«Mmmh?»

«Taša, sono io.» La donna aprì appena gli occhi e volse lo sguardo verso la porta, dove qualcuno aveva da poco bussato.

«Entra.» Attese che la porta si richiuse dietro all'uomo e si mise a sedere, lasciando che il lenzuolo nero scivolasse un poco. «Ciao.» La sua voce era vellutata e calda, assonnata ma contenta di quell'inaspettata visita. Si raggomitolò, abbracciando le gambe e facendo spazio all'uomo. «Non ti aspettavo.» Si mordicchiò il labbro inferiore, senza mai smettere di sorridere.

Era contenta, anzi, era felice che Clint stesse bene, lontano da qualsiasi incantesimo l'avesse trascinato all'ombra di Loki.

«Volevo solo controllare che stessi bene.» Le mormorò l'uomo con un'alzata di spalle, come se considerasse il suo atto qualcosa di poca importanza.

Nataša allungò una mano sopra quelle nervose dell'uomo. «Lo so.» Le sue dita scivolarono lungo il polso dell'uomo, accarezzandogli un po' impacciate l'avambraccio. Il suo corpo, i suoi movimenti erano perfetti quando si trattava di sedurre qualche generale straniero a cui doveva rubare dei documenti, o quando si trattava di uccidere. Ma l'intimità, l'intimità vera... Quella era decisamente più difficile. Non ricordava l'ultima volta in cui aveva abbracciato qualcuno per dimostrargli il suo affetto, né l'ultimo bacio dato con sentimento, senza che freddi calcoli guidassero le sue labbra carnose. «E tu stai bene?»

L'uomo rispose con uno sbuffo.

«Clint.»

«Dal punto in cui mi trovavo era più facile colpire che essere colpiti, quindi oltre a qualche graffio...»

«Non per quello.» La mano di Nataša continuava a sfiorare la pelle dell'uomo, tracciando delle linee là dove la pelle, nascosta al sole dalle protezioni per l'arco, era un po' più chiara. «Per prima... Quando eri ipnotizzato da quella specie di psicopatico divino.» Lo sentì irrigidirsi sotto il suo tocco. «Qualsiasi cosa tu abbia fatto in quei giorni non è colpa tua, e noi lo sappiamo.» Lo abbracciò, lentamente, come chi compie un gesto sconosciuto per la prima volta, le mani che scivolavano sulla pelle dell'uomo con delicatezza, il volto appoggiato al suo petto. «Io lo so, e voglio che lo sappia anche tu.»

«Lo so. Ma apprezzo il pensiero.» Clint le accarezzò i capelli, infilandovi le dita callose.

Rimasero così – abbracciati, intimi come non erano mai stati con nessuno – per diversi minuti.

«Dovrei lasciarti riposare...» Fu la voce di Clint, quasi un sussurro, a rompere il silenzio.

«Non andare.» Nataša alzò gli occhi verso di lui, lasciando trapelare l'intimo desiderio che le bruciava dentro, la voglia di non interrompere quello che era il primo, vero contatto umano in tanti anni. «Puoi dormire qui, se vuoi.»

Con un sorriso lo guardò togliersi le scarpe senza dire una parola, sollevare il lenzuolo e scivolarvi sotto, lasciandolo sollevato affinché lei potesse sdraiarsi accanto a lui, rannicchiarsi contro il suo corpo, la testa appoggiata al suo petto e un braccio abbandonato sopra il suo stomaco. Clint lasciò cadere il lenzuolo sopra di loro e l'abbracciò come poteva, un po' goffamente.

«Stringimi...» mormorò Nataša mentre i loro respiri si facevano lenti e pesanti.

Ieri sera ho finalmente riguardato The Avengers (sembra passato così tanto da quando son andata a vederlo al cinema!) e, tra gli ormoni impazziti ("Sono una donna non sono una santa", come si suol dire), non ho potuto non accorgermi nuovamente del feeling che c'è tra i due, quindi la mia mente mi ha obbligata a scrivere qualcosa su di loro... Questa flashfic ritrae un momento poco dopo la simpatica battaglia contro Loki ed i suoi alleati.

Spero vi sia piaciuta e che vogliate lasciarmi una vostra impressione!

A presto,
Cabiria Minerva

Ps: nel caso vi interessasse, questa è la mia pagina facebook! :)