THE
LAST DANCE
She danced with you last night so
you will remember
All you have shared, a lifetime
The angels were watching and death will be
waiting
Until the time is right
La guarda accarezzare il pannello di controllo,
persa in riflessioni che non vuole condividere.
Garrus quasi non riconosce in lei l’impavida
comandante Shepard, da sempre il suo punto di riferimento.
Non l’hai mai vista turbata, mai atterrita, non
l’ha mai vista piangere.
Eppure gli spezza il cuore guardarla, mentre sfiora
lentamente il terminale delle comunicazioni, come attendendo qualcosa, come
cercando il coraggio di parlare.
- Ehy, Shep, che ti succede?- le chiede infine,
posandole una mano sulla spalla.
Lei si volta, scuotendo la testa:- niente.- dice,
distante - solo… una sensazione.-
- Sappiamo bene che, per gente come noi, l’istinto
è tutto.-
Gli occhi di Shepard si fanno vitrei:- dovrei
andare da Thane.- mormora, come in sogno
Garrus le accarezza un braccio, annuendo:-
impostiamo la rotta per
- So che è egoista pretendere che la guerra si
fermi solamente per…- non continua, stringe le dita a pugno
- Nessuno ha dato più di te per la galassia. Non ti
sei mai tirata indietro, Shep. Non hai esitato a mettere a repentaglio la tua
stessa vita. E lo sanno gli spiriti se ne hai avuto abbastanza guai. Non è
egoista voler passare un po’ di tempo con la persona che ami. Soprattutto
considerate le…- tentenna - circostanze.-
Shepard sospira. Si passa
una mano fra i capelli color rame.
Digita qualcosa sul factotum, soprappensiero,
infine annuisce impercettibilmente.
- Va bene, allora.- mormora - Imposta la rotta per
Arriva al Huerta Memorial Hospital che ormai è
quasi notte.
Si guarda intorno, spiazzata, come se si aspettasse
di trovare Thane ancora ad aspettarla, all’ingresso, seduto su quella
poltroncina di vernice, con lo sguardo perso, oltre il profilo della
Cittadella, ad inseguire chissà quale ricordo.
Shepard si avvicina al bancone, per chiedere
informazioni, ma non c’è nessuno.
Si avvicina, titubante, alle porte di vetro. Posa la
mano sulla superficie liscia e spinge.
Appena dentro, la travolte l’odore forte di
medicinali, paura e sterilità.
Dio, se preferirebbe affrontare di nuovo i
Collettori, piuttosto che restare in quel posto che sa di morte.
Vorrebbe andarsene, quando riconosce una sagoma
scura, oltre il corridoio.
Sorride, alzando una mano in segno di saluto. La
sagoma si avvicina.
- Shepard.-
- Kolyat.-
Sembra invecchiato, il figlio di Thane. Un
infermiere lo sta spingendo fuori dalla terapia intensiva e lui si lascia
trascinare, troppo stanco per opporre una vera resistenza.
Shepard si morde il labbro inferiore, prima di
chiedere:- Thane è…-
- Ancora vivo.- completa Kolyat, ma senza allegria.
La donna annuisce, si aspettava davvero qualche
miglioramento? una notizia davvero buona?, poi accenna alla porta a vetri,
dietro di lui:- Posso…?-
L’infermiere sbuffa, scuotendo la testa, ma non ha
il coraggio di dire di no.
- Fammi sapere se hai bisogno di me.- dice Kolyat -
vado a farmi qualche ora di sonno.-
Shepard annuisce:- grazie, Kolyat.-
Il drell si stringe nelle spalle:- vorrei poter
fare di più.-
Il respiro le si blocca in gola, quando entra nella
piccola stanza.
Prova una profonda gioia, anche se malata di
malinconia.
Un soldato pensa alla morte come ad una silenziosa
compagna, che può presentarsi alla sua porta in qualunque momento, per uno
scontro, un’imboscata, per un tradimento. Ma vederla lì, seduta su uno scaffale
di medicine inutili, che arriccia con un dito il sistema di ossigenazione
artificiale, è un’altra cosa.
Shepard deglutisce, poi si avvicina al letto e posa
una mano su quella di Thane.
Lui s’irrigidisce un attimo, come svegliandosi da
un sogno. Poi sbatte le palpebre, e la guarda.
- Siha.-
mormora
- Ciao, Thane.- risponde lei, dolcemente,
accarezzandogli il viso.
Vorrebbe chiedergli “come stai”, è la classica cosa
che vuoi sapere quando tieni a qualcuno, ma quella semplice domanda le si
blocca in gola. Non riesce a pronunciarla.
- Come vanno le cose sulla Normandy?- chiede Thane,
mettendosi a sedere
Shepard si stringe nelle spalle:- ad essere
sincera, ora sembra vuota.-
Il drell sorride, abbracciandola:- sono contento
che sei venuta, siha.- le sussurra,
contro il viso
- Ti amo, Thane.- risponde lei, mentre sente
qualcosa di caldo scivolarle sulla guancia.
