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Autore: Emily Kingston    04/09/2012    4 recensioni
“E poi,” riprese, avvicinandosi, “se non sbaglio mi devi un bacio di buona fortuna.”
Cercò di sembrare sicuro di sé, ma arrossì su tutto il viso e per poco non scoppiai a ridere.
“Mi sembra di avertelo già dato un bacio, Testa d’Alghe,” sottolineai.
Lui sbuffò. “Ah, sei insopportabile!”
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Le parole non dette di Annabeth'
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Faccio un bagno fuori programma


Quando Clarisse e gli altri sbucarono nel padiglione, quasi mi venne un colpo.
Dopo cena, quando tutti si erano misteriosamente dileguati, pensavo che fossero ancora troppo scossi per chiacchierare attorno al fuoco e quindi si fossero rintanati nelle loro capanne per riposare un po’.
Non mi aspettavo di certo che ci piombassero alle spalle in quel modo.
Sentendo la voce del capogruppo della casa di Ares, Percy grugnì e si allontanò da me, voltandosi verso di loro e mugugnando qualcosa a proposito della privacy.
Se non fosse che avrei volentieri continuato a baciarlo a tempo indeterminato, sarei scoppiata a ridere come una matta. E, be’, alla fine fu quello che feci.
Rimasi ancora più scioccata, quando i nostri compagni del campo ci sollevarono da terra e ci trasportarono fino al lago delle canoe, con tutta l’intenzione di farci fare un bagno fuori programma.
Non credo che a Percy sia dispiaciuto più di tanto, in fondo è il figlio del dio del mare. Senza contare che il signorino può addirittura decidere di non bagnarsi.
Ci gettarono in acqua ridendo come matti, probabilmente erano mesi che spettegolavano alle nostre spalle.
L’estate precedente uno dei miei fratelli, Malcolm, aveva trovato me e Percy abbracciati nella casa di Atena – non pensate male, dovevamo ispezionare le capanne e all’epoca io ero un tantino turbata per la questione ‘Luke’ e per ciò che mi aveva detto l’Oracolo. Comunque, credo che Malcolm abbia raccontato ciò che aveva visto all’intero Campo Mezzosangue, perché da allora hanno iniziato tutti a guardarci in maniera diversa (maliziosa, per essere precisi).
Quando l’acqua mi avvolse, sentii i vestiti inzupparsi e il freddo pungermi la pelle.
Cercai Percy con lo sguardo, ma era troppo buio e a stento riuscivo a vedere il palmo della mia mano. Poi, inaspettatamente, me lo ritrovai davanti.
“Ciao,” ridacchiò.
Non mi stupiva il fatto che potesse parlare sott’acqua, dopotutto è il figlio di Poseidone. La cosa che mi fece sobbalzare fu il fatto che io riuscissi a parlare sott’acqua e che riuscissi pure a respirare.
“È una bolla d’aria,” mi spiegò.
Io mi guardai intorno, le pareti trasparenti della bolla ci avvolgevano, isolandoci dall’acqua del lago.
“Ma certo!” esclamai all’improvviso. Percy aggrottò le sopracciglia. “Potrei mettere delle palle sopra alle nuove colonne che ho progettato per l’ingresso. Devo assolutamente aggiungerle al progetto..”
Cercai di nuotare verso la superficie, ma Percy mi trattenne tirandomi un braccio.
Da quando gli dei mi avevano nominata architetto dell’Olimpo (cioè quella mattina) avevo subito iniziato ad abbozzare progetti.
“Ehi, Sapientona,” mi disse con un sorriso. “Puoi pensare alle colonne dell’Olimpo più tardi?”
“Perché, hai intenzione di rimanere qua sotto ancora molto?” chiesi, incrociando le braccia.
Forse dovrei dire che Percy Jackson può avere delle idee molto stupide a volte, e questo servirebbe a spiegare perché voleva rimanere sul fondo del lago per un po’.
“Ammettilo,” mi disse, puntandomi l’indice contro, “anche tu vuoi vendicarti un po’ del loro scherzetto.”
Sbuffai. E va bene, quel bagno non rientrava decisamente nei miei piani per la serata, ma ero certa che fossero stati i fratelli Stoll a suggerirlo (chi se non i figli di Ermes?), quindi avrei saputo con chi prendermela durante gli allenamenti.
“E quindi tu suggerisci di rimanere qua sotto finché non crederanno di averci affogati?”
“Esattamente,” rispose con aria soddisfatta.
Io sospirai, non c’erano speranze per la sua intelligenza, lo sapevo da tempo.
“E poi,” riprese, avvicinandosi, “se non sbaglio mi devi un bacio di buona fortuna.”
Cercò di sembrare sicuro di sé, ma arrossì su tutto il viso e per poco non scoppiai a ridere.
“Mi sembra di avertelo già dato un bacio, Testa d’Alghe,” sottolineai.
Lui sbuffò. “Ah, sei insopportabile!”
Per un nanosecondo pensai che avremmo iniziato a litigare, ma lui mi afferrò il viso con le mani e mi baciò, trascinandomi con lui sul fondo del lago.
E quello fu probabilmente il miglior bacio subacqueo di tutti i tempi. 




Una shot senza pretese per raccontare il famoso 'miglior bacio subacqueo di tutti i tempi' ed il primo bacio di Percy ed Annabeth dal punto di vista di quest'ultima. 
Hope you enjoy it!
Emily. 
   
 
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