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Autore: laLori    01/09/2012    4 recensioni
Solo ora che il mio nome viene estratto mi rendo conto che non ho vissuto al massimo, che non mi sono alzata sorridente tutti i giorni, che più volte ho preferito riposare invece che uscire con gli amici....
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Faccia di Volpe
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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Solo ora che sento Alissa, la presentatrice, annunciare il mio nome mi rendo conto che non ho mai vissuto come avrei voluto. Spesso mi alzavo di cattivo umore, a volte preferivo riposare invece che uscire con gli amici dando per scontato che li avrei rincontrati il giorno dopo. Adesso invece me ne vado per non tornare. Solo ora penso a tutte le cose che rimpiango di aver o non aver fatto. Non ho mai detto ad Aaron che lo amo, e pare scontato che mai più avrò l' occasione di farlo... è da un sacco che non dico a mia madre che le voglio bene. Vorrei solo tornare indietro nel tempo per potermi svegliare tutti i giorni col sorriso, per poter andare da i mei genitori per abbracciarli a dirgli che gli voglio un bene dell' anima. Vorrei andare da Aaron e dirgli che mi piace , e non guardarlo per poi tornare indietro scoraggiata. Vorrei mettere più impegno nelle cose che faccio, essere più disponibile, infrangere alcune regole per divertirmi! Vorrei vivere la vita come non mai! E la parte peggiore è che ora non potrò più farlo, perchè anche se scaccio i brutti pensieri, dentro di me sò che non farò ritorno da quell' arena. Sono solo una ragazza un pò smilza che non ha e non avrá mai il coraggio di togliere la vita a qualcuno. Punterò tutto sulla difesa, si forse se passerò il tempo nell' arena a nascondermi tornerò a casa! Ma chi voglio prendere in giro, i favoriti sono delle macchine da guerra; non ho speranze. Mi accorgo che mentre pensavo sono rimasta pietrificata al mio posto e Alissa mi stá ancora chiamando. Prendo una forza che non só neanche io da dove l' ho tirata fuori e mi avvio verso al palco. La conduttrice si avvicina a mi abbraccia sorridente dicendo che ho avuto un enorme onore ad essere estratta. Io la fulmino con lo sguardo e lei si allontana di scatto, si ricompone e vá ad estrarre il tributo maschio. Se gli sguardi potessero uccidere lei sarebbe stata fatta a brandelli. Il tributo maschio è Horan, un ragazzino di soli 14 anni, anche lui piccolo di corporatura. Lo faranno a pezzi, forse anche prima di me. Leggo nei suoi occhi tutta la sua paura e la mia stessa consapevolezza. Non mostro un solo sorriso durante tutta la mia permanenza sul palco. Ho solo uno sguardo freddo, vuoto, a dimostrazione di tutto il mio odio verso capitol city. Il discorso del sindaco finisce ed io e horan veniamo scortati giù dal palco. Un pacificatore mi posa una mano sulla spalla ed io la sposto con superbia e gli rivolgo uno dei miei sguardi killer, lui rimane un pò sconcertato ma poi non si azzarda più a toccarmi. Entriamo nel palazzo di giustizia e vengo condotta in una stanza molto lussuosa, forse troppo rispetto al resto del distretto. Mi siedo su una delle sedie ma non appena vedo entrare sarah, la mia migliore amica, mi alzo e le salto al collo. Ci stringiamo e col suo abbraccio mi dá la forza necessaria per combattere. Mi allontana e mi guarda dicendomi " sò che ti sarai giá data per vinta, ti conosco bene... Ma non azzardarti ad arrenderti senza combattere! Tu puoi tornare a casa! Tu devi tornare a casa! Perchè senza di te non saprei cosa fare!" scoppia a piangere, e neanche io riesco a trattenere le lacrime. " lotterò per tornare da te, ma devi promettermi che se non riuscirò a tor..." " non dirlo neanche!" urla lei in preda alla disperazione. " dimmi che tu continuerai a vivere, a frequentare gli amici ecc... Promettilo! " la mia voce sovrasta il suo pianto. Lei mi guarda un pò poi si asciuga le lacrime e dice " promesso" con la voce di chi stá per riprendere il suo pianto. Irrompono i pacificatori che le chiedono di uscire e fanno entrare i miei genitori, anche loro disperati. Seguono varie smancerie e pianti. Non sò come farò da sola nell' arena.... Senza nessuno su cui contare...appena escono e io vengo fatta salire sul treno mi siedo vicino un finestrino e continuo a pensare alle cose che rimpiango della mia vita. Stò zitta tutto il viaggio. Penso,penso e ripenso. Solo quando arriviamo a capitol city e vedo la gente applaudire e salutare, solo allora mi muovo per spingere sul finestrino la tendina. Non posso davvero vederli gli abitanti di capitol, loro non sanno cosa vuol dire andare a morire in un' arena e non lo sapranno mai. È per questo che sono così entusiasti per gli hunger games. Non sanno cosa vuol dire tristezza, cosa vuol dire perdere persone care, sentirsi un morto che cammina.
  
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