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Autore: LovingBroadway    30/08/2012    0 recensioni
Eccola la futura vita di quasi tutti coloro che dieci anni prima varcavano ogni giorno la soglia dell'aula delle "Nuove Direzioni". Eccola la loro vita, solo che è effettivamente come nessuno se la sarebbe mai aspettata. Mai.
Dal testo: -Ehi ragazzi, sono Will Schuester! Dio, che effetto strano mi fa parlarvi ancora, voglio dire, mi... Mi mancate, sono passati dieci anni da quando avete lasciato il McKinley e gli auguri di Natale su Facebook sono stata la sola prova che voi siate ancora vivi. Sapete, qui il mondo è cambiato, l'emozione che la scuola mi irradiava nel cuore è diversa, più fredda... Si, più fredda. E... E ora scusate, ma vi starete chiedendo il vero motivo per cui io vi sto intasando la segreteria telefonica. Ecco, verso inizio Settembre mi troverò verso le parti di New York. E sì, vi sto proponendo una rimpatriata, tutti insieme, anche se non so se mai accetterete. Vi farò sapere solo dove e quando. Voi dite solo di si. Vi prego.-
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Primo capitolo: Santana/Sebastian.
Secondo capitolo: Blaine/Kurt.
Terzo capitolo: Finn/Rachel.
Quarto capitolo: Quinn/Puck.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Finn/Rachel, Puck/Quinn, Santana/Sebastian
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1.
Santana/Sebastian.



-Ehi ragazzi, sono Will Schuester! Dio, che effetto strano mi fa parlarvi ancora, voglio dire, mi... Mi mancate, sono passati dieci anni da quando avete lasciato il McKinley e gli auguri di Natale su Facebook sono stata la sola prova che voi siate ancora vivi. Sapete, qui il mondo è cambiato, l'emozione che la scuola mi irradiava nel cuore è diversa, più fredda... Si, più fredda. E... E ora scusate, ma vi starete chiedendo il vero motivo per cui io vi sto intasando la segreteria telefonica. Ecco, verso inizio Settembre mi troverò verso le parti di New York. E sì, vi sto proponendo una rimpatriata, tutti insieme, anche se non so se mai accetterete. Vi farò sapere solo dove e quando. Voi dite solo di si. Vi prego.-
 
 
 
Santana aprì la porta bianca del suo appartamento che occupava una minima e insignificante parte del centro di New York. La sua casa non era enorme, ma mai l'aveva immaginata così bella e calda. Lì aveva semplicemnte tutto quello che aveva sempre sognato: la sua cucina in stile francese, il suo divano turchese imperlato da cuscini a forma di cuore, una libreria contornata di un oro vivo che occupava la maggior parte dello studio, un letto rosso ed enorme dove poteva liberamente fare l'amore con suo marito. E poi c'era quel pianoforte nero che occupava l'intera camera che ospitava anche i libri. Che combinazione perfetta, libri e musica, era come far vivere un'anima due volte, o farne resuscitare un'altra, o... congiungerne due. Lei e Sebastian se lo ripetevano sempre. Si, si Sebastian. Lo stesso Sebastian che era un gay convinto. Lo stesso Sebastian che l'aveva baciata sotto la neve di un vicolo cieco in piena bufera newyorkese. Lo stesso Sebastian che non pensava mai fosse così bello fare l'amore con una persona... con una donna. Ma daltronde, lei era la stessa Santana che dieci anni prima non si sarebbe mai lasciata sfuggire dalla presa la mano della sua ragazza: Brittany. Quella Santana che capì che avere le braccia possenti di Sebastian a salvarla dalla depressione erano le braccia con cui voleva condividere la sua vita. Quelle braccia, delle quali a suo tempo non vedeva l'ora di scoprire il corpo, e il profumo di questo.
