Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: JupiterEj    04/09/2012    0 recensioni
Seblaine Week II - Day 2: Family.
Sebastian torna a casa certo di trovare Blaine ad attenderlo come ogni giorno, aspettandosi già le coccole e tutto quello che ne sarebbe derivato, quando un qualcosa cambia i suoi programmi.
---
“Cos’è quel coso?” gridò a metà fra lo stupito e il disgustato, certo che di lì a poco avrebbe rischiato di vomitare.
In risposta ebbe una risatina e un Blaine che si levava quella cosa dal viso per bloccarsela sulla pancia e alzare la testa quel poco che bastava per capire chi avesse parlato. Come se non lo avesse già riconosciuto.
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Una donna in casa.
 
 
Sebastian tornò a casa dopo una noiosa giornata di lavoro, passata a raccogliere informazioni su un qualcuno di cui non ricordava il nome perché la sua presunta moglie –ma esisteva qualcuno di più brutto?- andava dicendo che egli l’avesse tradita. Strano che l’avesse fatto solo una volta! Era anche acida, a detta dell’ex-Usignolo. Per fortuna che lui non aveva di questi problemi.
Chiusa lentamente la porta di casa, e appoggiate le chiavi da qualche parte su quel mobile antico posizionato all’ingresso, si aspettava di vedere due iridi chiare spuntare dalla porta della cucina. Si aspettava di vederle uscire allo scoperto assieme a una massa informe di riccioli. Si aspettava di veder uscire suo marito con addosso quel ridicolo grembiule che faceva molto cameriera che però il moro si ostinava a mettere. Si aspettava due braccia a cingergli il collo, e due labbra che presto avrebbero toccato le sue per arrivare a un bacio, e a volte anche a qualcosa di più. Eppure non successe nulla di tutto questo. In quella gigantesca casa un tempo vuota che avevano deciso di riempire con il loro amore, invece di andare da un’altra parte –nonostante Sebastian non fosse poi così d’accordo, siccome non portava ricordi poi così felici-, regnava il silenzio. Ed era una cosa affatto strana, perché sapeva che il riccioluto tornava a casa molte ore prima di lui, e che se si fosse dovuto trattenere l’avrebbe certamente avvertito, eppure.. nulla. Era tornato a casa in cerca di una distrazione dallo stress che gli aveva portato quella vecchia e non aveva trovato nessuno. Dire che era rimasto un po’ deluso era un eufemismo. Dire che non si aspettava affatto di sentire delle grida provenienti dal giardino era fare una battuta. Riconosciuta la voce, sobbalzò letteralmente. Perché quello che aveva appena gridato era il suo Blaine che ordinava di stare fermo a qualcuno, con una voce che non si capiva se fosse spaventata o divertita. Una vena omicida cominciò a crescere nel già nervoso Smythe mentre a passi veloci attraversava lo spazio che lo avrebbe separato da suo marito e da qualsiasi cosa questi stesse facendo. Si aspettava di tutto, ma non di una massa di ricci informe sovrastata da un qualche oggetto non ancora identificato che a quanto sembrava si muoveva. 
“Cos’è quel coso?” gridò a metà fra lo stupito e il disgustato, certo che di lì a poco avrebbe rischiato di vomitare. 
In risposta ebbe una risatina e un Blaine che si levava quella cosa dal viso per bloccarsela sulla pancia e alzare la testa quel poco che bastava per capire chi avesse parlato. Come se non lo avesse già riconosciuto.
“Sebastian!” disse eccitato il moro, alzandosi per andare a baciare il marito tenendo sempre quello strano essere fra le mani, mentre questa si dimenava quasi volesse salirgli in testa. Era forse un qualche strano animale attirato dalla foresta pluviale che aveva quell’hobbit –eh si, nonostante fosse cresciuto era rimasto sempre lo stesso nano, guadagnandosi ogni tanto qualche battutina dal compagno- al posto dei capelli?
Ma l’uomo non fece in tempo ad avvicinarsi che l’ex-Usignolo cominciò ad indietreggiare con una smorfia schifata stampata in volto.
“Tieni. Quel. Coso. Lontano. Da. Me.” disse scandendo per bene le parole, continuando a guardare quello strano essere cercando di identificare da quale esperimento mal riuscito fosse uscito. 