Don't be scared now
Close your eyes
She holds guard tonight
La sindrome di Kepral è notevolmente peggiorata. Ma
fanno comunque l’amore.
Lentamente, delicatamente, respirando uno il
profumo dell’altra per quella che, per quanto ne sanno, potrebbe essere
l’ultima volta. Chissà se a separarli sarà la malattia, oppure un attacco a
sorpresa dei Razziatori, quando Shepard sarà tornata sulla Normandy.
Ma non si pongono domande e, per qualche ora,
quella fredda camera d’ospedale sembra brillare di speranza. La luce della
Cittadella filtra attraverso le tapparelle abbassate, creando un’illusione
simile ai raggi della luna.
Mentre riposa, fra le braccia di Thane, Shepard si
chiede se avrà ancora la forza di combattere, quando lui non ci sarà più. La
sua mente le ripete centinaia di validi ideali, di amicizia, di vite da
salvare, ma la sua anima non è certa di riuscire a conservare quella forza,
quando il suo cuore si sarà spezzato.
E prova un’irresistibile rabbia, nei confronti degli
Hanar, di Kahje, l’umido Kahje, dell’energia di Rakhana, che si è spenta così
presto. Ma più che con chiunque altro, è arrabbiata con Thane, che sembra aver
accettato il suo destino, aver scacciato quella paura che li aveva avvicinati,
la notte prima della battaglia.
E’ mattina, e l’ospedale si sta ripopolando, quando
Shepard si rende conto di non poter trovare pace, se prima non gli pone alcune
domande.
- So cosa vuoi chiedermi, siha.- annuisce Thane, quando lei glielo dice - ma non sono sicuro
che le mie risposte siano quelle che stai cercando.-
Shepard gli prende la mano, intreccia le dita alle
sue:- e tu prova a darmele comunque.-
- Vuoi sapere perché non ho dato il mio consenso al
trapianto, vero?-
La donna non risponde, facendogli cenno di continuare.
Se aprisse bocca per parlare, forse piangerebbe. E
qualcuno deve essere forte, dannazione, per quella galassia che sta per essere
distrutta, per tutti coloro che confidano nella salvezza. Serve un’eroina senza
paure e senza rimorsi. Un’eroina che è uscita sana e felice da tutti i traumi
della sua vita. Un’eroina
che non piange.
- Perché?- riesce a mormorare, aumentando la
stretta sulla mano di lui.
Thane sospira, scostandole dal viso una ciocca di
capelli:- perché sono in pace, siha.-
risponde. Si sporge in avanti e la bacia sulla bocca, prima di continuare:- se
avessi fatto quell’intervento avrei avuto altri mesi in questo ospedale. Ad
osservare la vita che va avanti, mentre io resto indietro per colpa del mio
corpo, di questo involucro che intrappola l’anima e che si è macchiato delle
colpe più temibili. Se mi avessero operato, non avrei potuto comunque fare
nulla di buono, per la galassia. Ho fatto tutto quello che dovevo. Ho riparato
ai miei errori. Mi sono assicurato che Kolyat imparasse a seguire la propria
anima e non cadesse negli inganni della materia. E’ inutile protrarre
all’infinito il tempo degli adii, siha.
Ho finito, ormai.-
- Noi non
abbiamo finito, Thane.- ringhia Shepard, stringendo gli occhi per non piangere
- noi, dannazione! Perché dovrei salvare un universo in cui tu non ci sei più?
In cui non potremo mai stare insieme, mai vivere una vita normale, mai…- s’interrompe: è infinito l’elenco
di cose che avrebbe voluto fare, con Thane, e che rimarranno per sempre solo un
sogno, un desiderio.
Il Drell annuisce. Le prende il viso fra le mani,
guardandola negli occhi, in quegli occhi che ama e che sono la vera luce,
nell’oscurità.
- Non voglio che tu mi veda così.- mormora,
tristemente - non sono più quello di un tempo, siha. Man mano che il corpo prende il sopravvento sull’anima, man
mano che la mia mente non è più mia… sento di essere sempre più lontano
dall’uomo di cui ti sei innamorata. Non ho paura dell’Oceano, siha. Ho paura di perderti.-
Shepard prende un respiro profondo, sbattendo le palpebre
per cacciare le lacrime.
- Tu hai il mio amore, Thane Krios - dice, cercando
di controllare la propria voce - e non c’è niente che te lo possa togliere. Non
c’è momento, di sonno o di veglia, in cui io non ti ami.-
Si stringe a lui, fra quelle lenzuola che sanno di
plastica.
