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Autore: Britin_Kinney    01/09/2012    5 recensioni
Da un po' di tempo, Artù reprime il desiderio che Merlin rappresenta per lui, fin quando non decide di dimostrarlo a quest'ultimo usando delle maniere abbastanza poco gradite da Merlin 'spaventandolo' quasi. Ma alla fine Merlin cederà perchè Artù per Merlin è Artù. XD Spero di essere stata chiara :P Mi farebbe piacere se faceste un salto.
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Salve a tutti, spero vi piaccia :)
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Undisclosed Desires

<> pensavo mentre lucidavo l'armatura di Artù.
Era da un po' di tempo che preferivo evitarlo ... da quando le sue formali strette di mano erano diventate abbracci e le sue frasi nascondevano significati volutamente celati che comunque spiccavano tra le righe.
Che cosa intendeva fare quel babbeo? Si stava forse rendendo conto di avere un cuore? O magari un cervello per pensare che io ero sempre stato al suo fianco, e non facevo altro che sgobbare dal momento in cui aprivo gli occhi al momento in cui li richiudevo per lui?
Oppure, era solo una mia stupida, sciocca impressione.
Non si sarebbe spinto oltre quegli abbracci ne ero sicuro.
Infondo lui era il principe ereditario di Camelot e detto senza giri di parole, io non ero altro che un misero servo.
Certo, questo dopo avergli salvato la vita per la prima volta.
<<Hai salvato la vita di mio figlio...>> aveva detto Uther guardandomi con gratitudine. 
<<...meriti una ricompensa>> ed io all'inizio non volevo accettare...
Insomma, era il mio destino salvare la vita all'asino reale... Quindi avevo ritenuto fosse giusto strapparlo a morte certa. Scuotevo il capo.
"Non è necessario , sire" avevo tentato di rifiutare con cortesia la sua proposta "Non essere modesto meriti davvero una ricompensa" a quel punto non potevo rifiutarmi di ricevere quella santissima ricompensa di cui parlava il Re , non feci in tempo a dire sì che il re diede una pacca sulla spalla a suo figlio decretandomi il suo servitore.
"sarai il servitore del principe Artù!" annuciava cominciando a battere le mani insieme ai presenti che avevano assistito alla scena del salvataggio.
Avrei voluto dirgli "Cosa cavolo avete da applaudire?!" invece sono rimasto zitto.
Ogni battimani una bastonata sui miei poveri nervi.
Io ed Artù ci guardammo in viso, prima di voltare il capo nella direzione opposta, disprezzandoci a vicenda.
Da quel giorno, è sempre stato un battibeccare continuo, ovviamente l'avevo quasi sempre vinta io.
Le uniche -pochissime- volte in cui lui la spuntava,era solo perchè in mezzo veniva messa la magia.
E quindi mi conveniva tacere, acconsentendo alle sue parole.
Ma se non ci fosse stata la magia, di mezzo l'avrei spuntata sempre e comunque io.
"Bene ho finito" dissi, asciugandomi con la manica la fronte.
Se solo Artù osava sporcarli di nuovo l'avrei strangolato.
Quella specie di sgorbio reale... c-con i capelli biondi e quegli occhi azzurri e il corpo possente... e... mi sorpresi a sbavare. Passai la manica all'angolo delle labbra, asciugandomi.
<<Merlino ma che diavolo ti prende?>> mi chiesi...
"Non proprio, Merlino" la voce di Artù mi fece tremare di imbarazzo.
"N-non proprio c-cosa?" chiesi "Non hai proprio finito" mi si avvicinò da dietro, appoggiando la mano sulla mia, quella che stringeva lo straccio asciutto con cui ero solito lucidare il suo usbergo, appoggiò la mia mano sul pezzo di metallo e cominciò a strofinare lentamente, si schiacciò maggiormente contro di me, guardandomi negli occhi.
Riuscivo quasi a sentire il calore del suo corpo, ma c'era qualcos'altro che mi incuriosiva, speravo fosse la spada il rilievo che sentivo premermi così palesemente sul...
"H-ho c-capito! Li porto nelle mie stanze. Devo parlare con Gaius!" sembrò infastidito quando lo scansai passandogli accanto con indifferenza, o almeno speravo che avesse colto indifferenza.
In realtà dentro di me ribollivano una sfilza di cose confuse tra loro, come se cercassi di rassettarle e mi scappassero tutte di mano mischiandosi per rendermi più faticoso il lavoro.
Insomma, ce l'avevano con me.
Inutile dire che Artù non fece una delle sue solite bravate, mi sfiorò il sedere con una mano mentre mi allontanavo.
Ma si era scemunito, o cosa?
Feci finta di niente, proseguendo verso le mie stanze.
Aprì la porta con -ovviamente e purtroppo- Artù al mio seguito.
"Gaius?" chiamai nessuno mi rispose.
"Gaius?" chiamai di nuovo.
"Non c'è" disse, il suo tono non mi piaceva per niente, sapeva di cattivo presagio.
Infatti in base al rumore dei suoi passi dedussi che si stava avvicinando.
Lo scansai in tempo.
"Vado da Gwen, mi aveva chiesto di darle una cosa, ma non l'avevo con me stamattina .." provai a dire per deviare l'ennesimo momento imbarazzante, presi qualcosa dalla mia stanza che assomigliava tanto a il mio libro di magi... aspetta un'attimo, questo è il mio libro di magia... pensai. Lo nascosi al suo posto guardandomi intorno in cerca di qualcosa di plausibile da portare a Gwen.
Ma insomma che spiegazioni dovevo dare ad un'asino reale del genere?! -che ti piace, Merlino...-
mormorò una vocina nella mia testa. Questo non è affato vero.
Oh, bene, cominciavo anche a conversare nella mia mente. Facevo progressi!
"L'ho persa. Gliela darò domani appena l'avrò trovata..."
Artù mi guardò con un sopracciglio alzato.
"Che cosa stai cercando di preciso?" chiese. Oh, per Dio!
Ma come fà ogni sua minima frase a mettermi in difficoltà?
Cosa stò cercando...?
Cosa stò cercando...?

