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Autore: Derectum    30/08/2012    0 recensioni
Una full novelization (novelizzazione) personale ispirata alla storia del sesto capitolo Final Fantasy.
Dopo il ''Mataisen'', la Guerra dei Magi, il Mondo dell'Equilibrio ha perso e dimenticato l'esistenza della magia. Il mondo è immerso nell'era della tecnologia, dove l'acciaio e il vapore sostituiscono le spade e gli incantesimi. Quando un regno del sud, l'Impero di Gestahl, inizia a prendere possesso dei territori, alcuni cercarono di contrastare la forza che avrebbe presto conquistato l'intero mondo. Ma vennero abbattuti, ogni forma di resistenza cadde. Qual'è il segreto della sua forza? Tra conflitti, amore e disperazione, una sola persona sarà in grado di salvare un mondo corrotto da bugie e avidità, e riscoprire i valori che distinguono l'uomo dalla macchina.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Locke Cole, Terra Branford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I venti cantarono fortemente.
Poi, la neve aveva smesso di scendere, riempiendo l’intera vallata di un silenzio glaciale. I pini stavano immobili, nell’attesa di sentire o di vedere. Erano gli unici a dare una forma a quella distesa di ghiaccio. Qualche collina visibile qua e là, solo viaggiando oltre, segni di calore e vita potevano essere avvistati in lontananza.
L’enorme macchinario produceva non poco rumore. Ad ogni passo, la neve trasaliva, la terra tremava. Rumori metallici dal suo interno, mentre le contrazioni producevano una fuoriuscita di vapore. Possedeva due arti, su cui si appoggiava, la metà superiore rivolta verso l’alto mentre quella inferiore, più lunga, terminava con un enorme piede d’acciaio che si sosteneva nella neve. Due gambe di un metallo grigio quindi, che sostenevano a loro volta un’altra metà superiore. Ciò che sembrava metà di un guscio d’uovo. Decorato con un motivo sulla parte posteriore, somigliante alla forma di una rosa nera. Fili di variate dimensioni collegavano il guscio alle gambe. L’intero androide era alto circa due metri. Ai lati della parte superiore vi erano disposti due artigli più corti rispetto alle gambe. Dentro il guscio, in piedi, stava un uomo. Con la mano sinistra appoggiata al vetro protettore, stava scrutando la vallata in lontananza. Indossava un’uniforme dello stesso colore della sua macchina, con un casco ed una protezione per il freddo.
-Wedge! Vieni, siamo vicini! - gridò lui, rivolto al compagno, qualche metro più lontano.
Un’altra armatura si avvicinò alla prima, facendo tremare il bianco sotto il peso del metallo.
-Narshe? E’ quella? - domandò lui, appena fu vicino. Indossava la stessa divisa del compagno, un’armatura leggera, di un marrone scuro.
-Sì, collocata tra le montagne di Vjoll, una città-miniera. Un buco in mezzo al nulla, in pratica. - rispose, accennando un sorriso divertito.
-Che rottura, mandare proprio noi in questo deserto, per recuperare qualcosa che non siamo nemmeno sicuri di trovare. -
-Tranquillo, sono sicuro che, chiedendo gentilmente, gli abitanti sapranno aiutarci. Poi, potremo andarcene. -
Intuendo le intenzioni del compagno, Wedge assunse un’espressione preoccupata.
-Ma Narshe non è rimasta neutrale? Non possiamo permetterci di fare casini, Biggs. -
Un ghignò si stampò sul volto di Biggs. Si posizionò dentro la sua macchina, azionò i comandi e l’armatura iniziò a muoversi, scendendo pian piano la collina, seguita poi anche dalla seconda. Nella valle, restava in attesa una terza armatura.
-Pensi che sia ancora vivo? - domandò Wedge.
-Un esper arrivato lì, 1000 anni fa? Probabile, i nostri ordini erano urgenti. -
Esper. Al sentire il suono della parola, l’occupante della terza armatura alzò il capo. I suoi occhi spenti, la sua espressione vuota.
D’un tratto, i venti ricominciarono il loro canto. La neve si spostava seguendo il ritmo, ricoprendo le tracce lasciate dalle armature. Si stavano muovendo velocemente ora, ricoprendo quanto più terreno possibile, in vista della città.
-E questa donna, questa strega. Che cosa ci fa qui? - domandò Wedge. Procedeva insieme al compagno davanti, mentre la misteriosa ragazza nella terza armatura seguiva i loro movimenti da dietro. -Ho sentito che ha fatto fuori 50 dei nostri Magitek in meno di 10 minuti. Li ha completamente inceneriti! -
-Cos’è? Hai paura? - chiese Biggs, la sua solita espressione strafottente sul volto.
Wedge si limitò a girare la testa verso la giovane. La sua espressione non sembrava cambiata, gli occhi spenti fissando il vuoto. Il vento colpiva la pelle, e i capelli smeraldini, raccolti in una coda, ondeggiavano di lato.
