Da lontano l' accademia sembrava piccola, e non corrispondeva molto alle foto sul sito ufficiale. Ma dovetti ricredermi, quando arrivai.
Era più grande di come me l'aspettavo, e i giardini e le fontane erano proprio quelli che avevo visto negli articoli della pagina web. Scesi piano dall'automobile per paura che le valige potessero scivolare.  Salutai l'autista che andò via. Mi guardai intorno.
Era una bella scuola, non c'era dubbio. Ma provai a concentrarmi su quello che avevo davanti.
Il sentiero che avevo di fronte, e che portava all'entrata dell'accademia Cross, era circondato da due giardini separati, uno a sinistra e uno a destra.
Volsi lo sguardo a sinistra, e vidi degli allievi dalla divisa nera. Si accorsero della mia presenza e bisbigliarono, e alcuni di loro corsero al cancello dell'entrata est.
Poi guardai a destra, c'erano pochi alunni e molti di loro potevo vederli dalle finestre dei loro dormitori. A differenza di quelli a sinistra, questi avevano un'uniforme bianca, uguale a quella degli altri ragazzi di sinistra, ma bianca. Anche questi si avvicinarono, e notai che quasi tutti si coprivano il capo con un'ombrellino, ma non solo questo.
Erano tutti estremamente belli, e dall'aria intelligente e seria. Avevo letto nel sito di classe del giorno e classe della notte, ma non ero a conoscenza della differenza tra le due classi.
Mi guardavano. Nonostante la loro bellezza, non ne rimasi troppo affascinata e volsi lo sguardo dritto davanti a me. Sul portone d'ingresso c'erano un uomo sui circa 35 anni, con uno scialle verde, e occhiali (doveva essere il preside). E accanto a lui due figure: la prima alla sua sinistra era una ragazza snella, di statura media, con corti capelli castani e occhi color nocciola. A destra invece c'era un ragazzo, più alto e robusto, con capelli biondo platino e occhi di ghiaccio.
Fu proprio quest'ultimo a catturare la mia attenzione. Era molto più bello di quei ragazzi con la divisa bianca, e mi affascinava. Lo guardai prima nei dettagli, poi, quando lo fissai negli occhi mi accorsi che anche lui mi stava guardando.
Distolsi in fretta lo sguardo, e mi accorsi di essere a due passi dal preside.
"Buongiorno, tu devi essere Sarah, la nuova alunna". Mi disse
"Si sono io." sorrisi.
"Prego, lascia pure le tue valigie a Zero." con un gesto della mano m'indicò il ragazzo con gli occhi celesti accanto a lui.
"No grazie faccio da sola."
" La scuola è grande, se ti accorgi di essere stanca non esitare."
"Va bene." risposi.
Mentre i tre mi conducevano dentro l'accademia, mi accorsi che i due ragazzi avevano le stesse divise nere dei ragazzi del dormitorio di sinistra, ma sul loro braccio destro, c'era una fasciatura con il simbolo di una rosa. Forse erano più di semplici alunni.
Salimmo molte scale, e con mia sorpresa mi accorsi che pian piano le braccia cominciavano a farmi male. Maledette valigie.
Il ragazzo poco distante da me se ne accorse: " Dammi le valigie, le porto io." il suo tono era freddo e severo
"Grazie." non esitai, non ce la facevo più.
Arrivammo finalmente all'ufficio del preside.






un pò piccoletto come capitolo, ma è il primo! presto arriverà un altro! baci ;)