Ci sono...
"Una pozione per il padre di Gwen" risposi "Ma non stà male" affermò lui guardandomi negli occhi.
"Ha dei problemi alla spalla con tutto quel martellare, ha bisogno di qualcosa che rinvigorisca i suoi muscoli" come mai mentire era stato così facile? Mi chiedevo mentre lo vedevo uscire dalla mia stanza palesemente poco convinto.
Perfetto, avevo fatto l'ennesima figura da idiota.
"Buonanotte, Artù" gli augurai prima che si richiudesse la porta alle spalle.
"Sì, Merlino" mormorò a bassa voce uscendo dalla stanza. 
Il sole cominciò a baciare la lucente Camelot, già sveglia e attiva.
Il vociare del mercato giunse fino alle mie orecchie, svegliandomi come ogni mattina in cui a chiamarmi non era Gaius.
Mi sciacquai il viso e il corpo con l'acqua che profumava di lavanda, era stata Gwen sicuramente a profumarla di lavanda, perchè io di solito preferivo l'assenzio, era un odore forte ma mascolino.
Adesso profumavo come un fiore in primavera e non osavo pensare a come potesse comportarsi Artù una volta sentito il mio profumo.
Avrei dovuto fare maggior attenzione a stargli lontano per evitare situazioni equivoche e... quasi del tutto indesiderate. <<Merlino ma che cosa farfugli? Quasi? Del tutto!>> scossi il capo.
"Ma perchè è capitato a me questo babbeo?" riflettei tra me e me "Non poteva capitarmi un principe serio e sopratutto non tendente alla seduzione dei propri servi... perchè era proprio questo che Artù voleva farmi capire.
Mi stava seducendo. Ed io avevo intenzione di respingerlo fin quando non si sarebbe stancato.

