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Autore: Up_    31/08/2012    4 recensioni
Una One-Shot sul pairing più bello di tutti, la 5986.
Enjoy :)
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Hayato Gokudera
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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*I don't mind spending everyday
  Out on your corner in the pouring rain
  Look for the girl with a broken smile
  Ask her if she wants to stay a while
  and she will be loved...

 She Will Be Loved - Maroon 5*





Pioveva, quel giorno.
Haru camminava contenta per le vie della città, le cuffie nelle orecchie.
Sembrava l'unica persona al mondo a non essere minimamente influenzata dal grigiore triste del cielo, o dalle incessanti gocce che battevano sul suo ombrello.
Improvvisamente, si fermò.
Rimase immobile a guardare la figura di un ragazzo che al contrario suo non era protetto da un ombrello, e si stava bagnando tutto.
Man mano che questo si avvicinava, Haru riusciva a distinguere molti più dettagli.
Capelli color argento.
La sigaretta, spenta, in bocca.
Lo sguardo corrucciato di una persona che ce l'ha con il mondo intero.
L'anello della Tempesta al dito.
"Gokudera..."
Senza pensarci due volte, Haru corse verso di lui, con la premura di coprirlo dalla pioggia.
Il ragazzo alzò lo sguardo, incontrando il sorriso genuino che solo una persona al mondo poteva avere.
"Stupida donna"
La ragazza si tolse di fretta le cuffiette, sorridendo nella direzione dell'albino, che la guardava piuttosto sorpreso.
Già dalla prima volta che si erano visti, entrambi non riuscivano a sopportarsi.
In primis, perchè Haru era follemente innamorata di Tsuna, a suo dire, e Gokudera non le permetteva di avvicinarsi al Jyuudaime.
"Che ci facevi in mezzo alla strada senza ombrello, scemo? Rischi di ammalarti"
L'albino strabuzzò gli occhi.
Prese il volto della ragazza fra le mani, avvicinandola a se.
"Tu non sei la stupida donna che conosco...che fine le hai fatto fare?!"
Questa volta fu Haru a rimanere spiazzata: uno, perchè i loro volti erano decisamente troppo vicini; secondo, perchè il tocco di Gokudera era così innaturalmente delicato...
La ragazza di liberò dalla presa, distogliendo lo sguardo.
"Ero solo preoccupata..."
Gokudera ghignò.
"Sei arrossita..."
Haru sussultò, borbottando qualcosa.
"Stupido..."
La loro conversazione finì nell'istante in cui entrambi si fermarono davanti alla scuola di Haru, un istituto privato femminile non lontano dal centro.
Gokudera continuò a seguire Haru, arrivando con lei all'ingresso.
"Grazie di avermi accompagnata"
Senza attendere una risposta, Haru fece un breve inchino verso il ragazzo, correndo poi verso la sua classe.
"Guardate, è arrivata Haru"
La moretta sospirò, evitando gli sguardi di un gruppo di compagne di classe e raggiungendo in fretta il suo posto.
L'insegnante tardava a presentarsi, il che insospettì parecchio i presenti.
Haru, dal canto suo, non dava molto peso alla situazione: quella giornata di pioggia avrebbe preferito passarla con Kyoko, che quel giorno non aveva lezione, magari andando con lei al centro commerciale.
Sbuffò, notando poi la figura slanciata di una ragazza avvicinarsi a lei.
"Miura"
"Azawa"
Le due si fulminarono con uno sguardo, creando attorno a se delle aure poco promettenti.
La porta della classe si spalancò, e ne entrò un ragazzo dall'aria familiare...
"Buongiorno, sono il sostituto del vostro professore di algebra. Mi chiamo Gokudera Hayato"
Se quel giorno era iniziato alla grande, la situazione per Haru stava degenerando precipitosamente.
Haru balzò in piedi, puntando un dito contro l'albino.
"Cosa ci fai TU qui?!"
Gokudera sorrise, aprendo poi il registro.
"Signorina Miura...se non mantiene un comportamento decente in classe, sarò costretto...a punirla"
Haru deglutì, cadendo sulla sedia come un peso morto.
Non poteva essere possibile.
Non lui.
Non lì.
Gokudera fece l'appello sotto lo sguardo sognante di tutte le ragazze presenti.
Insomma, se avessero potuto scegliere tra il loro professore ciccione con i baffi e Hayato...
