Storie originali > Nonsense
Ricorda la storia  |      
Autore: LalezionedellaWoolf    04/09/2012    0 recensioni
Il troppo lievito mi ha gonfiato la testa, farcita dai bei libri letti, vicende immaginate, ricordate, dialoghi mai avvenuti, dalle romanticherie che si coltivano a partire dai tredici anni, forse dodici: canditi colorati dal sapore pessimo.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Oggi è una giornata creativa, me lo dicono le doppie punte che ho sui capelli. Secchi. Quest'anno hanno visto pochissimo il sole e mai il mare. Secchi, lo sono sempre stati, per quello che mi ricordo.

È colpa loro, mi dico, se non sono più quella di una volta, quando ogni sera vomitavo parole innamorate su un foglio di carta qualsiasi.

Il mio cuore isterilito, avvizzito, è secco, come una prugna, famosa per le proprietà lassative che possiede. Come uva passa, chi non la scansa quando se la ritrova nel panettone?

Allora sono un grande panettone, io, con l'uva passa a comporre, premuta, i miei ventricoli, due grandi polpette, accantonati in un angolino polveroso, a sinistra, per il loro brutto aspetto.

Il troppo lievito mi ha gonfiato la testa, farcita dai bei libri letti, vicende immaginate, ricordate, dialoghi mai avvenuti, dalle romanticherie che si coltivano a partire dai tredici anni, forse dodici: canditi colorati dal sapore pessimo. Tento di sbarazzarmene inutilmente, ricordando il gusto amaro che aveva ognuno di loro, ognuno di quei canditi, come si fa con lo smalto per perdere il vizio di mangiarsi le unghie.

Li scaccio, cavandoli fuori dall'impasto giallo, cotto, che è il mio cervello. Vagheggiamenti d'un sognatore che mi vive dentro da quando sono nata, ed io non riesco a liberarmene.

Li abbandono sul bordo del piatto, vicino alle polpette d'uva passa, e loro colpiscono l'unica cosa che non ho mai potuto zittire, il mio cuore. Che poi, cuore, ho sempre pensato fosse un nome davvero poco appropriato per un paio di polpette.

Egli, Cuore, adesso in disordine, la barba incolta, la pipa spenta, appare inadatto persino a svolgere la più semplice delle mansioni: pompare il sangue in tutto il mio corpo, distribuire dolcificante nel grande panettone che sono, così che, dapprima, sono stati i miei piedi a raffreddarsi, poi è arrivato il turno delle mani, che ora, senza zucchero, non sanno più toccare con dolcezza.

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Nonsense / Vai alla pagina dell'autore: LalezionedellaWoolf