Storie originali > Azione
Segui la storia  |       
Autore: trix334    31/08/2012    0 recensioni
la storia parla di una ragazza che durante una normale serata viene paralizzata, si risveglia il giorno dopo in ospedale ma qualcosa è cambiato nel suo codice genetico
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"Cosa ne facciamo di lei?"
"Portiamola con noi, le troveremo una nuova casa"
Mi svegliai di soppiatto nel cuore della notte, mi alzai lentamente per non fare svegliare i miei genitori e con passo felino mi avviai verso la mia scrivania, mi sedetti lentamente, fermandomi ogni volta che la sedia scricchiolava, accesi la luce della lampada vicino a me,osservai per qualche secondo la mia scrivania per poi prendere una scatola cammuffata da libro e tirarne fuori un'agenda. La aprii lentamente, come se fosse un testo antico vecchio di anni e la sfogliai altrettanto lentamente, presi una penna e cominciai a scrivere i miei pensieri:
 
"
18/3/2012
Caro diario, domani sarà passato un mese esatto da quando Gaho e Yutsuko Goto (due simpatici vecchietti che vivono in questo bellissimo paesino sperduto del Giappone) mi hanno trovata disorientata in mezzo alla strada, a quanto pare ho avuto un'amnesia dovuta ad uno shock, ora tutti in quel paesino mi chiamano Yūhi ga ushinawa, che significa qualcosa come "tramonto smarrito", tramonto perché tutti dicono che i miei capelli hanno lo stesso colore del cielo durante il tramonto mentre smarrito... Beh... Penso tu possa immaginare il perché... Comunque mi sono perfettamente ambientata in questo luogo, ho fatto amicizia con i ragazzi e mi sono anche fidanzata, è una lei (a quanto pare avevo gusti diversi prima dell'amnesia) si chiama Harvey e anche lei è straniera, i suoi genitori sono  entrambi scienziati venuti fino in giappone per studiare le varie proprietà di una pianta che a quanto pare sia un ottimo rimedio contro varie malattie, sono davvero simpatici e hanno subito accettato il fatto che io mi veda con lei, ora mi sta tornando sonno, ci si risente domani
 
Yūhi ga ushinawa"
 
