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Autore: Courage12    01/09/2012    2 recensioni
E' possibile che due sconosciuti possano amarsi dal primo istante, e poi rincontrarsi dopo 5 anni?
Lo scoprirete solo leggendo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jonghyun, Key
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sentivo una strana elettricità nell’aria, e no … non perché i tuoni e i lampi presagivano l’arrivo di una tempesta. Presi la chitarra e cominciai a scrivere qualcosa … quell’atmosfera mi ispirava.
Sentivo che presto sarebbe successo qualcosa.
Ma pensavo di esser diventato pazzo, così continuai a scrivere.

L’aria fuori si fece sempre più pesante, tanto che chiusi tutte le finestre perché avevo paura che il cielo mi cadesse sulla testa. Si … 22 anni e ancora con la paura dei temporali.
Ero completamente solo e mi sedetti sul divano, finché qualcuno bussò alla porta ansimando.
Proprio in quell’istante cominciò a piovere come forse non aveva mai fatto.
Corsi verso la porta e aprii.
“Oh! Grazie al cielo! Mi sono perso, sono tutto bagnato, odio la pioggia, mi rovina i capelli, non so più tornare a casa, morirò, con questo tempo perderò sicuramente la voce …”
“Hey calma! Se vuoi puoi entrare” sorrisi.
“Che Dio ti benedica figliolo! I miei bellissimi vestiti te ne saranno grati!” quello strano tizio entrò in casa, passandomi velocemente davanti. Continuava a borbottare e non so perché … mi divertiva.
Si sedette sul divano e cominciò a guardarmi come se stesse aspettando qualcosa.
“Mmmh … vuoi qualcosa di asciutto per caso?” non sapevo che fare, mi metteva in soggezione.
“No guarda! Potrei anche morire assiderato … ma se proprio ci tieni!” disse e sbuffò, sollevando quel ciuffo biondo.

Corsi in camera mia per prendere qualche vestito. Mi sentivo strano e non sapevo nemmeno il motivo.
Ritornato in salotto, non lo trovai più.
“Poteva aspettare almeno due secondi. Faccio entrare gli sconosciuti in casa e neanche ringraziano.” Dissi tra me e me.
“Hey hey! Frena dino!” gridò dal bagno.
“Dino?”
“Si, non so … assomigli ad un dinosauro!” arricciò il naso e tornò in salotto.
“Grazie?!”
“Prego!! Anzi, grazie a te per i vestiti! Posso cambiarmi qui? Ti crea qualche problema?” chiese lui cominciando già a togliersi la maglietta.
“N.. no no! Fai pure!” dissi imbarazzato.
Tornai a sedermi sul divano cercando di distogliere l’attenzione da quello strano personaggio … ma non fui capace di resistere.
Si sfilò la maglietta mostrando un corpo pallido e snello … sarebbe potuto volare via con un soffio di vento.
S’infilò la mia felpa che gli andava almeno 3 volte … lo trovai decisamente adorabile.
“Beh? Che hai da guardare? Sono così ridicolo?” mi chiese, guardandosi addosso.
“No … no .. è che … niente! Ti sta bene!” chissà se si era accorto del cambio di colore della mia faccia.
“Qualsiasi cosa mi sta bene tesoro!”
“Evviva la modestia!” risi e tornai a strimpellare.
“Comunque sono Kim Kibum, ma puoi chiamarmi Key! Scusami per non essermi presentato prima e per essere piombato così in casa tua!” mi disse porgendomi la mano.
“Non ti preoccupare. Il tempo lì fuori è pessimo, non è sicuro per nessuno andarsene a zonzo per la città. Kim Jonghyun, piacere!” stringendo la sua mano, avvertii la stessa strana elettricità di prima. Coincidenza?

