhi dal disegno e lo guardò da lontano. Erano giorni che non riusciva a disegnare qualcosa che la soddisfacesse pienamente, ma, in quel momento aveva prodotto lo schizzo perfetto per un'opera grandiosa.
Il suo Roger l'avrebbe baciata sulla testa e l'avrebbe stretta, dicendole che era meraviglioso, come sempre; ma quella volta era diverso, a Julia piaceva veramente quel che aveva prodotto, non vedeva nel corpo femminile che aveva disegnato.
Doveva solo prepararsi all'eventuale reazione di Courtney, se si fosse accorta del foglio strappato...
Julia tornò con gli altri solo durante l'assolo di chitarra, quando il resto della band lasciava il chitarrista in intimità col pubblico.
«Amore, perché non vai a prendermi il pacchetto di sigarette che ho lasciato giù nei camerini?», Roger sembrava più tranquillo di quel che in realtà dovesse, sarebbe dovuto rientrare in scena poco tempo, non due giorni;
«Mi chiedo come tu riesca a vivere senza di me dietro le quinte!» esclamò ridendo la ragazza bassa e minuta, scendendo le scale con un'energia che non si addiceva al suo corpo.
Velocemente, senza neanche pensarci, Julia aprì la porta del camerino.
Grande errore.
John Deacon, intento a cambiarsi i pantaloni, cadde dietro al divanetto per lo spavento, o cercando di non farsi vedere da chiunque stesse entrando. Dopo aver tenuto gli occhi sgranati per una manciata di secondi, la giovane dai capelli viola corse dietro il sofà, nell'intento di aiutare il bassista ad alzarsi; più rosso di un pomodoro, il musicista aveva i pantaloni tirati su fino alle ginocchia.
«Vuoi una mano?»
«Eh?! Ti sembra che abbia bisogno di una mano?...E poi per...Per COSA?»
«Intendo, per alzarti, John... E se devo essere sincera avresti bisogno di più di una mano» la ragazza ridacchiò sotto i baffi.
Si guardarono negli occhi e, quando John si alzò senza afferrare la mano di Julia, più per timidezza che per scortesia, lei non poté fare a meno di notare la protuberanza ubicata all'interno della biancheria intima bianca, costringendosi però a distogliere lo sguardo e a concentrarsi su quel che doveva prendere... come non detto.
«Che... Perché sono venuta qui?»
«Se non lo sai tu...»
«Sei simpatico, insomma.»
«Cosa diresti, tu, se all'improvviso la ragazza di un tuo collega entrasse nel camerino mentre sei mezzo nudo?»
«Probabilmente... ‘Ciao.’. Sicuramente non mi auto incapretterei dietro al divano» e dopo una strizzata d'occhio, Julia si ricordò improvvisamente il motivo per cui si era trovata in quell'imbarazzante situazione, le sigarette.
Dopo aver afferrato il pacchetto, la ragazza stava per uscire dalla stanza,
«Gradirei che questa sera Roger non costruisse una barzelletta su quel che è successo» Deacon accennò un sorriso, con ormai i pantaloni ben allacciati,
«Tranquillo. Prometto che non ne parlerò a nessuno» sorrise di riflesso la Julia, che quando si ricordò di avere una tremenda fretta, si fiondò fuori dalla porta.
Roger e la sua fidanzata si accesero una sigaretta, uno davanti all'altro, mentre un ragazzo del Queen Staff, massaggiava le spalle al batterista e gli asciugava il sudore dalla fronte,
«Non dovresti sbrigarti?»
«In teoria sì, ma ho sempre tempo per una sigaretta con te, piccola...»
Lei sorrise intenerita da quello slancio improvviso di tenerezza del biondo, poi gli prese la mano:
«Siete grandiosi, lo sai?»
«Certo che lo sappiamo, siamo i Queen» si intromise Freddie, un metro più lontano, poi aggiunse, «Dolcezze, non sapete quanto mi dispiace separarvi ora, ma il lavoro chiama!»
Il cantante tirò per la mano Roger sul palco, Julia sorrise.
‘Che tipo!’ pensò fra sé e sé divertita.



ndAut: Ecco a voi un fantastico disegno di MrB che ritrae la bellissima Julia :) Enjoy <3
E un ringraziamento a tutti coloro che ci seguono, commentano etc etc :D
Much love,
M&M&M

   
 
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