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Autore: Layra Disgrace    17/03/2007    11 recensioni
La persona che Sora aveva faticato tanto a trovare anni fa, ora era stata tradita.
Tradita dal suo stesso cuore.
Yaoi, Sora X Riku...Spero che vi piaccia ^_^
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Riku, Sora
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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SALVEE

SALVEE!!! Questa volta ho deciso di scrivere tutta sola soletta XDXD

Bhe..che dire....Spero che vi piaccia ^___^ XD

Un grazie a Lady Blackmoon che ha impedito la pubblicazione di una ca***a XD

Darkness after the heart’s break

-capitolo 1-

La persona che Sora aveva faticato tanto a trovare anni fa, ora era stata tradita.

Tradita dal suo stesso cuore.

Kairi era morta con un infarto, causato da qualcosa di non ancora definito.

Sora non riusciva a crederci, non VOLEVA crederci.

Non rideva, non piangeva, non metteva il broncio e quando qualcuno gli faceva le condolianze, lui rispondeva “Per chi?” senza cambiare espressione.

Riku non aveva reagito alla morte dell’amica, o almeno era quello che faceva intendere.

Percorreva le sue giornate come se niente fosse successo, cercando di evitare il discorso ‘Kairi’.

Infondo lui aveva sofferto molto nell’oscurità e continuava a provare dolore tuttora.

Una sofferenza in più o una in meno, non gli avrebbe sicuramente cambiato la vita.

Era inverno, ma nonostante tutto una tiepida brezza attraversava le isole ogni giorno.

Il sole stava per tramontare e lasciava una radiante luce, che sfumava le nuvole di rosa.

Un leggero venticello scompigliava la folta chioma bruna del ragazzo seduto sulla morbida sabbia bianca dell’isola.

Il suo sguardo era puntato verso il mare e restava lì, senza spostarsi di un millimetro.

Si voltò solo quando sentì il rumore dei passi sulla spiaggia.

Un giovane con degli strani capelli argentei e un paio di occhi di ghiaccio si stava lentamente avvicinando al bruno dagli occhi color cielo.

Si sedette affianco a lui e sospirò.

“Ciao Sora....” Disse con un filo di voce

Sora fece un impercettibile cenno del capo e poi rispostò il suo sguardo sull’infinita distesa d’acqua dinnanzi a loro.

“Il funerale è fra pochissimi giorni...” Sibillò Riku osservando il più giovane.

Sora sembrò non ascoltarlo ma quelle parole gli rimbombavano nella mente in continuazione.

Riku sospirò nuovamente.

La morte di Kairi l’aveva sconvolto completamente e temeva che, l’oscurità, prima o poi, divorasse il cuore del suo migliore amico.

Non poteva permettere che Sora passasse le stesse cose che aveva passato lui.

C’era anche un altro motivo, forse quello fondamentale.

A riku mancava il Sora spensierato, allegro, positivamente ingenuo a cui voleva maledettamente bene.

Erano molti giorni che il giovane non pensava, non agiva, non mangiava. Forse l’unica cosa che faceva era dormire e bere.

Voleva il Sora di sempre.

“Sora, Kairi è morta. Fattene una ragione.”

Mormorò Riku prima di alzarsi sotto lo sguardo vuoto di Sora.

Il giorno del funerale apparentemente era un giorno come gli altri.

Il sole era alto nel cielo che era punteggiato da alcune chiazze biancastre.

Tutto era normale a parte per un triste corteo funebre.

Sora arrivò in ritardo, come se non desse alcuna importanza alla persona defunta.

Pianti e dolore furono gli elementi principali di quella triste giornata.

Finito il funerale Sora se ne andò senza degnare nessuno di un misero sguardo.

Riku continuava ad osservarlo da lontano.

Neanche il funerale cambiò lo stato vegetativo di Sora.

Più lo guardava e più gli veniva voglia di scappare. Scappare attraverso l’oscurità.

Infondo era Sora che lo aveva salvato dalla distruzione.

Era Sora che lo aveva convinto a ritornare a casa quando lui non reggeva più il peso di quel dolore.

Lo stesso Sora che adesso si aggirava per l’isola come un fantasma privo di emozioni.

Riku non poteva laciarlo così, dopo tutto quello che il bruno aveva fatto per lui.

