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Autore: AyrinL    03/09/2012    4 recensioni
Seblaine Week II | Day 1: Ritorno alla Dalton.
E se Blaine tornasse alla Dalton, la sua prima vera casa? Cosa succederá al momento del suo incontro con Sebastian?
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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What Comes Around Goes Around

 

Un minuto, un'ora, un giorno, un anno. Ci sono momenti nella nostra vita in cui il tempo passa, ma noi restiamo bloccati. Davanti un cambiamento, una decisione, un bivio. Gli esseri umani sono individui dai facili sconvolgimenti ed ogni volta non esistono piú lancette a segnare il fluire del tempo che va avanti.
É cosi che si sentiva Blaine quella tiepida mattina di settembre. Eppure per lui quella non era una situazione totalmente nuova. Stretto nella sua divisa, nel suo blazer blu e nella sua cravatta, dinanzi il maestoso cancello della Dalton, l'accademia che l'aveva ospitato e protetto non tanto tempo prima. Eccolo di nuovo lí, totalmente incapace di pensare o muoversi. Non seppe dirsi da quanto tempo era fermo lí, ogni cosa attorno a lui sembrava essersi fermata. 
Cosa sarebbe successo dopo un anno di lontananza dalla Dalton? Dopo essersi trasferito in una scuola che forse non era mai stata sua?
Si era trasferito al McKinley con la convinzione di aver trovato il suo posto nel mondo.
Ma poi dovette ricredersi quando la ragione che lo aveva portato in quel luogo lo aveva lasciato. Solo in quel momento, lí davanti la Dalton, capí di essersi trasferito al McKinley per paura: paura di restare solo. E appena Kurt aveva abbandonato il nido per trasferirsi a New York, Blaine era rimasto in un luogo a lui totalmente estraneo. Certo, si era trovato bene, nelle New Directions aveva trovato una nuova famiglia. Eppure, cos'era lí se non solo "il fidanzato di Kurt"?
Nulla, solo l'ombra della scia del suo ormai ex ragazzo che continuava a brillare in quell'aula coro anche se distante mille miglia dall'Ohio. 
Dopo un tempo incalcolabile, Blaine si decise ad entrare. Varcó l'ingresso con passo indeciso e, una volta dentro, respiró l'aria dell'edificio, sempre elegante e maestoso. 
La Dalton sapeva di ricordi, di risate, di scherzi, di caffé al mattino. Aveva lo stesso sapore di sempre.
Ed eccoli lí, i suoi amici, pronti ad abbracciarlo come ai vecchi tempi: Wes, Thad, Nick, Jeff.... I Warbler erano la sua prima famiglia, i primi ad aver sostenuto lui e il suo talento. Avrebbe sempre amato quei ragazzi.
Subito lo trascinarono nell'aula canto, e lí fu tutto come ai vecchi tempi: cantavano, ballavano, improvvisavano, sorridevano.
Tutto era perfetto. Casa. Finalmente quella parola aveva un sapore dolce.
La prima mattina di lezioni terminó, e fu allora che si concesse di pensare ad un particolare che ossessionava la sua mente da giorni: Sebastian. Non l'aveva ancora incontrato, eppure non poteva far altro che pensare al momento in cui si sarebbero rivisti. Forse perché, nei suoi giorni al McKinley, quegli occhi verdi erano stati in grado di farlo vacillare.
Finalmente ebbe l'opportunitá di dirigersi nella sua camera. Ancora non sapeva chi sarebbe stato il suo compagno di stanza per quell'anno, era ansioso di conoscerlo.
Si concesse il tempo per una doccia calda e, quando uscí dalla stanza, con addosso solo un asciugamano intorno alla vita, il suo colpo perse un battito. Eccolo lí, alto, sempre perfetto nella sua divisa: Sebastian. Quando i loro occhi si incontrarono, Blaine non riuscí a non rabbrividire di fronte a quello sguardo cosi diverso dal solito. L'espressione di Sebastian era incolore, senza che un solo muscolo del suo viso si muovesse, immobile. Ma erano i suoi occhi a mostrare le sue emozioni: le sue iridi verdi contenevano dentro mille colori, mille sensazioni, cosí tante sfumature che Blaine non riuscí a captare.
- Scusami.
Con quella parola, detta in un modo impossibile da decifrare, Sebastian chiuse la porta dietro di sé, lasciando Blaine confuso piú che mai, il quale si sedette sul letto, totalmente incapace di pensare.
Qualche minuto dopo, la porta si riaprí, Sebastian entró con un bicchiere in mano che aveva tutta l'aria di essere una... granita.
- Cosa vuoi fare con quella? - Blaine si alzó di colpo dal letto, mentre il francese si avvicinava sempre di piú e il profumo pungente della colonia di Sebastian si mischiava a quello dolce della fragola della granita.
- Blaine... non é per te, é per me.
E fece qualcosa di inaspettato: porse a Blaine il bicchiere, il quale, confuso, capí subito dopo.
- Vuoi...vuoi che ti lanci questa granita?
- Beh...- Sebastian sembrava sicuro ma al contempo imbarazzato - come si dice: il Karma...
Blaine non poté che sorridere di fronte quella scena cosi assurda eppure ingenua, perfino adorabile. Portó il bicchiere alle labbra, assaggiando la sostanza dolciastra. Vide Sebastian sorridere appena, di un sorriso sincero, senza alcun accenno di lussuria o qualsiasi altro sentimento che non fosse riconoscenza.
- Beh, questa allora potremo usarla contro Wes, non ti pare?
Ed entrambi cominciarono a ridere, e Blaine capí in quel momento di essere finalmente a casa, dove l'odio restava fuori ed ogni cosa era semplice.
   
 
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