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Autore: Princess of the Rose    03/09/2012    3 recensioni
"Quale Italia?" se Germania si fosse voltato in quel momento, avrebbe potuto vedere un sorriso affilato come un coltello avvelenato sul volto di Giappone. "Quello che è la ragione per cui invidi tanto la tua controparte, o quello che ami alla follia, ma sai che non ti ricambierà mai come vorresti perché è innamorato anche di tuo fratello?"
2p!Hetalia
Paring: 2p!GerIta; accenno 2p!PruIta
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: 2p!Hetalia, Germania/Ludwig, Giappone/Kiku Honda
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo
- Questa storia fa parte della serie 'Through the Looking-Glass and what Hetalians found there'
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Scrivere mi aiuta a sfogarmi. Pubblicare i miei sfoghi sottoforma di storia su un sito pubblico mi aiuta ancora di più, forse perché penso che, così facendo, potrei aiutare la gente che si torva in simili situazioni a comprendere quello che stanno vivendo, l'assurdità di alcune loro scelte. Questa storia è dedicata  a due persone a me molto care, che si trovano nella stessa situazione di questi due personaggi, anche se in un contesto e con un background assai diverso.

Nessun personaggio di Hetalia mi è sembrato adatto come 2p!Italia e 2p!Germania per esprimere tutto il dramma di questa situazione (almeno per come me li immagino io), e da tempo volevo scrivere una 2p!GeriIta. Se leggendo questa storia sperate di vedere un 2p!Germania come quelli che sono su tumblur o simili, scordatevelo: penso, a buon ragione, di essere una delle poche, se non l'unica, che concepisce 2p!Germania come Yandere (cioé una persona che si presenta amichevole ma che in realtà è molto disturbata e crudele, specie se vede che la persona che ama è in pericolo). 

Un po' di Backgroud: le 2p!nazioni sono nella nostra dimensione, e festeggiano assieme alle loro controparti la firma di alcuni trattati che garantiscono la pace tra le due dimensioni parallele in un locale a Berlino. Qui accadono alcune cose che mandano in bestia il nostro caro 2p!Germania... leggete per saperne di più!

Inoltre, per comodità di narrazione, ho deciso di dare dei nomi di persona diversi da quelli canonici ai 2p!Hetaliani:

2p!Italia Veneziano - Marco Vargas

2p!Germania - George Joseph Beilschmidt

2p!Giappone - Hidekaz Honda

2p!Prussia - Wilhelm Freidrich Beilchmidt

2p!Cina - Wang Li


Enjoy!