La sua mano era così morbida e delicata che non avevo nessuna voglia di lasciarla.
“Tesoro è vero che fa freddo, ma avrei bisogno della mano!” mi disse facendomi diventare paonazzo.
“Ho visto che suonavi … e quei fogli lì? Cos’è ? Sei un cantante?” spostò tutti i fogli con gli appunti che , fino a qualche minuto fa, erano disposti ordinatamente.
“Fermo! Non li scombinare così!” urlai afferrandogli il polso.
Ancora una scossa. Era stato forse colpito da un fulmine? Andiamo Jong, non cominciare con le tue solite idiozie.
“Mi dispiace! Rimarrò qui buono buono a sentire. Muto! Non parlo più! Parola di divah Key!” disse tutto d’un fiato, mimando il gesto di una cerniera che si chiude sulla sua bocca.
La sua bocca.
La fissai a lungo.
Mi sentii ridicolo pensando che assomigliasse ad un piccolo cuore, e mi sentii ancora più ridicolo quando pensai a come sarebbe stato baciarla.
“Non sarai mica un pervertito? Oddio. Dove sono andato a capitare!!” si stava già dirigendo verso la porta, quando un tuono lo fece spaventare e sbattere contro il mobile vicino.
“E’ tutto ok? Ti sei fatto male?” lo presi per la vita, e quando me ne accorsi, ritrassi subito le mani.
“Si, sto bene. Ma ripeto … non sarai mica un pervertito?” mi guardava disgustato.
“Ma che cavolate vai dicendo? Ti sembra la faccia di un pervertito questa?”  mi sentii profondamente punto nell’orgoglio.
“No ma … OK! Allora! Mi fai sentire quello che stavi suonando?” disse sorridendo, come se non fosse successo niente.
“Perché dovrei?”
“Perché io sono un cantante, quindi sono un artista … e me ne intendo! Su! Suona!”
“E va bene!” non prendevo mai ordini da nessuno … ma quel Key mi stava facendo impazzire.
Cominciai a suonare e cantai quello che avevo scritto quel pomeriggio.
So goodbye, don’t cry and smile … ga seum si ri deon si gan deul mo du da bo nae jul geo ya. So goodbye, eo dum sok we rob deon na. Nan ne ga pil yo hae, I need your love again.”  **
Posai la chitarra e notai che Key mi stava fissando come se fossi chissà quale celebrità.
“Wow. Ma … ma … la tua voce … MA SEI MERAVIGLIOSO!!!” esplose in una risata fragorosa e adorabile, per non so quale motivo.
Amavo i complimenti, ma mi sentii stranamente imbarazzato.
Questo momento decisamente imbarazzante fu interrotto, per fortuna, da strani rumori provenienti dallo stomaco di Key.
“Oooops. Cattivo stomaco maleducato!” disse rivolgendosi alla sua pancia. Come poteva essere così adorabile?
Decisi di cucinare per lui.
“Vuoi mangiare eh? Hai ragione. Vado a preparare qualcosa!” mi alzai e mi diressi verso la cucina.
“Sai anche cucinare? Senti … non è che mi vuoi sposare?” lo sentii ridere, e cercai di far calmare il mio cuore che stava battendo all’impazzata.
“Scusa! Stavo scherzando!” continuava a ridere e cominciò anche lui a strimpellare qualcosa di terribile.

Dieci minuti dopo, mi presentai con qualcosa di semplice … ma caldo e invitante.
“Vieni a sederti qui. Ti ho preparato il mio piatto speciale! Nessuno sa cucinarlo come me!” dissi orgoglioso.
“Evviva! Nessuno aveva mai cucinato per me! Divah Key deve sempre fare le cose da solo!” parlava anche in terza persona, e io non facevo altro che adorarlo.
Cominciò a mangiare la sua porzione come se fosse a digiuno da giorni, ma non potei fare a meno di notare il suo profilo perfetto, e gli occhi piccoli ma espressivi, leggermente truccati.
Rimasi senza fiato e il cuore ricominciò a battere, tanto che mi misi una mano sul petto per cercare di farlo smettere.
“Tu non mangi? I cuochi non mangiano le proprie meraviglie?” mi chiese sorridendo.
“Sisi … e che stavo pensando …” dissi cominciando a prendere un boccone con le bacchette.
“A cosa, se posso saperlo?” continuava a fissarmi con quegli occhi irresistibili.
“Beh … penso che il destino ti abbia fatto capitare qui … e sono contento!” confessai, abbassando lo guardo e avvampando.
Chiacchierammo e ridemmo per tutta la serata. Non mi ero mai sentito così bene con nessuno prima d’ora.  Davvero credevo che Key fosse un regalo fattomi dal destino.

Era già mezza notte e Key si alzò all’improvviso guardando l’orologio.
“Ma è tardissimo! Devo andare! Ho già approfittato troppo della tua … “ un tuono fece spegnere tutte le luci della città. Rimanemmo al buio.
“Ehm … penso che io debba rimanere qui.” Disse Key cercando di ritrovare il divano.
“Puoi rimanere a dormire qui, questo è un divano-letto. Non ti devi preoccupare!” mi alzai per cercare una torcia o una candela, quando sentii un tonfo seguito da un “AIH!!”.
“KEY! Stai bene? Dove sei?” ero preoccupato e non vedevo nulla.
“Sono qui! Ai piedi del divano … aih! Il mio bel sedere non si merita certi trattamenti!” disse lamentandosi come un bambino.
Non riuscivo davvero a vedere nulla, infatti inciampai sulla sua gamba e gli finii addosso.
Male. Molto male.