Da adolescienti si erano lasciati andare agli ormoni, diventado un gay ed una lesbica. Si erano persi nelle loro vite e non si erano più rivisti. Ma Santana perse Brittany: la sua ragazza non voleva lasciare Lima, e così l'ispanica si era arresa a vivere una vita di infelicità. Ma ogni domenica si sedeva al tavolo della loro cucina. Ogni domenica apriva internet. Ogni domenica controllava i voli per New York... Finchè una di quelle domeniche mattina si decise a cliccare su "comprare". Ma si sentì crollare le speranze sul cuore quando Brittany per la prima volta le urlò contro. Le valigie furono pronte in quelche ora e New York fu a sua disposizione l'esatto giorno seguente. Si iscrisse all'università di lettere. Comprò casa. Ma niente andava per la divezione giusta. Niente. Nè il lavoro da cameriera che si era trovata da Starbucks per far fronte agli studi, nè l'università, nè il rapporto perfetto che aveva sempre avuto con la sua mamma. 
A lavoro non veniva pagata, gli esami di latino e greco l'avevano fatta cadere sulle sue ginocchia, e la sua mamma ancora non sopportava l'idea che la figlia si fosse persa dietro Brittany.
Così arrivò la depressione. Arrivò quando non riusciva a pagare l'appartamento, quando la scuola decise di non farla laureare, quando la donna più importante della sua vita, la sua mamma, non le dava più il supporto di cui lei aveva bisogno.
Ma così la depressione esplose via dal suo cuore quando Sebastian la incontrò in una panchina di Central Park, e parlarono per ore. E Santana si fece più leggera. Particelle di felicità avevano preso a lottare con tutte le loro forze dentro il suo corpo, uccidendo violentemente la tristezza che le mordeva il cuore e la mente.
Ecco come incominciò la loro storia d'amore. Si sposarono due anni dopo. E ora... ora erano felici. Veramente felici, con il loro pianoforte, i loro libri, i loro cuscini a forma di cuore. La loro vita.
-Amore sei a casa?- L'espressione della ragazza si fece dubitativa quando entrò in casa e vide che era deserta. Così premette il pulsante della segreteria telefonica.
-Tre messaggi non ascoltati.- La informò la voce registrata dell'apparecchio.
Il primo era un messaggio della sua segretaria che la informava di una riunione che si sarebbe tenuta la settimana prossima.
Oh, ecco dove era finito suo marito: -Tesoro, sono bloccato in taxi, la metropolitana era chiusa fra la sesta e la trentaquattresima. Ti ho chiamata, ma hai il cellulare spento. Arrivo appena posso. Ti amo.- Santana poteva intravedere da quelle parole il piccolo sorriso del ragazzo mentre diceva "Ti amo".
E poi eccolo il terzo messaggio. Quello di Schuester. La lasciò a bocca aperta. Non esattamente esaltata per quello che le aveva detto. Il nervoso l'aveva bloccata appena era partito il messaggio. Un nervosismo non esattamente positivo.
Si alzò con ancora i nervi intorpiditi, che pochi secondi prima erano stremati per la giornata, ma che subito dopo pochi isanti erano diventati frenetici. Lei lo doveva dire a Sebastian, al suo Sebastian, ma cosa sarebbe successo se sarebbe crollata al pensiero di rivedere tutti i suoi amici? I suoi ex-amori? No, no, no. Su questo ci doveva pensare. O meglio non pensare. 
Andò in cucina, preparò la tavola con la tovaglia a scacchi blu e bianca. Mise i tovaglioli gialli insieme alle posate, i bicchieri e i piatti.
Poi passo alla loro camera da letto. Si sedette sul letto. Tolse la collana nera alla quale era attaccato un fiocco nero grande quasi come il palmo della sua mano, al quale erano attaccati piccoli frammanti oro che riprendevano il motivo del fiocco. Mise la collana e gli orecchini a forma di Tour Eiffel sul comò che giaceva poco lontano dai piedi del letto. Lasciò cadere a terra la cintura che stringeva in vita i pantaloncini corti sui quali dominava un pizzo macramè. Ora la camicia cipria di raso che indossava giaceva inerm sull'attaccapanno rosso della loro camera. 
Estrasse dalla sua shopping bag rossa il cellulare e digitò il numero di suo marito, avviandosi verso il bagno.
Si raccolse i capelli in un concio disordinato e accese l'acqua, gettando piccole quantità di sapone liquido alla fragola e all'ananas.
-Ehi, amore!- lo salutò gioiosa Santana.
-Tesoro, sto aprendo la porta. Dove sei?- la ragazza poteva sentire la voce di Sebastian nell'appartamento.