-Stai tranquillo. - disse Biggs, dopo qualche minuto. -Vedi quell’affare sulla sua fronte? -
Si girò ancora, osservando la sottile corona intorno alla testa della ragazza.
-Che cos’è? -
-Da quanto ho capito, con quella roba sulla testa, è come una marionetta senza cervello. Con un nostro ordine, la ragazzina non respirerà nemmeno. -
-Ah, buono a sapersi, non vorrei trovarmi quella strega addosso. -
Seguì la risatina del compagno, poi il resto del viaggio fu trascorso in silenzio, con solo i venti a fare da sottofondo.
Dopo qualche kilometro, il paesaggio iniziò a cambiare. Le bianche montagne di Vjoll erano ora vicine, tra la neve si distinguevano anche le timide luci di Narshe. Il cielo si era oscurato adesso, ma la danza dei fiocchi rendeva impossibile la vista di qualsiasi stella.
La città serviva come passaggio per l’interno della montagna, una decina di case alte e strette. La loro presenza poteva essere facilmente individuata, notando la coltre di fumo generata spesso, dopo i lavori svolti nella miniera, poco lontana.
Su una collina alta, costeggiante la città, stavano due soldati. Entrambi vestiti di bianco, da una distanza sarebbe stato difficile distinguere la loro forma, attraverso la neve e il vento. Uno di loro stava appoggiato ad una ringhiera, riscaldandosi i polmoni con una sigaretta. L’altro stava a pochi passi da lui, impegnato a scrutare tra la tempesta di neve che si era formata. I loro indumenti li proteggevano dal freddo, ma sarebbero serviti a poco altro.
Mentre il secondo soldato si avvicinò alla ringhiera, un rumore si sovrappose a quello del vento ghiacciato, un rumore che aumentava di intensità, secondo dopo secondo. Il primo soldato lanciò la sigaretta da un lato e si girò alla ricerca dell’origine, ma la neve non permetteva all’occhio di andare oltre. Quando il rumore fu abbastanza vicino, i due indietreggiarono.
I fiocchi rimbalzavano sulla superficie rivelando la sua forma. Di fronte ai due stava uno dei giganti di metallo. Una fiamma rossa partiva dalle gambe ripiegate all’indietro, mentre altre due originavano dalla schiena, stabilizzando il gigante in volo sopra le teste dei due. Non ebbero tempo di fare domande, i loro corpi si disintegrarono in seguito alla potenza del raggio. La luce scomparve in pochi secondi, lasciando fumante il petto del gigante, appena sotto la cabina.
Fu il grido di Biggs a dare inizio al caos. In seguito altri soldati presero posizione. Al primo gigante si unì il secondo e poi il terzo, atterrando rumorosamente sulla collina. Le armi del nemico erano pronte. In seguito al grido di uno, i fucili scaricarono le munizioni, ma i proiettili rimbalzarono sulla pelle brunastra dei colossi.
-Sono armature Magitek! - gridò uno dei soldati, notando il simbolo della rosa nera. -L’Impero ci sta attaccando! -
-Hmph! - Biggs schioccò le dita, facendo avanzare la ragazza. Quando il centro del suo Magitek si accese, un’intera colonna di soldati fu spazzata via. Un inferno di fiamme si scatenò sotto il ghigno feroce di Biggs. La ragazza invece, non mostrava alcun tipo di sentimento, i suoi occhi spenti, ma le sue mani pronte a rispondere ad ogni comando.
-Sei impazzito?! Non puoi uccidere tutti! - intervenne Wedge.
-Ah no? E perché mai? Ho il potere... - Con un altro comando, un’ondata di fuoco investì altri soldati, e alcune case che presero a bruciare. -...e quindi anche il diritto! -
-Per Narshe! - Tre soldati si lanciarono giù da un ponte in legno, atterrando sopra l’armatura di Wedge.
-Maledizione! - I propulsori infiammarono e l’armatura si scontrò contro il ponte, distruggendolo, e facendo precipitare i soldati. La risata di Biggs si sovrappose alle urla della gente in cerca di riparo.
-Basta! La miniera è il nostro obbiettivo! Muoviamoci. - Con la speranza di evitare altri massacri, Wedge si spostò in direzione della montagna.
-Proprio quando iniziavo a divertirmi. - Biggs accese i propulsori, altro vapore fuoriuscì dagli ingranaggi, e l’armatura si alzò da terra, muovendosi in direzione della precedente, e seguita dietro, dalla terza.
-Stanno andando verso la miniera! -
-Fermateli, a qualsiasi costo. - L’allarme fu lanciata nell’intera città. Un altro gruppo di soldati si posizionò davanti all’ingresso nella roccia, sbarrandolo. Ma qualsiasi tentativo risultò inutile.
-Me ne occupo io! - gridò Biggs, lanciandosi all’attacco.
-Aspetta! -
La voce di Wedge fu soffocata nel rumore dell’esplosione. A terra, le tracce di vestiti anneriti dal fuoco. Ma Biggs non rallentò. Prosegui dentro la montagna, massacrando qualsiasi soldato che inutilmente cercava di contrastare la potenza del Magitek.
