La
cosa più improbabile ~
{
the smile which saved him }
L’hanno
ritrovato in un improbabile locale di un ancor più improbabile pianeta dove l’aria
sa di polvere, di uova fritte e di caffè bruciato. Al Dottore è mezzo passata
per la mente l’intenzione di fare retro-front e trascinare Rose al negozio di
fiori dietro l’angolo – dopotutto lei è Rose,
cosa ci sarebbe di male nella voglia improvvisa di regalarle una rosa? Ma Rose
si è illuminata di quel sorriso che illumina tutto l’universo e l’ha preso per
mano e gliel’ha trascinato incontro, e Jack, il capitano Jack, il capitano Jack
Harkness – lui insomma – ha alzato gli occhi dal
bicchiere che una camerierina dai denti appuntiti gli aveva appena posato sul
tavolo, li ha visti e ha risposto con un sorriso identico. Il Dottore non ha
potuto fare altro che sentirsi, anche lui, lieto di rivederlo, ed è stato in
quel momento che ha cominciato a riflettere attentamente sulla cosa.
L’hanno ritrovato in un improbabile locale in
cui non avrebbero potuto trovare nessun altro, e il Dottore ha notato che Rose
non si è praticamente posta domande di nessun tipo, mentre lui non ha fatto che
rimuginare su quanto ha odiato il capitano Jack Harkness
la prima volta che si sono visti. Beh, d’accordo, forse non l’ha proprio odiato. Comunque non gli è affatto
piaciuta la sua brillante idea di
mettere in pericolo l’Inghilterra della seconda guerra mondiale. E neanche tutta la confidenza che si è
preso con Rose, se per questo. Ma Rose ha ancora indosso quel sorriso che
illumina l’universo, e ride mentre va con gli occhi dall’uno all’altro, e ha un’aria
così felice – così felice – come se
non potesse aspettarsi niente di più bello dalla vita che ritrovarsi insieme a
quei due alieni uno più strano dell’altro nel locale più improbabile del
pianeta più improbabile di tutti. E Jack ha un sorriso identico e i suoi occhi
hanno una luce identica, e il Dottore ormai riflette sempre più attentamente
sulla cosa.
L’hanno ritrovato all’improvviso, e quando al
Dottore capita di rincontrare un compagno dopo tanto tempo – con Sarah Jane è
stato così – di solito nella sua vita avvengono cose buone. Ai tempi di Londra
probabilmente si sarebbe detto che rivedere Jack Harkness
non gli avrebbe portato nulla di buono; forse lo penserebbe anche oggi, se Rose
non sorridesse così e se Jack non sorridesse così e se lui stesso non sorridesse così. Ma il punto è che quello è il sorriso che lo ha salvato, e
il fatto che indugi tanto sia sulle labbra di Rose sia sulle labbra di Jack non
può essere poi tanto più fastidioso del non aver potuto regalare una rosa a
Rose. Però il Dottore non dice niente, poiché potrebbe anche essere tutta colpa
dell’aria che gli annebbia un po’ le idee perché sa di polvere, di uova fritte
e di caffè bruciato.
Per fortuna, nel TARDIS c’è abbastanza spazio da
riempire tutti i silenzi di un Signore del Tempo.
[ 487 parole ]
Spazio
dell’autrice
Anche questa flash nasce
grazie ad Allons-y e al suo prompt ‘OT3’. Penso
effettivamente che non solo Rose abbia salvato il Dottore da se stesso, in quel
tragico periodo post Guerra del Tempo; allo stesso modo penso che al Dottore ci
sia voluto un po’ per arrivarci, ed è su questo che ho voluto incentrare le sue
riflessioni. La frase finale implica un eventuale ritorno di Jack nel TARDIS.
Ho l’impressione di essere
finita più sul Ten/Jack che non sul Ten/Rose/Jack (come da prompt),
ma d’altro canto ho mantenuto un tono molto soft appositamente per non finire
OOC – o comunque ci ho provato, LOL XD Quindi, niente, spero che il mio Dottore
non vi sia parso troppo forzato.
Un grazie di cuore per aver
resistito fino alla fine!
Aya ~