Thane le posa un bacio fra i capelli:- porterò il
tuo amore oltre l’Oceano.- sussurra - E aspetterò il giorno in cui potrò di
nuovo abbracciarti. Ci
ritroveremo, siha. Te lo prometto.-
Shepard rimane immobile, sperando di poter protrarre
quel momento fino alla fine del tempo.
Non è religiosa. L’idea di un essere superiore che
scrive il destino la sconvolge e, in un certo senso, nega tutto quello per cui
sta combattendo. Se c’è un Dio che ha già deciso la fine di quella guerra, perché
lei si strugge notte e giorno per combatterla? E che divinità può essere tanto
crudele da infliggere le sofferenze che lei ha visto coi propri occhi, e patito
sulla propria pelle?
Non è religiosa, ma crede nell’Aldilà. Che sia la
reincarnazione salarian, o l’oceano drell, o il mondo degli spiriti turian, o
il paradiso umano non ha importanza. Ci dev’essere un luogo in cui vanno i
morti, in cui la loro fine viene ricompensata. In cui possono essere felici.
Non ha senso sopportare le battaglie della vita, se
alla fine di tutto non c’è la pace.
Go forward
No remorse
Life will take its course
(Un mese
dopo)
Shepard torna sulla Normandy.
Rimane immobile per qualche
istante, ferma accanto alla navetta, mentre l’aria umida di Kahje le increspa i
capelli.
“La fiamma si è spenta”
hanno cantato gli hanar “solo per
accendersi di nuovo”
Sono parole che Shepard non
capirà mai fino in fondo.
Ma, in quel momento, non le
interessa. Non ha la forza di pensare, né di arrabbiarsi, né di soffrire
ancora. Gli ultimi giorni si confondono, come pallidi spettri, nella sua mente.
Ricorda la mano di Kolyat nella propria, ricorda di essersi arresa all’evidenza
di non poter trovare conforto, da nessuna parte.
Prende un respiro profondo.
C’è chi dirà che Thane è morto
da eroe.
Ma è morto, e lei non riesce a
pensare ad altro.
Alla sua voce roca, alle sue
carezze, alla sua religiosità, al sapore della sua bocca, alle parole dolci,
dette nel cuore della notte. Al sorriso che gli stirava le labbra, dopo aver
fatto l’amore.
Non appena mette piede sulla
Normandy, i suoi compagni le si stringono attorno, senza sapere cosa dire.
Kaidan le posa una mano sulla
spalla, in silenzio.
Liara la abbraccia, ma è come
abbracciare una statua di marmo.
Tali si affaccenda attorno a
lei, ma non parla. L’imbarazzo del cordoglio.
James nemmeno ci prova. Mormora
che gli dispiace.
Javik rimane in disparte.
Annuisce lentamente, mentre gli occhi di Shepard incrociano i suoi.
Persino Joker si è alzato dalla
sua postazione, per starle accanto, senza fare battute.
- Possiamo fare qualcosa?-
chiede infine Garrus.
Shepard dischiude appena le
labbra. Si guarda intorno, cerca di scuotersi da quel doloroso intorpidimento.
- Rintracciatemi Grunt e fatevi
mandare le coordinate di dove si trova con la sua squadra.-
Garrus la guarda, perplesso:-
come?-
- Ho bisogno di sparare a
qualcosa. Ho bisogno di una di quelle missioni assurde in cui l’unica cosa a
cui pensare e premere un grilletto e schivare i getti di acido o i morsi o i
proiettili o quel diavolo che vuoi.-
Non lo dice, ma ha bisogno di
una missione che le ricordi la propria mortalità.
Che le ricordi che anche lei,
presto, vedrà l’Oceano.
--
Innanzitutto volevo ringraziare
di cuore claws, Hi Fis, Nymeria90 e lubitina per aver recensito “rest calm”.
In effetti è proprio dai loro
commenti che ho deciso di scrivere questo suo seguito, in cui abbiamo il
sospirato incontro. L’ultimo pezzo ricalca un po’ quello che mi è mancato in
ME3: oh, ce ne fosse UNO dei compagni che dice qualcosa su Thane che è morto!
UNO!! Nemmeno quelli che l’hanno conosciuto. Oh beh, probabilmente avevano
altro per la testa, quindi li perdono e integro con la fantasia!
Nota: le citazioni e il titolo
vengono dalla canzone “the last dance” dei Within Temptation, credo il mio
gruppo preferito in assoluto (di recente scrivo un sacco sulle canzoni che mi
piacciono). Anche questa, se vi capita ascoltatela. La trovo molto bella, come
molte di quel gruppo.
Nota2: perdonate eventuali
errori ma è decisamente troppo triste per rileggerla e adesso ho bisogno di
qualcosa di allegro. Ma avevo voglia di condividerla ora.
Come al solito, per favore
recensite e spero di poter pubblicare presto qualcos’altro… magari qualcosa di
ALLEGRO, che sarebbe un bel cambiamento!
Vostra