Dopo pochi minuti, fu raggiunto da Wedge e dalla donna.
-Tu sei impazzito. - mormorò Wedge, osservando i resti bruciati dei soldati. Alla sua affermazione, Biggs rispose con una risata inquietante.
-Faceva troppo freddo da queste parti, non credi? Ora nessuno può lamentarsi ancora. -
Il compagno gli lanciò un’occhiata, poi girò la testa verso la donna. Per qualche motivo, ebbe l’impressione che dentro quel corpo magro e indifeso, potesse nascondersi un potere ancora più spaventoso.
I Magitek avanzarono tra le pareti di roccia, fin quando non raggiunsero ciò che probabilmente era, il centro della montagna. Il blocco roccioso superiore si alzava ora, più di qualche decina di metri. Pochi e fragili fiocchi cristallini cadevano a terra, attraverso qualche fessura. Dopo pochi secondi, raggi di luce le attraversarono, dando i primi segni dell’alba.
I Magitek proseguirono ancora.
-Ma guarda. - Wedge si bloccò, ammirando quel raggio di luce che illuminò il centro della caverna. Proprio lì, era posizionato un immenso blocco di ghiaccio. -Sarebbe questo l’esper? -
Il blocco di ghiaccio informe, sembrava racchiudere al suo interno una gigantesca creatura. La luce colpiva attraverso il ghiaccio, rendendo visibili riflessi di un verde scuro e rosso. Il ghiaccio impediva una descrizione completa, ma la creatura sembrava possedere la forma di un volatile, con due ali avvolte intorno al corpo. Sembrava che il suo ultimo gesto fosse uno di difesa.
-Questa cosa mi sta facendo venire i brividi. - commentò Wedge, quasi sussurrando. -Sembra davvero qualcosa di antico, e molto potente... -
-E’ solo un uccellaccio in un blocco di ghiaccio. Di che hai paura? - protestò Biggs, ma per qualche ragione, anche lui sembrava preoccupato. Il suo Magitek fece un passo in avanti, allungando gli artigli. -Prendiamolo e andiamocene, allora. -
Ma appena il metallo toccò il ghiaccio, Biggs si irrigidì. Un’ondata lo travolse facendo precipitare all’indietro la sua armatura.
-Biggs! Che diavolo è successo?! - Wedge si avvicinò. Il tremito nella sua voce diventò più evidente. -Stai bene? -
Biggs si alzò imprecando, il colosso di metallo ancora a terra. -Non riesco più a farlo funzionare, probabilmente l’impatto avrà rovinato alcuni circuiti. -
La ragazza si avvicinò a sua volta, superando i due.
-Ehi, ma che cosa sta facendo?! -
Ad ogni passo, il ghiaccio iniziò a brillare, sempre più forte. La creatura al suo interno non dava alcun segno di vita, eppure il suo potere iniziava ora a manifestarsi. Energie si raccolsero intorno ai due Magitek ancora in piedi.
-Qualcosa... Qualcosa non va. Sta succedendo qualcosa! - Wedge si girò appena, probabilmente in cerca di una qualche uscita. La sua armatura era immobile. La luce aumentava ancora di intensità. La roccia fu attraversata da un’ondata di energia, tant’è che i sassolini vibrarono e si alzarono di pochi centimetri.
Poi, d’un tratto, silenzio.
Wedge si guardò intorno in preda al panico. All’improvviso un’altra ondata lo travolse, lanciandolo dall’altra parte della caverna. Con un rumore assordante, l’energia si sprigionò dal blocco di ghiaccio. L’intera montagna tremò.
-Wedge! - Biggs era a terra, cercando con lo sguardo il compagno tra i pezzi di metallo del Magitek andato in frantumi. Riuscì a rimettersi su due piedi. Al tocco della luce sulla sua schiena, si girò. Davanti a lui, stava la ragazza sospesa in aria, tra le parti del suo Magitek che una a una si separarono, smembrandolo completamente. La creatura ghiacciata continuava a restare immobile, ma i suoi poteri si manifestarono oltre.
La caverna iniziò a sgretolarsi, i pezzi di roccia precipitavano al suolo. Biggs stava ad osservare lo spettacolo, incapace di muoversi o di aprire bocca. La luce del sole inondò lo spazio intorno mentre un’intera parete rocciosa si staccava. Biggs fece appena in tempo ad alzare il capo, il suo grido si spense. La fredda roccia lo travolse, eliminando qualsiasi traccia della sua esistenza.
I pezzi del Magitek continuavano a staccarsi, ruotando in cerchio.
All’interno del vortice stava lei.
I capelli ondeggiavano in alto, le braccia spalancate. Ma tutto ciò, non era suo volere. Dinanzi a lei, il ghiaccio continuava a brillare di luce propria. Era impossibile ora distinguere qualsiasi avvenimento al suo interno.
La sottile corona sulla fronte della ragazza andò in frantumi. Gli occhi si spalancarono, la bocca liberò un urlo.
Un urlo imprigionato dentro, da troppo tempo.
  
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