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Autore: QAFlife    01/09/2012    0 recensioni
Wyoming, Signal, 1963. David Edmonds ha 14 anni, e inizia a capire cosa accade intorno a lui. Varie vicende lo faranno incontrare con Jack ed Ennis. (Seguito di How Brave You Are.)
Genere: Avventura, Drammatico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ennis Del Mar , Jack Twist, Nuovo personaggio
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Luglio 1963, Cheyenne, Wyoming. Viveva in una reggia che fu costruita per lui. Quella casa era molto grande, ma era anche una prigione. Sua madre gli insegnò portamento etichetta e disciplina, malgrado tutta la famiglia fosse sciatta e inappropriata. Suo padre lo usava per soldi, con il solo scopo di venderlo ai suoi clienti. Suo figlio l'ha arricchito, e suo figlio, ancora quattordicenne ed ingenuo non sapeva cosa faceva, anzi, pur avendo letto tutti i libri che voleva, non era ancora consapevole di quello che faceva o che gli facevano fare. David Edmonds si chiamava. Capelli rossi corti da un lato e un ciuffo davanti ad un occhio. Occhi color nocciola penetranti come un ago che si conficca nella carne e labbra abbastanza carnose. Ciglia lunghissime e fisico abbastanza femminile. Era magro e alto 1.62, pesava 45 kg, e fianchi strettissimi per via degli abiti che suo padre gli faceva indossare quando i clienti abusavano di lui. Non ha mai parlato con nessuno che non fosse entrato in quel castello, isolato dal mondo intero. Suo papà aveva scelto apposta la località. La famiglia Edmonds è una famiglia Inglese, nota soprattutto in quegli anni. David, pur essendo conosciutissimo dalle persone che amavano pagare per approfittare della sua innocenza (e anche molto), non era conosciuto, poiché la sua identità era segreta, tuttavia aveva una sorella più grande della serie io-posso-tu-no di nome Lizzy Edmonds. Malgrado tutto, David mantenne sempre testa alta: non era sua volontà.
"David! David! Ti vuole tua madre, vedi che cosa vuole, mi sta scoppiando la testa!" Urlò Lizzy.
"Aspetta un minuto! Cavolo queste scarpe fanno male." Rispose David alla sorella.
David si ritrovò davanti al padre. Lui non voleva sentire la sua voce, ne sentire il suo respiro. In realtà non lo poteva sopportare ne vedere suo padre perché lo costringeva a fare cose noiose tutto il giorno che a lui non importavano, come studiare dizione e politica.
"Finalmente eccoti! Senti, sta sera Hilary e Lizzy ti faranno compagnia, io e la mamma dobbiamo partire per Londra per questioni di lavoro. Piccolo, mi raccomando, starò via una settimana e appena arrivo non voglio sorprese."
"Certo papà, cosa vuoi che faccia? Starò bene, tranquillo."
"Tesorino pucci pucci, vieni qua amore della mamma, lo sai che mammina ti vorrà sempre bene!"
"Si, si mamma" - tutti ci credono infatti, inutile soprammobile tutto ad un pezzo, quella pelliccia ti ingrassa ancora di più -
"Ok tesorino ci vediamo allora."
"Ciao mamma, ciao papà."
Appena varcata la soia di quella porta, David sentì un peso cadere dalle spalle. Quelle poche volte all'anno che i suoi genitori partivano, dicevano che partivano per lavoro, mentre non facevano altro che andare in vacanza. Glielo disse Hilary, la cameriera di quel castello (che castello non era, era una villa enorme di 3 piani e 32 stanze). David era legato ad Hilary, era l'unica persona che rischiava il licenziamento per parlare con David. Quella donna lo vide nascere, e lo stava vedendo crescere sempre di più. Quando David la cercava era per sfogarsi della sua vita dentro quella casa. Lui voleva uscire, ma non lo faceva di sua spontanea volontà, perché in pratica suo padre gli fece il lavaggio del cervello per quante cose false gli raccontava. David aveva una concezione del mondo al di fuori del normale, ma poi, dentro quella casa aveva tutto! Poteva FARE tutto! E poi c'era Hilary, se l'avrebbe lasciata lei che avrebbe fatto? Quei piccoli desideri di uscire erano solo perché dalla finestra vedeva cose che avrebbe voluto toccare, come l'erba, i fiori, le piante... Ma tuttavia aveva un sacco di piante dentro la sua enorme stanza, ovvero il luogo dove passava tutto il suo tempo. Lui amava l'arte, amava le lezioni di storia dell'arte e di pratica, amava la musica, insomma tutto ciò che richiedeva immaginazione e creatività. Amava abbigliarsi con abiti eccentrici e molto strani agli occhi della gente. Amava truccarsi, poiché sua mamma gliel'aveva insegnato da quando aveva 5 anni. Adorava mantenere le unghia delle dita delle mani sane e forti, colorarle con smalti di vari colori, a volte anche coppie di colori completamente differenti come il verde e il blu, o l'arancio e il viola. Amava mettere i Daisy Dukes e le camicie corte fin sopra la pancia. Era un abbigliamento molto fuori dal comune, soprattutto a quei tempi.