Con lo stesso silenzio tornai verso il futon accuratamente sistemato per terra, mi coprii e mi addormentai poco dopo.
Il giorno segunte andai a scuola e seguii le lezioni normalmente, la divisa mi andava un po' stretta ma era comunque piacevole portarla, finite le lezioni mi diressi velocemente fuori dalla scuola, raggiunsi Harvey che stava camminando insieme ad altre persone, le saltai sulla schiena e per poco non la feci cadere, le appoggiai la testa sulle spalle e le sussurrai un ciao all'orecchio, scesi dalla sua schiena per radunarmi col resto del gruppo. Io e Harvey ci fermammo in un bar e salutammo il resto del gruppo, ci sedemmo ad un tavolo fuori e ordinammo due caffè
-Come va con l'amnesia?-
-Male, continuo a fare sempre lo stesso sogno dove cado da una montagna e questi due uomini che mi guardano mentre parlano che dicono sempre le stesse cose-
-Tranquilla Yūhi, vedrai che presto ricorderai tutto quanto-
-Ma io ho paura, paura di come fossi precedentemente e paura di cosa ho fatto, e se ero un'assassina? O magari ero un...- Harvey si sporse dalla sedia per avvicinarsi alle mie labbra, mi diede un piccolo bacio, forse per farmi stare zitta
-Smettila di preoccuparti e goditi la vita, vedrai che tutto si sistemerà- Osservai perplessa la ragazza negli occhi per qualche istante, alzai la mia tazzina e bevvi un sorso di caffè
-Sai, a volte ho l'impressione di averti già incontrata da qualche parte- Harvey mi guardò per qualche secondo, come se ci avessi azzeccato
-Magari in una vita passata- Disse bevendo un sorso di caffè.
Continuammo a parlare per un'altra mezz'ora anche dopo che il caffè fu finito, mi guardai intorno, una strana aria aleggiava intorno a me, come se fossi seguita da qualcuno, non ci feci comunque troppo caso e proposi di andarcene, pagammo il conto e ci incamminammo verso casa.
Arrivammo dopo un quarto d'ora di cammino e ci salutammo davanti alla casa di Harvey. Continuai a camminare da sola, accelerai istintivamente il passo, come se qualcuno mi stesse seguendo, mi spaventai a morte quando uno sconosciuto mi afferrò alla bocca e mi sussurrò all'orecchio:
-Non urlare, non voglio farti del male, voglio solo parlare con te, ora ti lascerò andare, non gridare perché non ce n'è bisogno- In qualche modo quelle parole mi calmarono, come promesso quel tipo mi lasciò andare, ebbi l'istinto di scappare via ma rimasi lì ferma a guardare in faccia quell'uomo. Aveva i capelli arancione sbiadito, probabilmente per la vecchiaia, si mise una mano in tasca e ne tirò fuori un ciondolo -Mettitelo al collo- Guardai sempre più perplessa la sua mano-Che cos'è?-
-Un filtro di percezione, serve a renderti invisibile agli occhi della gente comune- Notai che anche lui aveva uno di quei cosi appesi al collo
-Però io ti vedo-
-Non ho detto che ti rende completamente invisibile, sposta soltanto la percezione degli altri su qualcos'altro, in modo che loro non ti notino, comunque se fai cose che possano attirare l'attenzione si accorgeranno di te, quindi evita di fare troppo casino- Si voltò di scatto e si incamminò in direzione opposta a casa mia.
Camminammo per quasi mezz'ora, per arrivare ad una vecchia casa abbandonata, l'uomo accese una luce e si sedette in una sedia vicino ad un caminetto acceso, mi invitò a fare lo stesso
-Allora... Abbiamo molte cose da dirci Jessica- Quel nome mi suonava troppo famigliare, forse era il mio vero nome
-E'... E' percaso questo il mio vero nome?- Stavo quasi per piangere, quest'uomo conosceva me e il mio nome
-Mioddio, sei cresciuta così tanto... Mi ricordo ancora quando feci i tuoi primi passi e dissi le tue prime parole- La testa cominciava a farmi male, cominciai a ricordare qualcosa, riconobbi quella faccia e quel colore di capelli, erano unici, unici come l'uomo che mi sedeva davanti
-P... Papà- Cominciai a piangere come una bamina piccola, molti ricordi, troppi, stavano riaffiorando tutti nello stesso momento, la testa mi pulsava e girava come una trottola, mi alzai di scatto dalla sedia ma caddi e svenni.
"Ti avevo detto di tornare solo quando fosse giunta l'ora" tutto era nero, solo una piccola luce bianca brillava in lontananza, facendosi ogni secondo più vicina. Passarono pochi secondi quand vidi che era l'esatta copia di me stessa
-C... Cosa o chi sei tu?-
-Io? Sono solo un personaggio creato da un ragazzino di diciassette anni che passa il tempo scrivendo storie e creando mondi, un ragazzino che conosce il tuo futuro e sa cosa acadrà a te e a chi ti sta intorno, io sono solo una proiezione della mente di un ragazzo che gioca a fare Dio nel tuo mondo-
-N... Non capisco-
-Già è troppo complicato per te, mettiamola in questo modo, io sono te, sono la tua mente, i tuoi pensieri e persino il tuo corpo, tu sei me e io sono te, io sono la luce dei tuoi ricordi e la speranza del tuo domani, posso darti le risposte che cerchi, basta che mi chiami quando vuoi-
-C... C... Come faccio a contattarti?-
-Dormi, o medita, io sarò sempre qui ad aspettarti, prendi, questo è un regalo- La mia copia tese una mano, sopra di essa apparve una piccola sfera luminosa, la afferrai e venni travolta dai ricordi, vidi la figura sparire lentamente dalla vista mentre i miei occhi si riaprivano lentamente.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Azione / Vai alla pagina dell'autore: trix334