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Autore: Annabelle_    03/09/2012    2 recensioni
Lentamente mi spogliavo di questa corazza nel modo in cui nessuno avrebbe mai pensato io riuscissi a fare.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Scrivo un diario, vivo la mia vita. Tutte le mie sensazioni sono sotto chiave in quella Moleskine. La porto sempre con me e appena posso mi fermo e scrivo. 
Grassetto : diario - Corsivo: vita.
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Erano mesi che pensavo sempre alla stessa cosa: cambiare la mia vita, cambiare qualcosa. Volevo cambiare quel qualcosa che da tempo non andava nei miei giorni, quella parte di me stessa che a tratti cigolava, si frantumava. Volevo crescere ma non sapevo come, volevo dimostrare prima di tutto a me stessa che in realtà non ero più la piccola di casa, la bambina di un tempo: stavo diventando una donna, i miei interessi stavano cambiando, avevo voglia di altre cose, cose diverse, nuove, strane.
 
Charlie, eccolo che si avvicina, si avvicina con quel passo strafottente, con quel sorriso terribilmente sexy, con una mano in tasca e l'altra nei capelli. Cammina nel corridoio di scuola in slow motion, viene verso di me. Poggia le sue cose nell'armadietto accanto al mio e se ne va. E' sempre così, tutte le mattine. Solo sguardi e niente di più, ma lo capisco...se fossi un ragazzo neanche io perderei tempo con me stessa.
 
Non so cosa mi prende quando lo vedo, forse è strano o forse no. Ho sempre voglia di andare da lui e parlargli, di fare come fanno in molte, avvicinarmi, prenderlo per un braccio e tirarlo verso di me, sussurrargli qualcosa come 'e se stasera io e te ci fermassimo da me dopo la partita?', ma non sono mai stata in grado di farlo. Sarà che credo ancora alla storia del principe azzurro, sarà che credo che i galantuomini esistino ancora, sarà perchè non riesco a dare tutta me stessa ad un ragazzo o sarà perchè non sono abbastanza 'figa' per lui. Tutto questo nonostante io muoia dalla voglia di provarlo, di sapere come ci si senta, cosa si provi, anche ad essere la ragazza di una volta, una delle tante. Ma no, non ce la farò mai.
A volte mi ripeto ' cavolo Bethany, hai 17 anni..datti una cazzo di mossa!" ma no, Bethany non ce la fa a darsi una mossa, lei ha i suoi tempi, va a rallentatore, vive le cose a modo suo e le vive lentamente, molto lentamente. 
Questa volta però, ho deciso che sarà diverso. Voglio provare ad ingranare la marcia ed anche se so che non sarà per nulla facile, anche se so che potrò farmi male io voglio provarci. Voglio gridare al mondo la mia presenza, ma non proprio a tutti, a lui, a Charlie.
 
"Non ti facevo così loquace. Anzi pensavo fossi muta o qualcosa del genere."
Mi ero fatta coraggio, si era avvicinato e lo avevo salutato, appoggiata al mio armadietto come se nulla fosse. Gli avevo rivolto la parola e mi ero addirittura presentata, gli avevo chiesto un libro, perchè teoricamente avevo bisogno di una scusa per aprire bocca. La mia stupida scusa era il libro di geografia, quello del quarto anno.
"No ti sbagli, se solo mi conoscessi..."
"Se solo ti conoscessi?"
"Beh, mi conosceresti."
"Certo che sei strana, avevo ragione."
"Si, avevi ragione."
E lo lascio li, fermo immobile. Aveva ragione, hanno ragione tutti...sono strana, sono un fottuto disastro, sono la ragazza che ama i teschi e le borchie, quella con i capelli rossi e gli occhi verdi, sono quella diversa, addirittura sono quella "muta". Se mi conoscessero capirebbero che c'è molto di più, tanto..che dico, tantissimo di più dietro questa facciata.
"Aspetta...non volevo essere scortese..."
Lo sento in lontananza, ma non voglio girarmi. No, perchè forse è un errore, come tutti gli altri. Tutti i ragazzi sono degli errori ed io non voglio commetterli più. Sai, Charlie è quel tipo di ragazzo bello, bellissimo. E' uno di quelli che ti lascia a bocca aperta ma non è solo questo, è anche uno dei più intelligenti che conosca. Quindi capirà.
 
