PENSIERI DI GUERRA
瞬
Generale dietro la collina
ci sta la notte crucca ed assassina…
Da quanto tempo non penso più a quei giorni
terribili? È ormai troppo tempo che mi sono lasciato alle spalle l’oscurità,
sicuro di essermene liberato per sempre. La notte, la sua oscurità, però sono
sempre in agguato, e me ne accorgo.
Chi sono io, in realtà? Non ricordo un
granché del mio passato, a dirla tutta, ma sembra di avere in testa solo una
nebbia sfocata. Ogni tanto, da questa nebbia, ne escono figure, odori, ricordi
privi di significato…. E strane melodie.
… E in mezzo al prato c'è una
contadina
curva sul tramonto sembra una bambina
di cinquant'anni e di cinque figli
venuti al mondo come conigli
partiti al mondo come soldati
e non ancora tornati.
È passato molto tempo dalla mia ultima uscita
nel mondo di fuori, ormai la mia vita è solo notturna, ma la contadina me la
ricordo, come se fosse ieri: poverina, è rimasta sola, come me, del resto.
Aveva un aria serena, però, sembrava
sicura che loro tornassero presto. In quel momento provai una forte nostalgia,
e scoppiai in lacrime, ma perché? Cosa mi aveva turbato a tal punto?
Generale dietro la stazione
lo vedi il treno che portava al sole
non fa più fermate neanche per pisciare
si va dritti a casa senza più pensare
che la guerra è bella anche se fa male
che torneremo ancora a cantare
e a farci fare l'amore, l'amore
dalle infermiere.
Altre notti senza fine si susseguivano, altri
ricordi senza radici si avvicendavano, in un loop
senza fine, un loop che neppure io riuscivo a
governare. La mia mente vola via lontano … un treno? Che c’entra? Eppure
ricordo un treno che correva nella campagna, tra fiumi e monti, correva veloce,
lontano, e pareva non fermarsi mai …. Non si era mai fermato, mai! Vicino a me,
un gruppo di bambini sorridenti e felici cantava una canzone malinconica, che
però gli infondeva una grande gioia, e li invidiavo: da quanto tempo, non ero
più felice? Da tanto tempo, e ora sono stanco, vorrei tornare a casa, se mai
esiste …
Generale la guerra è finita
il nemico è scappato, è vinto, è battuto
dietro la collina non c'è più nessuno …
E così, mi ritrovai di nuovo in un luogo
sperduto, senza nome, dove ero completamente solo, circondato da rovine e
rovine, non un essere vivente intorno a me.
Solo solitudine.
Ero da solo …
Generale
queste cinque stelle
queste cinque lacrime sulla mia pelle
che senso hanno dentro al rumore
di questo treno
che è mezzo vuoto e mezzo pieno
e va veloce verso il ritorno
tra due minuti è quasi giorno, è quasi casa,
è quasi amore.
Una
notte, una delle tante che ho passato in solitudine, mi parve di sentire una
risata argentina risuonare intorno a me, ma non vidi nessuno. Alzai lo sguardo,
e vidi cinque stelle luminose, sopra di me, che sembravano ammicarmi,
consolarmi. Così, ripartii, non so neppure io perché e, dopo un tempo he mi parve infinito e breve allo stesso tempo, mi ritrovai
su un treno, come se mi fossi appena svegliato da un lungo sonno: era l’alba.
Accanto a me, una cassa argentea rifletteva le luci del sole nascente, che
spandeva una dolce luce d’oro tutto intorno, e mi strappò un sorriso.
In quel
momento, passò un uomo, e domandai dove eravamo diretti. Lui, stranamente, non
si stupì, e mi rispose: “tra due minuti saremo a Tokio.”.
Tokio ….
Alba …
Giorno …
Casa …
Sono
tornato …
Volgo lo
sguardo al cielo, e vedo quelle cinque stelle diventare sei, e continuare a brillare, anche se il sole è
ormai sorto …
瞬,questo è il mio nome …
Questo piccolo componimento è
una song-fic a cui tengo molto, e che gradirei
ricevesse alcune recensioni… Per capirla appieno,
dovreste leggerla ascoltando “Generale” di Francesco de Gregori, da cui mi sono
ispirata… è una fic su una
guerra terminata, e sui pensieri di un sopravvissuto.