Non poteva, non voleva.

Lasciò passare un paio di giorni e, come secondo le sue previsioni, nulla mutò.

Era deciso a fargli tornare il sorriso, così lasciò la sua casa per incamminarsi verso quella di Sora.

Il cielo era ricoperto da nuvole grigie che lasciavano a malapena trapelare la pallida luce della luna.

Poco dopo la regina della notte venne completamente oscurata e piccole lacrime iniziarono a scendere dal cielo.

Riku guardò verso l’immensa oscurità sopra di lui e la pioggia iniziò a scivolargli sulle guance.

Cominciò a correre, un po’ per non inzupparsi e un po’ per non bagnare la casa dell’amico.

Adesso la pioggia scendeva a capofitto e i fulmini solcavano il cielo quasi ininterrottamente.

Appena riku arrivò a casa di Sora si appoggiò ansimante contro il muro per un attimo.

In seguito suonò il campanello.

Il ragazzo attese sull’uscio impaziente, fino a quando la porta si aprì lentamente.

La mamma di Sora lo scrutò con faccia misto tra il stupito e il contento.

“Riku! Sono così felice si vederti!! Entra, entra! Ti vado a prendere delle salviette...Accomodati pure...” Disse la madre del bruno con una gentilezza inaudita.

Riku si tolse le scarpe inzuppate e poi aspettò l’arrivo delle salviette immobile nel punto in cui era, per non bagnare la casa più di quanto lo era gia, incrociando le braccia per i brividi che continuavano a percorrergli la spina dorsale.

La madre di Sora, ritornò portando con se anche degli abiti di suo figlio. Li fece indossare a Riku che in seguito le chiese il permesso di poter andare in camera a parlare con Sora.

Alla donna si riempirono gli occhi di amare lacrime e abbassando lo sguardo mormorò:

“Riku, ti scongiuro...Fai ritornare il mio vero Sora... Non riesco più a guardarlo così...”

Il ragazzo dai capelli argentei abbozzò un sorriso.

“Sono venuto qui per questo.”

La donna sussurrò un “Grazie” e poi condusse Riku alle scale che conducevano al piano di sopra.

Il giovane salì lentamente le scale e poi senza bussare entrò nella camera del suo migliore amico.

Sora era seduto sul letto e fissava la finestra, più precisamente le goccie di pioggia che scivolavano lentamente su di essa.

Riku chiuse la porta alle sue spalle e si sedette affianco a lui.

“Hai intenzione di non preferire parola ancora per molto?” Domandò con un tono quasi arrogante.

Sora respirò rumorosamente. Fece un cenno con il capo e poi aprì la bocca come per inziare un discorso e poi la richiuse.

Poi finalmente si decise a parlare.

“....Cr-Credo che con te possa anche parlare....”

Il più vecchio fece un lieve sorrisetto.

“Ti sei reso conto che Kari è morta?” Domandò Riku.

Il brunetto annuì e poi sospirò nuovamente.

“Perchè ti comporti così? Non fai altro che dormire, fissare il mare, dormire, fissare il cielo, dormire fissare la finestra....Sei a digiuno, sembri un fantasma che tenta di riuccidersi, non piangi, non ridi...Hai sempre la solita espressione vuota....” Lo rimproverò nuovamente.

“Ri-Riku....I-Io...Non ce la fa-faccio....Sto ma-male...” Sora sembrava sull’orlo dell’esasperazione. Poi aggiunse:

“I-Io vo-vorrei piangere....Ma...N-Non riesco...Ri-riesco solo a stare fermo...T-Ti prego....Aiutami...”

Riku lo guardò attentamente.

In un attimo, condusse le braccia del più piccolo intorno alla sua vita in un morbido abbraccio.

Il ragazzo più grande lo strinse a se con tutte le sue forze e pose il suo mento sulla testolina bruna dell’amico. Sora appoggiò la testa sul petto umido di Riku. Poteva sentire il suo calore, il suo battito, il suo respiro.

Poi iniziò a piangere. Il suo era un pianto disperato e carico di emozioni. Tutte quelle emozioni che si era racchiuso dentro fino ad adesso.

Il brunetto singhiozzava in continuazione e Riku iniziò ad accarezzargli dolcemente la schiena, per farlo calmare almeno un po’.

