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Autore: Fenna the Thaumaturge    01/09/2012    4 recensioni
Esiste un luogo, dove si ritrovano tutte le persone che stanno per perdere il proprio cuore, prima di dire addio al loro ultimo spiraglio di umanità.
È un luogo sospeso tra Luce e Oscurità, tra il Tutto e il Nulla.
Esso viene chiamato il Margine Oscuro;
Proprio perché fa da “linea di confine” tra ciò che è stato e ciò che sarà.
Una volta che ti ci ritrovi, hai la sola certezza che la tua vita sta per subire un drastico cambiamento.
Che tu lo voglia o no, non puoi più tornare indietro.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel, Saix
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: KH Birth by Sleep
- Questa storia fa parte della serie 'The Backbone of the Fire and the Moon'
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We’ll Go Through This Together

 
 
Esiste un luogo, dove si ritrovano tutte le persone che stanno per perdere il proprio cuore, prima di dire addio al loro ultimo spiraglio di umanità.
È un luogo sospeso tra Luce e Oscurità, tra il Tutto e il Nulla.
Esso viene chiamato il Margine Oscuro;
Proprio perché fa da “linea di confine” tra ciò che è stato e ciò che sarà.
Una volta che ti ci ritrovi, hai la sola certezza che la tua vita sta per subire un drastico cambiamento.
Che tu lo voglia o no, non puoi più tornare indietro.
 
Lea si sollevò da terra e fece qualche passo incerto guardandosi intorno.
Lui e Isa erano finiti in una specie di spiaggia nera, con un mare limpido, illuminato dalla luna. Tutto il paesaggio dava un certo senso d’inquietudine.
Dopo qualche secondo si voltò a osservare il suo amico ancora svenuto sulla sabbia, poi si sedette alla sua sinistra.
Quasi gli vennero le lacrime agli occhi quando il suo sguardo si soffermò sulla ferita a forma di X, che spiccava in mezzo agli occhi ancora chiusi di Isa.
Improvvisamente la rabbia travolse Lea, che dovette trattenersi per non mettersi a urlare.
Tutta l’ira che provava in quel momento era indirizzata verso una persona sola.
Colui che aveva fatto questo al suo migliore amico.
Xehanort.
Rivide mentalmente l’attimo che aveva distrutto le loro vite.
Quando Xehanort aveva puntato la Keyblade contro di lui e Isa si era messo in mezzo per proteggerlo, e di conseguenza aveva ricevuto quel colpo in fronte dal Custode, che non apprezzava particolarmente gli atti di eroismo, o di amicizia.
Poi Xehanort aveva puntato l’arma contro il petto di Isa e Lea si era ritrovato in una situazione in cuoi non poteva fare nient’altro che guardare, perché era paralizzato dalla paura, mentre il cuore del suo amico si librava nell’aria e scompariva.
Quello che vide dopo fu solo Isa che sveniva e Xehanort che puntava la sua Keyblade contro di lui.
Poi c’era stato solo il buio.

Lea fu riscosso dai suoi pensieri dal rumore di Isa che di fianco a lui si era svegliato e cercava di mettersi seduto.
-Isa…- Lea era ancora sull’orlo del pianto per tutto quello che stava accadendo.
Non riusciva a immaginare che cosa avrebbero dovuto fare adesso, e la cosa lo spaventava a morte.
Isa si sfiorò la ferita sulla fronte e poi si girò verso l’amico.
-Ehi.- disse, poi fece un piccolo sorriso.
Non sapeva bene perché, ma il viso di Lea lo rendeva felice, anche quando tutto sembrava andare storto, guardare i suoi occhi verdi così pieni di luce, lo confortava.
L’allegria di Lea era una cura efficace per la tristezza che c’era nel mondo.
Lea guardò prima la ferita e poi dritto negli occhi dell’amico.
-Mi dispiace Isa, mi dispiace tanto, è tutta colpa mia, non ti avrei mai dovuto trascinare nella mia idea di entrare nel castello, se non fossi stato così egoista, non sarebbe successo niente di tutto questo, mi dispiace veramente, perdonami…-
Isa lo interruppe.
-Basta Lea! Tutto questo non è affatto colpa tua. Tu non mi hai trascinato da nessuna arte, IO ho deciso di venire con te, sono il tuo migliore amico, non ti lascerei mai andare in posti dove non sei mai stato, da solo. Quindi smettila di darti colpe che non hai!-
-Ma tu mi hai anche protetto! E per questo motivo adesso siamo chissà dove! E il tuo cuore…io l’ho visto…volare via.- il tono di voce di Lea si abbassò di colpo fino a diventare un sussurro.
A un tratto mise la mano sul petto di Isa, dove si sarebbe dovuto sentire il battito del cuore.
Quello era veloce ma lievissimo, come se ci stesse mettendo tutta la forza che aveva per non smettere di battere.
Dopo un istante Isa poso la mano sinistra su quella di Lea, che era ancora appoggiata al suo petto, e incrociò le sue dita con quelle dell’amico.
Piano piano spostarono le mani incrociate fino a che non sfiorarono la sabbia.
Poi Isa si voltò a fissare il mare e Lea lo imitò.
Dopo qualche secondo Lea parlò di nuovo.
-Ho paura Isa.-
Con la coda dell’occhio Isa vide che l’amico aveva ancora le lacrime agli occhi, così strinse ancora più forte, ma sempre delicatamente, la mano di Lea, come a voler ricacciare le sue lacrime da dove erano venute.
-Qualunque cosa succeda- disse poi Isa –ricordati che tu sei il mio migliore amico, sarò sempre al tuo fianco, ti proteggerò ad ogni costo, tutto questo lo supereremo insieme, te lo prometto.-
Quella fu l’ultima cosa che si dissero, prima di rimanere per un tempo che a loro parve troppo breve, mano nella mano, con le dita sempre solidamente intrecciate, come se sciogliendole tutto il loro mondo rischiasse di crollare definitivamente, a ripensare alla prima volta che si erano incontrati, alle risate, ai litigi, alle avventure, ai pomeriggi passati a mangiare il gelato.
Fino al momento in cui i loro cuori si fermarono.
Si guardarono per un ultimo istante, lo stesso in cui due lacrime caddero silenziosamente dagli occhi di Lea.
 
Dopo, ci fu solo il buio.
   
 
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