Quando mi trovai difronte alla grande porta di ciliegio delle stanze di Artù, chiusi gli occhi facendo un respiro profondo, aprì la porta con un pò di difficoltà perchè in mano portavo il vassoio sul quale si trovava la colazione dell'asino reale quando entrai c'era solo buio.
"Fermo dove sei" disse lui "Buongiorno anche a voi sire" solo la luce di una candela, nell'altra ala della stanza illuminava di un bagliore fioco gli appartamenti di Artù.
Mi sembrava di essere in uno di quei incubi che fai quando ti succede qualcosa di brutto, quelli dove dal buio ti spunta qualcosa all'improvviso e ti svegli mentre l'anima ti esce dal corpo per lo spavento.
"Fermo..." sussurrò.
"Sono fermo, ora mi dite cosa avete intensione di fare?" chiesi perplesso.
"Stò arrivando" vedevo poco e niente, quindi quella sua frase (minaccia) suonava ancor più inquietante.
Mossi qualche passo in avanti.
Ti avevo detto di stare fermo.
"Ma come fate a vedere?" sbottai irritato "Ma non vedo...sento" rispose, la sua voce era più vicina.
"Dove siete? Dai smettetela con queste bambinate e fatemi aprire le tende" dissi
"Non ancora..." mormorò incurante delle mie parole
"Ebbasta!" sbottai, dopo qualche istante due mani calde si posarono sui miei fianchi, spingendomi alla cieca sul letto.
"Che cosa state facendo?" chiesi "Non ce la faccio più" rispose "che intendete dire?" sentivo il suo fiato profumato sempre più vicino al mio viso, tanto da poter sentire il sapore del suo respiro sulla lingua.
"A resisterti" rispose, avvampai in viso.
"Vi rendete conto di cosa state dicendo? Ma vi ascoltate quando parl..." il mio parlare fu interrotto dalle labbra di Artù che mi baciò senza tanti complimenti.
Quando le sue labbra lasciarono le mie lentamente ero completamente confuso.
"Che cosa avete fatto? Perchè lo avete fatto?" cominciai ad agitarmi sotto di lui, per liberarmi e sfuggire al suo corpo caldo. "Perchè ti amo Merlino, non posso fare a meno di pensarci giorno e notte. Mentre ti vedo fare avanti e indietro per le mie stanze, mentre mi vesti e mi sfiori, chiudo gli occhi solo quando non guardi perchè non ho mai voluto darti preoccupazioni e soprattutto volevo negarlo a me stesso. Ma poi il desiderio è diventato forte e la mia infatuazione nei tuoi confronti ancor di più. Ho avuto davvero l'impressione di morire, guardando le tue labbra, negandomele e obbligandomi a non sbatterti alla prima parete vicina e baciarti come si deve, guardando il tuo corpo esile correre verso di me, abbracciarmi. Perchè ti mancavo, ne sono sicuro. Ho sentito il tuo corpo così tanto vicino al mio, ma così tanto lontano che davvero, ho rischiato la pazzia... sei sempre stato qualcosa di fragile da proteggere, da amare. Ho sempre avuto questa impressione di te. Ho sempre desiderato cullarti sul mio petto dopo averti baciato ovunque. Ho sempre..." gli misi un dito sulle labbra.
"Dimmelo di nuovo" mormorai "Cosa?" chiese.
"Che mi ami, dimmelo" ripetei.
"Ti amo, ti amo, ti amo".

Artù

Affondai le labbra in quella pelle perlacea e perfetta.
Il suo collo fresco e profumato...
Era come se fossi affamato e qualcuno mi stesse invitando ad uno sfarzoso banchetto.
Che poi in realtà era vero, ero affamato. Avevo fame, sì, ma di Merlino. Risalì divorando le sue labbra in un bacio famelico.
Gli sfilai la tunica con una certa impazienza baciandogli il petto, l'addome, il ventre.
Profumava di buono. Di fiori, di lavanda, di Merlino.
Risalì, mordendogli una spalla, gemette.
Feci scivolare una mano tra di noi e cominciai ad accarezzare la sua eccitazione che ormai sentivo premere sulla mia.
"Artù" gemette il mio nome, sentivo una nota di insicurezza nella sua voce.
"Merlin, lasciati andare. Fidati di me" implorai.
"Non ti costringerò a fare niente, tranquillo" Si morse il labbro inferiore e poi sorrise.
"D'accordo" rispose dolcemente, incrociando il polsi dietro la mia nuca. 
Sorrisi sulla sua gola, lasciando un bacio leggero sul suo pomo d'Adamo. Sorrise anche lui.   
 
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Perchè riesco a scrivere solo cose corte?! Perchééééé?!
Bene... mmm, dopo questo sclero posso anche chiedervi di lasciare un commentino.
Grazie mille.
*Fa un inchino e si ritira nelle sue stanze:)*

PS: Avrei un disperato bisogno di una Beta. Chi volesse, potrebbe contattarmi? Grazie mille in anticipo.








 
  
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