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Germania dà un lungo tiro alla sigaretta, per poi dare un'occhiata al cielo plumbeo di quella Berlino parallela, così calma e perfetta da essere vomitevole. Non vede l'ora di tornare nella sua, di Berlino, quella con il cielo nuvolo cinque giorni su sette, con il chiasso notturno anche il mercoledì sera e che non sembrava una città fantasma, cristo santo!
Lui non ci voleva venire, qui. Non gli piace, questa sorta di bizzarro mondo identico e diverso dal suo allo stesso tempo, fatto di maschere e che manca totalmente di quell'istinto selvaggio che caratterizza il suo, di mondo. Non gli piace questa "Unione Europea", questa strana accozzaglia malriuscita di stati che sembra una specie di riflesso deforme dell'impero che aveva contribuito a costruire con sudore e fatica*. Non gli piace nemmeno la sua controparte, quella specie di represso tutto casa e lavoro a cui, tra l'altro, neanche sta simpatico - più che ricambiato, tra l'altro.
La sigaretta tra le sue mani sta per finire, ma è ancora abbastanza lunga perché possa sbollire un po' dell'irritazione dovuta ai vari spettacoli che stavano accadendo in quel localetto che loro hanno scelto per festeggiare i vari trattati economici e di non belligeranza tra le due dimensioni. E che spettacoli, poi: inglesi che improvvisano spogliarelli in preda ai fumi dell'alcol, spagnoli e danesi che fanno a braccio di ferro, francesi che flirtano con italiani. Soprattutto francesi che flirtano con italiani.
In un impeto di rabbia, Germania butta la sigaretta a terra e schiaccia sotto il piede, immaginando che potesse essere la faccia di quel francesino da strapazzo con la mania di mettere le mani dappertutto. Subito dopo, però, se ne pente: ora dovrà tornare nel locale, da cui non può (vuole) allontanarsi, e assistere impotente al flirt tra Italia e la versione idiota di Francia.
<< Prendi. >>
Il tedesco si volta leggermente, e il suo sguardo si posa prima sul pacchetto di sigarette aperto, poi sul giapponese che glielo sta porgendo. Senza ringraziare, ne prende una e l'accende, stavolta deciso a farla durare un po' di più. Non vuole entrare nel locale, non finché Italia non si stacca da quell'aborto di nazione che si definisce suo corteggiatore. O fino a quando quell'idiota della sua controparte si decide ad andare a casa e assolvere ai suoi doveri di fidanzato con l'altro Nord Italia - verdammdt, è tutta la sera che quel povero ragazzo lo istiga; fosse stato per lui, neanche sarebbe andato al locale: sarebbe andato a casa subito dopo la cena e tanti saluti!
Giappone gli si siede vicino, e rimangono in silenzio per un po', ognuno fumando la propria sigaretta.
<< Dovresti smettere. >> mormora ad un certo punto Giappone.
<< Disse il bue dando del cornuto all'asino. >> replica il tedesco, dando un tiro e sperando di cancellare le immagini di Marco che flirta con Francis come le nuvole di fumo espirate.
<< Non intendevo il fumare - anche se certo male non ti farebbe. >>
Giappone non parla mai, se non quando lo ritiene necessario. O quando vuole rompere l'anima a qualcuno, come in questo caso.
<< Intendevo la gelosia. Smettila di essere geloso, non ne hai motivo. >> precisa i nipponico, il volto perfettamente apatico.
Germania sbuffa.
<< Non so di che parli. >>
<< Smettila di essere geloso di Marco-kun e Ludwig-kun. >> Diretto, Giappone è anche molto diretto. E fa finta di non capire quando una persona non vuol essere disturbata.
<< Perché dovrei essere geloso di Italien e di quella mezza calzetta della mia controparte? >> Germania dà un altro tiro, per poi lanciare un'occhiata di avvertimento alla nazione nipponica. Quella sera non aveva voglia di prendere a pugni qualcuno - non l'aveva fatto nel locale, perché avrebbe dovuto farlo fuori? Ma Giappone, sadico e bastardo com'è, non fa altro che infilare il dito nella piaga. E giocare col fuoco.
<< Perché sei innamorato di Marco e ti dà fastidio che flirti con qualcun altro proprio sotto il tuo naso quando sa che tu sei innamorato di lui. E poi sei geloso di Ludwig-kun perché vorresti che la relazione tra te e Marco-kun fosse simile a quella che hanno lui e Feliciano-chan. >> spiega Giappone, dando prova delle sue infallibili qualità di osservatore.
<< E' la prima volta in decenni che ti sento dire una frase così lunga. >> dice Germania con stizza, dando un calcio ad una cartaccia lì vicino.
<< Dico la verità. >>
<< E ti sbagli di grosso. Figurati se sono geloso del signor "Svengo non appena il mio ragazzo mi fa un po' di moine". >> la mano libera del tedesco si serra a pungo, mentre lo sguardo rabbioso è fisso sulla strada davanti a loro, senza tuttavia vedere veramente quello che ha davanti. Giappone fa spallucce, e il silenzio fa di nuovo da padrone tra le due nazioni. Le sigarette si accorciano lentamente, ma per Germania il tempo sembra volare fin troppo velocemente. Quanto era stato fuori? Dieci minuti circa. Chissà se Italia si sta chiedendo dove sia finito, o se sta continuando a flirtare come se nulla fosse con qualunque cosa respirasse dentro quel locale.