Alla mensa il giorno successivo mi siedo al solito tavolo con Emily e Candice.
"Ti sta fissando."
"Candice non lo guardare, capirà che sono interessata a lui e non al suo libro di geografia. Non va bene."
"Santo cielo, va da lui, prendilo, portatelo in bagno e fai quello che hai detto di voler fare."
"Voi due non siete tanto sane di mente. Non sono come quella sgualdrina di Ollie."
"A lui però lei piace e scommento che ogni pomeriggio se la sbatte come nulla."
"Ma non mi interessa Em, non mi interessa!"
"Non ti interesserà ma..sta venendo qui, verso di te...ah, adesso voglio proprio ridere!"
"Eh? Chi? Cosa? Oh Dio."
 
"Hey scusa, possiamo parlare un attimo?" Mi prende da un braccio, mi alzo.
"Parlare? Perchè?"
"Perchè voglio parlarti, non c'è un motivo ben preciso."
"Ok, ma non qui."
"Cos'è? Non vuoi farti vedere con me?"
"E se così fosse?"
"Tranquilla che non voglio portarti a letto, ci penserei due volte prima di farlo."
"Si? Io non credo proprio."
"E questo cosa te lo fa pensare?"
"Il fatto che mi stai parlando a due soli centrimetri dalla bocca, che la tua tua mano sinistra stringe il mio braccio destro e l'altra è poggiata sulla mia spalla. E lo stai facendo mentre tutti ti stanno guardando, anche lei, anche Ollie."
Si allontana, si...si allontana ,perchè io riesco alla perfezione a far allontanare le persone, anche lui.
"Cos'è una sfida questa?"
"Se vuoi chiamarla così."
"Senti, io lo so, voi nerd, con questi occhialoni, quei capelli rossi, questi sguardi innocenti...ne sapete una più del diavolo."
"Non credo sai?"
"Perchè?"
"Perchè non ho mai provato nulla di simile prima. E non fingere perchè so che in fin dei conti sei più simile ad una nerd dai capelli rossi come me che ad una travestita come quella."
"Ma sentila. Smettila, ti prego. "
"Si la smetto, tu però allontanami e tutte le mattine che verranno non guardarmi più, implorandomi di rivolgerti la parola."
"Non sei una stupida, no..non lo sei. Facciamo così...oggi vieni da me, saremo soli...io e te."
"E questo? Cosa dovrebbe essere?"
"Una sorta di appuntamento. Voglio aiutarti, voglio farti conoscere nuove sensazioni."
"Chiama le cose con il loro nome. Vuoi fare con me quello che cinque minuti fa avevi negato di voler fare."
"Alle tre e mezza da me."
Lascia la presa. 
 
Non ci posso credere, non credo alle parole che avevo pronunciato in quella dannata conversazione. Qualcuno doveva essersi impossessato del mio corpo, della mia voce, del mio tutto ed aver parlato al posto mio. No, parliamoci chiaro .. io non sono pronta, no. Chi voglio prendere in giro? Non voglio perdere la mia verginità con il primo che passa, voglio innamorarmi e poi abbandonare me stessa tra le braccia di un ragazzo. Non mi preoccupa il fatto che sia Charlie, mi preoccupa il fatto che io non sia innamorata di lui.
 
Non mi vesto, cioè non perdo tempo a vestirmi. Prendo il primo maglione che mi capita a tiro, i soliti jeans blu e le converse. 
South Michigan Avenue 329. Circa dieci minuti a piedi da casa di mio padre.
Ma una volta non erano i ragazzi a farsi un kilometro e mezzo a piedi sotto la pioggia per raggiungere la loro 'amata'?
 
"Eccoti, credevo non saresti venuta più."
"Sono una tipa di parola."
"Vieni, hai freddo? Vuoi una coperta?"
"No, qui dentro si sta abbastanza bene."
 
