Disclaimer:
Tutti i personaggi appartengono a R.A. Salvatore
**NdT:
antefatto: leggendo l’inizio della storia posso supporre che si svolga dopo il
libro “Le due lame”, quando Colon è scomparsa e Wulfgar e Catti-brie vanno a
cercarla. **
Per chi
volesse leggerla in inglese, si trova al sito www.fanfiction.net, il titolo è “More than
simple friendship” e l'autore è Lola Witherbottoms (che non sono io. L'ho soltanto tradotta. Ma l'ho fatto con grande impegno ^^)
Capitolo 1 – Perdere l’amore
Drizzt sedeva sul bordo
del letto che divideva con Catti-brie, incapace di credere a quello che Wulfgar
gli stava dicendo. Scosse la testa, I capelli bianchi caddero davanti ai suoi
occhi color lavanda, coprendo il suo viso
sconvolto.
“E’ morta, Drizzt.” Il gigantesco barbaro davvero
non sapeva come confortare il drow. Ancora più
terribile era il fatto che, prima che lui e Catti-brie
partissero, quattro mesi prima, aveva scoperto
che Drizzt aveva nascosto un anello di fidanzamento nel suo armadio, progettando
di proporlo alla ragazza quando fossero tornati, con
Colon di nuovo tra le braccia di suo padre.
“Come?” La voce di Drizzt tremava
violentemente e le sue mani si aprivano e si
chiudevano sulle sue gambe.
“Uccisa dagli orchi,” rispose Wulfgar, la
sua voce ora sul punto di spezzarsi. “Una morte
da guerriera. Lei… lei mi ha chiesto di dirti che ti ama.” Smise di parlare
quando Drizzt cominciò a piangere. Infine si sedette accanto a lui, e per un unico momento rimase sorpreso quando il drow
si appoggiò a lui, soffocando i singhiozzi nella
massiccia spalla di Wulfgar. L’uomo passò un braccio sulle sue spalle, cercando
invano di confortarlo; temeva il momento in cui
avrebbe dovuto affrontare un’altra spinosa questione: dire a Drizzt che
Catti-brie era aspettava un figlio dal drow.
Drizzt si
era lasciato le porte esterne Mithril Hall alle spalle. Dopo la morte di
Catti-brie, si era sentito sempre peggio. Doveva lasciare Mithril Hall, almeno per
un breve periodo; sapeva che sarebbe impazzito se non l’avesse fatto.
Cominciando a camminare
lentamente, scoprì che I suoi passi lo stavano conducendo alla tomba di
Catti-brie; Wulfgar aveva riportato indietro il suo corpo e si era svolto un solenne
funerale. Drizzt non aveva avuto la forza di
guardare mentre il corpo della sua amata veniva
calato nel terreno, e aveva nascosto il viso nel mantello, soffocando i
singhiozzi.
L’ultimo anno era stato
difficile per Drizzt; ancora non aveva dormito un’intera notte, sentendo la
mancanza del calore di Catti-brie accanto a lui, del
suo respiro, delle sue braccia attorno alla sua vita, dei suoi morbidi baci sul
collo. Non aveva più appetito e aveva perso molto peso. Sapeva che avrebbe dovuto andare
avanti, dopo la sua morte, ma non poteva. Non ancora.
E inginocchiandosi accanto alla sua tomba, sentì lacrime famigliari
salirgli agli occhi. “Catti-brie,” mormorò, soffocando un singhiozzo. “Avrei voluto darti questo…” Prese
dallo zaino un anello, e scavò un piccolo foro nella terra. Le
sue dita sottili tremavano. Guardò
l’anello, il modo in cui la fascetta d’argento brillava
nella debole luce del sole e lo zaffiro che pareva risplendere di una luce
interna, quasi un incantesimo, simile a com’erano i suoi occhi. Baciò l’anello
di fidanzamento. “Ti amo.” Seppellì l’anello insieme al suo amore, lasciando che
tutte le sue lacrime cadessero.
Non lo
sorprese scoprire che I suoi piedi lo stavano portando verso
“Drizzt,” bisbigliò infine.
“Che cos’è successo? Cosa c’è che non va?” Il drow nascose il viso nel collo di
lei; i suoi singhiozzi diminuirono gradualmente
fino a fermarsi, la guardò e si asciugò gli occhi e le guance.
