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Autore: Maxie__    02/09/2012    1 recensioni
Ma poi si consola, perché il silenzio assordante che fanno quei due, al piano di sopra, non fa altro che consolare, che gridare che non c’è bisogno di fare rumore in questo mondo.
E sapete cosa grida? Grida che loro sono Frank e Gerard e del mondo non gli importa.
Genere: Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non sporgerti troppo.

Ma il busto continuava a dondolare contro il marmo del davanzale.

Frank
vieni
dentro
che
nevica.

Continuava imperterrito, selvaggio, con il viso fuori dalla finestra, ignorando i pensieri di Gerard.

Guardava così interessato che sembrava fosse dietro a un oblò di un aereo diretto dall’altra parte del mondo o di una nave che attraversa l’oceano in tempesta.

La sentiva, la morte bianca:
Gli accarezzava il viso.

E l’altro era lì dietro a tenergli le gambe strette, serrate e piantate contro il pavimento con la forza del pensiero, come se potesse riuscirci:
Non era la paura di perderlo, era la paura di perderlo in quel modo.


«Guardami, Gerard, sfioro il cielo, guardami!»

Era una paura stupida, quella di Gerard.
La paura di vedere di nuovo sul giornale della città il nome di una persona a cui teneva, sotto il titolo di:

«Le morti bianche»

Ma non poteva accadere di nuovo:
Quel titolo era stato riservato ai suoi nonni, dopo quell'incidente durante la gita in montagna, di cui gli unici superstiti erano stati Gerard e Mikey.

Ma ora quasi non ci pensano:
Hanno nove anni, Frank e Gerard e ora le loro ginocchia si sfiorano,
una di fronte all’altra, ben allineate dalle gambe incrociate dei due.

Un giorno avrebbe sorriso al ricordo sbiadito di Frank che divarica silenzioso le gambe troppo corte per sfiorare le sue ginocchia e si sforza, ce la mette tutta a sfiorarle, mentre allora Gerard nemmeno ci faceva caso.

Non ci faceva caso perché faceva freddo da gelare le ossa,
perché «Che facciamo oggi?»

«Nevica, rimani da me.»

E le conversazioni lì trovavano un inizio e una fine, sepolte vive anche loro dalla neve.

Non ci facevano nemmeno caso alla loro freddezza,
a loro piaceva da morire, il freddo, anche se avere nove anni negli inverni di Belleville è difficile:

quando sembra essere tutto candido e puro ma il diavolo è ovunque.

E' difficile perché non fai parte di nessuna cricca, nessun giro e ti rende invisibile, ma non ti importa ancora.
Sei troppo piccolo perché t'importi e se sei invisibile e non ti importa, non esisti affatto.

E Frank e Gerard, da anni, avevano involontariamente deciso di non esistere insieme,
di annullarsi a vicenda.

Le finestre delle loro camere combaciavano perfettamente fin dal primo giorno di vita e gli spacciatori, le prostitute, gli eroinomani passano ad ogni ora tra di loro, ma non sembrano mai passare.

Ma Donna, mentre fa finta di fissare il casermone di fronte, li vede, li sente gridare,
li sente gridare con la voce, con il viso dei propri figli, per colpa della paura che un giorno si possano trasformare in quella gente.

Ma poi si consola, perché il silenzio assordante che fanno quei due, al piano di sopra, non fa altro che consolare,
che gridare che non c’è bisogno di fare rumore in questo mondo.
E sapete cosa grida? Che loro sono Frank e Gerard e del mondo non gli importa.

Si sposta nel salotto e rivive il Ringraziamento, Natale, Pasqua, le gite al mare e le feste di compleanno degli anni precedenti, dove ci sono tutti e tre, i suoi bambini:
 
Frankie che al tavolo non ci arriva e Gerard che lo aiuta a mettersi in piedi sulla sedia.

Il momento immortalato così, durante l'azione, mentre i corpi infantili e sfocati sembrano ancora muoversi, 
con quelle due macchie colorate che si mescolano.

E sorride ancora, dopo anni, l'esile donna, mentre al piano di sopra il silenzio non c'è più:


C’è l’esplosione, te lo giuro, mamma, gli occhi di Frank esplodono, sono pesanti, li sento che pesano dentro ai miei.
 

E lei non la sente, la sente, la vede solo Gerard, l'esplosione.

Si guardano, non si erano mai guardati negli occhi, o forse non l'avevano mai notato.
Frank sorride, Gerard non lo sa più fare, anche mentre osserva l'altro che si raggomitola sul tappeto e si addormenta.
Chiude gli occhi e pensa che senza gli occhi di Frankie,
la neve non avrebbe senso.

Un pensiero stupido, un pensiero da bambino troppo sensibile.
Niente di profondo, niente che non sia puro.
Solo un pensiero.

 

La neve non avrebbe senso.

Fa un gesto a Mikey, che tira su gli occhi pesanti dal fumetto e lo aiuta a metterlo a letto, mentre Donna origlia il silenzio spezzato, non facendo nemmeno più caso alla scritta sulla porta con le lettere di legno e la piccola incisione in basso.
 

Way's bros room!

and frankie
























































 
Roba che scrivo nel pieno della notte quando mi sveglio, non riesco a riprendere sonno e mi esplodono mille Frerard nel cervello.
Lo so, è pessima, scontata, noiosa e senza senso ma beccatevela perché avevo bisogno di scrivere di nuovo una long:
In effetti quest OS è nata come primo capitolo di una long che è andata a farsi fottere, ma la terrò così visto che non mi va di cancellarla.


Si ringrazia soprattutto nosoberfordays che mi ha fatto ascoltare per la prima volta Remembering Sunday degli All Time Low -che, ironia della sorte, proprio oggi sono a Bologna!- e che è la canzone che da il titolo alla OS.

Un saluto a bleedingfingers che ha una pazienza immane a leggere sempre le mie cagate, ecco.

Alla prossima!


Twitter: @Maxie__
  
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