“Ma Seb! E’ bellissimo!” cominciò il riccioluto, cercando di girare quella cosa in modo che l’altro potesse guardargli il volto. “Dolly saluta questo cattivone” continuò con voce dolce, cercando di far alzare la zampetta a quello che doveva essere un cucciolo di una qualche strana specie sconosciuta. Ma non ci riuscì, purtroppo, o almeno, non prima che il suo interlocutore gli mozzasse l’entusiasmo.
“Quel coso ha un nome?” disse con un acuto il biondo –che tanto biondo non era, ma gli piaceva definirsi così piuttosto che ‘capelli color sabbia’ o cose simili-, con lo sguardo sempre più esterrefatto che passava dal compagno a quello strano animale che teneva fra le mani. 
Il tanto bel sorriso che aveva riempito il viso di Blaine si sostituì a una strana smorfia, come un broncio, come se fosse un bambino. E quella faccia riuscì a strappare a Sebastian un sorriso perché il marito era adorabile quando faceva così, perché sembrava tornasse a quando aveva cinque anni quando pregava la mamma di comprargli un leccalecca e questa non voleva, perché sapeva che qualsiasi desiderio passasse nella mente del compagno in un modo o nell’altro quest’ultimo sarebbe riuscito a convincerlo ad esaudirlo. Era sempre così. Il biondo non era d’accordo, il riccioluto cominciava a straparlare e fare smorfie con un bambino, e alla fine riusciva sempre a vincere, qualsiasi fosse la richiesta. Erano quasi inutili i tentativi del giovane Smythe di provare a far valere la sua idea, tanto che a volte contraddiceva l’altro solo per vedergli fare quella smorfia che gli piaceva tanto. Perché quando Blaine faceva il broncio gli si formava una ‘V’ proprio in mezzo alle ciglia che era assolutamente tenera, e che Sebastian usava baciarla accompagnando il tutto con un “E va bene” che metteva sempre fine alla discussione, e inizio a qualcos’altro di decisamente più piacevole.
Ma quella volta era un po’ diverso. Siccome poteva scommetterci l’intera collezione di papillon del marito –che erano davvero immensa- che questi voleva chiedergli di tenerlo con loro, e il biondo non aveva alcuna intenzione di avere quella strana cosa –qualunque animale fosse- fra i piedi. 
“Questo coso, come lo chiami tu, è il nostro nuovo cane.” proclamò Blaine mantenendo il broncio, come fosse una sentenza di un tribunale e per quel motivo niente e nessuno poteva contrariarlo. Ormai aveva già deciso.
“E’ un cane? Pensavo fosse una qualche specie scesa da Marte o qualche pianeta vicino” esordì il più alto, beccandosi una botta sulla spalla dal marito che stava palesemente cercando di trattenere una risata. Perché si, era arrabbiato, ma quello che aveva detto Sebastian era divertente, e siccome l’aveva detto proprio lui con quel suo tono di voce che usava di solito per fare commenti crudeli sui ragazzi che vedevano in giro, o sulle coppie, Blaine non avrebbe proprio potuto fare a meno di sorridere. 
“E non è il nostro cane. Io quel coso, qualunque cosa sia, in casa non lo voglio” sentenziò lo Smythe con la stessa serietà che aveva prima usato il compagno per fare quell’annuncio, accompagnando il tutto con un dito puntato verso l’og..l’animale in questione, perché puntando il dito si era più intensi.
“Ma guarda quant’è carina! Me l’ha regalata Cooper perché gliel’hanno data a un qualche strano show e non voleva tenerla.” cominciò Blaine, strappando uno sbuffo al marito e facendogli pensare “Lo capisco benissimo” o cose simili. 
“Me ne occupo io e tutto ma ti preeeeeeeeeego, possiamo tenerla? Guarda che begli occhi che ha ed è così piccola, non vorrai abbandonarla vero? Vero che la teniamo, amore?” continuò il moro facendo sbuffare nuovamente Sebastian, perché non poteva pensare che l’uomo davanti a lui stesse davvero facendo il bambino e lo stesse guardando con quegli occhi da cucciolo a cui non sapeva dire di no. Non poteva pensarci, perché se l’avesse fatto si sarebbe ritrovato quel coso a quattro zampe a gironzolare per casa e non era assolutamente nei suoi piani. 
