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Autore: Nana Kudo    02/09/2012    4 recensioni
Dalla terrazza dell’edificio in cui era postato poteva vedere le miriadi di poliziotti che circondavano l’hotel in cui si trovava il gioiello, e qualche minuto dopo anche l’arrivo dell’ispettore Nakamori.
Le sue parole si potevano quasi udire da lassù da quanto urlava. Continuava a urlare gli ordini ai suoi subordinati e a chiedere sempre più poliziotti, ma non aveva capito che più c’è n’erano più facile sarebbe stato per il ladro portarsi via la gemma.
“10.58, è ora di entrare in azione” disse guardando il suo orologio da polso.
si avviò sul bordo della terrazza, dove tra qualche secondo ci si sarebbe buttato.
“It’s showtime”
(tratto dal capitolo 1)
ciao!! sono tornata con questa nuova fic tutta dedicata al nostro ladro gentiluomo!! Spero vi abbia incuriosito con l'intro, e se leggerete mi piacerebbe molto avere pareri e consigli utili dato che è la mia prima long :)
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Aoko Nakamori , Kaito Kuroba/Kaito Kid, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                              Come?
 

 
 
 


Toc Toc.
“Chi è?” chiese il ragazzo dietro la porta.
“Sono il lupo mangia frutta. Ma che razza di domanda è Hakuba?!” sbottò l’ospite imprecando contro la porta. 
“Oh Kuroba, già ti hanno rilasciato?” lo salutò l’altro mentre sbloccava le quattro serrature della porta.
“Ma se eri insieme a me quando ieri i medici me l’hanno detto?! E poi sei stato tu stesso ad invitarmi a casa tua alle quattro di oggi! E poi mi hai detto tu di bussare due volte sulla porta in modo da farti capire che ero io!”
“Dettagli.” Rispose l’altro. “Ma sappi che sei in ritardo di dieci minuti, trenta secondi e quindici millisecondi” finì, riponendo l’orologio tondo e dorato nel taschino.
L’altro lo guardò inarcando un sopracciglio.
No, ora ne aveva la certezza, quel ragazzo era da curare.
“Comunque” iniziò Kaito dopo un attimo di riflessione ed essere entrato nel salotto di casa Hakuba. “ Sono venuto perché ho bisogno di sapere cos’è successo veramente sulla terrazza della Mori Tower quella sera”.
“Giusto. Accomodati, vado un attimo a prendere una cosa” disse per poi dileguarsi nel corridoio che portava alle camere.
L’abile mago non fece altro che sedersi sul sofà e aspettare il ritorno del detective, e per non annoiarsi, iniziò a guardarsi intorno.
No, nemmeno Kudo era così fissato con Sherlock Holmes.
O almeno, questa decisione spettava alla povera Ran che si è dovuta sopportare quell’uomo pure durante i suoi appuntamenti col ragazzo.
Poi spostò lo sguardo sulle foto.
Lui ad ogni soluzione un caso.
No, ma quel ragazzo è andato...
 
“Eccomi” annunciò il padrone di casa, una volta ritornato in salotto.
“Finalmente! Sono passati sette minuti, quaranta secondi e cinque millisecondi da quando mi hai lasciato qui” ghignò divertito il ladro.
“Comunque, cosa vuoi sapere?” cambiò discorso l’altro.
“In anzitutto devo sapere cos’è successo dall’inizio. Da quando ti hanno catturato, cosa c’era scritto sulla parte del documento che hai strappato e poi bruciato, come ti sei liberato e cos’è successo dallo sparo fino a quando mi sono svegliato” cominciò Kaito, dopo aver riassunto una certa serietà.
“Giusto” rispose l’altro per poi sedersi comodo sulla poltrona di fronte alla sua. “Vedi, quando mi hanno preso, mi hanno portato nella loro base”
 