“Catti-brie è morta,” annunciò
con voce vibrante. Innovindil spalancò gli occhi, e premette Drizzt contro di sé
in uno stretto abbraccio.
“Mi dispiace così tanto,” sospirò,
ed era sincera, perchè sapeva bene quanto fosse profondo il suo amore per lei. “Drizzt…”
“Mi manca, Innovindil… E’ passato un anno, ma mi sento come se fosse ieri. Perfino Bruenor ha smesso di
affliggersi, ma io non posso…lasciarla andare. Io…Io
stavo per chiederle di sposarmi…e lei era…in gravidanza. Se fosse viva, ora sarei padre…”
“Oh, Drizzt.” L’elfa
sentì le lacrime scaturire dai suoi stessi occhi, e strinse il drow ancora più
vicino. Non c’era bisogno di parole, e Drizzt sapeva che solo lei avrebbe
potuto offrirgli il conforto di cui aveva bisogno. Lasciò che lei lo conducesse
alla sua casa, lasciò che lo guidasse a letto, e lasciò che gli rimboccasse le
coperte e che lo baciasse sulla guancia per lenire il dolore. Seppellì la
faccia nel cuscino, e lasciò che il suo dolore si dissolvesse rapidamente nel
sonno.
La mattina dopo Drizzt fu
svegliato da un delizioso profumo che gli pervadeva le narici. Si alzò e vide
Innovindil seduta ad un tavolo di legno intagliato rozzamente, con due piatti davanti
a sé. “Colazione?” chiese speranzosamente, sorridendo.
“Grazie,” bisbigliò, sedendosi
di fronte a lei. Portò una forchettata di uova alla bocca, poi alzò gli occhi e
vide che lei lo stava guardando molto attentamente. “C’è qualcosa di sbagliato?”
“No. Niente.
Mangia.
Sei dimagrito troppo dall’ultima
volta che ti ho visto.” Innovindil si alzò e si ritirò in un’altra stanza. Si
nascose il viso nelle mani, lasciandosi scappare un lieve sospiro. Ricordò di
quando aveva baciato Drizzt, molto tempo prima; aveva pensato che fosse niente
più che una semplice lezione, stava insegnandogli cosa significa essere un elfo.
Ma quel bacio era rimasto impresso nei suoi pensieri, riusciva ancora a
sentirlo. Solo recentemente si era costretta a realizzare che amava Drizzt. E
anche se il suo dolore per la morte di Catti-brie era sincero, non poteva
evitare di sperare che avrebbe potuto spartire qualcosa con il drow.
Tornò nell’altra stanza e sorrise dolcemente guardandolo mangiare. Un
po’ di tempo a Moonwood gli avrebbe fatto bene, pensò.
Nei
seguenti giorni, poi settimane, poi mesi, Drizzt sembrò liberarsi gradualmente
del peso della morte di Catti-brie. Piangeva sempre meno, sorrideva sempre di
più, e i sorrisi diventarono più sinceri e sentiti. Giocava con Alba e Tramonto,
e i sorrisi si trasformarono in timide risa, che poi divennero risate.
Una notte, circa un anno
dopo il suo viaggio fino a Moonwood, Drizzt e Innovindil stavano cenando,
seduti al tavolo nella casa dell’elfa. Improvvisamente Drizzt poggiò la forchetta
e guardò serio Innovindil; lei alzò la testa e notò la gravità del suo sguardo.
“Cosa c’è?”
“Innovindil…grazie, per
avermi preso con te. Non potrò mai ringraziarti abbastanza per avermi assistito
nel mio dolore, per avermi mostrato che la vita può ancora essere vissuta.” Sembrava che stesse per dire qualcos’altro, ma poi
scosse la testa e si chinò di nuovo. La sua treccia bianca cadde da sopra le
sue spalle, finendo nel piatto. Innovindil si lasciò scappare un accenno di
risata e andò a cercare un tovagliolo.
Quella notte, l’elfa strisciò
nella stanza del drow. Sapeva che spesso
rimaneva sveglio, ma da molto tempo Innovindil non udiva più i suoi deboli
singulti. Sorrise, poi si fermò, pensando che quello che stava per fare era
sbagliato, ma sapendo anche che doveva dirlo a Drizzt, e che ormai potere più
aspettare.