<< Marco-kun è fatto così', George-kun. Se provassi a cambiarlo, non credo che lo ameresti come lo ami adesso. >>
<< Non mi sembra di averti dato il permesso di chiamarmi per nome. >>
<< Marco-kun è fatto così >> ripete Giappone, ignorandolo. << non puoi mettergli catene, perché lo perderesti. Gli piace giocare col fuoco, e buttarci sopra l'acqua prima che scoppi un incendio. >>
Oltre ad essere un gran rompiballe e ad essere molto poco delicato, Giappone è anche un grande stronzo, che ti sbatte in faccia la verità soltanto per il puro gusto di vederti soffrire. Un po' come fa Italia, del resto - e questo spiega perché i due siano così tanto amici.
<< Mi devi dire qualcosa di serio, Japan, o sei venuto qui a dirmi le solite quattro verità di cui non mi frega un cazzo. >>
<< Lo ami. Sei totalmente schiavo dei suoi capricci. Vederlo con altri ti fa star male e ti rende indisponente. Mi chiedo come mai non sei ancora saltato addosso all'altro Furansu, prima. >>
Giappone ha ragione su molte cose, ma non su tutte: George non è lo schiavetto di Marco, ancora un po' di amor proprio ce l'ha; proprio per questo non ha spaccato la faccia a Francis, prima, quando lui e Marco si sono messi a flirtare a pochi passi da lui; perché non voleva darla vinta ad Italia, che ogni volta che avvicinava il volto a quello del francese gli lanciava delle occhiate eloquenti. Il suo Italia del Nord è un bastardo, il cui sadismo può essere comparato solamente alla sua faccia tosta: gli piace tormentare la gente; gli piace tormentare soprattutto Germania, perché sa che la nazione tedesca è follemente innamorata si lui, che per lui ucciderebbe anche il suo popolo se solo glielo chiedesse. E per questo Italia lo stuzzica: per il puro gusto di vedere quel poco di amor proprio rimasto a Germania frantumarsi sotto i colpi della gelosia, per vedere quanto è sottile il limite da superare prima che il tedesco perda la pazienza e la sanità mentale.
<< Non sono uno che salta vuole ammazzare chiunque si avvicina ad Italien. >>
<< Oh si che lo sei. Lo stai solamente negando a te stesso. Ti ci vorrà poco prima che tu compia qualcosa di cui ti pentirai. >>
Germania non risponde. La testa inizia a fargli male, e pensa seriamente di tornarsene in albergo. Ritorna il silenzio, per sua fortuna. La sigaretta ormai è finita.
<< Marco se ne è andato in albergo qualche dozzina di minuti fa, se ti interessa. >>
... Ah, ecco perché era venuto a cercarlo. Senza più lo spettacolino nel locale, Giappone deve aver pensato bene di venire a tormentare lui per ravvivarsi un po' la serata.
<< E' andato con Lovino-chan e Feliciano-chan. Ludwig-kun credo sia andato a casa sua. >>
<< Meglio così, almeno non vedrò quella sua brutta faccia per un bel po'. >> Germania si alza dalla panchina, si sgranchisce un po' il collo e fa cenno ad un taxi di fermarsi. Se Ludwig è andato a casa, questo vuol dire che Feliciano è solo, all'hotel. Il tedesco ripensa a quelle poche volta in qui lui e l'italiano hanno avuto delle conversazioni decenti, e non può non pensare a quanto questo Italia sia diverso dal suo: la pelle più chiara, i capelli più tendenti al castano, il carattere pavido ma gentile; e gli occhi, poi: i suoi occhi ambrati, belli e innocenti come quelli un piccolo cerbiatto, così diversi da quelli di Marco, perennemente irriverenti e velati da una vena di sadismo - chissà se una volta il suo sguardo era stato limpido e sincero come quello di Feliciano; sarebbe bello vedere quelle iridi ametiste così allegre e spensierate, prive di quell'opprimente opacità dovuta a chissà quali pensieri.
<< Italien è un bel ragazzo, non credi Japan? >> chiede senza quasi pensarci, mentre una macchina bianca si ferma vicino a lui. << Penso che potrei fargli una visitina stasera, visto che sembra essere andato in bianco. >>
<< A quale Itaria? >> chiede Giappone, e se Germania si fosse voltato in quel momento, avrebbe potuto vedere un sorriso affilato come la lama di un coltello avvelenato. << Quello che è la ragione per cui invidi tanto la tua controparte, o quello che ami alla follia ma sai che non ti ricambierà mai perché è innamorato anche di tuo fratello? >>
Giappone non sussulta nemmeno quando un coltello gli sfiora la tempia, ne quando lo sguardo assassino di Germania si posa su di lui. Il sorriso sulle labbra del giapponese di accentua; butta quel che rimane della sigaretta per terra, la spegne col tacco della scarpa e si dirige verso la porta del locale. << Io rimango ancora un po' qui. Non mi va di lasciare Li da solo con il russo di questa dimensione, lo guarda in maniera strana. >>
<< Fort, Hidekaz! >>
Giappone sorride dolcemente.
<< Oyasuminasai, Doitsu-kun. >>
Il tedesco inspira ed espira pesantemente, per poi entrare dentro il taxi e sbattere violentemente la portiera.
<< D-Dove la porto? >> chiese spaventato il tassista, controllando che quell'inquietante passeggero non tenti di fargli una rapina o chissà che altro. Quest'ultimo grugnisce il nome dell'albergo e spera di aver sentito bene il nome - non ha il coraggio di fargli ripetere dove deve andare.


