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Autore: MissRose    02/09/2012    3 recensioni
Sherlock. Sherlock. Sherlock. Sherlock e' diventato il mantra di John, come una preghiera recitata prima di addormentarsi o una formula magica recitata nella penombra, che ti apre le porte per un mondo parallelo, un mondo più bello di quello che già conosci eppure così simile, così languidamente familiare.
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John. John. John. John e' diventato il numero perfetto di Sherlock, col suo nome scrive equazioni su un foglio di pergamena ingiallito dal tempo, e' la nota che manca nelle composizioni, la calma nella tempesta che la noia gli agita nel cervello, proprio John che ad un occhio qualsiasi - che guarda ma non osserva - potrebbe sembrare la noia fatta persona.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Questa “cosina” che spero avrete piacere a leggere è la mia prima fanfiction in assoluto, quindi qualsiasi critica, consiglio (e perché no anche un complimentuccio ahahahah) è più che ben accetto. Buona lettura! (ovviamente nessuno dei personaggi etc...mi appartiene u.u)
 
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“Di dolci suoni e di preghiere soddisfatte”

Sherlock. Sherlock. Sherlock. Sherlock e' diventato il mantra di John, come una preghiera recitata prima di addormentarsi o una formula magica recitata nella penombra, che ti apre le porte per un mondo parallelo, un mondo più bello di quello che già conosci eppure così simile, così languidamente familiare. “Sherlock vado a letto, ‘notte” cerca di rallentare il modo in cui la voce esce dalle sue labbra mentre dice il suo nome e lo dice anche quando non c'e ne bisogno, così giusto per il gusto di avercelo sulle labbra prima di andare a letto.
 
John. John. John. John e' diventato il numero perfetto di Sherlock, col suo nome scrive equazioni su un foglio di pergamena ingiallito dal tempo, e' la nota che manca nelle composizioni, la calma nella tempesta che la noia gli agita nel cervello, proprio John che ad un occhio qualsiasi - che guarda ma non osserva - potrebbe sembrare la noia fatta persona. “John, passami il telefono” non ha detto solo "Passami il telefono" come avrebbe fatto con qualcun altro, con Lestrade ad esempio si sarebbe limitato a dare il suo ordine e tendere la mano aspettando di sentire il freddo metallico del cellulare sul palmo della mano; ma gli piace il modo in cui John sorride se gli chiede di fare qualcosa e lo chiama per nome nel chiederglielo, sospetta perfino che non si renda conto di sorridere mentre lo fa.
 
Viene un giorno però in cui tutti i mantra e le equazioni non bastano e non riescono a tener tranquilli gli sguardi, la sensazione che Sherlock prova quando nel taxi la sua mano scivola per caso e con dolcezza su quella di John, non la si può racchiudere tutta nel guscio di un'equazione e il coraggio di John quando stringe quella mano, passata lì per caso fra le sue, non ha nulla dei mantra che recita sul campo di battaglia. “Sherlock posso farti una richiesta, un preghiera” “Dimmi, tanto Sarah ti ha dato buca, abbiamo tempo per parlare” (John tralascia che in realtà la donna si chiamava Marie e non lo corregge, Sherlock lo nota) “Come diavolo?-“ Sherlock tira un lato della bocca verso l'alto mentre John si passa una mano sulla fronte e ride “Lascia perdere…Senti Sherlock puoi pronunciare il mio nome?” il moro si ferma un secondo a riflettere “Jawn” dice lui e Jawn ride “Lo dici strano!” “Non e' vero!” “Ripetilo” “John vieni qui” John lo sa che quelle tre paroline vanno più affondo di quanto non diano a vedere in superficie. E’ solo che a tutti e due vien da chiedersi certe cose, si domandano se quando ti sei fuso con una persona usando prima le parole, (ogni variante del vocabolario) se poi con quella persona hai perfino sincronizzato i pensieri, se i vostri cuori battono uno al tempo dell’altro in modo da evitare i proiettili insieme, se ancora tutto ciò non bastasse? Se voleste essere ancora più uniti, se desideraste davvero poter essere uno solo e leggere il mondo con gli occhi dell’altro, in questo caso cosa si fa? Allora si rispondono e si baciano ed è un bacio morbido come quello che un principe potrebbe dare ad una principessa ed infatti Sherlock la mattina dopo viene svegliato da un bacio e storce il naso “Cielo! di prima mattina Jawn?” “Oh! Hai detto Jawn! Ripetilo!” “John” John si morde la lingua e per  le due settimane successive prova a registrare Sherlock mentre dice Jawn come se fosse un micio, tiene sempre il telefono a portata di mano, pronto a premere il tasto per la registrazione, perché vuole catturare Sherlock mentre lo chiama il quel modo, vuole avere la certezza di essere lui il mantra di Sherlock Holmes. Un giorno si sveglia e sente un suono soffuso accarezzargli le orecchie “Jawn! Jawn! Svegliati ci ha chiamato Lestrade!” “Nooooo…ho sonno, non puoi tenermi sveglio fino alle quattro del mattino e poi pretendere di vedermi già in piedi alle sette, Cristo Sherlock non mi alzo prima delle dieci!” “Io voglio un assistente” “C'è Anderson?! Prendi lui per una volta” ridacchia della sua stessa proposta contro il cuscino “Jawn! Per favore…Okay? Ho detto per favore, ti voglio con me! Cioè non è che ti voglio con me, è solo che…” il biondo non ascolta più il moro che farnetica, cavalcioni sul letto, riguardo la dipendenza che sembra aver appena scoperto, nel momento stesso in cui lo sente dire Jawn, bensì alza svelto il braccio e preme un paio di tasti sul cellulare poi lo ributta giù alzando una nuvola di lenzuola bianche attorno all’arto “Jawn! Jawn!” ed il dottor John Hamish Watson sospira, si libera di un peso e salva la registrazione convinto di aver catturato il suo mantra “Perfetto, adesso hai quel suono idiota, ora andiamo?” Sherlock Holmes si e' impuntato stamattina ed avrà quello che vuole, sta recitando la sua preghiera alla perfezione ed avrà ciò che desidera perché è l’unico uomo al mondo che ha come Dio la stessa persona che lo venera e perché dopotutto anche John Watson stamattina ha avuto la sua piccola vittoria, ha catturato il suono di uno  Sherlock che viene rapito da John Watson e che non si muove senza di lui, ed è soddisfatto.
...
“John! Muoviti! Anderson è già lì, che ne dici se evitiamo che quell’idiota mi rovini la scena del crimine?” “Arrivo, arrivo!!!” un suono leggermente metallico si spande per la stanza *Jawn…Jawn* Il medico sorride e cancella il file.“La preghiera, anche se non muta il nostro destino, modifica tuttavia i sentimenti: vantaggio, questo, non minore dell'altro.”*
...
Fine
 
 
“Vi ringrazio davvero di cuore se siete arrivati fin qui giù ;)” R.

Note: * Citazione da Joseph Joubert
  
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