Sarebbe stato un appuntamento come gli altri se non fosse per il fatto che continuamente Charlie prendeva le mie mani, il mio viso e lo portava verso se cercando di creare in me quel qualcosa che poi mi avrebbe spinta a cadere ai suoi piedi, ma non ci riuscì. Certo che resistergli non è stata cosa da poco. Due labbra rosa, morbide, che cercavano le mie. Due occhioni marroni che percorrevano ogni singolo centimetro di pelle nuda che potevo avere. Parole, tante parole tra di noi. Ho scoperto che ama leggere e scrivere. Ho scoperto che ha paura della velocità. Ho scoperto che Ollie è stata la sua prima volta.
Lui ha scoperto che non ho mai avuto una prima volta e c'è rimasto male, tanto male che spera di esserlo lui, ma non ci riuscirà.
 
"Senti, adesso devo scappare che fa buio. Grazie del pomeriggio."
"Ti accompagno a casa, vado a prendere le chiavi."
 
Mi accompagna a casa e mi promette che lo farà sempre, ogni volta che ne avrò bisogno. Mi chiede di promettergli che ogni pomeriggio riuscirò a trovare un piccolo spazio da dedicargli. Crede proprio di riuscire a farmi crollare. No, non sarà così ma voglio lasciarglielo pensare.
Anche oggi non è successo, anche oggi non è andata come avevo programmato. Forse è meglio così perchè magari se fosse tutto andato perfettamente secondo i piani, lui non avrebbe aperto bocca e non avrebbe parlato di se ed è un peccato nascondersi quando si è così dannatamente perfetti.
'Ti do di tempo due mesi. Prima di questi due mesi capitolerai.'
'Sempre se non lo farai prima tu.'
 
Ogni pomeriggio mi raggiunge a casa, studiamo insieme e poi va via, va da Ollie o dagli altri della squadra. Trova un piccolo spazio per me ogni singolo giorno e ogni volta è un qualcosa di nuovo, di diverso. Scopro lentamente i suoi lati sensibili, nascosti. E lascio che sia lui a togliermi questa corazza, dolcemente. Non sento di essere una sorta di 'ripiego', anzi...sapere che nessuno sa di me e lui mi fa sentire speciale. E' come se fossi l'unica a poter conoscere cose di lui che neanche Ollie penserebbe mai.
 
Mi ha baciata. Si, dopo una settimana mi ha baciata. Cioè, mi sono lasciata baciare.
Tra un verso e l'altro dell'Amleto non ho retto alla tentazione e finalmente qualcosa è successo. Le sue labbra sono davvero morbide. 
Questa mattina a scuola tra noi solo sguardi e niente più. Non lo so perchè tendiamo a nasconderci. Persino Emily e Candice non sanno nulla, copro i miei pomeriggi impegnati con scuse ridicole del tipo: "devo portare la giacca verde di mamma in lavanderia" o "è finito il latte, scendo giù al negozio in centro a fare un po' di spesa e poi passo da mio padre". Loro ci credono o fingono di farlo, ma non riuscirò a mentire ancora a lungo, non a loro almeno. Devono saperlo, al più presto. 
 
"Quel libro di geografia avresti potuto anche chiedermelo prima, non credi?"
"Sai, mi hai sempre spaventata, cioè sei così tenebroso, irraggiungibile."
"Mi stai prendendo in giro?"
"Si in effetti si, ti sto prendendo in giro. Però non scherzo, ho sempre avuto paura di non essere abbastanza."
"Tu sei abbastanza, anzi..tu sei anche di più. Quello che non sai è che da fuori è tutto diverso, ho sempre pensato che tu fossi una stronzetta acida, una di quelle che pensano di avercela solo loro."
"Ma brutto farabutto!"
"No credimi, ringrazio il cielo di averti sentita parlare quel giorno ed anche di essere stato scortese."
 
 
E' passato esattamente un mese. Un mese. 30 giorni. 720 ore.
Mi sembra di conoscerlo da sempre e forse è così. Sono circa 13 anni che le nostre esistenze si rincorrono senza sfiorarsi mai, senza collidere mai.
Adesso vederlo a scuola con Ollie inizia a darmi fastidio. Inizia a non essere un privilegio.
Sono io la sua ragazza, o almeno, sono io quella con cui passa tutti i suoi pomeriggi.
 
