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Autore: trix334    03/09/2012    1 recensioni
Ho deciso di iniziare una nuova serie con una piccola particolarità, sarete voi a decidere tramite votazioni come far continuare la storia, vi verranno poste varie scelte e la più votata verrà messa per iscritto, sono curioso anch'io di vedere che piega prenderà questa storia, il primo capitolo è un po' corto, i capitoli successivi saranno più lunghi.
"In una città ormai devastata circondata totalmente da una grossa cupola che impedisce una buona visione del cielo, dove l'unico modo per viaggiare è usare dei carissimi treni sotterranei, chi riuscirà a cambiare il mondo?"
Genere: Avventura, Guerra, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta, Violenza
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Il giorno in cui i meteoriti caddero sulla terra fu anche il giorno della mia nascita.
Ogni giorno mia madre mi racconta di come durante la guerra fra America e Londra che dura ormai da secoli, dal cielo cominciarono a cadere grossi pezzi di materiale incandescente, alcune erano astronavi di qualche pianeta poco lontano dalla terra ormai distrutte, da cui si sono ricavati migliaia e migliaia di strumenti e apparecchi tecnologici, mentre altre erano semplicemente piccoli pezzi di meteora che devastarono una minima parte del pianeta.
Proprio in quei momenti, in mezzo alla imminente devastazione, nacqui io, Cecil Barnes, ormai diciasettenne quasi maggiorenne, con la passione della tecnologia e delle armi, penso ogni giorno ad un modo di evitare il servizio di leva, in quanto io odi la guerra, il che è strano visto che sono così affascinato dalle stesse armi di distruzione che nella guerra stessa hanno un ruolo fondamentale.
Indosso tutto il giorno una rudimentale maschera anti-gas che mi copriva completamente la bocca ed il naso, composta da una grossa bottiglia di plastica non trasparente avente il tappo aperto sotto il mento sulla quale ho adagiato con della colla una mascherina chirurgica e un elastico. Mentre sugli occhi indosso dei vecchi e sporchi occhialini da moto-ciclista
-Domani è il tuo compleanno Cecil... Domani ti porteranno via- Disse mia madre piangendo, ogni anno da un po', il giorno del mio compleanno diventava sempre più triste, oggi era disperata
-Non preoccuparti mamma... Troverò un modo- Risposi mettendomi una giacchetta in finta pelle, mi diressi verso la porta, una vecchissima porta di legno, mentre camminavo accarezzavo le pareti vecchie e crepate della mia casa, aprii il grosso e scricchiolante pezzo di legno che conduceva fuori dal diroccato edificio.
Povertà e fame furono le prime cose che vidi, seguiti da edifici e carrozze, ogni tanto passava una macchina a vapore, piena di ingranaggi coperti di metallo e con delle marmitte che facevano uscire fumi tossici, i quali immediatamente danzavano lentamente verso l'alto, sapevo perfettamente come erano fatte, ne avevo addirittura costruite un paio riciclando vecchi ingranaggi e materiali di scarto trovati in giro, feci un passo e fui fuori di casa, ne feci un'altro e alzai lo sguardo. Il cielo era quasi del tutto oscurato dall'enorme cupola, la quale si stanziava alta e imponente sopra la città, come una grossa condanna a morte in attesa di essere approvata, la disprezzavo, ed era mio volere distruggerla.
Cominciai a camminare frettolosamente, presi dallo zaino quella che sembrava una normale lattina di alluminio, in realtà era odificata appositamente per funzionare come filtro, era bucherellata sul fondo per far passare l'aria, l'interno era pieno di bambagia imbevuta d'acqua mentre sopra di essa era attaccato con dello scotch isolante un tappo anch'esso bucato, mi avvitai il filtro al collo di bottiglia posto sul mento, mi avvicinai ad un senza-tetto e gli sussurrai qualche parola all'orecchio, non dopo avergli passato tutti i soldi che ero riuscito a raccimolare in un mese, più di duecento sterline, con i quali si poteva vivere una settimana.
Camminai per qualce altro chilometro e arrivai al centro città, mi posai in mezzo alla piazza e misi in posizione orizzontale le braccia in segno di sfida, , un click mi riempì le orecchie, subito dopo una vampata di fuoco mi avvolse totalmente lasciando i passanti di stucco. Finita la vampata io ero sparito
 
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se volete votare per fare andare avanti la storia leggete questa discussione http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=10345686
  
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