L’umido petto del ragazzo dai capelli argentei ben presto divenne bagnato.

Restarono così per molti minuti, fino a quando Sora, finalmente, finì di versare anche l’ultima lacrima e i due si staccarono lentamente.

Sora sorrise al suo amico e sussurrò:

“Grazie, Riku....Senza di te non ce l’avrei fatta....”

Riku accennò un sorriso e poi alzo la mano sventolandola, come per dire “non è nulla”.

“Ora sarà meglio che io ritorni a casa...Mia mamma sarà preoccupata....”

Sora afferrò Riku per un braccio e cominciò a strattonarlo.

“Per favore, stai qui stanotte!!!” Lo supplicò.

Riku lo guardò male.

“Ti preego!!!” Aggiunse Sora con la stessa voce.

Riku sospirò in segno di resa.

“Va bene. Avviso mia mamma. Mi presti il telefono?” Chiese il più grande.

Sora annuì e poi entrambi andarono al piano terra, dove sua madre si stava ancora disperando.

“Ciao mamma....” Sorrise dolcemente. “Riku può dormire qui? Posso avere del cibo? Molto cibo!” Chise con la sua solita semplicità.

La donna lo guardò attentamente e sbattè le palpebre un po’ di volte.

Corse contro il figliò, abbracciandolo.

“Sora!!! Non sai quanto mi sei mancato....Puoi avere tutto quello che vuoi!!! Riku, ti sono infinitamente grata...” Disse singhiozzando.

Il bruno si dimenava cercando di allontanare sua madre da se, mentre Riku ridacchiava guardando la scena. Finalmente era tutto come prima.

Appena Riku ebbe finito di chiamare e Sora di mangiare, ritornarono al primo piano.

Il temporale era ancora in corso e non si poteva dire che in quella casa non facesse freddo.

Ogni tanto un fulmine illuminava la piccola stanza in cui stavano i due ragazzi.

Riku continuava a guardare la stanza, interrogandosi sulla presenza di un secondo letto.

“Sora....Io dove dormo? Sul pavimento?” Chiese arrendendosi al fatto che nessun letto era stato ellastito per lui.

“Bhe...Mi sembra ovvio....Tu dormi con me.” Rispose Sora deciso, come se fosse una cosa ovvia.

Riku sbiancò.

Non avrebbe mai pensato di ritrovarsi a dormire con l’amico.

“Sora! Lo sai che siamo due maschi, vero?!?!”

“No, pensavo che tu fossi una femmina....Certo!!! Ma siamo migliori amici, che problema c’è!!!” Ribattè mettendosi il pigiama e sistemandosi sotto il soffice piumino che ricopriva il letto.

Poi fece cenno con la mano a riku di raggiungerlo.

Riku esitò per un attimo, ma poi pensò ad un “Al diavolo, siamo migliori amici, no?” e si stese vicino al più giovane, togliendosi gli abiti che la gentile mamma di Sora gli aveva prestato.

Riku si sentì tremendamente bene.

Le coperte erano morbide e fresche e la presenza di Sora dava un forte senso di calore e benessere.

Il più giovane sorrise nel vedere l’amico imbarazzato e stranamente spaesato.

In seguito si avvicinò ulteriormente al ragazzo affianco a lui, per poi appoggiare la testa nell’incavo della sua spalla.

Poi cinse Riku con un braccio e avvicinò i suoi piedi gelati a quelli caldi dell’amico, in cerca di conforto.

Riku s’irrigidì e Sora, per un attimo sembrò esitare, ma non si staccò dal corpo del più grande.

Dopo alcuni minuti Riku si rilassò e abbracciò l’esile corpo di Sora.

Il leggero respiro di Riku spostava leggermente i capelli di Sora dal suo volto, che a sua volta accarezzava il petto dell’amico.

Dopo pochi minuti, entrambi si addormentarono, uno nelle braccia dell’altro.

Finalmente Riku aveva ritrovato Sora e Sora aveva ritrovato la serenità, ignorando il fatto che qualcosa di terribile stava per accadere....

><><><><><><

Finita la tortura! Contenti???

XDXD fate una recensione se vi capita XDXD

Al prossimo capitolo!

   
 
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