Gelo.Calore. Serenita'.Paura. Mille sensazioni percorrono il mio corpo spezzato e la mia anima sporca.Ma stando tra le braccia della donna che amo piu' di ogni altra cosa al mondo,il mio destino sembra meno pauroso.Mi conforta averla accanto.Lo ha sempre fatto.Lei e' la mia fata luminosa,colei che mi ha ricondotto sulla Giusta Via con la sua umanita' e la sua innocenza.Ero malvagia un tempo,e credo che questo destino sia il piu' adatto per un'assassina come me.Ma non per lei.Non per colei che mi ha salvata nel momento peggiore.Oramai pero' e' tardi per far ragionare i romani.Moriremo l'una accanto all'altra,con i palmi squarciati da chiodi arrugginiti,immolate su delle croci di legno.Il gelo a lambire i nostri corpi martoriati coperti con semplici pelli.La guardo.Sembra serena.Sorride,ben conscia di cio' che ci attende.Le sorrido di rimando.Cerco di parlare,ma la voce non esce.Vorrei finalmente dirle cio' che provo e baciare quelle labbra innocenti.Ahh lo vorrei disperatamente.La voce,pero',non esce.Questo corpo spezzato non emette piu' nessun suono.Cerco allora di far parlare il mio sguardo.E la mia dolce Olimpia comprende subito.Mi avvicina delicatamente a lei,con gli occhi che le brillano di emozione.E finalmente le nostre labbra si congiungono.Anche se solo per un breve frangente.Ci guardiamo per un attimo infinito negli occhi e sorridiamo.Poi,finalmente serene,lasciamo che le guardie ci conducano al patibolo.