Cagalli batté le palpebre, stupita. «Dici sul serio?»
   «Beh, sì…» mormorò Kira un po’ impacciato, mentre si grattava la tempia con la nocca di un dito. «Anche se a dire il vero avevo scordato che oggi è il diciotto di maggio. Se non me l’avessi detto tu…»
   «Anch’io l’avevo dimenticato, con tutto quello che sta succedendo», gli assicurò la ragazza, in realtà ancora sorpresa per quella coincidenza. Abbozzò un sorriso, cercando di trovare in quel segno del destino un qualcosa che potesse risollevare il loro morale. «Incredibile, eh?» Anche Kira curvò le labbra verso l’alto, intenerito dalla sua aria infantile. «E ne compi sedici anche tu?» Annuì di nuovo. «Wah!» si lasciò andare all’entusiasmo la principessa di Orb. Non sapeva spiegarsene la ragione, ma quella notizia la rendeva davvero felice. «Magari siamo nati anche nello stesso momento!»
   Il ragazzo si lasciò andare a una mezza risata. «Questo non so dirtelo, mi spiace.»
   «È curioso, però», continuava frattanto a riflettere lei, mentre inarcava la schiena all’indietro e poggiava i gomiti alla balaustra del ponte sospeso su cui si trovavano. Sotto di loro, ai piedi del nuovo Mobile Suit di Kira, non c’era alcun tecnico poiché il giovane aveva espresso il desiderio che nessuno si avvicinasse troppo alla sua unità, specie se con l’intento di scoprirne qualcosa di più. «Mi piace.»
   «Davvero?»
   Cagalli annuì. «Lo trovi strano?»
   Lui ci pensò su. «No», dovette ammettere, scrutando il suo profilo. Sebbene fosse una strana ragazza, o quanto meno assai originale, Cagalli gli ispirava non poca simpatia. Era molto affettuosa e protettiva, sempre pronta a esplodere quando era incapace di trattenere sentimenti troppo grandi per il suo tenero cuore – di qualunque natura essi fossero. Kira sorrise più divertito di prima.
   «Che c’è?» volle sapere la fanciulla, sentendosi osservata e voltandosi nella sua direzione.
   «Ah… No, niente», farfugliò l’altro, tornando a posare gli occhi sul Freedom. «Sai, è la prima volta che mi capita di incontrare qualcuno che è nato nel mio stesso giorno.»
   «Anche per me è così», ribatté Cagalli, sempre più convinta che quella fosse una meravigliosa coincidenza, resa ancora più speciale da quell’esclusiva. La sua espressione rilassata però si smorzò per via di un pensiero che, infingardo, le balenò alla mente: Athrun. Dall’ultima volta che si erano visti, quando avevano pianto insieme per la presunta morte di Kira, la sua mente andava di frequente a quel ragazzo confuso e pieno di dolore. Athrun non sapeva che Kira era ancora vivo e, anzi, sicuramente si stava ancora incolpando per un crimine che non aveva mai commesso – benché l’intenzione ci fosse per davvero. E se gli fosse riuscito di uccidere il suo migliore amico, lei e Kira non avrebbero mai scoperto di condividere la data di nascita. Era una sciocchezza, certo, specie se confrontata a moltissime altre questioni che continuavano a investirli durante quella dannata guerra, però era una di quelle sciocchezze di cui le persone hanno bisogno per sentirsi ancora vivi e in grado di stupirsi.
   «Quando vivevamo su Copernicus City, festeggiavo sempre il mio compleanno con Athrun», le raccontò improvvisamente Kira, come le avesse letto nella mente. O forse anche i suoi pensieri, ormai, non potevano fare a meno di focalizzarsi su Athrun e quanto accaduto fra loro? La sua voce non aveva una particolare inflessione, per cui le fu difficile capire se provasse nostalgia o meno.
   «Ti spiace passarlo con me, quest’anno?» le venne spontaneo domandare, quasi timorosa di intromettersi nei suoi ricordi.
   La linea della bocca di Kira tornò a stendersi in un’espressione dolce. «No, anzi», rispose sincero, sebbene dentro di sé continuasse a domandarsi la ragione per cui, pur nati nello stesso giorno, i loro rispettivi genitori avessero deciso per loro due esistenze molto diverse sin dalle modalità di concepimento. Negli ultimi mesi tutti non avevano fatto altro che ricordargli che era un Coordinator; tutti, meno che quella ragazza Natural che era con lui in quel momento. Era anche per questo che Cagalli gli piaceva molto.
   Confortata da quelle parole, la principessa tornò a rilassarsi. Per poco, però, perché un altro pensiero la scosse nel profondo, facendole male al cuore. Benché in qualche contorto modo gli si fosse affezionata, non era amica di Athrun; né di certo poteva sperare di avere con Kira lo stesso rapporto che legava i due ragazzi. Tuttavia, forse utopisticamente, non poté fare a meno di sperare che un giorno, magari, avrebbero potuto festeggiare il diciotto di maggio tutti e tre insieme.