- Cosa posso fare per ammazzare il tempo? mhh vediamo... -
"Hilary, tesoro dove sei?"
"Sono qua raggio di sole!"
Hilary era una donna in carne, di colore. Avendo 45 anni sembrava molto più vecchia per via dello stress del lavoro. lavorava sempre, anche quando stava male e aveva la febbre. Doveva mantenere i suoi figli a Signal, uno di 12 anni e un altra di 16, era una famiglia umile e dignitosa. E GUAI se ai suoi figli mancava del cibo sotto i denti. Difendeva sempre David, senza rispondere mai male ai dignori Edmonds. Tuttavia soffriva di problemi di cuore, anche se si emozionava o si affaticava per poco poteva rischiare un infarto e successivamente la morte.
"Hilary, non so cosa fare... Questa cosa mi stressa troppo, cavolo, ho un sacco di cose da fare ma nemmeno una mi va. Non ho nessuno con cui farle."
"Perché non chiedi a tua sorella Lizzy? Anche lei è sempre sola, se vi fate compagnia a vicenda..."
"Lizzy? Ma non se ne parla. Lei sa parlare solo di trucco e parrucco credendo di sapere tutto, e poi starà parlando con le sue amiche al telefono..."
"Già. Non si stacca mai da quel telefono. Insomma, lei può uscire, potrebbe andare a prendere un gelato al paese con le sue amiche e parlare di persona al posto di parlare dietro ad una cornetta."
"Hilary, più vivo in questa casa e più penso a quanto siano fortunati gli altri. Insomma, gli altri hanno libertà di fare quello che vogliono, io devo seguire sempre l'etichetta, stare dritto con la schiena e sottopormi a quelle stressanti ore di ginnastica. So che sono fortunato perché ho un papà e una mamma, una sorella, un tetto sopra la testa, mangio ogni singolo giorno, e ho tutto. Ma in realtà non ho nulla. Nei libri che leggo ci sono storie stupende di famiglie che si vogliono bene, e io sogno."
"Tesoro, non posso darti torto. Sai che io ti dico sempre la verità. Effettivamente si, sei fortunato, ma solo in cose materiali e nient'altro. Devi comunque capire che la vita degli altri ragazzini non è facile, nessuno ha tutto in realtà. C'è sempre qualcosa che viene a mancare prima o poi."
"Lo so Hilary, ma..."
"Smettila di lamentarti raggio di sole. Devi solo essere forte. Arriverà il giorno in cui te ne andari di qua, indipendentemente da quello che vuole tuo padre, tua madre e tua sorella. E nuotano nei soldi grazie a te, ricordalo, devi solo volerlo e tutto finirà."
"E come lo posso volere? Io in realtà non lo voglio, Hilary. Il mondo è brutto, starei male se..."
"Non è brutto come ti hanno detto. Il mondo è bellissimo e devi sperimentarlo quanto puoi, finché vivi e sei adolescente soprattutto. Tutte queste cose ti sono mancate durante l'infanzia, io ho voluto dartele da sempre ma non mi è stato concesso nemmeno il permesso di respirare vicino a te... Solo se i tuoi genitori sapessero della nostra conversazione... Non so cosa farei..." Hilary si stava mettendo a piangere. In effetti, voleva bene a quel ragazzino. Era il suo piccolo raggio di sole, quando lavorava le faceva compagnia e riempiva il vuoto dentro. Lei i suoi figli non li vedeva mai, se non due o tre volte l'anno, suo marito si occupava di loro, e David per lei era come un figlio, e per David lei era una madre. Malgrado i suoi problemi di cuore, riusciva a stare in piedi. E il fatto che stava per piangere non era rasicurante.