“Te lo ripeto per l’ultima volta, o collabori con le buone, o collabori con le cattive! E sappi che la seconda opzione non è delle migliori!” gli imprecò contro Cobra.
“Ripeto, non m’interessa far parte del vostro strano gruppo, quindi no grazie. Ora posso andare?” rispose tranquillamente il detective londinese.
“Senti, tu sai troppo, quindi se non vuoi ritrovarti con le gambine spezzate, ti conviene collaborare e darmi quel documento” insisté il criminale, con un tono di voce che trapelava rabbia ed impazienza.
“Quale documento?”
“Quello che hai rubato a casa di quel cretino di Kuroba! Quale sennò?!” gli sbraitò contro, avendo ormai perso il controllo.
Erano chiusi in quella stanza da ore, ma più loro passavano, più il ragazzo si rifiutava di collaborare o anche solo di dire qualcosa che non fosse “Non m’interessa” o “No grazie”.
Tutto questo perché?
Per un documento che lui ha trovato in quel cassetto nel garage dei Kuroba.
“Non ho nessun documento. Prova a chiedere a quel cretino lì fuori, magari l’avete dato a lui e ve ne siete dimenticati” disse di rimando il ragazzo dai capelli ramati, rimanendo con la schiena appoggiata allo schienale della sedia.
“Dammi il documento” cercò di rimanere il più possibile calmo l’altro.
Il detective rimase a guardarlo per un po’.
Sembrava essersi imbambolato o in tutt’altro mondo.
Dopo qualche minuto in cui il criminale tratteneva a stento l’impulso di prendere a schiaffi l’ostaggio, finalmente tirò fuori dalle tasche il famoso documento.
“Era ora!” esultò Cobra, felice che dopo ore il benedetto documento fosse saltato fuori.
“Non prima che io abbia fatto una cosa però”
 “Che stai facendo?!” gli domandò l’uomo vedendo il ragazzo strappare una parte del documento e bruciarla.
“Se questa parte dovesse finire in mani sbagliate, siamo finiti” rispose semplicemente l’altro facendo spallucce.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                            
 
“Ehm… e che diceva quella parte?” gli chiese Kaito curioso.
“Non me lo ricordo” rispose tranquillamente l’altro facendo spallucce.
“COSA?! MA SEI CRETINO?! Potevi almeno memorizzarla prima di bruciarla! Chi ti dice che non era qualcosa d’importante?!”gli sbraitò contro il castano, che in quel momento assomigliava davvero molto al criminale che fino a qualche giorno prima albergava a casa sua.
“Ricordo solo che parlava di Pandora… ma tanto ormai l’hai distrutta, quindi non c’è bisogno di agitarsi tanto”.
“Va bene, cercherò di calmarmi” sospirò il ladro tornando a sedere sul divano e contenendosi dall’uccidere l’amico. “Passiamo oltre. Come ti sei liberato?”
“Akako”
“Chi? La pazza?”
“Sì. La pazza che ti ha salvato la vita, ingrato!”
 
