Questione di educazione

“Signori Burromuerto, buon pomeriggio, mi scuso per...”

“Burromuerto Wilson, prego.” Heather interruppe l'insegnante per puntualizzare un qualcosa di fondamentale : due cognomi, non un assolutamente stupido e maschilista cognome da marito.

“Mi scusi, Signora Burromuerto Wilson “ disse la signorina Mellow sottolineando particolarmente il secondo cognome con un tono seccato. “Come stavo dicendo” riprese poi “ mi scuso per il disturbo che vi ho arrecato convocandovi qui all'improvviso ma ho bisogno di parlarvi di vostro figlio”.

Vostro figlio. Faceva sempre un certo effetto, lei e Alejandro avevano avuto un figlio, un bambino. Dopo tutti i litigi, dopo tutte le vendette e dopo tutto il male alla fine c'era stato anche quello, qualcosa di completamente antitetico a loro due, il Bene con la B maiuscola.

“C'è qualche problema?” chiese Heather acida più del solito. Suo figlio era, ovviamente, perfetto come lei era inaudito che un'insegnate li convocasse. Che avesse preso qualche gene difettoso da Alejandro?

“Vostro figlio ha spinto giù dallo scivolo un compagno di classe ,oggi. Il bambino è dovuto andare in ospedale per un controllo anche se sembrava non avesse nulla di rotto. Vi rendete comunque conto della gravità del gesto di Damian” concluse “Miss Mellow” guardandoli severamente con lo stesso sguardo che lanciava alla sua classe quando faceva troppo casino. Possibile che non si rendesse conto che aveva sbagliato persone ? Avrebbe fatto meglio a cambiare il tono di voce. Damian. Avevano combattuto anche per il nome ma alla fine aveva vinto lui, una sorta di pareggio per la questione del doppio cognome. Heather aveva sempre pensato che fosse stata una mezza vittoria, Damian era un nome spagnolo ma non suonava troppo spagnolo. E poi aveva un che di diabolico e questo le piaceva.

“Certo che ce ne rendiamo conto” disse Alejandro calmo e accomodante.

Lo avrebbe volentieri picchiato, le stava facendo fare la figura della pazza .

“Questa scuola, come ben sapete, è molto rinomata e non è accettabile che ci siano certi comportamenti, ovviamente ritengo che il gesto di Damian sia stato occasionale e che non si ripeterà “.

Nonostante le parole il discorso lasciava intendere chiaramente che lei sperava non si ripetesse per evitare l'espulsione del bambino e non che contasse sulla sua infantile innocenza. Stava cominciando a diventare veramente furiosa. Alejandro stava, ovviamente, contribuendo al suo nervosismo mostrandosi perfettamente calmo nonostante avesse certamente intuito tutti i sottintesi del discorso.

“Anche le rette della scuola sono rinomate, come ben sa. Quindi forse, e non vorrei sbagliare, certe cose non dovrebbero proprio accadere”. Non potè trattenersi dallo sputare quelle parole velenose. Alejandro le afferrò il braccio

“Quello che mia moglie intendeva dire..” quasi si strozzò con la parola “moglie” “è che essendo una scuola prestigiosa ci aspettavamo un controllo maggiore ma capiamo benissimo che la colpa del gesto va attribuita a Damian e non a una donna che, sono sicuro, svolge perfettamente il suo lavoro”

Alejandro concluse il discorso facendo un occhiolino ammiccante alla signorina Mellow che sembrò disorientata. Heather gli mollò un calcio sperando che l'enorme cattedra che avevano di fronte coprisse il suo gesto furioso. Alejandro non fece una piega. “Questa la sconterai a casa, mio caro” pensò lei guardandolo con un cipiglio furioso, lui si voltò e le sorrise; Heather represse con fatica un ringhio di rabbia.

“Ad ogni modo questi comportamenti sono normalmente un problema di educazione familiare. Non vorrei insinuare nulla ma, ecco, voi siete piuttosto famosi, anni fa in TV vi hanno visto tutti e mi chiedevo se...beh se le cose tra voi ora vanno davvero bene”. Per fortuna che non voleva insinuare! . Alejandro le afferrò la mano e fece in modo che la maestra lo vedesse chiaramente.

“Io e Heather siamo felicissimi ora, tutto quello che avete visto appartiene al passato. Scaramucce adolescenziali” .

Un'altra bugia. Ma era pur sempre a fin di bene. Avrebbe dovuto essere calma e adorabile anche lei, per suo figlio. Si costrinse a reprimere l'odio verso la giovane insegnate e sorrise

“Siamo una famiglia normale e io e Alejandro siamo una coppia solita, glielo garantisco. Ora non dobbiamo più lottare per i soldi d'altronde, ne abbiamo abbastanza per sentirci soddisfatti” cercò di far sembrare l'ultima frase una sorta di battuta sulla terza stagione di quel dannato Reality ma ci riuscì ben poco.

Pazienza, l'importante era terminare quel colloquio inutile e noioso.

“Bene, come ho detto non volevo insinuare nulla, tuttavia mi raccomando di far capire a Damian che alcuni gesti sono sbagliati. A sette anni è difficile essere delicati ma deve imparare a controllarsi come tutti gli altri”

“Gli parleremo” assicurò Alejandro con il suo sorriso più rassicurante.

Ci furono gli ultimi convenevoli e poi lei e Alejandro uscirono dalla classe, in corridoio li aspettava Damian. “Andiamo, signorino” gli disse Heather dura “Ora torniamo a casa e parliamo di ciò che hai fatto oggi”.

Viaggiarono in silenzio in macchina fino a casa dove fecero sedere il bambino sul divano e loro gli si posero davanti con facce serie.

“Allora, Damian, ti rendi conto di quello che hai fatto?” disse Alejandro

“Avevamo litigato!” protestò Damien con voce supplichevole

“ E tu ti sei vendicato davanti a tutti, spingendolo giù da uno scivolo, ma dov'è l'educazione che ti abbiamo dato?” replicò Heather alzando un sopracciglio.

“Avresti potuto allacciargli insieme i lacci delle scarpe...”

“O riempirgli di vermi il cestino del pranzo...”

“O rubare i soldi della prossima gita scolastica e nasconderli nello zaino facendo incolpare lui...”

Heather e Alejandro continuarono a completarsi il discorso a vicenda, a istruire insieme il loro bambino. Era così inesperto....avrebbe dovuto imparare tutto!