"Hilary, non piangere, tranquilla..."
"Senti piccolino, finché ci sarò io qua, non permetterò che ti faranno niente, te lo prometto! Adesso dammi un abbraccio forte forte."
"Ti voglio tanto bene Hilary."
"Anche io te ne voglio raggio di sole. Ascolta, l'altro giorno sono andato dal medico e, mi ha detto che non devo ne affaticarmi ne emozionarmi troppo. Se un giorno di questi dovessi morire... Promettimi che scapperai da qui..."
"Ma, Hilary io..."
"Ascoltami bene raggio di sole. Sei un ragazzo intelligente, non hai bisogno di me per cavartela, adesso vieni qua e dammi un bacione a stampo sulla guancia, bello forte forte come piace a me."
David si sentì il cuore scoppiare. Se Hilary se ne fosse andata l'unica soluzione sarebbe stata sopportare papà e tutte le altre rogne di quella casa, senza mai potersi sfogare con nessuno, senza nessuno che gli dicesse le cose come stanno. Sarebbe morta sua mamma, e questo sarebbe stato un colpo dritto al cuore per lui.
"David, adesso stammi a sentire per bene. Vai a vedere se c'è qualcuno nei paraggi."
David andò ad aprire piano piano la porta per vedere se qualcuno passava di li accidentalmente. Non c'era nessuno, a parte il pavimento di marmo bianco, e le pareti e i mobili color wengè.
"Allora? C'è qualcuno?"
David negò facendo su e giù con la testa.
"Ascoltami piccolo. Anche se è dura sia per te che per me... Devi scappare. Io starò bene, ti verrò a trovare a casa non appena finirò il turno in questa casa, ecco il mio numero di telefono, chiamami da una cabina telefonica, ecco i gettoni. Non li perdere per nessun motivo, nel caso in cui le cose si mettono male mi chiami e io sarò li da te in un lampo o manderò mio marito. Ecco il piano: ogni sera, quando tuo padre ti da ai suoi clienti, lui aspetta fuori la porta che il signore abbia finito con te. Lui lo accompagna alla porta, e la chiude a chiave non appena il signore ne varca la soglia e poggia le chiavi sul tavolino di fronte il divano, dopo sale, si mette in pigiama e inizia a dormire. Tua mamma e tua sorella vanno sempre a letto alle dieci e mezzo di sera, quindi il problema di loro non c'è. Quando si saranno fatte le undici e mezzo di sera, esci dal letto e ti muovi furtivamente. Ricordati di prenderti dei soldi nella cassaforte al piano di sotto. E' dietro il secondo mobile nel corridoio principale, spostalo piano senza far rumore, e la combinazione è questa." Hilary prese un foglio dalla tasca del grembiule bianco, dandolo a David. "Quindi prenditi tutti i soldi che puoi, anche tutti se necessario. Li hai guadagnati tu e te li meriti, ma mettili in un posto sicuro. Sono banconote ma sono facili da nascondere, mettili dentro i pantaloni e dentro le scarpe, non darli a nessuno, ti serviranno per mangiare. Dirigiti a Signal, ecco una mappa. La ci vivono mio marito con i miei figli, gli parlerò di te, fatti trovare davanti ai binari del treno domani mattina alle sette in punto. Ecco, tieni questo orologio, a me tanto non serve, ne ho un altro in tasca. Fa in modo che tutto fili liscio, non ti fermare a parlare con gli sconosciuti e se tentano di derubarti inizia a correre a più non posso: Cheyenne è piena di vicoli, prima o poi li seminerai, è come la lezione di resistenza che fai ogni giorno e sei arrivato anche ad un buon traguardo per quanto ne sappia io. Ok?"
"Hilary, e se tutto va male?"
"Almeno ci hai provato piccolo. Dai, adesso comportati da indifferente, non dire nulla a nessuno, ci siamo intesi?"
"Ok... Hilary grazie, grazie mille, senza di te non so dove andrei a finire... Grazie davvero!"
"Farei di tutto per te tesoro mio."
  
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