“No, B, dai, non fare il bamb-” tentò lo Smythe, sperando che quella non fosse una delle tante volte in cui alla fine aveva ceduto da aggiungere alla lista. Ma non fece in tempo a finire la frase che qualcosa catturò la sua attenzione. Quella cosa si era girata e aveva aperto le palpebre –gli animali le avevano?- quel poco per permettere che il biondo riuscisse a guardarle le iridi. Erano davvero.. belle. Avevano quel color miele misto al cioccolato –che sembrava molto caramello- molto simile, se non uguale, a quegli occhi che l’avevano incantato tanto. E come un dejavù si rivide sette anni più giovane in quella saletta piena di divani e di persone che cantavano come lui, mentre un maglioncino che avrebbe potuto benissimo portare suo nonno faceva il suo ingresso nella camera. E poi quegli occhi che avevano azzerato tutto il resto: le paure, le convinzioni, la felicità, il dolore.. non c’era più nulla, se non quegli occhi color miele. E come quella volta non poté fare a meno di sorridere, e di dirigere il suo sguardo verso quell’uomo che aveva amato fin dal primo istante, per trovare di nuovo quelle iridi che l’avevano fatto innamorare prima di tutto il resto.
“Teniamolo.” 
Gli uscì così, mentre sorrideva ricordandosi quel momento inaspettato di tanto tempo fa, che era arrivato come una luce durante una tempesta, salvando Sebastian dalla vicina autodistruzione a cui avrebbero portato di lì a poco le sue azioni.
“Ma dai perf-” cominciò a macchinetta Blaine, non essendosi accorto di aver appena ottenuto quello che voleva, ancora convinto di dover ricorrere a un qualche strano patto per fare contento il compagno. 
A bloccarlo furono due labbra che andarono a cercare le sue, in un bacio totalmente inatteso al quale rispose più che felice certo che anche quella volta aveva vinto la sua battaglia.
“Ho detto che lo teniamo.” disse il biondo guardandolo negli occhi, mentre l’altro si staccava sornione per prendere alzare quel cane e annunciare anche a lei quella bella notizia. Non si immaginava il vero perché Blaine, non aveva idea del perché suo marito continuasse a sorridergli e baciargli la fronte, come se fosse stato un piccolo bambino da accudire, come a testare che fosse ancora lì nonostante tutto, che non se ne fosse andato come avevano fatto gli altri.
E il moro non poté fare a meno di sorridere quando avvicinandosi il muso del cucciolo al viso suo marito se ne uscì con una smorfia accompagnata da una piccola risata, perché nonostante i baci, le ore passate a letto, il fidanzamento, i parenti, il matrimonio, il cane, nonostante tutto, Sebastian sarebbe rimasto sempre Sebastian.
“Se baci quel coso prima di tornare da me ti disinfetti.”
 
***
 
Hellow peoople!
O almeno, ciao a quei pochi che sono arrivati fino in fondo.
Diciamo che l’idea è nata esattamente stamattina alle 11 e mezza circa pensando a una mia amica, da cui è nata l’ispirazione per il personaggio di Sebastian. Perché nel gioco di ruolo di Glee in cui sto e lei fa Sebububu ha fatto una cosa simile col cane che gli aveva portato in casa Santana quindi LOL, ecco qua questo schifo. 
Lei la amo tanto e se sa che mi sono ispirata a lei per una Seblaine mi fa fuori dato che è una Klainer convinta ma se il ministro non saprà non ne soffrirà.
Non è betata siccome la mia BFF nonché beta non ha più Word quindi non ha potuto correggermi questa cosa *si nasconde dagli errori madornali che usciranno fuori*
Quindi se vedete un errore, ditemi pure, ce ne saranno un sacco.
E il titolo non ha senso ma l’ho scritto mentre ascoltavo Glad You Came cantata dagli Usignoli quindi abbiate pietà çç
Eeeee nulla. Ci ho messo anche un poco pochissimo di Dalton perché ieri era il mio compleanno quindi non ho potuto (né saputo) scrivere nulla, ma mi sarebbe piaciuto.
Buona Seblaine Week a tutti! UwU
‘Cause is the Seblaine Week and nothing hurts (?).
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: JupiterEj