La risposta era alquanto ovvia.
"Bene...iniziamo da coloro che hanno una bassa media in questa materia"
Iniziò a scorrere i nomi sul registro, per poi fermarsi, sorridente.
"Miura, vuole venire lei a svolgere questo esercizio?"
Tutti gli occhi vennero puntati su di lei, e Haru sudò freddo.
Si alzò, piazzandosi poi davanti alla lavagna, lo sguardo basso.
Gokudera sorrise ancora, poi le porse il libro sul quale erano scritti gli esercizi.
"Ricopia il numero 59, poi svolgilo"
Titubante, la ragazza iniziò a svolgere a rilento l'esercizio, sotto lo sguardo attento di Gokudera.
Completato quest'ultimo, il ragazzo controllò che non vi fossero errori.
Sorrise, scompigliando delicatamente i capelli ad Haru.
"Ottimo lavoro Miura. Continua ad esercitarti e i tuoi voti saliranno"
Haru annuì, per poi correre a ripararsi nel suo angolino in fondo alla classe; notò che tutte le sue compagne, non smettevano di fissarla.
Per il resto della lezione, Haru non proferì parola; Gokudera, dal canto suo, aveva praticamente interrogato tutte le alunne in meno di un'ora.
Al suono della campanella, Haru si fiondò fuori dai corridoi, dritta in bagno.
Guardò il proprio riflesso allo specchio, sospirando.
Cos'aveva lei per aver ricevuto quei complimenti da Gokudera?
Effettivamente, da quando Tsuna e Kyoko uscivano insieme, Gokudera sembrava più...rilassato.
Sistemò la coda di cavallo, camminando poi per i corridoi, ascoltando le conversazioni delle altre ragazze.
"Si dice che la classe del secondo anno abbia un nuovo sostituto di algebra!"
"L'ho visto ed è davvero fico!"
"Più che fico...è hot!"
Haru rimase sconvolta da quel discorso.
Gokudera...hot?
Non era male, a dire la verità.
Chissà che gusti aveva, Gokudera.
"Oi, donna"
Haru si fermò, voltandosi lentamente.
Gokudera le fece cenno di seguirla, e silenziosamente uscirono in cortile.
Il ragazzo di accese una sigaretta, lasciando sul muretto non bagnato i libri di testo e il registro.
"Sicuramente ti starai chiedendo perchè sono qui"
"Infatti"
L'albino buttò fuori una boccata di fumo, guardando poi la ragazza di fronte a se.
"Avevo sentito delle voci, nella nostra scuola, che dicevano qualcosa riguardo ad un certo professore di algebra che sarebbe mancato per molto tempo"
Haru rimase in silenzio, aspettando che continuasse.
"Il nostro preside mi ha proposto questa cosa per ripagare il muro che ho fatto saltare in aria con le dinamiti...ecco perchè"
Haru annuì, facendo un quadro chiaro della situazione.
Senza un motivo, inniziò a tossire.
Improvvisamente sentì la testa girarle.
Aprì la bocca per dire qualcosa, ma si accorse troppo tardi di essere già vicina al suolo.
Un paio di braccia frenarono la sua caduta, sollevandola con leggerezza.
"Stai bene? Mi senti? Donna, rispondimi!"
Sorrise nel vedere il volto preoccupato di Gokudera.
Sorrise quando vide la faccia sconvolta di Azawa Maya.
Sorrise non appena sentì il cuore di Gokudera martellare vicino al suo orecchio.
"Come si sente, signorina?"
Aprì lentamente gli occhi, riconoscendo il volto del medico che le stava di fronte.
"Shamal..."
L'uomo sorrise, contento che la ragazza riuscisse a riconoscere dei volti a lei familiari.
"Sono proprio io, signorina. Sente dolore da qualche parte?"
Haru mosse lentamente il braccio, ma una fitta glielo impedì.
Shamal accorse, tastandole piano la parte attorno al polso.
"Uhm...non va bene. Bisogna portarti in ospedale"
Shamal aiutò la ragazza ad alzarsi dal lettino dell'infermeria, uscendo dalla stanza.
Una folla di gente si radunò attorno a loro, ma Shamal riuscì a farla salire incolume sull'ambulanza che li aspettava all'uscita.
"Dov'è Hayato?"