Ci sfioriamo ma niente di più, niente di compromettente tra di noi. Sa cosa voglio e so cosa vuole ma è come se per lui io fossi di più  della semplice 'ragazza' da portare a letto. Anche se è quello che vuole, quello che vuole farmi credere di volere. Forse un mese fa avrei pagato oro per esserlo. Adesso no e forse questo è un brutto segno, solo un brutto segno.
 
"Oggi voglio portarti a mangiare qualcosa fuori."
"Davvero?"
"Si, Ollie ha scoperto dove passo i miei pomeriggi e con chi. Abbiamo litigato ma forse è meglio che sia andata così perchè io non ho più intenzione di tenerti qui nascosta."
 
1000 calorie ed una cena al burger king. Guardo il modo in cui gesticola e lo trovo dannatamente sexy, guardo il modo in cui racconta della sua litigata con Ollie e lo trovo così 'cavalliere', così 'principe azzurro'. Mi chiede di dormire da lui quella notte. Per la prima volta mi trovo a mentire anche a mio padre, gli racconto che i genitori di Emily sono fuori città e che quindi devo farle compagnia.
E' azzardato, ne sono convinta. Ma sono sempre io quella che vuole cambiare la propria vita e credo che questo sia il giusto prezzo da pagare.
 
"Non ti sembra che le cose stiano correndo più velocemente di noi? Cioè è poco più di un mese che tra di noi c'è qualcosa in più di stupide occhiate da liceali e siamo gia' qui, distesi a pancia in giu sul pavimento a guardare un film troppo dolce, in camera tua."
"No. Non mi sembra, anzi...forse ho aspettato anche troppo tempo."
"Che vuoi dire?"
"Mi avresti creduto se dal primo giorno ti avessi detto cose tipo 'sono innamorato di te da circa...tutta una vita'  o addirittura 'aspettavo questo momento da sempre. Vuoi diventare la mia ragazza?' ?
No. Avresti pensato 'oh, questo screanzato crede di potermi arruffianare con queste due paroline buttate li' e non mi avresti dato la benchè minima possibilità di conoscerti come sto facendo. E' stato il mese più bello di sempre accanto a te, davvero."
 
Di bello in questa notte non ci sono stati solo i suoi occhi, le sue maniere gentili, Zac Efron in 17again, il fatto stesso che abbia affermato di aver passato gli ultimi 13 anni a fantasticare su noi due. No c'è stato molto di più. C'è stata quella parte di me che prima non conoscevo, quella che credeva di correre troppo e di commettere uno sbaglio, c'è stata la più bella sensazione di sempre, quella di appartenere a qualcuno che non sia tuo padre o tua madre o semplicemente te stessa. C'è stato il risveglio più bello di sempre, in un letto non mio. C'è stata una mattina nuova, una me nuova. Non è stupido, credetemi..ero li con la sua mano sotto la mia testa, il suo viso sopra il mio e tutto sembrava alterato, destinato a non finire. Non sono stupide parole di chi non sa cosa vuole dalla vita, sono parole di chi sta imparando cosa volere e come volerlo.
Questa mattina mi sento diversa.
 
"Toglili questi occhiali, non li mettere più, sei più bella senza. Forse, donano più a me."
"L'ho sempre detto io, sei così nerd che ti spaventi anche semplicemente ad ammetterlo."
 
Avevo paura prima, paura di non essere innamorata di lui e non sto dicendo che adesso io lo sia...sto dicendo che voglio esserlo, che c'è un uragano dentro me che si scatena quando penso a lui ed è per questo che penso di essere pronta, penso di essere la persona giusta, al momento giusto. Almeno per una volta nella mia dannata vita.
 
"Ammetto di essere capitolata alla fine."
"No, lascia stare quella stupida sfida. Altrimenti sarei io quello ad aver perso."
 
Lascio stare quella stupida sfida. Anche se penso che non esistino perdenti o vincitori in amore...ma solo persone che non hanno avuto paura di provare.
 
 
 
 
   
 
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