Era di nuovo tutto buio.
In un certo senso si sentiva più libero e sicuro in quel nero che sotto le luci bianche e accecanti che quei criminali gli puntavano addosso ogni volta che entravano a torturarlo o soltanto per prendersi gioco di lui, proprio come avevano fatto poco prima Cobra, Spider e Snake.
Si, forse può sembrare strano che un detective preferisca il nero al bianco, ma purtroppo era così e non poteva farci nulla.
Era imbavagliato, la ferita sulla fronte ancora sanguinava e date le mani legate non poteva neanche cercare di fermare quel flusso di liquido denso e scarlatto che lentamente percorreva il suo –ormai- pallido viso fino a raggiungere la camicia, una volta bianca.
Come poteva non odiare il bianco in quel momento se era proprio quello a scurirsi?
All’improvviso però, qualcosa lo distolse dai suoi pensieri.
Sentì il cigolio della porta che si apriva.
Ed ecco che il gioco ricomincia…
Pensò Hakuba, mentre una figura irriconoscibile per via del buio, si avvicinava a passo spedito al ragazzo.
Accese una piccola torcia dalla luce gialla. Gialla e diversa dalle altre.
Si fermò a guardarla, una persona incappucciata, avvolta in una specie di cappotto marrone e col viso coperto da sciarpa e cappuccio.
Gli ricordava molto qualcuno ma non sapeva chi.
Dopo qualche attimo d’esitazione, la figura si abbassò alla sua altezza e gli levò delicatamente lo straccio pieno di sangue dal viso.
Per poi andare a slegare anche le corde che gli tenevano le mani legate.
“Chi sei? Non sei uno di loro, non è così?” gli chiese notando il modo in cui lo sconosciuto lo stava liberando.
“E anche se così fosse?” rispose la figura. Una voce femminile, che gli ricordava sempre di più una persona di sua conoscenza.
Dopo che essa lo liberò, rimase ancora qualche minuto a fissarla, fino a quando una ciocca rossa non ricadde sulle sue spalle.
“Akako?!”
“Mm, hai indovinato detective” rispose l’altra togliendosi cappuccio e sciarpa.
“Che ci fai qui?!” le chiese spaesato il detective, perdendo quella freddezza che l’aveva sempre caratterizzato.
“Kuroba è in pericolo, e essendo una strega non posso andare a salvarlo io, potrei perdere i miei poteri per un gesto così.. come dire.. nobile, ecco”
“Ma non è un gesto ‘nobile’ anche liberare una persona ostaggio di una banda criminale?” le domando con una vena ironica.
“No. Liberare un malato mentale non è una cosa ‘nobile’, potrebbe essere dannoso per il prossimo” rispose con quel suo solito tono spavaldo.
“Mm, posso sapere perché lo fai?”
“Faccio cosa?”
“Perché vuoi che Kuroba sopravvivi?”
“Perché non può morire fino a quando non cadrà ai miei piedi come il resto degli uomini, ovvio!”disse per poi lasciarsi in una delle sue strambe risate.
“Non ti credo. Ma visto che mi hai salvato..”
 
“E sentiamo Holmes due, perché mi avrebbe salvato se non per quello?” gli domandò Kaito inarcando un sopracciglio.
“Ah no, questo te lo lascio a te” rispose l’altro mentre tirava fuori dei documenti dalla cartelletta presa poco tempo prima.
“Comunque” ricominciò il ladro per poi essere preceduto dall’amico.
“Li ho lasciati andare perché non spetta a me decidere che farne di loro.” Affermò il detective, scatenando nel ragazzo un forte senso di gratitudine, ma che mascherò perfettamente con la sua faccia da poker. “Comunque, visto che stiamo parlando di loro…” cominciò mentre porgeva alcuni dei fogli all’abile mago. “Dopo aver visto i loro volti ho iniziato a fare ricerche sul loro conto, e così sono riuscito a scoprire l’identità dei tre più grossi”.
L’altro si limitò ad annuire per poi cominciare a dare un’occhiata alle pagine.
 
“Cobra: l’uomo dai mille volti.
Originalmente chiamato come Gonshiro Inoue.
Psicologo fino al 24 novembre XXXX, quando è deceduto. Causa della morte: infarto.
È improvvisamente morto subito dopo la morte della moglie Hanako Kobayashi, causa della morte: sparo.”
 
“Beh, credo che se quell’uomo abbia iniziato a far parte dell’organizzazione sia stato per vendicare la morte della moglie o perché aveva scoperto qualcosa di troppo e così è stato obbligato proprio da loro” ragionò Kaito.
“Si lo credo anch’io” concordò il detective londinese. “Comunque va avanti”.
 
“Spider: l’illusionista.
Conosciuto al mondo come Gunter Von Goldberg II.
Pare abbia discendenze tedesche. L’incaricato ad uccidere Kaitou Kid/ Kaito Kuroba ed impedirgli di distruggere Pandora.”
 
“Beh, per lui non ho idea del motivo per cui è entrato nell’organizzazione” disse il ragazzo inarcando un sopracciglio e accennando un sorriso finto.
“Era un rivale di tuo padre, so che per colpa sua ha perso molta popolarità. Probabilmente l’organizzazione avrà giocato proprio su questo fatto, e poi sai che la gente può arrivare ad uccidere per motivi stupidi e assurdi come una partita persa o per vendetta” rispose Saguru passandogli la terza pagina: Snake.
 