Shamal le sorrise, sfilando un cellulare dalla tasca dei pantaloni.
"Lo avverto subito"
"...e se poi moltiplicate la 'x' per lo stesso numero negativo—"
Nonostante avesse lasciato Haru con il dottor Shamal, Gokudera non riusciva a darsi pace.
Come poteva fare lezione sapendo che lei era svenuta?
La sua spiegazione fu interrotta dal suola suoneria del suo cellulare.
"Hayato?"
"Shamal! Come sta?"
"L'abbiamo dovuta portare in ospedale per una microfrattura al polso sinistro"
"Microfrattura?"
"Niente di grave, ma essendo mancina non potrà scrivere per un bel po'"
"Appena ho finito arrivo subito"
Shamal si voltò verso Haru, che era terribilmente spaventata.
"Sta tranquilla, Hayato sarà qui a momenti"
Un infermiera piuttosto anziana condusse Haru verso la sala dove l'avrebbero operata, separandola da Shamal.
"Dottore, ho paura!"
Senza che potesse risponderle, Shamal vide la porta della sala operatoria chiudersi davanti ai suoi occhi.
Sentì Gokudera correre per i corridoi dell'ospedale, raggiungendolo.
"Dov'è lei?"
Shamal alzò lo sguardo, notando la luce rossa sopra la porta che avvertiva l'esecuzione di un'operazione.
Gokudera si sedette su una delle squallide sedie in plastica blu presenti lì attorno, ancora con il fiatone.
Se fosse stato più attento, Haru non si sarebbe ne ammalata, ne fatta male ad un polso.
Era tutta colpa sua.
"Non autoincolparti, Hayato"
Gokudera alzò lo sguardo verso Shamal, che stava controllando alcuni fogli.
"Cosa intendi dire?"
Shamal mostrò i fogli al ragazzo: erano tutte le analisi che il dottore aveva fatto ad Haru subito dopo che Gokudera gliela aveva affidata.
"Cosa significa...questo?"
Shamal annuì, capendo la domanda del ragazzo.
"Qualche anno fa, Haru ha cercato di togliersi la vita. Ho fatto qualche ricerca, e sembra che entrambi i suoi genitori siano andati all'estero lasciandola qui, da sola"
Gokudera era sconvolto.
Perchè quella stupida non aveva mai detto di questo a nessuno?
Cosa ci guadagnava a tenerlo come un segreto?
La porta della sala si aprì, e sia Shamal che Gokudera si diressero verso un omino con un camice blu.
"Allora?"
L'uomo alzò lo sguardo, incontrando gli occhi grigi di Gokudera.
Sorrise.
"L'operazione è riuscita, tranquilli. Dovrà solo restare con il gesso qualche settimana, forse due"
"Possiamo vederla?"
La porta si aprì di nuovo, e stavolta la persona che ne uscì fu Haru.
Gokudera si voltò verso di lei, e i loro occhi si incontrarono.
"Hayato..."
"Donna..."
Haru sentì gli occhi inumidirsi, e corse verso Gokudera affondando il volto nella sua maglietta.
Gokudera le circondò la vita con entrambe le braccia, accarezzandole delicatamente la schiena.
"Va tutto bene, calma"
Haru smise di singhiozzare, alzando poi lo sguardo.
Gokudera le sorrise; era un sorriso dolce, sincero.
Lei ricambiò, avviandosi con lui verso l'uscita dell'ospedale.
"Ti ho fatto preoccupare?"
"Certo...stupida"
Haru sorrise ancora, intrecciando la mano sana con quella di Hayato.
"Stai arrossendo, per caso?"
La nota di malizia nella domanda-affermazione della moretta lo irritò, ma quel giorno era troppo importante per essere rovinato con una delle loro classiche litigate.
Ghignò, stringendo la presa sulla mano della ragazza.
"Forse, donna...forse"

Pioveva, quel giorno.
Haru e Gokudera camminavano per strada, mano nella mano, coprendosi a videnda con un unico ombrello.
Sembravano le uniche persone al mondo a non essere minimamente influenzate dal grigiore triste del cielo, o delle incessanti gocce che battevano sul loro ombrello.
A nessuno dei due importava.
"Cosa ti va di fare, Hayato?"
"Hai intenzione di saltare la scuola, donna?"
La ragazza scrollò le spalle, sorridendo.
"Forse, Hayato...forse"
  
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