-Nella vasca.-
-Oh, eccoti amore mio.- Sebastian le sorrise mentre parlava ancora al telefono rimanendo sulla soglia della porta che dava sul loro bagno. 
-Tutto bene? Come è andata a lavoro?- Santana si avviciò al marito mentre gli poneva la domanda. Lui non perse tempo. La baciò dolcemente, accarezzandole il viso.
-Tutto bene, sto lavorando ad un nuovo progetto!- Sebastian tolse lentamente la cravatta, la camicia, i pantaloni... E in poco tempo fu complemante aperto alla visuale della moglie, senza alcun vestito.
Si mise a sedere dentro la vasca esattamente dalla parte opposta alla moglie. Era diventato il loro gioco. Quello era il loro modo di rilassarsi insieme, dopo una giornata definita da stress, vittorie e insuccessi, speranze infrante e sogni gloriosi che si dilagavano nelle loro vite. Era il loro modo di dirsi "ti amo".
-Sono così fiera del mio architetto.- 
-E io sono così fiero di mia moglie, della mia giornalista.-
Architetto. Giornalista. Ecco cos'erano diventati. Nessun personaggio troppo famoso. Nessuna persona che potesse essere  rinosciuta a Times Square. Solo tutto quello che avevano sempre inconsciamente sognato. Sebastian aveva preso le redini dell'ufficio di suo padre, che dopo molti tentennamenti venne costretto dal medico ad andare in pensione.
E Santana aveva avuto un solo amico nel momento della difficoltà, l'unico amico che la sopportava mentre piangeva in quel buco di appartamente nel centro di Lima. Quello stesso amico che le usciugava le lacrime appena queste cedevano la presa dalle palpebre. Il libro. La scrittura e la lettura divvenero la sua vita. E così decise che un lavoro che le avrebbe dato tutta la vita sarebbe stato davvero quello che aveva sempre desiderato. Indipendentemente da popolarità o meno. Indipendentemente da soldi o povertà.
Sebastian si fece avanti, prendendole le mani e baciandola, mentre lei gli sorrideva nell'anima.
-Ah, quasi dimenticavo. Oggi ha chiamato mamma!- 
-Oh, bene.- Si sforzava di essere contento per lei. Lo faceva davvero. Ma non era mai riuscito a capire perché non l'avesse aiutata nel momento del bisogno. Come non avesse potuto aiutare la donna più bella e meravigliosa che lui avesse mai conosciuto. Poi cercò di darsi una risposta diversa per una volta: lei lo aveva sempre detto a Santana. La sua mamma l'aveva avvertita che se ne sarebbe dovuta andare nel momento opportuno, ma lei non lo fece. Forse sua madre si sentì tradita, forse non si fidava più delle decisioni della figlia, ma inizialmente a New York la lasciò sola. Si rifece viva quando la figlia incominciava a respirare meglio, senza i singhiozzi a strozzarla. E questo Sebastian lo non avrebbe mai mandato giù.
-Amore, sai che ci siamo chiarite, sai che mi ha chiesto scusa. Non ne ho voglia di litagare ancora.- lo attaccò Santana.
-Santana qui non litiga nessuno. Dico solo che le scuse non cancellano un bel niente. Non doveva fare così.- Sebastian si alzò bruscamente dalla vasca, lascindole le mani. In fondo, aveva conservato quel caratteraccio di quando era più giovane, solo non voleva ammetterlo, gli piaceva l'idea di essere cambiato, migliorato da quando capì che si viveva meglio con la convinzione di non fare del male alle persone.
-Hai ragione, ma non volevo perdere mi mamà. Lo sai che per me è importante, lo hai sempre saputo. A volte si perdona anche l'impossibile a chi ami più di te stesso.- Lui rimase in silenzio, sapendo che la moglie aveva ragione, ma nonostante questo, ciò non lo convinse dell'innocenza della madre. 
-Mi dispiace. Ma non doveva fare così.-
Un sospiro straziato di Santana invase il bagno. Lei lo sapeva, lo sapeva fin troppo bene. Non aveva bisogno di farselo ripertere costantemente.
