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Autore: Tynuccia    04/09/2012    3 recensioni
[Gundam SEED Destiny] Cercò di non fischiare a caso: era un bel cambiamento, quello del Maggiore Hahnenfuss.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Dearka Elthman
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Promozioni

 

*

 

 Dearka entrò nello spogliatoio femminile con aria cospiratrice. Tese indice e medio verso l’alto, uniti, in un – secondo lui – irresistibile saluto alle operatrici di bordo che si stavano truccando e cambiando. Strillarono qualcosa e si rifugiarono dietro i loro armadietti, bofonchiando contro il Capitano Elthman, che da quando era stato promosso si era attribuito il diritto di gironzolare a piacimento anche in aree sicuramente non competenti al suo grado. O al suo sesso.

 “Calme signore, o mi potrebbe partire un timpano.” Shiho Hahnenfuss sospirò, adocchiando le due con un sopracciglio inarcato sotto la folta frangia. Cielo, non poteva sopportare quelle oche in verde. “E lei, Capitano, farebbe meglio a ricordare cosa c’è tra i suoi pantaloni.”

 Dearka schiuse le labbra in un’espressione di finta sorpresa. “Maggiore! Guardi che ci penso ogni secondo della giornata!” si difese, appoggiando la spalla contro un altro armadietto. Si voltò a guardare le operatrici e le salutò nuovamente, questa volta sventolando la mano. Quelle sbuffarono e si affrettarono ad uscire, lasciando i due migliori sottoposti del Comandante da soli. “Ti brucia ancora per la promozione, Shiho?” domandò quindi, indovinando l’occhiataccia che lei gli rivolse.

 “Oh sì. Non fai altro che bighellonare tutto il giorno tra un ufficio e l’altro, senza dimenticarti di fare una capatina sul ponte a sbirciare le gambe di quelle altre cretine in gonnella!” sbottò lei, paonazza. Aveva trattenuto il risentimento troppo a lungo, e la divisa nera che lui indossava equivaleva ad un drappo scarlatto agli occhi di un toro furibondo. Batté il pollice contro il petto. “Io avrei dovuto diventare Capitano, non tu! Ma oh, dimentico che sei il migliore amico del nostro superiore e che tutti quegli straordinari che mi sono fatta non verranno ricordati da nessuno!”

 Dearka la fissò, la fronte aggrottata. Cercò di non fischiare a caso: era un bel cambiamento, quello del Maggiore Hahnenfuss. Da rispettosa sottoposta silenziosa e quieta a bestia inferocita pronta alla battaglia. Non sapeva neppure quale delle due apprezzare di più. Incrociò le braccia sul petto e tirò su con il naso. “Niente di personale eh?”

 “Dearka,” sospirò lei, passandosi una mano sul viso con fare stanco. A volte le pareva di avere a che fare con un bambino.

 Lui sorrise tranquillo e la indicò con il mento. “Esce prima, Maggiore?” domandò casualmente, cambiando argomento. “Carina quella camicetta.”

 Shiho arrossì d’improvviso e si coprì con le braccia. “E a te cosa interessa? Ho avuto un permesso!” esclamò. “Direi che me lo merito tutto, no?”

 “Questo caratterino renderebbe il Comandante tanto, tanto orgoglioso!” commentò Dearka, maliziosamente. Alla sola menzione del nome del loro superiore lei sobbalzò, come punta da un ago accuminato. “Hai assimilato bene la sua dolcezza.”

 Shiho cercò di non rispondergli di farsi gli affaracci suoi perché gli avrebbe solamente dato l’ennesimo pretesto per punzecchiarla. Tirò su con il naso, invece, ed agguantò la borsa alla velocità della luce. “Ci ho lavorato molto.” Lo superò, sicura che prima o poi le sarebbe guarito, il dente avvelenato, ma quando fu sulla porta venne trattenuta dalla sua voce. “Che c’è?” chiese stizzita.

 Dearka sorrise, enigmatico, e lisciò un pizzetto che non aveva. “So che stasera avete un appuntamento galante. Tu e Yzak, intendo.” Ridacchiò dell’espressione imbarazzata e scandalizzata al contempo sul viso di lei. “E conoscendolo direi che la scelta di abbigliamento non troppo pretenziosa gli farà piacere. Mi dispiace perdermelo in brodo di giuggiole e filini di bava ai lati della bocca.” La raggiunse, deciso ad uscire prima di lei dallo spogliatoio. Si permise di slacciarle un bottone, ammiccando spudoratamente. “Ah, Hahnenfuss, quasi dimenticavo. Se si è finalmente deciso a chiederti un aperitivo insieme è solo perché qualcuno gli ha fatto fare uno più uno. Così, tanto per dire.”

 Shiho rimase a guardarlo mentre se ne andava via, le braccia incrociate dietro la nuca ed una risata sulle labbra. Ancora a disagio per quella scollatura che rivelava troppo non riuscì a non contenere un sogghigno divertito: al diavolo le promozioni, le uniformi nere e le ingiustizie. Improvvisamente quel dente poteva considerarlo assolutamente sano e curato.

 

 

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… e ritorna anche me. Assolutamente presa bene dalla carissima Shaina, il cui nuovo approdo su questi lidi conosciuti mi ha spronata a riprendere in mano la penna (metaforicamente) ♥.

  
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