“Oh … ehm … scusa … non ti avevo visto!” ero a due centimetri dal suo viso e non riuscivo a rialzarmi.
“Non la senti anche tu questa strana elettricità?” disse ridendo, ma senza muoversi.
“Si … precisamente da quando sei arrivato …”
Non riuscii a controllarmi e lo baciai. Fu il bacio più intenso che avessi mai dato in vita mia.
Mi sentii rinascere e non avrei mai più voluto smettere.
Key mi sfilò delicatamente la maglietta e mi accarezzò la schiena con le sue mani morbide. Mi vennero i brividi, cosa che lui notò sorridendo mentre continuava a baciarmi.
Gli tolsi quel’enorme felpa e cominciai a baciarlo ovunque. Ero avido. Lo desideravo come un matto.

Finimmo per fare l’amore … per tre, lunghe, meravigliose ore.
Key era perfetto. Tutto di lui era perfetto.
Non volevo più lasciarlo. Fra le mie braccia era tremendamente bello.

La mattina dopo, mi svegliai sul divano coperto dalla felpa. Cercai Key invano, ma trovai solamente un biglietto scritto con una bella calligrafia:
Avrei voluto fare l’amore con te per ore e ore. Ma dovevo davvero andare.
Non mi scorderò di te. Non potrei mai dopo questa sera.
Chi avrebbe mai immaginato che uno sconosciuto mi avrebbe sconvolto così tanto da farmi innamorare?!
Io credo nelle tue capacità, credo nella tua voce meravigliosa. Farai strada.
Ci rincontreremo … ne sono sicuro.
Ciao baby dino.        Key


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*cinque anni dopo*

Key l’aveva detto. Avrei fatto strada. Ma non riuscivo a crederci …
E invece si. Ero riuscito ad impressionare un discografico che mi aveva subito offerto un contratto.
Accettai subito e cominciai a fare concerti in città. La gente amava la mia voce, si riconosceva nelle parole che scrivevo … tutto quello che avevo sempre desiderato.
Ma mancava qualcosa.
Mancava Key.
In cinque anni, non avevo mai smesso di pensarlo e di cercarlo. Ma fu tutto inutile.

Finchè un giorno di settembre, precisamente il primo settembre, proprio il giorno in cui incontrai Key … accadde quello che aspettavo da tempo.
C’era un temporale fortissimo, ma fortunatamente il mio concerto nel locale più frequentato e famoso di Seoul  non venne annullato.
Ero agitato, come sempre prima di ogni mia esibizione. Ma sapevo di suonare per gli altri, per farli sentire meglio … e quel giorno avevo una strana sensazione.

Alle 21:00 salii puntuale sul palco, mi sedetti sullo sgabello, presi la chitarra e cominciai a suonare “ So Goodbye”.
Avevo finito di scrivere quella canzone il giorno stesso in cui Key se n’era andato. Mi aveva ispirato … e grazie a lui ero diventato Qualcuno.

Arrivai al ritornello, quello che gli feci sentire quella sera … e notai strani movimenti tra il pubblico.
Era Key.
Era il mio Key che si faceva largo tra la folla come una diva, per sentirmi.
Mi guardava con un’ espressione che non riuscii a decifrare. I suoi occhi erano velati dalle lacrime, e lo vidi cantare stringendo il mio album fra le mani.

Alla fine del concerto mi raggiunse dietro le quinte e la prima cosa che feci, fu abbracciarlo.
Volevo sentirlo così vicino per sempre.
Non avrei sopportato di vivere senza di lui.
A lui dovevo tutto. Ero innamorato di Key e stavolta non se ne sarebbe andato.
“Baby dino!” ancora mi chiamava così.
“Key! Non hai idea di quanto tu mi sia mancato in questi cinque anni … non ho mai smesso di pensarti … di cercarti ..”
Mi interrupe con un bacio.
Avevo sognato quelle labbra e quei baci per tanto tempo.
“Non me ne vado, tranquillo. Rimarrò con te.” Disse stringendomi.
“Ti amo Key.”
“Anch’io.”



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Spazio autrice:
Eccomi di nuovo qui, con un'altra OS JongKey. Non ci posso fare niente ... mi ispirano. Li amo troppo.
Comunque ad un certo punto della storia avrete trovato degli asterischi.
Ecco qui il link collegato.
http://www.youtube.com/watch?v=jzUsBUoaMNo

 
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