Tremando leggermente, si
sedette accanto al drow. “Innovindil?” chiese lui, incredulo, i suoi occhi
spalancati alla luce della luna.
“Ciao,” disse l’elfa,
timidamente, muovendo le dita verso di lui. Drizzt indossava solo un paio di calzoncini,
che cadevano seducentemente bassi sui suoi fianchi. Guardandolo, notò che aveva
recuperato il peso che aveva perso, e notò anche il suo corpo piuttosto
attraente. Gemette ad alta voce, sentendo il sangue salirle alle guance.
“Cosa c’è?” Drizzt la
guardava con curiosità, inarcando un candido sopracciglio.
“Questo è sbagliato,
Drizzt, ma…ma io devo dirtelo. Io t amo.” Lo raggiunse e premette le labbra
contro le sue, poggiando le mani sul suo forte torace. Tuttavia, il drow interruppe
il bacio quasi immediatamente, e la guardò.
“Io…C’era qualcos’altro
che volevo dirti, a cena” ammise, con voce un po’ tremula. “Io volevo dirti…grazie
per avermi fatto capire che posso…posso ancora amare.” Prese l’elfa tra le braccia
e la tenne stretta a sé, baciandola teneramente, poi più passionalmente e con
insistenza. Gemette morbidamente, abbracciando il drow, felice di quello che
sarebbe avvenuto quella notte. La sensazione delle labbra di Drizzt contro le
sue era la stessa che ricordava.
“Drizzt…” senza preavviso Innovindil
lo spinse via e lo guardò. “Sei sicuro?”
“Si. Io…Io amavo Catti-brie,
ma… Innovindil, grazie a te so che sono ancora capace di amare…e chiedo
soltanto di essere ricambiato…” I suoi occhi lavanda la guardavano quasi supplichevoli,
e Innovindil sentì il cuore batterle più forte.
“Naturale che ti ricambio.” L’elfa poggiò la testa al torace
del drow e sorrise quando Drizzt scese ad accarezzare le sue gambe, i suoi
occhi chiusi e sul volto un’espressione di completa beatitudine, quindi alzò le
mani per spogliarla gentilmente della camicia da notte. Si sedette sul letto, tenendola
tra le braccia, scendendo lungo il suo corpo con una scia di baci.
Il mattino dopo,
Innovindil stava osservando Drizzt, mordendosi il labbro; era stata una notte
meravigliosa, ma l’elfa si chiedeva se questo non gli avesse riportato alla
mente Catti-brie. Poi però ricordò a sé stessa che lui avrebbe sempre sentito
la mancanza di Catti-brie; quello che la preoccupava, piuttosto, era che lui
regredisse a quello stato di dolore e isolamento. Lasciò vagare lo sguardo su
di lui, dalle spalle al torso nudo, lungo i fianchi, fino al piede color
dell’ebano che spuntava da sotto le coperte. La sua mano sottile riposava sul
materasso accanto a lei, come se stesse cercando di arrivare a lei. Si rigirò
nel letto, ritrovandosi più vicina a lui, pregando che stesse bene, quando si
fosse finalmente svegliato.
Accarezzò suo il petto con
la punta delle dita, sentendo i suoi muscoli lisci e compatti, ascoltando il
battito del suo cuore. Passò le dita tra I suoi capelli bianchi e ammirò il suo
volto incantevole, poi andò a stuzzicare le sue orecchie a punta. Sfregò le
labbra contro la sua spalla, e lui si mosse, finalmente sveglio; passò le
braccia attorno alla vita di lei e sospirò.
“Ben svegliata, amore mio.”
“Devo dire,” bisbigliò dolcemente, il suo respiro caldo contro la
sua pelle, “che non ho davvero voglia di alzarmi dal letto, adesso.”
“Nemmeno io,” ammise Drizzt,
sorridendo lievemente, le sua mani le accarezzavano la schiena in piccoli
cerchi. “Rimaniamo qui ancora un po’.”
“Sai…mi hai letto nel
pensiero.”
****
NdA: Io non avrei mai, mai,
MAI ucciso Catti-brie in circostanze normali, quindi vi prego perdonatemi.
E’ soltanto un’idea che mi è venuta un giorno e
volevo vedere dove mi avrebbe portato, e…beh, mi ha ucciso doverla uccidere.
(NdT: io si che l’avrei fatto. Che problema c’è?? ^_^)