Germania apre il finestrino, e l'aria fredda che gli colpisce il volto lo calma un poco. Le luci dei lampioni si susseguono con velocità davanti ai suoi occhi, indistintamente.
Probabilmente, quando se ne è andato dal locale, Marco deve aver smesso di divertirsi a flirtare con Francis e deciso di tornarsene in albergo, forse pago di una reazione - andarsene via dal locale senza avvisare nessuno denotava una assai malcelata gelosia - che aveva giudicato soddisfacente. E' come un bambino capriccioso che, ottenuto il giocattolo che vuole, lo abbandona da qualche parte nella stanza e non lo prende più in considerazione. Solo che, Marco è molto più sadico: il giocattoli, lui, prima li distrugge, e poi li assembla in esseri deformi. Il tedesco sospira pesantemente.
Chissà che sarebbe successo se ci fosse stato anche Prussia, in quel locale: probabilmente, suo fratello sarebbe partito in quarta, le avrebbe date di santa ragione a quel francese del cavolo e si sarebbe portato via Italia da qualche parte. Anche se, a detta sua, era molto più maturo di lui, Wilhelm era anche molto più espressivo nella sua possessività e gelosia. Forse era quello il motivo per cui Marco se ne era-
<< Verdammdt! >> sbotta Germania, sbattendo la portiera del taxi ed entrando in albergo, lasciando il tassista talmente terrorizzato che il poveretto non ha neanche il coraggio di fargli notare che non è stato pagato.
Quando entra nella hall dell'hotel tutti si scostano al suo passaggio, percependone l'ira e la frustrazione. La sua camera è all'ottavo piano; decide di salire le scale, sperando che serva a sbollire un po' di rabbia.
Arrivato al quinto piano si ferma per qualche secondo. Nella terza a destra del corridoio alloggia Feliciano, e davanti alla sua stanza c'è quella di Marco . Per qualche secondo ha l'istinto di sfondare la porta e controllare che il suo italiano non stia godendo di una qualche compagnia a lui sgradita, ma si trattiene. Se è tornato in albergo così presto (per i suoi standard, almeno) probabilmente, è andato a dormire, e con tutto quello che ha bevuto non si sveglierà prima delle undici di domani mattina.
Quando il suo sguardo si sposta sulla porta a destra, George sorride. Forse quella visita a Feliciano dovrebbe farla davvero.



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*L'Unione Europea è un (tentativo) di Confederazione di stati. Ho semplicemente pensato che, in 2p!Hetalia, l'Unione Europea poteva essere un Impero Europeo.
Gli stati fondatori dell'Unione Europea sono Francia, Italia, Germania, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi: va da sé che (nella mia mente bacata) la 2p!Unione Europea è stata creata unendo le forze dei suddetti stati.




Potrei fare un seguito di questa storia, che ne dite? Magari dal punto di vista di Marco. Ma, decidete voi.

Bye bye!

   
 
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