-Ok, discorso chiuso! Scusa San.-  Il ragazzo si protrasse verso la moglie ancora nelle acque dolci della vasca per lasciarle un bacio intimo sulle labbra, dipingendole poi sil viso una linea di baci che finirono sulla sua guancia. Gli sorrise, felice, ancora una volta, di averlo sposato.
Entrambi si rivestirono. Santana con una vecchia maglia di Sebastian che il ragazzo aveva scartato, e lui con un paio di pantaloncini e una t-shirt, pronti per consumare la cena.
Pollo e patate furono pronti e gustati da quella perfetta coppia di sposi, che finito di riassettare la cucina, si trasferi nello studio. In quel  magico mondo di musica e libri.
Sebastian attaccò un brano di Chopin dopo essersi messo i suoi nuovi occhiali neri, e Santana si sedette accanto a lui. 
La pioggia li sorprese, incominciando a cadere inesorabile sulla loro finestra, mentre l'ispanica prese sottobraccio il marito, attenta a non fargli sbagliare tasto. Sebastian, che ormai conosceva bene quelle note che stavano prendendo il sopravvendo sulla coppia e sul apinoforte, chiuse gli occhi. Si voltò, e scendendo all'altezza della moglie le lasciò un sincero e tenero bacio sulla fronte.
Rimasero così fino al termine della suonata. Fino al momento durante il quale la semplice pioggia di prima divenne una tempesta di fine estate.
Santana lasciò la presa. Si diresse verso la libreria, mentre una'ltra sinfonia si stava facendo largo fra i loro pensieri da innamorati.
Non prese nessun libro, voleva asapettare di finire quello da lei incominciato tempo prima. Lesse semplicemente alcuni titoli, mentre aspettava di perdersi nelle note dolci che la parte più bella della sua vita le aveva regalato.
Quella sera rimasero nel loro studio fino a tardi. Poi, con gli occhi pesanti, Sebastian tolse gli occhiali, lasciandoli sul pianoforte. Seguì la moglie che era passata in bagno per gli ultimo preparativi prima di andare a dormire.
Il ragazzo trovò l'amore della sua vita già a letto, con la solita vecchia maglia e una coda alta. Se era possibile, l'amava anora di più in quel momento della giornata: era l'unico momento che si mostrava per quello che era veramente, senza barriere a difenderla. Senza un completo da donna d'affari e tacchi quindici. Senza trucco, Dio, come  le piaceva senza trucco. 
Si fermò a osservarla sullo stipite della porta della loro camera da letto, mentre lei toglieva le lenzuola da sopra il suo corpo per fare posto a quello del marito, che si gettò ad abbracciarla. Portò le sue labbra su quelle della ragazza, lasciandosi trasportare in un bacio appassionato.
Santana, lentamente, fece in modo che il suo peso si spostasse sopra il corpo perfetto di Sebastian, pronto ad abbracciarla. L'ispanica mise la testa sopra il suo petto. Adorava sentire il tenero battito del suo cuore forte.
Sebastian fece in fretta a ribaltare le posizioni, mentre il suo corpo l'andava ad amare. I loro occhi furono velocemnte alla stessa altezza, pronti a sorridersi vicendevolmente. L'azzurro dei suoi occhi si amalgamò con il marrone spagnolo che lo faceva andare fuori di sè.
Quella notte si amarono. 
Quella notte la vecchia t-shirt che indossava Santana fu gettava con cautela al suolo, e Sebastian fece altrettanto con i suoi indumenti.
Quella notte fecero l'amore lentamente, con i mille baci che erano soliti a lasciarsi su ogni centimetro che il corpo di uno offriva all'altro. 
E per quella notte, Santana dimenticò completamente il messaggio di Schuester. 





NdA.
Duunque! Dopo tanto tempo mi è venuta l'ispirazione e questo è quello che ne è venuto fuori. E' una long... Verranno inizialmente presentate le vite di quattro dei protagonisti di Glee. Finiti questi quattro capitoli, verranno ripresi tutti i personaggi, ognuno con un altro capitolo a disposizione, e in questo nuovo capitolo verrà definita la scelta riguardo la rimpatriata! Allora, cosa ne pensate? Fatemi sapere!
Ah, aggiornerò ogni settimana. 

Un bacione, Lù(:
  
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