“Snake: il civico.
Uccide più per convenienza che per necessità.
Nato col nome di Akihiro Wakanabe.
In passato era un normale lavoratore sposato e con quattro figli. Un giorno però, mentre passeggiava con loro per il centro, un uomo col viso coperto dal passamontagna uccise la moglie e pochi mesi dopo i figli sono stati inghiottiti dall’incendio di casa Wakanabe.
Da quel momento non si è più saputo niente di lui.”
 
“Ecco perché uccide la gente, per vendicare la moglie e i figli…” pensò ad alta voce il ladro, quasi dispiaciuto per la vicenda. “Però, sono uno più sfigato dell’altro in quest’organizzazione, neh?” cercò poi di sdrammatizzare, facendo soltanto sbuffare il ragazzo dai capelli ramati.
“Ora il pezzo forte” cercò di cambiare discorso porgendogli l’ultimo foglio.
 
“Capo.
Nell’organizzazione viene chiamato “quella persona”, mentre Cobra lo chiama semplicemente Capo.
Una volta era un noto scrittore: Kakuei Takahashi. Deceduto all’età dei venticinque anni.
Non si sa molto sul suo conto né come sia morto, ma si sa solo che viveva in una piccola periferia di Yokohama insieme ai genitori.”
 
“Perché ‘il pezzo forte’ scusa?”
“Perché dopo questa parte hai le idee abbastanza chiare se andare avanti o meno” rispose incurvando le labbra in un sorriso spavaldo.
“In che senso?” gli chiese confuso il ragazzo.
“Beh, Pandora è distrutta, si. Ma non vuoi andare avanti e vendicare tuo padre e Jii fino alla fine?”
Kaito rimase qualche minuto a guardarlo, con un’espressione seria disegnata sul volto.
Sembrava rimuginarci sopra, come se fosse indeciso o qualcosa del genere; per poi far spazio ad un ghigno da un sapore nuovo, il sorriso di chi non ha voglia di gettare la spugna né di rinunciare a tutte le fatiche fatte fino a quel momento.
“Si, voglio andare avanti”.
 
 
 
Blacky’s Corner:
Konnichiwa!
Finalmente dopo una pausa di… due giorni O.O
Torno ad aggiornare!
Se ci sono scuse? Mah, credo che per venerdì non ce ne sia bisogno, ma per ieri (o meglio, qualche minuto fa ^^”)… gommen!!! Ma ogni volta che aprivo il pc per scrivere il chap mi mettevo a guardare un video o film del mio detective stacanovista! Gomen nasai!!! Pardon!!! Scusate!!! Sorry!!!
Cooomunque,
In quanto al chap… che vi posso dire?
Secondo me non dice niente, ma purtroppo ce lo dovevo mettere per farvi capire meglio ciò che è successo ad Hakuba e la decisione di Kaito di andare avanti col piano “Vendichiamo mio padre”…
Beh, spero che vi sia piaciuto almeno un pochino ^^
Bene! Passiamo ai ringraziamenti:
Un grazie di cuore ad aoko_90, CupidSBow, Lady Pad, Shana17 e shinichi e ran amore per aver recensito lo scorso chap, graziee!!! *^*
grazie a chi ha inserito la storia nelle seguite, preferite e ricordate.
Ed infine grazie anche a chi legge solamente.
Grazie a tutti!
Eh niente! ^^
Spero il chap non sia poi così deludente e che sia piaciuto almeno un pochino ^^
A presto!!
 
XXX,
Blacky.
 
 A presto col prossimo capitolo: Poker Face! (non prendete il titolo e le battutine di oggi seriamente,
perché non so ancora se l’ultimo chap è il prossimo o mi trattengo ancora per un po’ ^^” Gommen nasai!!)
                               Ran: allora? Non hai niente da dirmi?
                               Conan: beh, ecco, io….
   
 
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